E' un discorso un po' articolato e dipende dalla sensibilità di ognuno. Premetto che sono rispettivamente in quarta e terza liceo, quindi non proprio dei bambini, e che io ricordo molto bene film visti a quindici, sedici, diciassette anni.
Io credo che il cinema di qualità sia un'arte, e che l'arte (musica, pittura, poesia, letteratura ecc.) vera abbia un linguaggio universale, cioè possa raggiungere tutti. Ovvio che più vissuto ed esperienza hai, meglio è; che una base culturale solida ti dia delle chiavi ermeneutiche che ti aprano le porte ad una lettura maggiore; meglio ancora se, oltre a cultura ed esperienza, ci sono anche studi/basi "tecniche", che ti permettano di cogliere aspetti che un semplice appassionato (come me) non potrà mai apprezzare in pieno.
Insomma, un bel film, per me, è come una sorgente d'acqua pura in montagna; basta avere sete, cioè essere interessati all'acqua, avere una certa sensibilità di fondo; poi, ovviamente, a seconda del recipiente con cui vai alla fontana, potrai portarti via più o meno acqua; c'è che vi arriva con le semplici mani, chi con un bicchiere, chi con un pentolino, chi con un secchio, chi addirittura con una damigiana da 54 litri; la capacità del recipiente dipende dal tuo background - esperienza di vita, sensibilità, cultura generale, basi tecniche ecc. - e più è ampio, più acqua raccoglierai; ma l'importante, è che il tuo recipiente, piccolo o grande che sia, possa essere riempito fino all'orlo di acqua buona.
Io mi rifiuto di guardare put.tanate insieme ai miei figli; quelle se le possono guardare da soli, e già lo fanno, come si ascoltano quella mer.da di musica rap di terzo livello da soli; con me, se vogliono (e pare che siano molto interessati), si guardano Non è un paese per vecchi e Il grande Lebowsky dei fratelli Coen, e si ascoltano The Joshua tree e Achtung Baby degli U2.
Così è se vi pare.