La più bella serata della mia vita, Ettore Scola, 1972. Alberto Sordi interpreta Alfredo Rossi, un cafone arricchito in viaggio nella Svizzera francese per depositare una valigetta piena di denaro in una banca. Ad un tratto vede una misteriosa donna in moto, con il volto coperto dal casco, ne sente un'attrazione immediata e decide di inseguirla per stradine sperdute, fino a che la sua macchina non rimedia un guasto, ed egli si trova costretto, ormai persa di vista la donna, a chiedere ospitalità in un antico castello. Ad accoglierlo troverà quattro vecchi, tutti ormai in pensione, un ex giudice, un ex avvocato, un ex pubblico ministero ed anche un ex cancelliere. Questi 4 vecchietti, così, per gioco, insceneranno un processo a suo danno, perché si sa, tutti nella nostra vita abbiamo almeno un cadavere da nascondere. Ovviamente non sto qui a spoilerarvi il film, né a dirvi quale sia il delitto del quale i 4 uomini di legge, ormai in pensione, ma ancora vispi ed arzilli, accuseranno il povero Sordi.
Posso dirvi che il film è tratto da un romanzo, che si intitola "La panne. Una storia ancora possibile" di Friedrich Durrenmatt, ma che a me ha ricordato molto, sotto vari aspetti, le tematiche di "Dieci piccoli indiani" della Christie. C'è il tema dei delitti che non possono essere perseguiti dalla giustizia, da quella terrena, dei tribunali e dei codici; ci sono questi 4 personaggi che assumono il ruolo di giustizieri, non si capisce bene se per gioco oppure no (nessuno spoiler, questa è un'ambiguità che vi guiderà per tutto il film), proprio come avveniva, con un personaggio, nel meraviglioso capolavoro della giallista inglese.
A mio parere si tratta di una delle massime vette di quell'artista immenso che era Ettore Scola, lo metto subito dopo quel terzetto di capolavori composto da "C'eravamo tanto amati", "Brutti, sporchi e cattivi" e "Una giornata particolare". Praticamente, però, non viene ricordato mai. L'interpretazione di Sordi è superba. Si tratta di un Sordi ormai pienamente maturo, che incredibilmente riesce a non uscire dal suo personaggio, rimanendo su un tenore comico, ma inserendosi perfettamente in un film dai toni drammatici, surreali, quasi kafkiani. Ottima proprio la contraddizione tra il personaggio e l'interpretazione, divertente e divertita di Sordi, e il tenore del film. Ruolo praticamente cucito addosso a lui. Il resto del cast è praticamente tutto francese, e i 4 vecchietti sono uno meglio dell'altro, tutti attori francesi di altissimo livello.
Lo consiglio a chi vuole riscoprire un vero gioiello del cinema italiano; agli amanti di Sordi (non potete perdervelo); e a chi apprezza molto i film concentrati in un unico ambiente: il film, ad eccezione di poche scene, è ambientato quasi tutto in questo castello, con una grandissima cura per le scenografie e i dettagli.