Ho visto Vice - L'uomo nell'ombra di Adam McKay.
McKay segue la strada che aveva intrapreso con l'ottimo La grande scommessa.
Da regista di commedie demenziali ha fatto un notevole cambiamento sia come temi trattati che come approccio e devo dire che si è creato un suo stile parecchio netto e deciso, prendendo molto da personaggi come Michael Moore e dallo stile documentaristico e televisivo americano ma adattandolo a modo suo.
Con La grande scommessa parlava della crisi economica del 2007, con Vice parla del politico Dick Cheney e lo fa, come dicevo, con lo stesso stile del film precedente.
E io lo trovo, onestamente, a tratti davvero geniale e incredibile...sia per il modo in cui parla di argomenti così complessi, per come va nel profondo di questi temi, sia per il modo che ha McKay di parlare direttamente e indirettamente con lo spettatore, ponendolo al centro in uno scambio reciproco di ruoli.
Lo trovo davvero geniale...magari in America lo percepiscono differentemente perché con Moore e altri personaggi sono più abituati ad un certo tipo di comunicazione, ma nel cinema credo che McKay abbia fatto qualcosa di davvero interessante.
Se devo trovare qualche difetto, in Vice (a differenza di La grande scommessa che ho trovato più equilibrato nel suo folle incedere) ho avuto la sensazione che in alcuni punti sia scivolato un po' eccedendo e facendosi prendere eccessivamente la mano da questo stile comunicativo, ad esempio nella rappresentazione del personaggio di Bush che ho trovato troppo macchiettistico e in 2/3 passaggi comprensivi di metafore, sullo stile del film precedente. E il finale l'ho trovato troppo frammentato.
Ma complessivamente lo trovo un gran film, con parecchi momenti che secondo me sono geniali e che non voglio anticipare.
Io personalmente lo sento come una nuova sfumatura di satira, un nuovo modo di comunicare e rivolgersi allo spettatore, un nuovo modo non solo di affrontare, come dicevo, temi della storia contemporanea che sono estremamente complessi in un modo fresco ed efficace ma anche un modo di stravolgere, di ribaltare, di ironizzare sul cinema stesso, sulla comunicazione, sui media.
E ci va giù anche parecchio pesantemente McKay e in modo meno sottile di quanto sembri.
Credo che La grande scommessa e Vice siano film da riguardare in futuro e da analizzare con attenzione.
Qualcuno ci ha visto una prosecuzione modernizzata di alcune sfumature Wellesiane ed è una chiave interessante.
C'è un Christian Bale mostruoso probabilmente nella sua migliore interpretazione ed anche il resto del cast è egregio con Amy Adams, Steve Carrell (anche lui da qualche anno ha intrapreso un cambiamento inaspettato e piacevole) e Sam Rockwell (anche se rientra nel personaggio di Bush che non ho apprezzato particolarmente).
Mi fa comunque molto piacere che Roma di Cuaron stia continuando ad ottenere riconoscimenti.
I due Golden Globes di ieri sera, i tantissimi premi dalla critica americana e le prime nomination nei premi di categoria: sceneggiatura, montaggio, produttori, fotografia (qui è stato nominato anche Cold War).
Mi fa veramente piacere.