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8 punti1) Introduzione Prima di cominciare, tre punti: A) Mi sono fatto prendere la mano, e ho scritto troppo. Sono 4 pagine, ma volendo, potete anche saltare il punto 3 interamente). B) Vorrei che questo non diventasse l’ennesimo topic di Allegrismashing. Ce ne sono tanti in giro, e se volete potete andare a scrivere lì. Cerco di fare un discorso più articolato, e spero che le risposte possano essere più argomentate di “Allegri vattene!”. C) Così come negli altri topic di questa serie (1) https://shorturl.at/bCKLP e 2) https://shorturl.at/fxFKN) parto dal principio: Non sono un guru, non millanto conoscenze in società, né info riservate. Sono solo un cretino con troppo tempo a disposizione. A questo giro, mi chiedo che genere di allenatore sia stato Allegri, e che genere di allenatore voglio per l’anno prossimo. 1) Basi concettuali. Nella teoria delle forme di Platone l’iperuranio è descritto come un mondo ultraterreno dove stanno le idee, i modelli perfetti di tutte le cose terrene. Gli oggetti che esistono nel nostro mondo fisico sono solo povere e effimere rappresentazioni delle idee (le “forme”) che esistono – astratte, eterne, e perfette – nell’Iperuranio. Anche se ci sono miliardi di forme possibili di “tavolo”, e anche se il tavolo nel mio salotto e quello del vostro salotto sono diversi, noi li riconosciamo come “tavoli” in quanto hanno caratteristiche che si avvicinano a una astratta, eterna, e perfetta idea di “tavolità”: se è alto e largo come un tavolo, se ci puoi mangiare o lavorare sopra, se ha almeno un certo numero di gambe… allora corrisponde alla “tavolità” ed è considerabile un tavolo. Per come la vedo io, possiamo collocare ogni allenatore a seconda del rapporto che ha con l’iperuranio. Pensiamo a uno spettro di posizioni: all’estremo sinistro stanno gli allenatori che, avendo una loro idea iperuranica di calcio, cercano di plasmare la loro squadra in maniera tale che diventi quanto più simile alla “loro” idea di calcio. All’estremo destro stanno gli allenatori per cui una squadra va costruita solo sulla base delle caratteristiche dei giocatori a disposizione, e che rifiutano – o ignorano – anche solo l’idea che esista un iperuranio calcistico (e figurarsi che la squadra debba essere costruta per inseguire una ideologia predefinita). I primi sono dei costruttori, hanno un’idea di gioco che viene perseguita attraverso un insegnamento (se non un indottrinamento) del loro gioco iperuranico ai loro giocatori. Tendenzialmente sono anche quelli che sono migliori coi giovani che sono messi loro a disposizione, perchè i loro ruoli precisi solitamente generano dei compiti semplici, codificati, prevedibili, ma soprattutto facilmente apprendibili: se in una determinata situazione il mediano da sempre la palla al terzino, sia il mediano che il terzino impareranno a farlo più in fretta e meglio e coi movimenti giusti; se l’attaccante si sposta sempre a sinistra quando si attacca sulla fascia destra, il centrocampista saprà sempre di doversi inserire sul primo palo. Ripetizioni ossessive trasformano i comandi degli allenatori in seconde nature per i giocatori. I secondi sono dei gestori, quelli che pensano che i giocatori hanno delle caratteristiche, e l'allenatore deve trovare un modo di combinare le loro caratteristiche il meglio possibile, come un sarto che crea un abito su misura, Ogni squadra non va costruita secondo i desideri dell’allenatore (che non esistono) ma secondo le attitudini della rosa a disposizione. Tendenzialmente, questi allenatori sono anche quelli che sono migliori coi giocatori maturi, perchè li lasciano liberi da sovrastrutture che possono essere – per professionisti esperti – gabbie attorno al loro talento. Sono il sogno dei trentenni, i gestori, perché li mettono nelle condizioni di brillare senza dover imparare e praticare nuovi ruoli mai visti prima. In altre parole, i primi sono come un padre che monta rotelle alla bicicletta del figlio piccolo, così che il bambino possa andare dove vuole senza rischiare di cadere perché troppo inesperto su una bici. I secondi sono come il padre del bambino più grande, che –avendo visto che il figlio ha imparato a stare in equilibrio – toglie le rotelle alla bicicletta. Ovviamente, nessun allenatore è mai completamente “iperuranico” o il suo opposto, e tutti declinano le loro azioni a seconda del momento e del luogo in cui si trovano nella loro squadra e nella loro carriera. Ma tutti gli allenatori, per come la vedo io, possono essere localizzati da qualche parte su questa linea. 3) Allegri, da Gestore a Iperuranico. Ideologicamente, il primo Allegri è quanto più vicino al ”gestore” si possa avere. A leggere la sua tesi di laurea a Coverciano, Allegri ha una sua idea di calcio verticale e protetto in cui l’unico vero “iperuranio” è il centrocampo a tre. Nella sua tesi (leggetela, la consiglio vivamente https://shorturl.at/bfjOS ), Allegri parla di un mediano di fronte alla difesa con compiti prettamente difensivi – essenzialmente un difensore aggiunto – e due mezzali in grado di costruire e inserirsi. Per Allegri, il calcio si basa sulle connessioni fra i giocatori esperti e di talento, i quali sono calati all’interno di una struttura tattica molto semplice (funzionalmente priva di giocate codificate), e lasciati liberi di creare un gioco offensivo sulla base del proprio talento con la palla fra i piedi. La carriera in Serie A di Allegri lo porta in 3 squadre: Cagliari, Milan, e Juventus. Da Gobbo Sardo, l’ho seguito religiosamente mentre allenava sia il Cagliari che la Juve, e ricordo il suo Cagliari come una squadra più forte di quel che i nomi farebbero pensare, con poche idee calcistiche, ma molto efficaci. Sotto Allegri, il Cagliari aggiunge buoni risultati, e un paio di giocatori esperti – liberi da condizionamenti precedenti – sbocciano: il trequartista di rombo Cossu diventa un grandissimo regista offensivo, la mezzala mediocre dalla buona tecnica e gran fisico Conti diventa un mediano di protezione di ottimo spessore, mentre la vecchia ala di buon livello Fini trova il suo viale del tramonto come mezzala di costruzione. In attacco, Cossu è il regista offensivo, con Acquafresca a fare la Boa in attacco, e la seconda punta Jeda (uno con caratteristiche simili a Cambiaghi dell’Empoli, per intenderci) a inserirsi dall’esterno. Dopo un primo anno concluso al nono posto il Cagliari di Allegri fa un portentoso girone di andata, ma si arena improvvisamente alla 25esima giornata e smette di vincere. Dopo due punti in 9 partite, Allegri è esonerato. Qualche mese dopo Allegri firma con il Milan, e le idee rimangono grossomodo le stesse: Van Bommel davanti alla difesa a fare lo stesso lavoro che Conti faceva al Cagliari, Pirlo, spostato mezzala di costruzione, diventa il nuovo Fini, mentre i compiti di regista offensivo di Cossu (e quelli da boa di Acquafresca) vengono dati a Ibrahimovic, con il trequartista Boateng che va a prendere le funzioni di inserimento di Jeda, e Cassano (o Pato) che fungono da attaccante centrale. Il primo anno questo Milan raggiunge lo scudetto giocando un calcio gradevole, ma nei successivi due Allegri si trova di fronte a una situazione cui non saprà dare una soluzione: l’inaridimento tecnico della rosa. Nel giro di due stagioni, partono Thiago Silva, Nesta, Pirlo, Ibrahimovic, Seedorf, Pato, Cassano. Il loro posto viene preso da Yepes, Mexes, Zapata, Constant, Montolivo, Nocerino, Bojan, Pazzini, e il giovanissimo El Shaarawy. Allegri non dà (o non riesce a dare) alla rosa quelle giocate codificate necessarie a una rosa giovane e scarsa, e il suo calcio basato sule connessioni fra giocatori di talento e sulle invenzioni dei registi offensivi mal si scontra con il progressivo inaridimento della qualità della rosa, portando a una assoluta povertà di soluzioni offensive. Il conseguente calcio difensivo, arido, e sparagnino, comunque porta dei risultati: a fronte di una rosa complessivamente scarsa la qualificazione in champions viene raggiunta con un terzo posto che pare miracoloso. L’ultimo anno, con la squadra ulteriormente indebolita sul mercato, viene esonerato a gennaio. Allegri arriva alla Juve a Giugno di quell’anno. La situazione la sappiamo tutti: Conte – un allenatore molto “iperuranico” – ha costruito una squadra giovane e forte, e l’ha abbandonata dopo aver dato di matto. Era partito mettendo le rotelle alla bicicletta, per così dire, dando alla rosa tante giocate codificate e facendo mandare a memoria ai suoi giocatori posizioni e movimenti. La squadra è cresciuta: i giocatori principali del primo anno sono cresciuti, e sono uomini completi e capaci di fare tutto. Allo stesso tempo, gli acquisti fatti nel corso degli anni – Tevez e Pogba sopra tutti – hanno alzato vertiginosamente il tasso tecnico. All’arrivo di Allegri il bambino ha imparato a tenere bene l’equilibrio, e l’allenatore/padre toglie le rotelle alla bici. Nel processo, vediamo un Allegri molto poco “iperuranico” e molto pratico. Se il primo Milan di Allegri ricordava da vicino il suo Cagliari, la sua prima Juve è una cosa diversa. I movimenti degli attaccanti diventano più fluidi rispetto a quelli schematici di Conte; il centrocampo compie movimenti diversi da quelli precedenti, e anche quando, piano piano, allegri introduce il “suo” rombo, è in una versione lontana da quella di Conti e Van Bommel: Pirlo è regista – non mediano – mentre Pogba e Marchisio hanno ruoli più simili ai tuttocampisti di Conte che non il mediano di costruzione di Fini e del Pirlo rossonero. Vidal è il trequartista, ma ha un possesso palla e dei tempi di inserimento diversi da quelli di Cossu e da quelli di Boateng. In attacco, Tevez si muove un po' come vuole lui, ma nei contropiedi i movimenti che fa con Morata ricordano molto da vicino quelli che Allegri faceva fare a Jeda e Matri (mutatis mutandis). I primi 4 anni di Allegri alla Juve li ricordiamo tutti, col livornese che dimostra di essere un Gestore di primissimo livello. Da un lato, vince: quattro Scudetti, quattro Coppe Italia, e due finali di Champions. Dal’altro lato, convince: la squadra viene rivoltata come un calzino, e solo Chiellini, Bonucci, Buffon e Marchisio sono presenti in entrambe le rose. Quasi tutti i giocatori esperti che arrivano a Torino vengono impiegati al meglio delle loro capacità, e di anno in anno la connessione fra i migliori viene ricercata e costruita (Pogba e Dybala nel 2015, e i 4 attaccanti l’anno di Cardiff). Persino il suo centrocampo a 3 “iperuranico” viene abbandonato, con Pjanic che diventa un regista a tutto campo, Khedira che diventa funzionalmente un mediano di inserimento, e la punta Mandzukic – schierato ala – che prende molte delle funzioni che Allegri aveva precedentemente delegato alla mezzala sinistra Pogba (come l’inserimento dall’esterno, o la sponda sul lancio lungo dal portiere). Poi qualcosa si rompe. Forse è l’ambiente del calcio italiano, che erode chiunque vinca troppo (ricordiamo gli scontri in tv con Adani). Forse è l’arrivo di Ronaldo che alza la pressione per un Allegri che era già in difficoltà. Forse è la generale codardia di Allegri – el * di Teveziana memoria – che lo porta a pensare sempre e comunque alla difesa come prima cosa. Forse il turbinio di acquisti e cessioni di Marotta e Paratici ha finalmente rotto il giocattolo, costruendo una rosa piena di titolari incompatibili con le proprie riserve. Forse è la generale incapacità di Allegri di “mettere le rotelle alla bicicletta”, di costruire un impianto squadra di fronte a giocatori complessivamente meno tecnici e meno esperti di quelli che hanno soppiantato(è il periodo in cui si “perde” le promessa Bernardeschi, in cui De Ligt si ritrova spaesato in un calcio diverso da quello cui era abituato, in cui Alex Sandro – dopo stagioni da fenomeno offensivo – diventa un mediocre terzino difensivo, in cui il faticatore Matuidi viene schierato mezzala nel ruolo che era stato di Pogba). Fatto sta che Allegri diventa quel che non era mai stato: un iperuranico. Ma l’iperuranio di Allegri non è un sistema di gioco, non sono le giocate codificate, non sono i moduli. L’iperuranio di Allegri è molto più astratto di così: è l’assenza stessa di tutte queste “rotelle”, è l’idea stessa che il calcio sia semplice, che l’allenatore deve organizzare la difesa, e che sono i giocatori a doversi inventare qualcosa in attacco. L’ultimo anno del primo ciclo di Allegri è la manifestazione di queste idee, e l’esonero di fine stagione serve solo a radicalizzarle. L’Allegri che torna a Torino due anni dopo non è più il gestore purissimo che era stato, e si è cristallizzato in questo iperuranio “ateo”. Di fronte a una squadra tutto sommato giovane e da formare, si rifiuta di mettere rotelle alla bicicletta perché “il calcio è semplice”, e i giovani ne soffrono(pensiamo a Kulusevski, Kean, Pellegrini, de Ligt, Bentancur, Soule, Cambiaso, ). Al tempo stesso, invece che cercare di cucire una nuova realtà tattica adatta alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, cerca ossessivamente di dar loro le funzioni che i giocatori del suo passato compivano nelle sue squadre. Il risultato è una specie di film di fantasmi: Locatelli diventa un mediano di copertura, a seguire gli spettri di Conti e Van Bommel, Rabiot è posseduto dai ricordi Mandzukic (non sono poche le partite del primo anno in cui si muove come l’ala sinistra dell’anno di Cardiff) e Matuidi, Chiesa è posseduto da Jeda e Tevez, Bentancur (e Mckennie, e Fagioli, e Miretti) da Fini, Marchisio, e Pogba. Dybala (ma anche Soulè o il ben più esperto Di Maria) sono la riproposizione del regista offensivo Cossu. Il risultato è scadente: non si vince nulla, non si cresce nulla, si bruciano legioni di calciatori giovani – che tanto avrebbero avuto da dare – e si ottiene in cambio una serie di quarti posti. 4) Il ciclo della Juventus di Giuntoli, o “che genere di allenatore voglio l’anno prossimo” Immagino sia chiaro, ora, come non penso che Allegri possa essere – in questo ciclo della Juventus come squadra, ma anche della sua vita – l’allenatore giusto per noi. In realtà dubito che anche il primissimo Allegri (quello del primo Milan, o della prima Juve) sarebbe quello giusto. E questo non perché disprezzi Allegri (credo che si sia capito dalle mie parole come in realtà lo stimi tantissimo), ma semplicemente perché non è quello che serve a questa Juve. Non è adatto a quello che serve a noi adesso. Nello scorso topic (2) dicevo come la Juventus non fosse in condizioni finanziarie eccellenti. Non dico che stia fallendo, o che non si possa permettere di investire, ma che l’ottica generale debba essere quella di una riduzione dei costi e aumento degli introiti. In aggiunta, dato che gli introiti “extracalcistici” come gli introiti da stadio o TV non possono aumentare né facilmente né considerevolmente nei prossimi anni, la Juventus deve guardare al lato sportivo per aumentare i ricavi. In altre parole, La Juventus dovrà reperire i soldi per funzionare e crescere attraverso il player trading, e l’accesso continuo alle coppe europee. Aggiungevo che Il player trading possa essere “programmato” attraverso la costruzione di una rosa giovane e una squadra che giochi un calcio inserito nella “dialettica” del calcio contemporaneo (ovvero, formare giocatori che possano giocare il calcio giocato dal resto del continente). La rosa della Juventus 2023/2024 è quella dall’età più bassa da decenni, e la rosa dell’anno prossimo – che avrà perduto Sandro, Rabiot, e probabilmente Bremer e Milik – sarà ancora più giovane. Gente come Soulé, Barrenechea, Yldiz, Iling-Junior, il redivivo Fagioli, Miretti, Hujsen, Cambiaso e Kaio Jorge (ma anche Kean, dovesse rimanere) hanno (e avranno) bisogno di qualcuno che gli dica precisamente che cosa fare e come farlo. Hanno (e avranno) bisogno di movimenti codificati, di posizioni stabili, di ruoli predefiniti e cuciti su misura per le loro capacità e caratteristiche. In altre parole, avranno (e hanno) bisogno di “rotelle”. Hanno (e avranno) bisogno di un allenatore “Iperuranico”, in grando di inseguire sul campo una idea di calcio astratta e preesistente, dando loro modo di crescere e di formarsi. In futuro, con una squadra formata e del calcio codificato, non sarei contrario ad avere un allenatore gestore come il primo Allegri. Ma adesso ci serve altro
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7 puntiQuesti anni (dal post CR7 in avanti per intenderci) avrebbero potuto veramente essere gli anni della ricostruzione senza pressioni, per lanciare i giovani e un progetto serio. E invece hanno voluto richiamare Allegri, che non solo non ha costruito nulla, ma se possibile ha ancora di più distrutto quel poco che c’era. Con la conseguenza che dall’anno prossimo in cui (sperabilmente) si potrebbe tornare in Champions e in cui giocheremo il mondiale del club ripartiamo da lontanissimo, è davvero l’anno zero
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6 punti
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5 puntiChiedo a quanti stanno criticando le parole della proprietà: cosa, esattamente, non è chiaro? Dopo di che, l’assioma secondo il quale puntare sui giovani equivarrebbe a precludersi la possibilità di vincere è una cosa che solo chi segue il calcio sul televideo può pensare. Negli spettacolari quarti di Champion’s cui abbiamo avuto modo di assistere qualche giorno fa, c’erano: Cubarsi, classe 2007 Yamal, classe 2007 Fermìn, classe 2003 Pedri, classe 2002 Beraldo, classe 2003 Lee, classe 2001 Zaire Emery, classe 2006 Barcola, classe 2002 Ramos, classe 2001 Camavinga, classe 2002 Bellingham, classe 2003 Rodrygo, classe 2001 Gvardiol, classe 2002 E non cito i 2000. Gli altri, a parte qualche rara eccezione, non erano certo ì matusalemme che si vorrebbero in maglia bianconera per tornare a vincere. Nel 2024, ancora si deve leggere che con i giovani non si vince e che bisogna fare esperienza ecc. Ma basta.
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4 punti
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4 puntipenso sia emblematico cosa abbia in testa JE. Non fatevi pie e soverchie illusioni... i top player che acquistavamo un tempo sono solo un lontano ricordo
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3 puntiSarebbe anche ora di finirla con sta crociata No Max che ha abbondantemente rotto le pelotas. Allegri è ai titoli di coda. Dovesse centrare la qualificazione in CL, avrebbe fatto il suo con la squadra a disposizione. Non ha costruito nulla in questi tre anni? Vero, ma ha tenuto la barca a galla in un mare in tempesta. La barca ha rischiato di affondare prima del suo ritorno, con la sciagurata operazione Ronaldo che ha scassato i conti in modo esiziale. Ora basta. Si tira una riga e si guarda avanti. E non sarà facile tornare a vincere.
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2 puntiNo, ma il discorso che fa è diverso, cioè che ci siano dei patti che rendano Oaktree di fatto la vera proprietaria (vabbè, "vigilante", in grado comunque di influire pesantemente sulla gestione) e di fatto essa stessa garante della continuità aziendale. Che è credibile, però non so quanto sia legale, credo che in ambito Uefa i reali proprietari, e comunque chi può influenzare pesantemente le scelte aziendali, vada dichiarato, e, comunque, non sposterebbe il problema perchè quello che avrebbero dato alla cosovic è una lettera di patronage della Grand Tower, mica di Oaktree.
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2 puntiIl conduttore Federico Ruffo e mi è sembrato abbastanza imparziale. Il giornalista del Sole 24 ore ha parlato della situazione dell'Inter in termini moderatamente preoccupanti mentre zazzaroni ha evidenziato come la Juventus ricapitalizzi le perdite. Nessuna citazione esplicita dell'esposto ma per noi che conosciamo la faccenda è chiaro che tutto nasce da lì (La trasmissione si chiama hashtag proprio perché riprende i temi popolari su Twitter e sugli altri social media). Mi spiego meglio: tutto nasce da lì nel senso che hanno esplicitamente detto che il problema è che la covisoc non esercita le funzioni di controllo così come dovrebbe.
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2 punti2 cose da evitare: 1- sacrificare i nostri giovani talenti per finanziare il mercato e 2- strapagare parametri zero, magari vecchie glorie in declino e costosissime. In questa prospettiva, occorre muoversi presto (possibilmente prima) su giocatori "in ascesa". Thuram a centrocampo sarebbe un investimento ottimo. Ma anche Sama andrebbe bene.
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2 puntiIl concetto di fondo lo capisco ma completerei il discorso Elkan ci ha messo un miliardo. Ma è, almeno in parte, colpa sua. Lui ha un forte potere in Italia e possiede anche dei mass media. Ma non ha mai utilizzato questo potere per difendere la Juve. Ha sempre accettato le penalizzazioni della Juventus eppure ha uno status (potenza EXOR) che gli consentirebbe: - Una forte difesa della Juventus - Colpire duramente il sistema calcio in Italia (che è marcio fin nel midollo) Non mi pare che Allegri sia proprio insultato allo stadio. Di sicuro di più sui forum e social. Ma i risultati conseguiti dalla Juve negli ultimi 4 anni sono deludenti e lui è l'unico che ci mette la faccia La tifoseria compatta avrebbe fatto manifestazioni di piazza nel momento in cui la Juve veniva penalizzata con motivazioni assurde. Ma la Juve ha tifoseria pigra e poco battagliera (anche io sono un guerriero da divano)
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2 puntiTi quoto perché di fatto è quello che penso pure io. Dandogli del gestore di fatto state confermando tutto quello che gli si critica da 3 anni se non di più.... il problema è che qualcuno usa il termine gestore come se fosse un complimento... Il gestore come lo intendete voi ad oggi farebbe fatica pure al Real Madrid.... non vedo squadre in Europa attualmente che avrebbero bisogno di questo gestore. Il gestore è colui che praticamente prende una squadra forte, nettamente più forte delle avversarie, con giocatori esperti, che viene da anni di vittorie e non fa quasi nulla... può andare bene un anno o due ma fargli un quadriennale è stata una enorme follia.
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2 puntiMiretti ha una cosa tipo 70 presenze per una media di 50 minuti, Yildiz in una stagione al momento ha 24 presenze per una media di circa 35minuti a partita, avendo davanti Vlahovic e Chiesa . Nonge non mi pare un giocatore pronto e valido per la prima squadra. Gatti ha parlato di se stesso, non ha fatto una disamina su tutti i giocatori a disposizione e lui evidentemente ha avuto benefici dalla gestione del tecnico.
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2 punti
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2 puntiPenso che sia un errore quello di immaginare il futuro con le certezze del passato. La Juve dell'Avvocato non c'è più e questa nuova generazione non ha la stessa idea di Juve. L'unica speranza è quella di un rilancio ma non possono essere gli Elkaan. Io guardo all'Europa mi bruciano troppo le sette finali di Champion's. Quello vorrei fosse il nostro orizzonte. Ma, ripeto, con i passettino di Pollicino prima o poi andremo perfino in serie B. Catastrofico? No. Disillusione.
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2 puntiUn paio di annotazioni piuttosto divertenti: 1.Allegri sa rialzarsi dai momenti difficili, sa gestire il gruppo, sa tirare fuori il meglio dalle squadre e tante altre cose belle, però mi ispiro a Conte. Che strano. E gli allegriani ad affannarsi a interpretare le sue parole che paiono, invece, chiarissime. 😊 2.Gli allegriani, quelli di prima, criticano quanti infilano Allegri in ogni discorso. E sono loro a farlo senza che nessuno lo abbia nominato (a parte Tevez, s’intende). Uno spasso.
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2 puntiGli ultimi 3 anni come scelte tecniche tra acquisti, vendite e parametri zero sono stati un bagno di sangue. Elkann ha messo montagne di soldi ed ora gli dicono che e' tutto da rifare. Mi pare normale che sia incazzato ed abbia messo la Juve in amministrazione controllata. Comunque credo che stia abbaiando giustamente per spaventare ma non mandera' la sua Juventus a fare figuracce al mondiale per club 2025. Per cui avremo una pesante campagna acquisti-vendite con cambio di una dozzina di giocatori e la prossima stagione non si punta a vincere il campionato ma sara' di costruzione ed apprendimento di gioco con un livello che garantisce il piazzamento champions ed un impegno maggiore sulle partite di Champions League per abituarsi agli scontri del mondiale per club.
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2 puntiHa messo 600 milioni. Gli altri li hanno messi i piccoli azionisti. Basta con queste corbellerie. E li ha messi per obblighi civilistici. Elkann é una serpe in seno.
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2 punti
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2 puntiper cacciarlo basta rivedere le partite degli ultimi 5 anni di juve, e agli allegriani voglio chiedere dopo i rinnovi di alex sandro e de ciglio voluti dal fantino con che coraggio tirano fuori cose assurde per difenderlo. Ormai più ridicoli del fantino stesso, presto l'agonia sarà finita e dimostrerà tra tutte le squadre che lo cercano quanto vale (🤣🤣🤣🤣🤣)
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