Torno a sottolineare, come fatto in passato e come fatto qui da altri, che una netta distinzione tra rendimento dell'allenatore e qualità della rosa può valere per il primo anno. Lì certo. La rosa quella era, Allegri non aveva avuto tempo di metterci mano, uno allena quello che ha. Poi qualcuno può dire poco, altri tanto, quello è soggettivo. Un po' semplicistico ma ci può stare.
Ma nel secondo anno, e nel terzo, ragazzi, un allenatore considerato e pagato come un top, qualcosa, anche più di qualcosa, lo deve mettere. E lo deve mettere a Giugno, nel dare il suo contributo nella direzione sul mercato, sui profili da cercare, per crescere. E lo deve mettere a stagione in corso, nella crescita della qualità di manovra, di equilibrio difensivo-offensivo, nella crescita di qualche singolo, senza puntare a gente fatta e finita, quando non logora, che nel medio-lungo non ti aggiunge nulla. Quanto di ciò si sta vedendo? Oggettivamente poco, matt.
Qualche striscia di risultati, ottenuti stringendo le fila in difesa ed a centrocampo. E abbandonando a loro stessi (passami l'iperbole) tutti i profili con prerogative offensive e creative. Come recitano numeri di un attacco arido da due stagioni.
Prima c'è una rosa da rinnovare. Poi l'assenza di gente che si doveva sapere a rischio (Pogba, Di Maria). Poi le penalizzazioni. Ora la scarsa esperienza. Un rosario che sembra sempre più assomigliare ad una sequela di alibi. Il tempo stringe. E il piatto piange.