Permettemi, ma non è con questi assolutismi e col benaltrismo che si può parlare di certe cose. La Russia non vorrebbe fare stragi di civili?
Quindi le fa per caso, le capita, ma lo fa apposta in sostanza. Tipo Groznyj?
Dici che la pace si raggiunge concedendo Crimea e Donbass ai russi, semplice semplice.
Eppure marciavano su Kiev, puntavano Odessa, hanno bloccato mezzo mar Nero.
Mi dispiace fartelo notare, ma temo siate rimasti tu e Orsini a credere a questa fantomatica soluzione semplice semplice.
Zelensky, se facesse tutto quello che tu descrivi, non farebbe niente di diverso da quello che fa Putin da 20 anni a questa parte.
A meno che non si vogliano negare i giornalisti uccisi in Russia e persino in Europa, gli improbabili incidenti occorsi ai suoi oppositori, le stragi in cecenia ed altre chicche che ci ha regalato lo zarino.
Poi è chiaro, dev'esser pazzo Zelensky a pensare di rinunciare alle trattative dopo mesi di infruttuosi dialoghi.
Dopo che i russi hanno provato ad ucciderlo, dopo che hanno provato a prendere Kiev, dopo che hanno reso una farsa i trattati di pace (chiedendo una resa incondizionata e di scegliere un esecutivo a loro discrezione, altro che Donbass), dopo che hanno promesso che non avrebbero mai e poi mai attaccato fino a poche ore prima dell'attacco, dopo che hanno invaso il suo paese con le bandiere sovietiche al vento, dopo le recenti stragi di civili, le bombe termobariche e dopo la farsa del referendum, ciliegina sulla torta.
Ma sicuramente se un russofono come Zelensky tanto si batte contro i russi è per pura russofobia.
Uno che è nato russofono e ha come russo la sua prima lingua, tanto da renderlo oggetto di satira per il suo pessimo ucraino, proprio in quel paese di cui è diventato presidente.
Sì, è uno di quelli che secondo la logica del "parla russo, allora è russo", dovrebbe essere russo e russofilo nel midollo.
Caso vuole sia pure ebreo, giusto per avvalorare ulteriormente il ritratto di un nazista.
Ma ehi, il referendum, l'autodeterminazione dei popoli.
Quella che vale sempre a seconda dei casi, per esempio non varrebbe certo in Siberia o in Cecenia, come non varrebbe mai a Taiwan, a Hong Kong o nello Xinjiang, ma sono sicuro che per quelle situazioni il diritto internazionale torni improvvisamente prioritario sulle volontà dei popoli. Sbaglio?
Poi certo, la partita in realtà è tra USA e Russia, l'Ucraina mica c'entra, c'ha messo giusto il campo ed il pallone, qualche decina di migliaia di morti, niente più. C'ha messo il fantoccio Zelensky, dai, almeno questo concediamoglielo.
Certo, ci fosse stato un presidente vero, non un burattino, una "persona per bene" direbbe qualcuno.
Uno come Porosenko immagino, uno che tanto piaceva al liberatore di popoli oppressi.
Non c'entrano nemmeno Cina, Turchia, Germania e UK in tutto questo, il solo Putin le cita o minaccia per semplice galanteria, per farle sentire importanti, poverine.
Non hanno alcun peso sulla questione, sono solo paesi fantoccio. Burattini, come dici tu.
La chiosa finale sul campo di battaglia di una guerra nucleare, poi, consentimelo. Un capolavoro.
In caso di terza guerra mondiale con 6000 testate nucleari volanti, manco una coinvolgerebbe il territorio americano. No no.
SSBN sotto i ghiacci antartici, migliata di ICBM sparsi sul territorio più vasto del mondo, il più grande arsenale di armi nucleari sul pianete i russi lo hanno prodotto e mantenuto a suon di miliardi solo per usarlo contro di noi, e non contro gli americani, perché noi siamo i FESSI.
Dai, su.
Non avere in simpatia gli americani è un conto, e nemmeno io ne nutro.
Si può criticare l'imperialismo americano, anzi si deve, così come quello britannico, ed è giusto preoccuparsi anche di Oriente e non solo di Occidente.
Per esempio io idealmente vorrei un'Europa smarcata e autonoma, impermeabile alle ingerenze estere di qualsivoglia natura, capace di guardarsi a Oriente e a Occidente (come nell'amata aquila bicipite slava).
Io che ho amato e lavorato un po' ovunque in Cina ed in Russia, e mai negli Stati Uniti.
Tutte queste premesse però non bisogna far si che alleggeriscano di un solo grammo le oggettive responsabilità della leadership russa.
Preoccupiamoci di pace, dunque.
Ma la pace è un qualcosa che senza giustizia è destinata a durare molto, molto poco.
La retorica sulla pace di stampo orsiniano che hai fatto evidentemente tua mi ricorda molto quella di Chamberlain.
Entrambe persone di cultura, tutt'altro che ignoranti, fermamente convinte che trovare una soluzione di compromesso potesse allora (e possa oggi) placare gli appetiti di una potenza imperialista in fase espansiva.
Le analogie sono davvero molte, quasi impressionanti, se riusciamo nello sforzo di sostituire gli Stati Uniti con l'Inghilterra (facile) e la Russia con la Germania (un po' meno facile).
Da un lato un impero capitalista, liberale, potente ma che ha superato il suo apice storico, imboccando da poco tempo la discesa verso il ridimensionamento. Un paese che non può che essere garante e partecipe di qualsiasi evento del continente, ergo anche delle guerre tra Germania nazista e vicini.
Dall'altro un paese uscito sconfitto, distrutto ed umiliato dal conflitto precedente. Un paese che ha visto il suo territorio ridursi ai minimi termini, la sua economica dissanguata, le sue genti sparse in paesi giovani con confini più che discutibili. Un paese che ha trovato in un ex militare di quel paese sconfitto, un fulgido esempio di voglia di rinascita, se non di rivincita, forse addirittura di vendetta. Un paese che ha promesso la riunificazione del suo popolo sotto un'unica bandiera, avvertendo i paesi vicini di non intervenire.
Le analogie mi sembrano parecchie.
Come finì è storia, la conosciamo tutti.
Chamberlain, dopo aver concesso ai tedeschi i territori richiesti ed ottenuto la promessa di pace, tornò col trattato firmato a Londra, accolto da ovazione, svontolandolo in faccia a chi chiedeva un intervento a difesa di quei paesi, e di quei confini (tra tutti, spiccava quel fenomeno di Churchill).
Come andò a finire ce lo ricordiamo tutti, purtroppo.