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31 puntiE, mi raccomando, 5/6 scelta ma senza ridursi l'ingaggio di un centesimo...
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28 puntiCol gioco che Spalletti impone ai propri giocatori secondo me è più facile fare il regista, perché i centrocampisti si inseriscono, ci sono I terzini che salgono, gli attaccanti fanno tanti movimenti quindi le opzioni sono tante. Chi si muove nella Juve? Sono tutti fermi, Locatelli non sa a chi darla, e alla fine ce la prendiamo con lui. Sicuramente quello non è il suo ruolo, ma credo che nella nostra squadra in molti sono depotenziati da un calcio obsoleto e che abbiamo solo noi la sfortuna di vedere.
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15 puntiBonucci, Cuadrado e Pogba. Tre calciatori che non hanno in alcun modo mostrato gratutidine per i tifosi bianconeri e rispetto per la società che li ha sempre lautamente pagati (senza ritardi come avvenuto in una società milanese). Bonucci ripreso dopo aver tradito la Juve per il Milan, dopo l'esultanza sbeffeggiante nei confronti dei suoi vecchi tifosi. Ritorna riottenendo la fascia di capitano, poi a seguito di prestazioni raccapriccianti viene messo sul mercato e quale è la sua risposta? Fa causa alla Juventus, la società a cui una persona normale sarebbe solo grata. Cuadrado? Otto anni di Juve, sempre sbeffeggiato dai tifosi interisti, che ne chiedevano a gran voce squalifiche (quando erano morbidi). Non accetta il rinnovo a cifre dimezzate proposto dalla Juve, ma accetta cifre pressoché simili dall'Inter, tradendo la fiducia di tifosi e club. Pogba? Ripreso a parametro zero con un ingaggio altissimo, massima fiducia di tutto l'ambiente e come la ripaga? Prima rifiutando un intervento al ginocchio che si rendeva assolutamente necessario, perdendo vari mesi dietro a stregoni o presunti tali e poi assumendo un farmaco senza che lo staff medico della Juve ne fosse a conoscenza. Quale è la mia conclusione: questi tre calciatori dimostrano come la Juve venga sempre prima di tutto e che spesso noi tifosi ergiamo a idoli persone che a livello umano non mostrano alcun rispetto e gratitudine.
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12 puntiMossa autodistruttiva. A me onestamente mette molta tristezza. Se, come ormai pare evidente, ha sbagliato, è giusto che paghi il conto. Rimane una grande amarezza per come il ragazzo si sia perso per strada. Una strada dorata, ma che lo ha abbagliato a tal punto da buttare una carriera. Attribuisco l’utilizzo di sostanze proibite non alla volontà di doparsi, ma a ignoranza e consigli sbagliati da parte di troppi personaggi ambigui che gli gravitano intorno. Ciò non è giustificante, deve assumersi le sue responsabilità e pagare le conseguenze. In tutta onestà non ho ‘sta gran voglia di gioire per una eventuale rescissione. Solo amarezza.
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6 puntiCosa sarebbe cambiato se avesse detto lottiamo per lo scudetto quando sappiamo tutti che la qualificazione champions è molto più realistica rispetto allo scudetto visto che obiettivamente qualcosa ci manca rispetto alle altre, poi magari durante la stagione si lotterà per il vertice ma preferisco i fatti a finte parole giusto per dare il contentino e illudere i tifosi....
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6 puntiE il gondottiero non ce lo mettiamo?
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5 puntiBonucci: «Sono andato via per colpa di Allegri, non ho nulla contro la Juve». L’intervista integrale dell’ex capitano Bonucci ha concesso un’intervista esclusiva a Sportmediaset. Dopo l’anteprima pubblicata nelle scorse ore, ecco le dichiarazioni integrali dell’ex capitano della Juve. IL MOTIVO DELLA CAUSA – «Ho deciso, dopo grandi sofferenze di intraprendere la strada della causa verso la Juventus. Ho letto e sentito cose non vere dette dalla società e dall’allenatore». LA SUA VERITA’ SULL’ADDIO – «E’ falso che a ottobre sia stato messo a conoscenza di progetti futuri che mi escludevano dalla Juve. Proprio a ottobre, anzi, mi era stata la possibilità di continuare con un rinnovo: siamo andati avanti insieme perché la società aveva capito l’importanza di avermi all’interno dello spogliatoio .Poi ho sentito le parole dell’allenatore secondo cui il concetto dell’addio a fine stagione sarebbe stato ribadito da lui stesso e dalla società a febbraio. Anche questo non è vero: l’allenatore mi ha convocato solo a fine marzo nel suo ufficio, prima della partita col Friburgo di Europa League, per dirmi che sarebbe stato il caso di anticipare- a suo modo di vedere- il mio percorso da allenatore lasciando il calcio giocato. Gli ho detto che rispettavo la sua opinione, ma che fino all’Europeo 2024 non volevo smettere». LA POSIZIONE ACCETTATA IN ROSA – «Dopo quest’incontro non ho più parlato con nessuno fino a fine maggio, dopo l’ultima partita in casa col Milan, quando incontrando la società mi veniva comunicato che nell’attuale stagione sarei partito dietro Gatti, Bremer, Danilo e un giovane della Next Gen diventando la quinta/sesta scelta in difesa e una chioccia per gli altri. Accettai senza volere creare problemi. In fin dei conti, sarebbe stato come la stagione scorsa». COSA E’ SUCCESSO IN ESTATE – «Poi è cambiato tutto nell’estate, non ho avuto comunicazioni fino al 13 luglio. Ho annusato qualcosa solo leggendolo sui giornali fino a quando- appunto- il 13 luglio Giuntoli e Manna mi hanno comunicato, venendo a casa mia, che non avrei più fatto parte della rosa della Juventus e che la mia presenza in campo avrebbe ostacolato la crescita della squadra. Questa è stata l’umiliazione che ho subito dopo 500 e passa partite in bianconero. Questo mi sono sentito dire». LA CAUSA ALLA JUVE – «Dal fuori rosa si arriva alla causa perché i miei diritti prevedevano che mi sarei dovuto allenare con la squadra a prescindere della scelta tecnica e messo in condizione di potere affrontare fisicamente e atleticamente la stagione successiva. Questo non mi è stato concesso, non ho più fatto allenamenti con la squadra. Mi sono sentito svuotato di tutto, umiliato, non potevo fare quello che amo di più. Non è una questione di soldi. Se dovessi vincere la causa, devolverò tutto in beneficenza. E in più voglio che la mia situazione sia per l’AIC (il sindacato calciatori), di cui sono consigliere, un nodo cruciale perché ogni anno persone, giocatori, uomini, professionisti che hanno meno forza della mia si trovano in queste situazioni e alla fine compromessi pur di continuare a giocare» VIA PER COLPA DI ALLEGRI – «Dopo due settimane che non sono più nella Juve, è molto difficile pensare all’ultimo periodo. Mi piace pensare alla Juventus di cui ho fatto parte, quella che vinceva, la vera Juventus, quella che in questi ultimi due anni non si è mai vista. Non ho nulla contro la Juventus. La Juventus sono i tifosi, la squadra, i miei ex compagni. Sto portando avanti questa causa perché le persone che dovevano farmi chiudere la carriera in bianconero in modo rispettoso e degno non l’hanno fatto. E’ la seconda volta che mi hanno messo nelle condizioni di lasciare la Juventus e subire questa scelta. In entrambi i casi sono state forza per la presa di posizione di un singolo, che non sono io… E per due volte ho preso una strada diversa rispetto a quella che il mio cuore avrebbe voluto. Tante cose non sono andate negli anni, ma per amore della Juve ho chinato la testa e sono andato avanti. Quello che è sotto gli occhi di tutti è che non ho mai avuto un rapporto come avrei voluto con l’allenatore. Non solo per colpa mia perché ho il mio carattere e molto spesso ho preso posizioni per il bene della squadra e dei compagni. Si è così creato un corto circuito che non mi ha permesso di chiudere la carriera come avrei voluto». MESSAGGIO AI TIFOSI – «Capisco i tifosi che fanno fatica a vedere oltre. I tifosi per me restano sempre e comunque l’elemento principale per cui scendo in campo. Renderli orgogliosi di una vittoria è sempre stato un mio obiettiv. I tifosi della Juve li ho sempre ringraziati anche quando ho vissuto il primo esilio». ANEDDOTO SU PIRLO E ALTRI EX – «Mi ha fatto sorridere Pirlo, che mi ha detto che magari potrebbe succedere come a lui: continuare a vincere da un’altra parte dopo che ti danno per finito. Ho sentito anche Chiellini, con cui ho un rapporto fraterno e pure Buffon che voleva sentire la mia verità, diversa da quella scritta dai giornali». OBIETTIVO NAZIONALE – «Voglio continuare a giocare e mettere in difficoltà Spalletti per la Nazionale. La sua telefonata per comunicarmi che non mi avrebbe convocato per queste ultime partite non era un atto dovuto, è stato un gesto che ho apprezzato tantissimo, fa capire il suo spessore umano, la sua sincerità: non avendo avuto una preparazione consona non poteva chiamarmi in azzurro. Ho apprezzato la sua sincerità, me l’aspettavo, non sono scemo. Mi ha detto di fare quel che devo fare. Il mio obiettivo è aiutare ancora la Nazionale. La maglia della Nazionale la sento sulla pelle come quella della Juventus. Il mio obiettivo è giocare con l’Union per quanto mi sarà dato di farlo e poi vedremo quel che succederà. Farò di tutto per rivestirla». GESTO SOCIAL PER DONNARUMMA – «Sinceramente non capisco…e direi che non sono da tollerare i fischi per un giocatore e una persona che in quel momento sta indossando la maglia della Nazionale, maglia che rappresenta tutti. Se uno indossa la maglia di una squadra avversaria ci può stare anche se non lo condivido. Il messaggio? L’ho fatto perché ho un rapporto molto stretto con Gigi. So, anche se non lo fa vedere, quanto gli fanno male queste situazioni. L’ho fatto anche perché mi sono reso conto della differenza culturale che c’è tra Italia e Germania». L’IMPATTO CON LA BUNDESLIGA – «Domenica abbiamo perso 3-0 in casa e non c’è stata una persona che ha fischiato o è andata via dallo stadio. Noi abbiamo salutato tutti, siamo andati sotto la curva e per 5-6 minuti ci hanno intonato cori di vicinanza per i giocatori e l’Union Berlino. Questo mi ha fatto pensare molto. Sono molto contento di vivere questa esperienza perché vivi un altro modo di vedere il calcio e vivere la vita. E’ difficile lasciare la famiglia a Torino e vivere da solo, però ci provo a portare avanti quelli che sono stati sempre i valori che mi hanno contraddistinto, cioè il non voler mollare mai. Io arriverà alla fine della stagione togliendomi le soddisfazioni che mi voglio togliere». COME SI REAGISCE AI FISCHI – «Ho sempre vissuto questo lavoro come una sfida, in primis con me stesso, nella voglia di migliorare e di fermarmi a quello che mi è arrivato di positivo in carriera. Ma di andare all’interno della sfida rappresentata dai fischi e dagli insulti dei tifosi avversari. Il mio modo di essere, forse, mi ha messo sempre davanti ad una presa di posizione e ovviamente quando prendi posizione non sei mai simpatico, Però sono stati sempre energia e adrenalina queste situazioni. Ho sempre cercato di portare il mio esempio ai compagni che hanno vissuto situazioni minori ma simili affinché credano sempre in loro stessi». SU POGBA – «Sono veramente triste per lui. Nell’ultimo anno gli è successo quel che poteva succedere. E’ veramente un peccato, è un ragazzo buonissimo, un pezzo di pane. IL fatto di essere troppo buono l’ha portato a prendere decisioni non corrette. Paul l’ho sempre apprezzato per il modo di essere calciatore e essere genuino, una persona buona e positiva nello spogliatoio, anche quando era più giovane. Aveva sempre energie in corpo da trasmettere agli altri e l’ha fatto anche in questo anno per lui complicato. Ci siamo fermati più volti a parlare. L’ho incontrato in questi 2 mesi vissuti da esiliato e mi ha detto che mi ammira perché lui non sapeva se avrebbe avuto la forza di fare allenamento da solo con compagni e allenatori che non conosci. Detto da lui che è un giocatore di fama internazionale, uno dei top player che ci sono negli ultimi 10 anni nel mondo del calcio, ha un valore importante». IL PERCHE’ DELL’INTERVISTA – «Sicuramente questa intervista spero aiuterà i tifosi a capire questo punto di vista. Finora era stato raccontato il loro punto di vista, le ipotetiche date in cui hanno comunicato le cose ovviamente non successe». VICINANZA DEGLI EX COMPAGNI – «Oltre al gesto di Spalletti, sono rimasto colpito dai tanti messaggi, la vicinanza di giocatori attuali della Juventus, di ex bianconeri, di compagni della Nazionale tutti che solidali. Mi hanno manifestato la loro solidarietà davanti al trattamento irrispettoso ricevuto dalla Juventus». FUTURO DA ALLENATORE – «Qualcosa in futuro ci sarà. Quando deciderò di cominciare ad allenare, ho bene in mente il mio percorso, quello che voglio fare. Sicuramente la Juventus quando sarò un tecnico non sarà quella di oggi e magari ci sarà il modo, un giorno, di riabbracciare i tifosi, di salutarli e fargli capire di quanto è stata importante la Juventus per me. Quella di oggi non la sento mia». Sportmediaset
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5 puntisono della stessa opinione, Locaelli non sarà il Pirlo di questa generazione ma non è neanche il brocco che sembra con la Juve. Che poi a memoria mi ricordo che appena arrivato sal Sassuolo aveva iniziato sfornando delle buone prestazioni (ricordo il goal al Torino da cui il tormentone "Locatelli fa le cose per bene") per poi naufragare insieme al resto della squadra, stesso destino che è toccato a Vlahovic poco dopo con un inizio top e poi parabola discendete. Vuoi vedere che la causa di tutto questo è di chi siede in panchina che non sa schierare i giocatori e far fare loro un briciolo di gioco propositivo ?! come detto con gli altri giocatori che si propongono dando molte opzioni è molto più facile per un regista distribuire i palloni se invece stanno tutti fermi e si nascondono dietro l'avversario è molto più difficile servirli.
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5 puntiSpetta un attimo, non facciamo gli snob con le culture degli altri. Siamo italiani, questa è la terra del malocchio, delle maciare, delle corna, dell'acqua santa (del Trap), del segno della croce prima di entrare in campo, le madonnine che piangono, i maghi do nascimento coi sali, gli angeli custodi che ti salvano dall'incidente stradale e Berlusconi che impone la maglia da trasferta in finale di coppa perché porta bene. E ne ho detto solo un'unghia di tutte quelle che ci sarebbero da dire. Non vedo nessuna differenza fra ste robe e Pogba che si fa consigliare dal mago. Quindi evitiamo ste uscite che siamo uno degli ultimi paesi che può permettersi di dare dell'ignorante ad un altro.
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4 puntiLocatelli in versione regista ha incantato San Siro con l’azzurro, nello stadio che è stato suo, che ha visto il suo esordio in serie A in rossonero (Milan-Carpi, 2016, anni dichiarati all’epoca 18) e che lo ha restituito all’entusiasmo dei bei tempi. La partita contro l’Ucraina non avrà fatto piacere solo a Spalletti, ma anche ad Allegri, che - visto il caso-Pogba - si ritrova ad avere in quel ruolo Rabiot, più “adattato” che regista puro, McKennie (idem) e Nicolussi Caviglia (con tutto il rispetto). Ecco perché la prova di Manuel di martedì sera ha convinto, una volta di più i suoi due allenatori che il ruolo ritagliato su misura sia quello, non qualcosa di più, non qualcosa di meno. Locatelli studia da regista praticamente da un anno, lo scorso. Allegri lo ha impiegato 46 volte e per 44 partite gli ha affidato le chiavi della Juventus, anche in mezzo a diversi cambiamenti tattici, sempre alla ricerca della quadratura del cerchio in una stagione non facile per motivi (anche) extracalcistici. Il play nato a Lecco, però, da quella zolla non s’è mosso, piazzato davanti alla difesa e a ridosso del centrocampo, là dove non tutti osano, perché il gioco (avversario) si distrugge e si crea il proprio. Lo ha spostato solo in quattro occasioni. Per il resto, il suo compito è stato sempre quello.
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4 puntiPerdite frutto di gestione scellerata anche se con il nuovo corso stanno raddrizzando la barca e soprattutto figlie di una vergogna assoluta che a livello sportivo è seconda solo a Farsopoli. Non c'è uno straccio di prova e non si sono conclusi nemmeno tutti i gradi di giudizio della giustizia ordinaria ma come al solito la giustizia sportiva ha emesso la sua sentenza sulla base di elementi soggettivi e personali ripercuotendosi sulla passione di milioni di tifosi. Andassero a valutare quanti debiti ha l'Inter che fra una scusa e l'altra rischia ogni anno il fallimento e si salva solo grazie a cambi continui di proprietà che accetta di accollarsi i debiti vertiginosi della precedente gestione per poi comunque rivendere non solo riprendendosi i soldi ma anche maggiorati degli interessi.
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4 puntiE il bilancio dello scorso anno. Nelle coppe ci eravamo.
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4 puntiIl mercato al risparmio di questa estate andrà a coprire i mancati introiti conseguenti alla mancata partecipazione in coppa. E non mi si venga a dire che sulla carta siamo inferiori alle romane. Non entrare in Champions, per quanto mi riguarda, equivarrebbe a un fallimento.
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4 punti
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3 puntisi beh, ora a parte tutto, di errori ne ha fatti e ne pagherà le conseguenze ma la storia dell'estorsione subita è brutta davvero. Soldi o non soldi queste cose ti segnano, non è che hai i soldi e sei felice qualunque cosa ti succeda
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3 punti
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3 puntiEcco, se gli "amici" son quelli che gli consigliano di non operare il menisco pur di andare in Nazionale o gli prescrivono integratori contenenti testosterone, forse è meglio che gli "amici" stiano lontani da lui.
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3 puntiPensassero a fare i bilanci dei cartonati che hanno 1 MILIARDO E 300 MILIONI di disavanzo e lasciassero in pace la juve.
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3 puntiIdolatrare i calciatori è ammissibile fino ai 15 anni max
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3 puntiIo viceversa attribuisco GROSSE responsabilità alla Società. Che ha deciso liberamente di puntare su calciatori inaffidabili, injury prone, mercenari.. Una volta che se n'è accorta ha cercato di spalmare l'ingaggio, ha messo fuori rosa.. Ma per me l'errore è a monte. È nella scelta lo sbaglio. E non era impossibile prevedere un epilogo del genere per i suindicati calciatori. Che, giustamente, fanno i loro comodi. Non si può adesso cadere dal pero.
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