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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 10/06/2023 in Messaggi

  1. 19 punti
    Ciao ragazzi! Torno a scrivere un mio pensiero articolato dopo tanto tempo. Lo scrivo non certo da amministratore del forum, ma da tifoso. Lo scrivo in un momento particolare, delicato, difficile. Lo scrivo perché mi appassiona lo studio della psicologia del tifoso, perché credo che questo sia il momento di sentirsi orgogliosi di essere juventini. Siamo fortunati, siamo tifosi di una squadra vincente che spesso vediamo primeggiare sulle concorrenti. Questo però ci rende meno allenati nel gestire i momenti di difficoltà. Non scrivo certo queste righe per classificare i tifosi in base al loro tifo o per "assegnare patenti"; al contrario scrivo per far emergere quel sentimento di affiliazione verso una squadra che unisce tutti noi, dal più pessimista al più ottimista. Non è un mistero che io sia considerato un inguaribile ottimista del tifo bianconero. Non ho problemi ad accettare questa etichetta, ma non per questo mi sento migliore di altri tifosi. So che ognuno di noi vive il tifo in maniera diversa, in base al proprio carattere, alle proprie preferenze, ai propri trascorsi e a quale condizionamento porta la Juventus sulle nostre vite. La Juventus per me è una fede, ed è l'unica che ho, ma so che anche per tanti di voi che stanno leggendo questo non è solo un hobby da coltivare nel tempo libero. Lo so perché perseguo l'obiettivo di fornire a voi tifosi uno spazio di discussione sulla Juventus dal 2004, non ero nemmeno maggiorenne. In tutti questi anni non solo ho avuto modo di apprezzare i diversi approcci al tifo di ognuno di noi, ma ho anche avuto modo di raggiungere una certezza: è facile riconoscere chi capisce poco di calcio, sono quelli che hanno certezze sul futuro. Questa è la cosa più importante che ho imparato ed è quella che mi permette di alimentare sempre il mio ottimismo, perché so benissimo che in nessun modo è possibile proiettare una previsione calcistica per i prossimi mesi/anni. Dato l'impatto che la Juventus ha sulla mia quotidianità, avere sempre la possibilità di sperare nel meglio è la cosa più bella che il calcio mi regala. Prendiamo la storia recente della Juventus dopo i primi 3 anni vincenti di Conte siamo passati ad nuovo mister Allegri: nessuno in quel momento aveva un minimo di ottimismo sul prossimo futuro della Juventus. Invece, beh la storia parla per sé. Ho sempre fatto parte della minoranza nel ritenere il primo scudetto di Allegri il più bello della serie, perché è quello che ha smentito tutta la negatività che accumulammo quell'estate. Ma per uscire un minimo dall'universo Juve basta guardare gli ultimi due anni della nostra serie A: Milan e Napoli sono arrivate in testa alla classifica senza mai essere state accreditate come favorite, con due allenatori che hanno una storia ventennale nel nostro campionato, senza aver mai conosciuto il concetto di vittoria o di competere per vincere. Potrei estendere questo concetto a tutti i giocatori che sono arrivati tra le polemiche e che poi si sono rilevati importantissimi. Il problema è solo uno: la nostra mente è una macchina complessa e articolata e dobbiamo stare attenti a concederle troppa fiducia. Perché ci inganna, perché con il tempo appiattisce alcune sensazioni e cancella alcuni dettagli, ci fa credere che ciò che abbiamo trascorso nel passato sia completamente diverso da ciò che stiamo vivendo, quindi anche quando sbagliamo una considerazione è difficile imparare dai nostri errori, perché anche se ci ritrovassimo di nuovo nella stessa identica situazione penseremmo "vabbè ma stavolta è tutto diverso". E quindi entriamo in un loop nel quale è impossibile migliorare, a meno di riuscire a sviluppare un avanzato senso di autocritica. Il nostro sforzo, in questo momento storico della Juventus, deve essere quello di evitare di prendere una posizione. È in assoluto la parte più difficile, ma è quella che ci permette di analizzare ciò che succede con il giusto spirito critico. Perché dal momento in cui prendiamo una posizione le nostre analisi non sono più equilibrate, ma sono completamente condizionate da quello che in psicologia si chiama "bias di conferma", ovvero la percezione che qualsiasi cosa avvenga vada ad avvalorare la tesi che abbiamo scelto e dimostri che la nostra posizione è quella corretta. È come se ci mettessimo degli occhiali colorati, da quel momento in poi tutto il mondo appare dello stesso colore. L'idea di sapere già come andranno le cose, di vedere già il futuro, è solo un'illusione, soprattutto nel calcio. Penso spesso che nel calcio di oggi, a partire dal giornalismo sportivo, manca l'analisi approfondita di ciò che è successo per dar sempre più spazio al titolo, alla notizia ad effetto, al retroscena, che arrivi non alla testa ma alla pancia del lettore. Tanto nessuno legge più gli approfondimenti, basta il titolo per orientare il nostro pensiero. Con il tempo non si fa che peggiorare perché i social impoveriscono ancora di più l'analisi di ciò che succede e ci limitano completamente l'esposizione. Nel tempo lo sport è stato analizzato prima con articoli di approfondimento, poi con articoli brevi, poi con i sottotitoli, poi con i titoli e adesso con gli hashtag. Questo ci porta a racchiudere l'analisi di un momento complesso in una parola, in un numero, in una percentuale. Non è certo una critica ai social, che anche io utilizzo (anche se solo per la Juve), ma a chi ne fa uso. Spesso su Twitter mi rendo conto di come sia impossibile riassumere l'analisi di una situazione rispettando il limite dei caratteri imposti dalla piattaforma, però si può farne un uso corretto se l'utilizzo è finalizzato a esprimersi su qualcosa di immediato, facendo zoom-in su un dettaglio di una situazione complessa. Questo momento che stiamo vivendo, però, richiede un livello di dettaglio maggiore. Siamo nel 2023, non è possibile leggere ancora chi pensa "vendiamo Tizio per x e con quei soldi prendiamo Caio", se si ha una conoscenza base di ammortamenti, bilancio, stato patrimoniale e conto economico si può provare a fare un'analisi per cercare di capire come mai chi è del settore fa una scelta piuttosto che un'altra. Questo tipo di ragionamento è ciò che ci porta a migliorare. "Quindi dobbiamo essere tutti ragionieri?" no, non è necessario, ma sarebbe bello parlare di ciò che si conosce, anche superficialmente. Nel 2023 l'ignoranza non può che essere una scelta, abbiamo tutti i mezzi per colmare le nostre lacune, basta volerlo. La speranza viene dai nuovi strumenti che consentono dirette audio/video: anche questi però sono strumenti, da quello che sto vedendo c'è chi li usa benissimo, chi li usa bene e chi li usa malissimo. Noi abbiamo avuto la nostra bellissima esperienza con RadioVS e abbiamo scelto proprio la strada dell'approfondimento rispetto alla notizia ad effetto. Questa esigenza di approfondire è il motivo per cui un forum come questo non conoscerà mai obsolescenza, perché ci permetterà sempre di dettagliare l'analisi e scambiare opinioni più argomentate. Il problema dei social è che ci fanno diventare tifosi del nostro profilo piuttosto che della squadra, quindi pensare di aspettare di conoscere bene una situazione prima di esprimersi, per evitare il bias di conferma di cui ho parlato prima, è semplicemente utopia. Perché alla prima notizia occorre prendere posizioni nette e polarizzanti, occorre emettere sentenze e poi alimentare questa posizione nel tempo. Tutto questo con l'idea di rivendicare poi un giorno quella posizione, con il più classico del "io l'avevo detto". Questo perché nel calcio spesso abbiamo un 50% di possibilità di indovinare un esito: un giocatore o va bene o va male, un allenatore o vince o non vince etc... È un po' come indovinare se nascerà maschio o femmina. Queste alte percentuali non fanno altro che crearci un'illusione: quella di sentirci in competizione con i professionisti. Basterebbe scaricare il cv di qualsiasi dirigente e confrontarlo con il proprio per far scemare questa illusione, ma il fatto di indovinare che Arthur avrebbe fallito mentre un dirigente professionista decide di puntarci ci illude di poter competere con le sue conoscenze, quando invece dovrebbe farci capire che, se un professionista che valuta un milione di dati può prendere una decisione sbagliata, noi che possiamo valutarne una decina non dovremmo neanche provarci. Perché il bello qui non è dividersi tra chi dice "farà bene" e chi dice "farà male" ma andare a studiare quali sono i parametri valutati da quel dirigente e in generale quale è stato il processo decisionale che ha portato a quella conclusione. Perché ormai è diffusa l'idea che "se non si critica non si può discutere", mentre secondo me vale esattamente il contrario. Ovviamente resterò in ambito Juve in questa analisi, ma il problema vale per tutto, persone che non ritrovano la macchina nel parcheggio della Coop sono pronte a spiegare al mondo con un tweet come fermare una guerra risolvendo le tensioni geopolitiche. Altri che non sanno cambiare le batterie al telecomando sono pronti a spiegare come gestire una centrale nucleare. Il condizionamento che queste piattaforme esercitano su ognuno di noi è devastante. Il problema del condizionamento, in generale, è ovviamente che non ce ne rendiamo conto. Siamo già soggetti a bombardamenti di stereotipi di ogni tipo da ogni mass media, tutti i nostri gusti e preferenze sono completamente stereotipizzati e il nostro desiderio di inclusione molto spesso si concretizza esprimendo pareri che sappiamo essere condivisi dal pensiero mainstream, almeno nel gruppo di persone a cui teniamo. Twitter a differenza di questo forum non ci fa scorrere una timeline con il pensiero di un campione rappresentativo del tifo bianconero, perché quella timeline l'abbiamo costruita noi, scegliendo noi chi seguire o meno. Il forum, invece, è sempre stato un campione rappresentativo perché le idee che leggete post dopo post sono di utenti non selezionati da voi; ecco perché i tifosi aziendalisti ci dicono "tanto permettete a tutti di insultare i nostri tesserati" e i tifosi critici ci dicono "tanto qui si può essere solo aziendalisti", perché non siamo più abituati a leggere idee diverse dalle nostre. I social restano un grande strumento di condivisione, ma ogni tanto dobbiamo imparare ad essere più critici verso noi stessi invece che verso gli altri e a prenderci del tempo prima di schierarci in maniera estrema su un argomento, senza illuderci di conoscere cose più grandi di noi, perché dal momento in cui ci schieriamo su un argomento diventiamo impermeabili al processo di apprendimento. Quando, invece, siamo pronti a farci una nostra idea dobbiamo sentirci in grado di esprimerla e portarla avanti sia che rappresenti lo 0% del pensiero condiviso, sia che rappresenti il 100%. Conformismo e anticonformismo sono entrambi sbagliati, dei mali assoluti secondo me, perché entrambi ci fanno scegliere una posizione in base al pensiero degli altri, mentre noi dobbiamo avere una nostra idea, basata su argomenti importanti, che sia condivisa da tutti o da nessuno. Questa analisi che rappresenta esclusivamente il mio punto di vista, mi permette di sperare in un futuro positivo per la nostra Juventus, nonostante sia innegabile che stiamo attraversando un periodo difficile. Ma VecchiaSignora.com è nata il 01/02/2007, eravamo in serie B e gli anni successivi è meglio non ricordarli, eppure il calcio dà sempre una speranza e una possibilità di rinascita e ce l'ha dimostrato. Un'altra cosa che negli ultimi anni è cambiata è l'orgoglio di essere tifosi: adesso c'è la ricerca continua di posizioni moderate, di poter dire "io sono sportivo", l'incipit "da juventino" che spesso precede orrori inenarrabili. C'è quasi il desiderio di non identificarsi come "tifosi" per non perdere lo status di imparzialità. Beh io credo invece che essere tifosi sia una cosa meravigliosa, che sia il caso di tornare a tifare la maglia, di tifare Juventus quando le cose vanno bene e di essere orgogliosi di tifarla ancora di più quando le cose vanno male. Perché nessuno potrà mai toglierci la speranza di un domani vincente. Forza Juventus, fino alla fine
  2. 11 punti
    Vendere non è importante. È l’unica cosa che conta. Nel senso che per quanto mi riguarda è giunto il momento di vendere la Juve. A degli arabi pieni sfondati di soldi e con le mani bucate possibilmente
  3. 8 punti
    Stai usando a sostegno delle tue opinioni le parole di uno che non torna in Cina sennò lo mettono dentro per bancarotta e poi buttano la chiave? perdipiù dette alla sua fanzine personale? Complimentoni. Ogni volta che uno "juventino" qui dentro usa la Gazzetta dello Sport come acqua per il suo mulino personale mi sale il sangue alla testa.
  4. 5 punti
    O magari non vendi i top che hai e non compri nessuno a prezzl folli cercando di valorizzare quelli che hai. Non possiamo completare la rosa con prospetti buoni e basta?
  5. 4 punti
  6. 4 punti
    E bravo Dav... Si fa fatica oggi come oggi ad accettare la complessità in tutti i campi, sembra tutto facile, dal vincere contro la pergolettese a risolvere la guerra tra Russia e Ucraina. L'alfabetismo funzionale di cui è vittima la società è devastante, un titolo non è un articolo, un articolo non è la verità, il tifo poi è la sublimazione di tutto, da qua noi di là loro ma anche tra noi ci sono quelli un po' più qua e quelli un po' più in là e via di parcellizzazioni sempre più piccole finché si giunge alla consapevolezza che "solo io son puro"... Andrebbe preso tutto con più leggerezza tanto ci sarà sempre un altro campionato, un'altra coppa, un altro match da vincere. O alle perse si va al cinema...
  7. 4 punti
    Amare la juve non vuol dire per forza accettare tutto quanto, anzi, per me amare la juve in questo momento significa fare di tutto per liberarsi di quel fardello che corrisponde al nome di Allegri, che ha distrutto la voglia dei giocatori, la voglia dei tifosi e i bilanci della società, amare la juve in questo momento significa solo lottare e battersi per ridare vita e voglia di divertirsi ai calciatori, e l'unico modo in cui un povero scemo come me può farlo è : nessun abbonamento, nessun acquisto, non seguire più le pagine ufficiali sui social e spammare #allegriout
  8. 4 punti
    È chiaro che il classico “io l’avevo detto” può risultare fastidioso. Però è anche chiaro che fior di analisti imparziali avevano evidenziato in tempo reale, mentre avvenivano gli eventi, che fare calciomercato con le plusvalenze significava impoverirsi nel lungo periodo. Poi ci si è messo il covid a dare la mazzata. Ma la Juventus, la società, ha sbagliato completamente la gestione economica, da quella maledetta cessione di Pogba in poi. Abbiamo campato al di sopra delle nostre possibilità per anni cercando di finanziare i mercati e spostando sui bilanci futuri gli effetti delle ingenti spese, cercando sempre più plusvalenze (lo scambio Arthur-Pjanic è stato il punto di non ritorno). Questo molti lo sottolineavano in tempo reale e non era certo per colpevolizzare Tizio e Caio, ma per allarmare, perché gli esperti dicevano che quel modo di fare mercato non era sostenibile. Detto questo, oggi è opportuno (è auspicabile) ridimensionarci e dare spazio ai giovani, senza ansie di rinascite affrettate, ma fidandoci dei giovani e lasciando loro anche una, dieci, cento possibilità di sbagliare. Se non si tornerà a vincere nell’immediato, si vincerà quando si vincerà.
  9. 4 punti
    Quanti codardi in questa discussione. Basta che un malvivente vi minaccia, anche se quello che volete fare è giusto o almeno è lecito, tutti a scappare con la coda tra le gambe e prendersela invece con chi non accetta soprusi. Complimenti.
  10. 3 punti
    Sgombererei il campo da un equivoco. L'amore, il tifo per una squadra, non e' possibile interromperlo. Una volta che si accende, rimarrà sempre. Inevitabilmente. Non servono appelli. Non ci puoi fare nulla. Rimane. Diverso è il seguire. Andare allo stadio. Vedere tutte le partite in TV con abbonamenti vari. Comprare magliette o altro merchandising, ecc. Quello si, si può interrompere, si puo' sospendere. Se in una determinata fase non si condividono o si è in forte disaccordo con alcune scelte/azioni delle persone che in un determinato periodo guidano la Juve, a diversi livelli. Non e' un tradimento. Anzi, alle volte il tradimento è il tifoso che sente di subirlo. E si chiede: tifare una bandiera, dei colori, coincide col tifare sempre e comunque le specifiche persone che sono 'alla guida' di quei colori? Sempre ed acriticamente? No, secondo me almeno, no
  11. 3 punti
    Ero tifoso nel 1987, nel 2007, figurati se non lo sono nel 2023. Di scelte sbagliate ne ho viste tante, alcune anche di Gianni, di Boniperti, figuriamoci. Trovo incredibile che si possa pensare di non seguire, non amare la squadra. Io non vedo l’ora che sia il 10 luglio, non vedo l’ora di vedere i primi allenamenti e i primi palleggi dei nuovi. Tifavo Rush e Tricella dopo Serena e Scirea…e ne ero felice. Chiunque arrivi e indossi la maglia avrà sempre il mio supporto. Sarebbe ora di capire che questo è tifare, non vomitare e criticare dal minuto 1. Ma nemmeno al minuto 89!
  12. 3 punti
    temo che per molti quelli che hanno combattuto e si sono opposti e si oppongono alla malavita ... siano considerati dei minkioni. Sconforto.
  13. 3 punti
    Pensavo di essere il solo a pensarla in questo topic...bo, la figc e tutta italia ce lo ha messo in quel posto e qui dentro la gente continua a tifare italia, mah
  14. 3 punti
    Come ho detto tante volte, mai dare per finiti i fuoriclasse. MAI. Novak a 36 anni ha una gestione del proprio corpo incredibile. Oggi ha costretto El Demolidor a sparare tutte le sue energie nei primi due set. Il ragazzo ha peccato d'inesperienza. Ha scoperto che nessuno è invincibile e la forza fisica non è illimitata. La brutale piallata degli ultimi set gli servirà da lezione, e lo farà crescere mentalmente. Non commetterà più questo tipo di errori in futuro, perchè il ragazzo è sveglio. Detto ciò, bisogna tributare l'ennesimo, doveroso, omaggio all'immarcescibile Novak, alla sua classe, alla sua professionalità, al suo talento tecnico, fisico, e mentale. Oggi ha distrutto il suo avversario sotto il punto di vista del carisma, della presenza punto a punto, dell'attenzione, della sagacia tattica, portandolo a forzare troppo il ritmo fino a rompergli i muscoli, approfittando così della sua inesperienza. Ora, il Rolando, come lo Slam marsupiale, si avvia, inesorabile, sull'empirea via di Belgrado. Complimenti a questa leggenda vivente!
  15. 2 punti
  16. 2 punti
    Sono Gobbo da generazioni: mio nonno era del '12 ed era Gobbo, idem mio padre che è del '47, stessa cosa vale per me che sono del '76. Ho trasmesso l'amore per la Juve a mio figlio che ne ha 12 e mia moglie è Gobba, anche lei di famiglia. La Storia della Juventus l'ho vissuta attraverso i racconti di mio padre da quando ero piccolissimo...posso mai abbandonare qualcosa che è parte di me da sempre?
  17. 2 punti
    È una presa di posizione politica. Per me ogni juventino dovrebbe schifare la nazionale a tutti i livelli, chi vuole è naturalmente libero di tifarla, ma incappa in una contraddizione notevole a meno che non sia d'accordo con la figc e la sua giustizia.
  18. 2 punti
  19. 2 punti
    Ti serve un vero allenatore, uno che sappia insegnare a giocare ai giovani imponendo i suoi schemi...con acciuga non è possibile. Si chiama progetto e parte dalle fondamenta, allora si potrebbero non vendere i big.
  20. 2 punti
    Io sono l’ultimo degli estimatori di Allegri (così come di Pirlo allenatore o Sarri prim’ancora di loro) e non solo l’avrei mandato via da tempo ma proprio non l’avrei neanche richiamato dato che in generale, salvo rarissime eccezioni, considero controproducenti i ritorni che questi siano dirigenti, allenatori o calciatori. Detto questo, per quanto mi riguarda il tifo è una fede e nessuna categoria di quelli citati poc'anzi può scalfirla. E la mia fede quest’anno è crollata due volte, contro l’Atalanta e con il Monza ma per nessuna di queste ragioni bensì a causa della farsa extracampo che abbiamo dovuto subire che mai si era vista prima in un campionato. Che senso ha seguire delle partite quando già sai che i tuoi sforzi non porteranno a nulla essendo tutto deciso a tavolino - mi domandavo fra sbigottimento e imprecazioni varie?! Poi però ho pensato: ma se da decenni non mi sono mai perso una partita (salvo motivi delicati familiari) amichevoli notturne comprese, perché farlo adesso? Al massimo considera le partite di campionato restanti alla stregua appunto di amichevoli. E così ho fatto... vacillando qualche volta nei giorni delle nuove sentenze che quasi sempre, “caso strano”, coincidevano con dei nostri impegni. Ma il richiamo verso quei due colori ad un certo punto era talmente forte da non poter resistere. Ecco quindi, o ci sarà in futuro un nuovo evento choc destabilizzante di questo tipo che può farmi vacillare per qualche istante, o niente e nessuno può tenermi lontano da una gara della mia Juve. Anche se già sono consapevole che quei 90 minuti saranno inguardabili o di sofferenza dal primo all’ultimo secondo. Come si dice d’altronde, nella buona e nella cattiva sorte.
  21. 2 punti
    Vabbe', in questo clima di sfiducia generale ieri ho rinnovato il mio abbonamento. Perché non riesco proprio ad essere un cliente, e quindi a scegliere se andare o no allo stadio in base allo spettacolo messo in campo; ci vado perché sono un tifoso, preda di una passione irrazionale.
  22. 2 punti
    Quando Nole si accorge che il punto è perso smette di giocare, si ferma proprio e lo fa anche capire al suo avversario. Incredibile vedere la differenza di approccio tra Alcaraz e Djokovic. Uno corre come il diavolo della tazmania su tutti i colpi, anche quelli persi in partenza, un altro gioca solo i punti che vale la pena giocare.
  23. 2 punti
    Davide, hai scritto un post molto bello. Complimenti! Amo la Juve da 40 anni (anche se il primo colpo di fulmine risale a un paio di anni prima) e ho vissuto tantissimi alti e bassi della sua storia. Ho esultato con Platini per poi strapparmi i capelli durante il periodo Maifredi, son ritornata a vincere per poi scivolare nuovamente nel limbo (leggasi periodo Intertoto ), dopodichè sono state più le gioie che i dispiaceri sino a quel maledetto 2006 e ai successivi anni di limbo, ma le vittorie, la gioia e le soddisfazioni sono sempre ritornate. Però giuro, mai, e dico mai, nella mia testa c'è stata l'idea di vedere tutto perduto e nessuna lucina in fondo al tunnel. Ho sempre pensato che dietro la tempesta ci sarebbe stato il sole, e così sarà anche stavolta ... a prescindere da chi ci sia in presidenza, in panchina, in difesa, in centrocampo e in attacco. Non dico che non mi sia mai incaxxata, imbestialita, sia per modalità di gioco, azioni di mercato e poca comunicazione della società, ci mancherebbe, sono umana però è troppo forte l'appartenenza a quei due colori per non avere la pazienza di aspettare il ritorno di un altro dei nostri cicli vincenti e arriverà Sto aspettando già il momento delle amichevoli americane in notturna da vivere qui su VS insieme a voi! Forza Juve, sempre e ovunque mi trovi.
  24. 2 punti
    Abbiamo vissuto calciopoli e saremmo meno abituati a gestire i momenti di difficolta'? Quello che non possiamo sopportare e' una proprieta' che ha sconfessato ogni volonta' progettuale e scelta degli ultimi anni. E non lo fa nemmeno a buon mercato visti i prezzi che chiedono per abbonarsi. Poi sinceramente e da anni vedo il problema opposto, almeno qui dentro. A me sembra che il tifoso ormai abbia assorbito questa mentalita' Allegriana e filosocietaria secondo cui qualsiasi scelta di allenatore e dirigenza siano incriticabili e che necessariamente si stia parlando di professionisti formati perche' pagati milioni di euro: in tanti avevamo previsto che le plusvalenze farlocche di Paratici ci avrebbero causato piu' dolori che gioie, ci veniva detto di inviare il cv, in tanti avevamo detto che prendere CR7 fosse una follia per eta' e stipendio, sempre richiesto di inviare il cv. Di recente qualsiasi critica agli acquisti ridicoli di Di Maria, Pogba e Paredes o alla scelta visibilmente idiota di riprendere un allenatore scarso, che OVVIAMENTE ha vinto quello che ha portato a casa solo grazie all'aver avuto a disposizione una rosa infinitamente superiore alle avversarie, mai criticato per disastri tattici come Cardiff perche' poverino, non aveva Messi o CR7, ci sta di perdere 4-1 giocando una partita ignobile contro un Real che prima di noi si faceva segnare caterve di gol da chiunque. Bisogna per forza sostenere un allenatore maledetto che ci viene a spiegare che se non vinciamo in Europa e non giochiamo bene e' perche' ci manca nel DNA, con giocatori evidentemente ignoranti della nostra gloriosa storia che gli danno pure ragione. 😂 Se tifare la Juventus nel 2023 significa avallare tutto questo e far finta che vada tutto bene perche' i dirigenti incapaci che ci hanno distrutto e il loro allenatore feticcio erano pagati milioni di euro per farlo, beh allora non siamo piu' la Juventus e da tempo.
  25. 2 punti
    Cioè, ci difendono più gli altri di quanto non facciamo noi stessi. Facciamo così pietà?
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