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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 05/12/2018 in tutte le aree

  1. 2 punti
    Vedo moltissimi film ma ho perso un po' l'abitudine a scrivervi, mi spiace. Ve ne riporto solo due. Roma, F. Fellini, 1972. il film è semi autobiografico e metacinematografico, racconta l'arrivo a Roma da giovane del regista e l'oggi, di allora, mentre è alle prese con la realizzazione di un film. Sempre presente, come ambientazione e personaggio senza volto la città eterna. Il film, seguendo quella dissoluzione dell'unidirezionalità narrativa attuata da Fellini fin da La dolce vita procede per quadri accomunati dalla costanza del caos iperpervasivo che è espressione della putrefazione della modernità. Strano non ci sia Guerra tra gli sceneggiatori. Emblematica, in tal senso, la scena forse più bella che racconta di un viaggio nelle gallerie della metro in costruzione dove, andando a rompere un diaframma, si scopre una villa romana perfettamente conservata coi suoi affreschi che appena viene a contatto con l'aria della modernità si distrugge senza potervi porre rimedio. Da segnalare nel film l'ultima prova da attrice della Magnani. Il film, visto al cinema, era preceduto dall'intervista dell'attore Peter Gonzales che interpretava il Fellini diciottenne. Tra le varie cose ha raccontato che Fellini lo voleva come Titta in Amarcord ma la madre, in Texas, ha preso la telefonata al suo posto non dicendogli niente per paura che la lasciasse sola. Roma, A. Cuaron, 2018. Avvertenza: da guardare fino all'ultimissimo titolo di coda. Spoiler Roma, in questo caso, è un quartiere messicano. Il film viene dalla vita del regista e racconta l'inizio degli anni '70, quando era bambino, portando sulla pellicola la storia di una famiglia dell'alta borghesia che vive nella sua bella casa cittadina assieme a due domestiche, ed è in particolare Cleo, una delle due, ad esser protagonista del film. La tragedia familiare, nella sua catastrofe piena di fatti comuni ma non per questo meno dolorosi, è qualcosa che il regista, forse anche tramite questo film, discesosi pienamente all'interno, vince non eliminandola ma comprendendola all'interno della vita, quasi ritualizzandola in quell'ultimo "shantih shantih shantih". La pace completa, quasi stoica, che nonostante il dolore ciò che accade rimane al termine di tutto. La maestria nell'utilizzo della cinepresa è impeccabile. Usa il cavalletto, spesso piazzandola al centro della scena, lo usa come fulcro per esplorare a tutto tondo il panorama umano e visivo che lo attornia. Una nota di merito alla casa scelta, a dir poco da rivista di settore in quanto ad arredamento. Tornando alla cinepresa, questa coi suoi movimenti e le sue carrellate accompagna, quasi anticipandoli, i nostri familiari. Ma la maestria è nel riuscire a sfruttare questa camera sempre a distanza, sempre lontana dai protagonista, che guarda con occhio quasi documentaristico le vicende ma allo stesso tempo non toglie niente, anzi arriva ottimamente al pathos, al drammaticità di ciò che avviene. E poi si potrebbe dire di quanto ogni scena non sia mai banale nel modo in cui è inquadrata: anche nel semplice arrivo di un auto a casa che diventa di volta in volta espressione dello stato d'animo del personaggio. Mi spiace soltanto che un film di tale fattura sia destinato ad esser visto in piccoli schermi e in deboli impianti audio, perché anche il lavoro sul suono è ricercatissimo, ma se potete andate a vederlo al cinema. Questa sera l'ultima occasione di trovarlo in sala, tra l'altro grazie a un sodalizio tra Netflix e Cineteca di Bologna che apparentemente dovrebbero apparire agli opposti. Detta in parole povere: anche quest'anno, agli Oscar, vince il Leone d'oro. O almeno lo meriterebbe, in qualsiasi categoria. P.S. Il film in poco più di due ore racconta circa un anno della famiglia, decisamente intenso, ma quando è finito ne volevo ancora, mi è sembrato quasi corto per quanto poteva ancora raccontare.
  2. 2 punti
    Non ho tanto da dirvi, a parte che mi sono regalato un nuovo tv e mi sembra di essere al cinema (quasi...). Basterebbe avere un po' di tempo per vederci qualcosa....E' da due mesi che sono fuori quasi tutte le sere, e fino a Natale il trend sarà questo. Ho rivisto C'era una volta il West (acquistato su Chili, bitrate non eccezionale) per chiudere in bellezza con i western leoniani; pargoli estasiati (e il padre più di loro al rivedere una Cardinale di bellezza e sex appeal senza paragoni). PS Planet Earth in 4k fa cadere la mascella.... PS2 Per @Rhyme e @Juve stile di vita: forse ve l'ho già detto, ma i film i migliori film di Fellini sono quelli marchiati dalla sceneggiatura di Ennio Flaiano; dalla loro separazione artistica, Fellini non è più stato...Fellini. Questo, senza nulla togliere al Maestro, è oggettivo. Detto ciò, anch'io preferisco La strada e Le notti di Cabiria (e anche Giulietta degli spiriti per certi versi) a La dolce vita e Otto e mezzo. PS3 Un paio di sabati fa - a tarda ora - ho visto un bellissimo documentario su Ingmar Bergman; mamma mia che uomo terribile che era...perfino più umorale, irascibile, narcisista e scorbutico di me
  3. 1 punto
    Ci manca solo che ci inviti a pranzo, su, ormai... E' curioso perchè narra della vicenda(tratta da un libro) di questo allenatore che ha vinto anche due coppe dei campioni(col Nottingham Forest), ma non raccontando delle sue vittorie, bensì prendendo una parentesi disastrosa di una quarantina di giorni alla guida del Leeds. Di celebrativo quindi non c'è nulla, le immagini dei suoi successivi trionfi sono solo a fine film.
  4. 1 punto
    ho citato i primi due esempi che mi sono venuti in mente in merito ai personaggi legati alle guerre, non amo perche' io penso sempre che la storia la scrivano i vincitori sportivi solitamente mistificano, cosi' anche quelli su personaggi artistici i doc film sono piu' interessanti imho
  5. 1 punto
    Grazie, adesso lo cerco. Non ho avuto il piacere Tra l'altro io Breaking Bad nemmeno l'ho visto Sicuramente. Molti hanno criticato l'uso del colore in Giulietta degli spiriti e anche la costruzione visiva, ritenendola eccessiva e fine a se stessa. A me, come dicevo, da quel punto di vista è piaciuto tantissimo e l'ho trovato di grandissimo valore.
  6. 1 punto
    Davvero niente male i primi due episodi di Escape at Dannemora. Ottima regia, fotografia e cast. La Arquette fantastica.
  7. 1 punto
    Diciamo che da quel film in poi si va in quella direzione. Te ne accorgerai quando vedrai i film seguenti, "Satyricon" sopra tutti, ma anche altri. Però sono opere magnifiche per la loro potenza visiva, deliranti in quel senso... Ho dato un'occhiata al cofanetto tedesco, peccato che ne abbia già 4 su 9 in dvd, altrimenti forse lo avrei preso.
  8. 1 punto
    Bohemian Rapsody fu bocciata dalla casa discografica in quanto il simpatico Elton John asseri' che era spazzatura e che mai un pezzo del genere avrebbe avuto succeso commerciali...fortunatamente riuscirono a far passare il pezzo in radio tramite amicizie e la gente ando' in direzione opposta al pensiero di Elton su sky c'e' un bel doc su Fellini quindi ti sei fatto regalare un tuta arancione da Bryan?
  9. 1 punto
    prendiamo i Doors di Stone....si nulla da dire perche' Val Kilmer era perfetto e dava quel tocco, ma comunque lontano da cosa erano veramente loro cosi' in molti altri casi...vidi Pele', si carino ma e' privo di personalita' i doc film invece mi piacciono un sacco, anche perche' scopri tanti particolari
  10. 1 punto
    Sono appena tornato e mi manca già moltissimo. Praticamente ogni angolo rimanda al cinema...in particolare non potevo non andare a vedere la vista del ponte di Brooklyn presente in C'era una volta in America. Poi per puro caso ho incontrato e fatto una foto con Bryan Cranston che era lì a Broadway. Però se ci fossi andato solo una settimana dopo avrei beccato l'evento della Juventus a Brooklyn il 7 e la rassegna su Ugo Tognazzi che sarà al MoMA dal 5 al 10. Rispondo solo adesso, ieri praticamente ho dormito tutto il giorno "Signore & signori" mi manca e vorrei vederlo, anche perché appunto va a completare il filone iniziato con "Divorzio all'italiana" e "Sedotta e abbandonata". Così come un altro film di Germi che vorrei vedere è "Un maledetto imbroglio". Per quanto riguarda Fellini, "La strada" non l'ho saltato intenzionalmente...ho visto quelli che avevo a disposizione tra dvd e registrazioni. Ma chiaramente vorrei recuperare anche gli altri (e rivedere Amarcord che ho visto diversi anni fa e non ricordo molto bene). "La strada" è proprio uno di quelli che sono più curioso di vedere. E in quell'occasione mi prometto di riguardare anche "La dolce vita" e "8 1/2". "Giulietta degli spiriti" secondo me è più debole degli altri dal punto di vista narrativo...ho avuto la sensazione di caos. Questa volta sposta l'attenzione da se stesso alla moglie e probabilmente gli riesce più difficile comunicare l'essenza e il suo inconscio rispetto alle opere precedenti. Ma visivamente lo ritengo meraviglioso, è il primo film a colori di Fellini e si vede che la novità lo porta a sperimentare, ad esagerare e a divertirsi...e con lui si è divertito anche il mio occhio e non poco. E al di là della struttura generale mi è piaciuta anche la storia e la costruzione di alcune scene...sin dalla prima, quella con la Masina che si prepara attendendo gli ospiti, di fronte agli specchi, eppure il suo volto non viene mostrato per i primi minuti. Generalmente mi è piaciuto. A proposito di Fellini, segnalo l'uscita di un cofanetto con 9 suoi film in blu ray su Amazon Germania, attualmente prevista per il 14 febbraio...occasione abbastanza ghiotta.
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
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