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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 26/01/2019 in Messaggi

  1. 1 punto
    ha cambiato il nome del profilo in dorisbacic42 ( prima era dorisbacic1) - Katie Rood fan club - Nella fan club #TheQueenOfInstagramStories - #DorisBacicTitolare
  2. 1 punto
    Desidero avvisare che la Juventus ha incominciato a contattare per l'evento "Acquista la trasferta". Ricevuta telefonata stasera alle 17.30. Si va a Madrid!
  3. 1 punto
    Ieri sera mi sono visto Roma. L'ho fatto al terzo tentativo, reticente per due motivi: 1) un certo pregiudizio negativo sulla moda dei registi messicani, frutto di cattive esperienze al cineforum 25 ed oltre anni fa; 2) il fatto che non ho con lo spagnolo la stessa dimestichezza che con l'inglese, e quindi mi toccava leggere i sottotitoli in italiano. Premetto che non leggo MAI recensioni sui film prima di vederli, se non qualche spunto di amici di cui mi fido o di voi qui sul forum; non voglio essere condizionato nella visione; forse questo è anche frutto di una certa presunzione e alta considerazione di me stesso, può essere. L'approccio, come dicevo, è stato reso ancor più difficile nei primi minuti di visione dal dalla lentezza del film, che ha un suo senso, ovviamente, ma che mette a dura prova la mia psiche molto nevrotica. Malgrado tutto ciò, devo ammettere che alla fine mi è uscito uno spontaneo "grandioso"; ed è quello che penso anche stamattina, a mente fredda; è un film eccezionale, sembra una novella del Verga, la sublimazione del neorealismo italiano che ha fatto la storia del cinema; ma c'è di più; c'è una storia, che sembra semplice, persino banale, e invece racchiude una forza esplosiva, la forza della vita; il modo in cui emerge dal film la figura di Cloe, una persona semplice, è magistrale; Cuàron riesce a farti immergere nella realtà di Città del Messico, della società del tempo, della famiglia, dell'intimo dei protagonisti con delicatezza ma profondità. Un film che, senza voler toccare furbescamente le corde emotive degli spettatori, riesce ad essere commovente perché fa emergere come l'unico propulsore vero della vita è l'amore, quello vero, non il mero sentimentalismo; in questo senso, ancora una volta noi maschietti non ne usciamo benissimo; ma non è scontato femminismo, quello di Cuàron, ma presa di coscienza; io stesso mi sono chiesto cosa ho fatto e cosa sto facendo per le donne della mia vita al termine del film. Inutile poi che io mi soffermi sul sonoro, sulle riprese con pochi primi piani, sulla scenografia, sulla fotografia, tutti elementi che sapete cogliere e apprezzare molto meglio di me. Capolavoro.
  4. 1 punto
    Un po' di tempo l'ho trovato, sennò ci perdo davvero la testa Molto brevemente, nell'ultimo periodo mi è capitato di vedere per la prima volta capolavori come "Tempi moderni" o il meraviglioso "The Elephant Man". O anche film come "Batman" e "Batman - Il ritorno" di Tim Burton...questi li ho visti sia per curiosità, visto che non li avevo ancora visti e che apprezzo Tim Burton, sia perché sono legati a concetti sul cinema e le arti, soprattutto la pittura, temi che sto studiando, ed effettivamente da quel punto di vista sono parecchio interessanti. Ma questi li conoscete già e non ho la concetrazione sufficiente per parlarne Ieri sera invece ho visto al cinema "Old Man & the Gun" di David Lowery, l'ultimo film con Robert Redford. E' un film a cui non davo due lire, poi ho letto che era di David Lowery e mi sono incuriosito maggiormente, visto che è l'autore di quella piccola/grande (/grandissima) meraviglia che è "A ghost story" del 2017. Così sono andato a vederlo. Il film, ambientato negli anni '80, narra la semplice storia di una banda di tre rapinatori settantenni e del poliziotto che da loro la caccia...storia vera. Classico tipo di racconto visto molte volte ma con taglio e sfumature non banali. E' improntato soprattutto sul maggior rapinatore, Redford, con anni e anni di rapine alle spalle; rapinatore galantuomo che incontra e si innamora di una donna (Sissy Spacek). E' un film molto dolce, malinconico, tenero, ironico, di un'ironia sottile, un'ironia sulla vecchiaia ma anche sulla natura dei personaggi e sulla natura del racconto stessa. Ha una natura metacinematografica perché non solo fa riferimento al passato di Robert Redford (con fotografie e vecchi ruoli da lui interpretati) ma è come se facesse riferimento anche al cinema del passato, ad un determinato genere, ad una determinata tipologia di personaggio che invecchia inesorabilmente ma che si mantiene impressa, si mantiene "col sorriso", continua a replicarsi in attesa della fine che può giungere oppure no. E in questo scenario, fantasticando parecchio, è come se il detective fosse un cinema più contemporaneo, un cinema che si sente vecchio già a quarant'anni, un cinema stanco, svogliato e che si trascina dietro l'eroe di altri tempi molto più anziano ma che si diverte, che si entusiasma. Posso anche aver esagerato, ma i personaggi mi sono piaciuti moltissimo e mi hanno stimolato molte riflessioni. La regia e il montaggio procedono sempre puntuali, è come se seguissero uno spartito e in alcune scene la loro organizzazione e struttura segue sul serio la colonna sonora. Mi ha colpito moltissimo, si raggiunge quasi un lirismo, un'attenzione artistica da direttore d'orchestra. Lowery usa molti primissimi piani, sfociando quasi nel dettaglio, per definire al meglio i personaggi, per cogliere non solo i loro volti e i loro sguardi ma anche ciò che c'è dietro. Sono presenti anche un paio di scelte di fotografia interessanti e generalmente viene usata l'immagine "sgranata" per conferire l'idea del passato. Molto bella la colonna sonora con composizioni e musiche jazz, smooth jazz, blues, ritmiche. E' presente anche una citazione di "Carrie, lo sguardo di Satana", con il volto di Sissy Spacek che viene illuminato di rosso dai fari della macchina. L'unico difetto è nel finale che ho trovato eccessivamente spezzettato, con l'illusione di un succedersi di 3-4 finali. Complessivamente è un film semplice, niente di clamoroso, dalla trama già vista ma realizzato molto bene e con un taglio singolare, un film che mi è entrato nel cuore. Spero che David Lowery possa emergere perché se lo merita sul serio. Eh, io avevo avvertito
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