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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 14/05/2024 in tutte le aree

  1. 19 punti
  2. 10 punti
    La Juve ha deciso di affidare a Thiago Motta il progetto di rilancio ma è ancora il momento di tenere le bocche sigillate, da una parte e dell’altra: Thiago chiudererá l’annata con i rossoblù, sfidando proprio i bianconeri lunedì prossimo, mentre a Torino c’è nel mirino solo la Coppa Italia. Motta è un personaggio particolare, con la famiglia all'estero le giornate le passa al centro tecnico di Casteldebole. Se c’è il sole si presenta con la sua Harley Davidson e spesso è lì prima degli altri dipendenti alle 9 per preparare l’allenamento delle 11. Poi pranzo con la squadra, i giocatori vanno a casa, lui resta e riguarda le partite e i video da mostrare.
  3. 8 punti
  4. 7 punti
  5. 6 punti
    "...spesso è lì prima degli altri dipendenti alle 9 per preparare l’allenamento delle 11. Poi pranzo con la squadra, i giocatori vanno a casa, lui resta..." praticamente si allenano dalle 11 fino a pranzo
  6. 6 punti
  7. 5 punti
  8. 3 punti
    A me , sembri uno che sta già preparando legna e fiammiferi. Dopo i ceri accesi davanti alle immagini del vate accenderesti volentieri i fiammiferi sotto la catasta di Motta. Porta pazienza almeno per tre anni , coma siamo stati costretti per tre anni noi, perdendo anche la voglia di vedere la nostra squadra.
  9. 3 punti
    Marotta è stato il miglior dirigente della recente storia bianconera, quindi ho una stima enorme di lui. Però, come hanno osservato altri, aveva come Presidente una persona competente e, ai tempi, lucidissimo nelle scelte, innamorato di Juventus, che rappresentava il suo principale pensiero. Poi è diventato una persona che ha cambiato target, è diventato come quegli scienziati che si fanno accecare dalla brama di arrivare sempre più in alto, magari a scoprire i segreti del DNA, dell'Universo, e perdono contatto con la realtà quotidiana. ma questo è un altro discorso: per tanti anni Agnelli è stato un super-Presidente e ha dato vita a un ciclo storico. Quindi è stato una figura di riferimento fondamentale per Marotta-Paratici. Giuntoli oggi non ha una figura analoga a cui appoggiarsi, da cui ricevere indicazioni, linee-guida, direttive. Probabilmente i vertici gli dicono solo "Non puoi spendere più di tot, nel prossimo mercato devi incassare questa cifra, devi tagliare il monte ingaggi di un 10%" e roba del genere. Con chi parla di calcio Giuntoli? Penso che si faccia le domande e si dia la risposta, oppure immagino lunghe conversazioni col capo degli osservatori. Il compito di Giuntoli è di una difficoltà tremenda, e la prima fondamentale scelta che non può sbagliare è quella del nuovo allenatore. Nel 2019, e negli anni successivi, la società ha toppato alla grande, non possiamo permetterci di ripetere quegli errori.
  10. 3 punti
  11. 3 punti
    Recency bias: le cose recenti ce le ricordiamo meglio e quindi le valutiamo in maniera errata... All'epoca la situazione era drammatica, probabilmente peggio di adesso, ma ormai qua non ce lo ricordiamo più molto bene e quindi stravince l'oggi.
  12. 3 punti
    Marotta e Paratici avevano un presidente che sapeva quel che voleva e che aveva l'obiettivo di portare la Juve tra le grandi d'Europa. Giuntoli no e deve fare le nozze coi fichi secchi. Oltretutto non sono ancora riuscito ad inquadrarlo, potremo valutare meglio il suo lavoro da quest'anno
  13. 3 punti
    Non c'è nessuna offesa nel messaggio precedente. Si evidenzia solo che se non si va allo stadio spesso bisognerebbe informarsi e seguire le indicazioni di chi invece ci va. Comprare biglietti in Tevere o Monte Mario è un conto, prenderli nei distinti atalantini è da irresponsabili.
  14. 3 punti
  15. 3 punti
    Ma anche basta con questi topic ripetitivi xké non uscite a prendere una boccata d'aria?
  16. 2 punti
    Cari fratelli bianconeri, fermo restando che al giorno d'oggi, ahimè, di quello che fin dai tempi in cui " Berta filava ", in maniera semplice / empatica ed epidermicamente contagiosa veniva definito " Giuoco del Calcio ", non v'è più traccia alcuna ( oltre al/alla " V.A.R ", veleno allo stato purissimo per le coronarie di milioni e milioni di amanti di questo sport che, ahimè, sempre più spesso è proditoriamente " violentato " da interventi e decisioni arbitrali in palese contrasto tra di loro nonostante esse facciano riferimento ad episodi assai simili tra di loro sia nella genesi che nella sostanza .. che dire delle probabili e deliranti " new entry " inerenti - Mini Coppa Italia - Riconoscimento Facciale per accesso agli stadi - ecc.ecc. ) sono qui a proporre alla vostra attenzione una sorta di " corposo excursus a tinte bianconere " dedicato ad alcuni validissimi ex giocatori della Juventus che, troppo presto, nonostante le loro acclarate/certificate/raffinate " doti balistiche ", obtorto collo, per le più svariate ragioni, comprese quelle di natura strettamente personale, interruppero e/o furono costretti a porre fine al loro rapporto con la " Vecchia Signora ". - AVVISO AI " NAVIGANTI BIANCONERI " CHE PASSANO DA QUESTE PARTI : CARI FRATELLI JUVENTINI, MOSSO DA SENTIMENTI PRIVI DI QUALSIVOGLIA GENERE DI ACREDINE NEI VOSTRI CONFRONTI ( NON E' DETTO CHE CIO' CHE APPAGA IL SOTTOSCRITTO DEBBA PER FORZA INCONTRARE " IL FAVORE " DI TUTTI COLORO CHE FREQUENTANO QUESTA AMPIA E VARIEGATA " AGORA' A TINTE BIANCONERE " ) QUALORA RIENTRASTE NELLA PIU' CHE LECITA ED AMPIA CATEGORIA DI COLORO CHE AVVERTONO UNA SORTA DI LECITO E COMPRENSIBILE DISAGIO NELL' ANDARE OLTRE I CANONICI " 5 MINUTI DI LETTURA", RISPETTANDO E COMPRENDENDO IL VOSTRO " PUNTO DI VISTA ", SONO A PORGERVI UN CONSIGLIO : " BYPASSATE QUESTO TOPIC " .. A MENO CHE NON DECIDIATE DI " LEGGERLO A PUNTATE ! " PER CIO' CHE MI CONCERNE CORDIALITA' E STIMA NEI CONFRONTI DI TUTTI VOI, SEMPRE E COMUNQUE, RESTANO E RESTERANNO IMMUTATE ! Stefano ! Erano tutti ma proprio tutti, nessuno escluso, " Giocatori da Juve " .. ma .. ahimè .. è notorio : non tutte le " ciambelle ", anche quelle a " tinte bianconere ", sempre riescono con il buco ... 1 HIRZER FERENC ( a sx nell'immagine ) - Nato a Budapest ( Ungheria ) - 21 Novembre 1902 - Ruolo : Mezzala - Ala - - Esordio con la maglia della Juventus : 4 Ottobre del 1925 // Ultima partita : 10 Luglio 1927 // - soprannominato : " La Gazzella " - - Campionato 1925/26 : 25 presenze - 35 gol - Campionato 1926/27 : 17 presenze - 15 gol ( solo 17 presenze a causa di alcuni infortuni ) - 50 gol in 42 e/o 43 presenze ( alcune fonti parlano di 42 presenze .. altre .. di 43 presenze ) - Grazie anche e soprattutto a lui, la " Juventus F.C. 1897 " vince il suo " 2° Scudetto " - quello datato - 1925/26 - Velocità - Stile - Leggera e fatale, per gli avversari, venne definita la sua corsa - il tiro forte .. preciso .. saettante .. - Alla Juve resterà per sole " 2 stagioni " in quanto, a partire dal 1927, venne emanata una " Legge " che vietava alle squadre italiane di tesserare giocatori stranieri, eccezion fatta per gli " oriundi ", ai tempi definiti " rimpatriati " - - Tornò in Italia nel 1935 nella veste di allenatore - mansione che ricoprì fino al 1957 - anno in cui venne a mancare il giorno 28 Aprile - - Il 13 Dicembre del 1931, con al braccio la " Fascia di Capitano " della Nazionale Ungherese, Hirzer tornò a Torino per sfidare la Nazionale Azzurra ( non va mai dimenticato che, ai tempi, il "Calcio Magiaro e/o Ungherese " che dir si voglia era in assoluto uno dei più quotati al mondo ) - Fu una partita passata alla " Storia del Calcio " .. Storia con la " S " maiuscola, in quanto, proprio allo scadere dei 9O° minuti di gioco, Cesarini realizzò il gol della vittoria, il gol del 3-2 per l'Italia. Da lì in poi, alle nostre latitudini, i gol messi a segno tagliando quello che è il virtuale " traguardo d'arrivo " di una disfida calcistica, sia da gran parte dei tifosi, che da tutti coloro che, per le più svariate mansioni/ragioni, in un modo o nell'altro gravitavano e gravitano nell' " Emisfero Calcio ", vennero ed anche ai nostri giorni vengono ancora definiti " GOL IN ZONA CESARINI ". Tra l'altro, stando ad una aneddotica calcistica che meriterebbe d'essere oltremodo ripassata ed approfondita, pare che il peraltro assai valido Cesarini avesse il pregevole, ma nel contempo, piuttosto malsano vizietto ( va da sè, malsano per le " coronarie " dei supporters bianconeri ) di temporalmente violare le porte altrui proprio " a cavallo " delle ultime fasi di gioco. - Nell' " A.D. 2016 " , per rendere omaggio alla " Memoria " di Renato Cesarini, nasce il " PREMIO RENATO CESARINI " - Premio Renato Cesarini rispecchia al meglio i valori dello sport e della solidarietà, ed è strettamente legata alla storia dell’indimenticabile personaggio Renato Cesarini, originario di Castellaro di Senigallia nelle Marche, autentico campione emblema del gol all’ultimo minuto. - Nel corso degli anni il Premio Renato Cesarini è divenuto uno dei più celebri premi del mondo del pallone, dove sfilano numerosi big del calcio, della tv e del giornalismo: una cerimonia seguita in diretta ogni anno da media nazionali, stampa e tv. - Tutto pronto per l’ottava edizione del Premio Renato Cesarini. La prestigiosa manifestazione è in programma lunedì 5 giugno 2023 a Fermo e anche quest’anno celebrerà i calciatori che hanno realizzato i gol “Last Minute” del campionato di Calcio di Serie A, Serie B e Lega Pro 2022-2023. Il Premio vedrà come ogni anno la presenza di numerosi big del mondo del calcio e dello sport in generale. RENATO CESARINI : Nato a Senigallia - 11 Aprile 1906 - Dopo pochi mesi dalla sua nascita la sua famiglia si trasferì in Argentina - Alla Juventus dal 1929 al 1935 fu una delle " colonne " della splendida " Manita Bianconera" .. ergo .. " Cinquina " .. datata 1930/1935 - Amante della " Dolce Vita " fu nel contempo " Croce e Delizia " sia dello " Staff Tecnico " che dei " Dirigenti Bianconeri "- Dal 1946 al 1948, seppur tra diverse vicissitudini, fu allenatore della Juventus - Dal 1959 al mese di Dicembre del 1960, con Parola allenatore, gli fu affidato il ruolo di " Direttore Tecnico " - A segnalare il GRANDISSIMO OMAR SIVORI alla " JUVENTUS " fu proprio RENATO CESARINI . Cesarini venne a mancare il 24 Marzo 1969 a Buenos Aires - E tornando a HIRZER, anche se non ne avrò mai la controprova, da sempre sono convinto che, se il giocatore ungherese avesse avuto la possibilità di rimanere in Italia, con ogni probabilità, ancor prima dei " 5 Scudetti di fila ", senza esagerare, nel periodo che va dal 1927 al 1930, la Juve avrebbe potuto vincerne almeno altri due . 2 KURT HAMRIN - Nato a Stoccolma ( Svezia ) - 19 Novembre 1934 - Ruolo : Ala dx che, con innata perizia, sapeva " governare " il pallone anche con il piede sx - " L' Uccellino che vola " ( questo fu il soprannome che il quotidiano " La Nazione " di Firenze gli attribuì dopo la partita " Atalanta - Fiorentina : 1 - 7 " del 2 Febbraio 1964, partita in cui Hamrin mise a segno ben 5 gol ) fu segnalato alla Juventus, in particolar modo a Gianni Agnelli, da un " informatore di fiducia " del Club Bianconero .. e/o .. secondo un'altra versione, così come riportato su " Stampa Sera " del 24 Maggio 1956, tramite una lettera spedita all'Avvocato da un minatore italiano che lavorava in Svezia. Informatore di fiducia .. e/o .. minatore che fosse, entrambi ( o forse si trattava della medesima persona ) descrissero quel giocatore come un " Campione Assoluto ". L' Avvocato allertò Sandro Puppo ( allenatore della Juventus dal 1955 fino al 15 Aprile del 1957 quando la " panchina bianconera " venne affidata a Teobaldo Depetrini ) affinchè si recasse in Svezia per valutare e stimare le reali e futuribili " potenzialità calcistiche " di Hamrin . Puppo tornò a Torino molto deluso e fece intendere che le " doti balistiche " del giocatore svedese erano di medio/basso livello. Gianni Agnelli, tuttavia, lo sollecitò a fare un altro tentativo e lo " invitò " a recarsi a Lisbona per assistere alla partita tra " Portogallo vs Svezia " . Tornato sotto la " Mole ", seppur virtualmente, si cosparse il capo di cenere .. e .. più o meno .. così si rivolse all'Avvocato : " Mi sono sbagliato, è un grande giocatore " - All'epoca Hamrin aveva ventun anni ed era già capocannoniere della " Serie A " svedese - il suo esordio avvenne all'età di 17 anni indossando la maglia della squadra della sua città .. e cioè .. l'AIK . - Nel Novembre del 1955 si trasferisce da Stoccolma a Torino - Per svariate ragioni il suo debutto nel nostro campionato avvenne alla prima partita del Campionato 1956/57 - esordio più che soddisfacente in quanto lo svedese, a Roma, contro la Lazio, mise a segno 2 gol ... .. ed un'ulteriore marcatura la realizzerà nel match successivo al " Comunale " di Torino contro la " Spal ", partita terminata sul risultato di 2 - 0 per i bianconeri, il secondo gol fu marcato da Stivanello, grazie a un assist dello svedese . Insomma, " tutto bene " direte voi, ed invece, ahimè, non fu così : il " Campionato 1956/57 ", per millanta ragioni, a pieno titolo rientra tra quelli più tribolati in assoluto della gloriosa storia bianconera, in particolar modo da Febbraio/Marzo in poi fu una sorta di vero e proprio calvario. - 34 partite giocate - 11 vittorie - 11 pareggi - 12 sconfitte - 33 punti in classifica - gol fatti 54 - gol subiti 54 - e meno male che allora le retrocessioni erano solo " 2 " : Triestina 29 punti - Palermo 22 punti - sopra di loro 8 squadre tra i 30 ed i 33 punti - Quella Juve, allenata da Puppo, vista e considerata l'età media dei giocatori, venne definita " La Juve dei poppanti ". E Hamrin vi starete chiedendo voi ? Su 34 partite Hamrin ne disputò solo 23 mettendo a segno 8 gol . Tratto dalla Gazzetta dello Sport del giorno 8 Maggio 2005 ... La Juve vince tre a zero, lo svedesino segna due gol, in azione e su rigore. Subito elogi e consensi: « Gioco essenziale, rapidissimo, opportunismo incredibile, vero rapinatore d' area » . Grande partenza, gol anche a Torino la domenica successiva, gol a San Siro contro l' Inter, gol all' Udinese. Poi a Marassi con il Genoa « si scheggia l' osso di un piede » e nella prima di ritorno, contro la Lazio, nuovo stop: frattura del piede sinistro. Cinque giornate fuori, nuovo rientro, nuovo infortunio. Caviglia di vetro, scrivono. Kurt se la tocca, la caviglia: « Ho molti dolori, sono i dolori del mestiere. Già, dolori di vetro. La verità e che sono rientrato presto. E' stato un errore: poca pazienza, recupero troppo affrettato. Poi mi hanno detto che ero troppo fragile. E pensare che all' inizio, in Aprile, era stato tutto così bello... » . Racconta la sua prima Italia. « Io e Marianne arriviamo a Milano dopo sei ore di volo. Una macchina della Juve ci viene a prendere e ci porta in un albergo del centro, il... il.... » . Assist di Marianne: « Il Principe di Piemonte, Kurt » . « Sì, era abbastanza alto, la nostra camera all' ottavo piano. La mattina dopo Marianne apre la finestra e lancia un urlo: " Kurt, Kurt vieni a vedere!". Lo spettacolo era meraviglioso: le montagne piene di neve, il Monte Bianco. Non le avevamo mai viste, eravamo molto emozionati e Marianne disse: " Questo è un paradiso", ci fermiamo per sempre » . Torino è solo la prima tappa. La Juve discute e critica il piccolo nazionale svedese, ma è orientata per la conferma. Piace agli Agnelli, ma il regolamento federale prevede solo due giocatori provenienti da federazioni straniere. E in quell' anno, il secondo di Hamrin, sono in arrivo due nuovi attaccanti dall' estero: John Charles, gallese, e Omar Sivori, argentino. Hamrin parte per Padova. Nereo Rocco, criticano i critici del tempo, è « specializzato in catenaccio e gerontologia. Inventa tattiche, dà fiato ai morti e coraggio ai vivi » . Il piccolo Kurt, ha soltanto una caviglia malandata, Rocco lo chiama nella sua famiglia, lo coccola, gli regala anche una bicicletta e poi, scrive Luigi Gianoli sulla Gazzetta : « gli soffia vento nelle ali » . Hamrin gioca nel Padova del catenaccio, fa coppia con Brighenti in attacco, segna venti gol in trenta partite. La Juve di Charles e Sivori vince lo scudetto e il Padova arriva terzo. In seguito lo svedese ipse dixit : " Nereo Rocco per me è stato come un papà, un fratello maggiore. Sono stato molto bene in quella città, la ricordo con tanto affetto. " - Fermo restando che per nulla al mondo mai avrei rinunciato ad avere tra le " fila bianconere " grandissimi campioni del calibro di Sivori e Charles, cosa volete che vi dica, se non che, una fantasmagorica " quaterna " del calibro di Hamrin - Boniperti - Sivori - Charles - assai mi sarebbe garbata. Credo di non essere troppo lontano dalla realtà dall'ipotizzare che per chi, come il sottoscritto, aveva ed ha profondamente a cuore le intense e radicate vicissitudini juventine di ogni sorta e risma, sarebbero stati fantasmagorici ed ineguagliati " Fuochi d'artificio a tinte bianconere " che, nel contempo, avrebbero di certo ingenerato " frustrazioni letali ", sia fisiche che psicologiche, nei confronti dei nostri più o meno sleali/rancorosi/invidiosi avversari. Insomma, si sarebbe trattato di un vero e proprio ed invincibile .. .. di smisurato livello sotto ogni punto di vista. - Hamrin è venuto a mancare il giorno 4 Febbraio del 2024 - Giusto e doveroso mi pare altresì ricordarne il suo pregiato e personale " palmarès calcistico " .. Il calcio è in lutto. A 89 anni è morto Kurt Hamrin, storico attaccante della Fiorentina degli anni Cinquanta e Sessanta che in Italia ha vestito le maglie anche di Juventus, Milan, Napoli e Padova. Ha giocato 400 partite in Serie A, segnando 190 volte. Numeri che collocano l'"Uccellino", il suo soprannome per via del suo fisico esile, al 9° posto della classifica all time tra i marcatori del nostro campionato. In maglia Viola ha vinto due volte la Coppa Italia, nel 1961 e nel 1966, oltre a una Coppa delle Coppe (1961), a una Coppa delle Alpi (1961) e a una Mitropa Cup (1966). Con quella rossonera lo scudetto del 1968, una Coppa dei Campioni nel 1969 e una Coppa delle Coppe nel 1968. Sedici, invece, i gol segnati con la nazionale svedese in 32 presenze. 3 Claudio Olinto de Carvalho .. in arte .. NENE' - nato a Santos ( Brasile ) - 1° Febbraio 1942 - Ruolo : La Juve lo ingaggiò come centravanti .. ma .. in realtà, il Club Bianconero prese un clamoroso abbaglio - il suo vero ruolo, così come appieno si evinse in seguito quando il brasiliano indossò la maglia del Cagliari, era quello di un " centrocampista " di gran spessore ed affidabilità - Nenè fu una delle " colonne " più importanti e fondamentali di quel " Cagliari " .. il " Cagliari " di Gigi Riva .. quel " Cagliari " che è passato alla storia per essere riuscito, con merito, a vincere lo Scudetto legato al Campionato 1969/70. Venne a mancare il 3 Settembre del 2016. - Nenè ipse dixit ( parzialmente tratto da " Il Nobile Calcio " ) ... Alla Juve non mi prendevano molto in considerazione. Ero uno dei tanti e poi non girando l’intera squadra, anch’io rendevo meno. Al Cagliari punteranno su di me e ritroverò la fiducia nei miei mezzi. Farò la mezzala. Voglio giocare dietro le punte. Avrò modo di spaziare e cercarmi i varchi per andare a rete.” Prende in simpatia Gigi Riva: “Vede il gioco con intelligenza illuminata. Va via come una saetta e pesca sempre l’uomo smarcato. Per me è davvero una pacchia giocarci, perché le corse mozzafiato e gli scatti improvvisi sono le mie armi ” . A centrocampo ho più spazio, posso partire da lontano e gioco come in Brasile. Ci provo un gusto matto a stare in questa squadra. " Silvestri ( N.B. - allenatore Cagliari ) mi ha trovato una collocazione più adatta alle mie caratteristiche, ma anch’io ho cambiato mentalità: gioco più per la squadra. Prima pretendevo che gli altri giocassero per me. Ho una gran voglia di prendere a pedate la palla, di metter dentro qualche tiraccio dei miei. E in partita vera, perché solo nei novanta minuti d’impegno riesco a esprimermi compiutamente e sento il gusto del gioco”. E Nenè fa tutto, anche il difensore .Per valorizzarlo servirebbe un altro tecnico. Uno che in quello splendido gruppo lo riconverta definitivamente a metà campo. Uno che proceda per sottrazione. Uno come Manlio Scopigno: “Nenè sa difendere e impostare. Va via bene sulle fasce, invita Riva alla fuga e lo trova con il lungo cross. Potrebbe coprire con la stessa efficacia ben tre ruoli: ala, interno e mediano di spinta. Ma è un po’ sacrificato come ala. Trovatemene uno così. In mezzo al campo, è quello il suo posto . Ormai è maturo per prendersi le sue responsabilità. Voglio proprio vedere chi si dimostrerà il miglior centrocampista in circolazione. E’ un grande, professionista autentico, come quasi tutti i brasiliani. Vive per il calcio in tutte le sfumature, sempre attento e concentrato. Mai nulla è lasciato al caso . Tutto è ragionato e calcolato. Se fosse italiano, entrerebbe in Nazionale e non ne uscirebbe più , garantito. Potrebbe giocare anche in porta . Ha stupito anche i dirigenti del Santos. Non lo riconoscevano più”. - Campionato 1963/64 : 28 presenze - 11 gol - // - Nenè tornò alla Juventus nel periodo 1988/1992, sia nelle vesti di " Allenatore " delle " Giovanili Bianconere " .. che in quelle di .. " Osservatore " 4 IAN JAMES RUSH : nato a - Saint Asaph ( Regno Unito - Galles ) - il - 20 Ottobre 1961 - Ruolo : centravanti Grande attaccante ( 346 gol in 658 partite - ) peccato però che, nel 1987/88, il gallese giunse alla " JUVENTUS F.C. 1897 " con un solo ed unico obiettivo, e cioè : " Castigare il Pescara " - Tra Campionato e Coppa Italia viola per ben 7 volte viola la porta abruzzese ( il motivo di tanta acrimonia del gallese nei confronti dei pescaresi ancora al giorno d'oggi non è stato svelato .. .. ) - ( N.B. - per ciò che concerne il numero di gol messi a segno da Rush non tutte le " fonti " sono in totale sintonia ) Il mitico gallese JOHN CHARLES, fulgido esempio di totale ed incondizionata affezione alla sua e nostra amatissima " Vecchia Signora ", ipse dixit ... “Rush è molto più forte di me – dice l’ex calciatore – e segnerà molto più del sottoscritto. Del resto, non c’è calciatore al mondo che sappia andare in rete come lui“. Una vera e propria " investitura " messa in atto da un " Grandissimo Campione " .. ma .. in questo caso, ahimè, seppur a posteriori, per ciò che concerne l'acclarata e certificata " non empatia " di IAN RUSH con il modo di intendere e di ragionar di " Football " alle nostre latitudini, l'auspicio e la previsione di BIG JOHN , per usare un eufemismo, restarono " lettera morta " in quanto non furono avallate e confermate da reale e concreto riscontro alcuno ( d'altronde, Rush non fu l'unico : negli anni 60 diversi suoi conterranei britannici, più che validi interpreti del " Giuoco del Calcio ", sia sul terreno di gioco che al di fuori di esso, ebbero molte, ma veramente molte difficoltà in quello che fu il loro vano e futile tentativo di ambientarsi, sia sul terreno di gioco che al di fuori di esso, nella nostra penisola ) " Storie di Premier " di Ernesto Consolo del 7 Aprile 2020 - Fonte " Nobile Calcio " - : ( Leggetelo tutto , ne vale veramente la pena ) ... Quando Rush disse: “ Sono amico dell’arbitro ”. Ian, dal Liverpool alla Juve . “E’ una gran bella cosa questo matrimonio. Anche perché la Juventus preferisce i giocatori sposati, che si possano dedicare al calcio con molta più tranquillità rispetto agli scapoli . La benedizione è di FRANCESCO MORINI ( mitico e mai dimenticato .. " Morgan - Uno di noi " - troppo presto te ne sei andato - PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI ) E’ un paesino del Galles che si chiama Flint. La chiesa cattolica di St. Mary è circondata da terrazze e finestre occupate da un esercito di fotografi. Visibilmente emozionato, Ian è arrivato su una Rolls Royce bianca con l’amico del Liverpool Ronnie Whelan . Il nuovo centravanti della Juve è vestito con un impeccabile tight in tessuto rigorosamente made in Italy. Tracey meravigliosa in un abito di seta color avorio stile vittoriano, orlato di pregiati pizzi inglesi. Cerimonia di mezz’ora e alla fine “I will”. Lo voglio. Poi un fotografo grida “Baciala all’italiana Ian”. “Greaves, Jordan, Blissett, Hateley. Tanti giocatori inglesi qui in Italia non sono riusciti a convincere. Io non farò quella fine. Io sono gallese”. Quando ha vinto la Coppa d’Inghilterra con doppietta contro l’Everton, in tribuna a Wembley c’era Boniperti che ha condotto la trattativa sotto traccia, sfruttando la disattenzione generale per i mondiali del Messico. Anche Agnelli s’è da tempo innamorato delle movenze del gallese. E’ una sfida a due col Barcellona di Venables che sogna di ricostituire la coppia gol gallese Rush-Hughes : “E’ stato abbastanza facile incontrare Boniperti in gran segreto . Dovevate vedere lo stupore dei dirigenti bianconeri di fronte alla mia esitazione. Le cifre, fantastiche, erano già definite e Boniperti aveva una fretta enorme. Arrivò a darmi un ultimatum : o accetti entro mercoledì 4 giugno o non se ne fa nulla”. Il 3 Ian Rush accetta. “A Torino sono andato per ufficializzare l’accordo , per vedere la città , l’avvocato Agnelli e i tifosi. E’ bastato quel blitz per far cadere le mie ultime perplessità”. Anche se Ian pretende la traduzione in inglese di tutto il contratto, clausole comprese. E i dirigenti della Juve non la prendono affatto bene. N.B. - Sul come veramente andarono le trattive per portare IAN RUSH sotto la Mole, sponda bianconera, lo potrete scoprire andando a questo esaustivo link ... https://www.lechampions.it/la-juventus-di-rush/ - ne scoprirete delle " belle ", compreso quello che poi si rivelerà un vano tentativo del club bianconero di " parcheggiare ", per una stagione calcistica, il goleador gallese sotto " Er Cuppolone " ( sponda laziale ) e forse, a posteriori e con il senno di poi, non sarebbe stata affatto una malvagia idea “John Charles è stato l’unico attaccante britannico che ha sfondato in Italia. Altri bomber mai, hanno fallito tutti. Sapete perché? Segnare è un mestiere difficile. Bisogna saper soffrire. Charles ci riusciva. Abbiamo la stessa origine operaia. Gli inglesi sono più snob, anche più ricchi. Noi gallesi invece siamo per tradizione grandi lavoratori. Gente che ha dovuto sempre combattere per farsi strada”. Sbarca sulla Thema di Morini che viene letteralmente assaltata dai tifosi. E’ andato a lezione d’italiano per un anno, ma conosce soltanto dieci parole. E quando un tifoso juventino finalmente riesce ad avvicinarlo e gli chiede “Ian, come stai? “, lui gli risponde “Ciao, grazie arrivederci”. E’ il fenotipo del one-touch-player. Rapido e mortifero , ma in via di estinzione. Qualche tiro da fuori, pochi dribbling. Ai compagni chiede solo : “Get the ball into the box” . Qualunque palla , sporca, radente o dal fondo, se arriva da quelle parti, è roba sua. E’ appena andato via " LE ROI MICHEL " - Come se si trattasse di una glaciazione, Agnelli parla poco e si fa scappare solo che sarà un altro anno di rodaggio. D’altronde sul mercato s’è fatta la seconda smazzata in tre anni. Ma l’unità di misura delle stagioni della Juventus è la vittoria . Ed è arrivato il bomber più decorato. I tifosi hanno fretta. Il precampionato di Ian è incoraggiante : 10 gol in 6 partite . Si accende perfino uno come Rino Marchesi : “E’ il modo in cui si muove , l’astuzia e la potenza con cui segna. Rush ha sorpreso anche me. Un fenomeno che rende tutto facile per il suo carattere docile. Non potevo immaginare che si integrasse così presto negli schemi . Né avrei osato immaginare che fosse così essenziale e lucido in ogni occasione, dotato di un repertorio di colpi davvero completo”. Poi una distrazione al retto femorale sinistro blocca Ian. E’ la prima volta in carriera che subisce un infortunio muscolare. E i giornali inglesi lo vedono già deluso, tormentato. “Vedere i compagni giocare, ti mette a terra”. La prima è una sconfitta ad Empoli. Un paio di colpi di testa fuori bersaglio e un lungo traccheggio. La critica parla già di fiasco. Con la Juve responsabile in solido. “Non ero match-fit, non ero al 100%. Ho incontrato molte difficoltà soprattutto per il caldo. A Liverpool con un’afa simile non avevo mai giocato. Partita brutta, irripetibile. Mi sono arrivati pochissimi palloni giocabili. La Juve quando mi ha ingaggiato, conosceva le mie caratteristiche”. Marchesi gli risponde “I palloni si danno e si ricevono. Quando non gli arrivano, farebbe bene ad andarseli a cercare”. Arriva il Pescara e Ian tracima. Doppietta e spettacolo. E a fine partita viene fuori il suo carattere . Addirittura si scusa: “Ho fallito due gol che in altre occasioni avrei fatto. Che figuraccia ! Sono al 90%. Abbiamo trovato un gioco e io gioco bene quando giocano bene gli altri. Una giornata stupenda”. La maglia di quel giorno finisce subito nel museo del Liverpool ad Anfield Road. Arriva l’Avvocato Agnelli negli spogliatoi e chiacchierano in perfetto inglese, of course. “Ci vorrebbero due Dalglish”, suggerisce Ian. E’ venuto alla Juve anche per giocare le Coppe Europee dopo il bando contro gl’inglesi. Ma, quando viene a sapere che per Panathinaikos-Juve di Coppa Uefa è stato designato l’arbitro gallese Ron Bridges, inizia a raccontare: “L’arbitro è un mio carissimo amico. Un amico fraterno. Abita a Flint , a due passi dalla casa dei miei genitori. Nel quartiere ci si conosce tutti. In partita potremo addirittura parlarci in dialetto gallese. L’ho incontrato anche sabato. Gli ho detto che sono pronto ad offrirgli da bere ad Atene. Mi ha risposto che accetterà volentieri, ma al termine della gara”. I giornali greci ci sguazzano. Quando Ian sbarca ad Atene, la prima domanda è: “Davvero è così amico dell’arbitro Bridges?”. “Capita abitualmente in Inghilterra che i giocatori conoscano bene gli arbitri. Non mi favorirebbe nemmeno se fossi suo figlio”. Non va esattamente così. Peggio. I greci azzannano la caviglia di Ian dopo cinque minuti e Bridges non fa una piega. C’è un gol annullato alla Juve per fuorigioco di posizione. Due rigori non visti. La sconfitta è decisiva per l’eliminazione. Lui esce dal campo con la caviglia tumefatta : “Bridges è stato condizionato dalle troppe chiacchiere, dal fatto di conoscermi. Ci ha rimesso soltanto la Juve”. Marchesi non riesce a trattenersi: “Menomale che l’arbitro era suo amico”. La distorsione non ferma Ian. Vuole giocare. Subito. A San Siro c’è la terza sconfitta esterna consecutiva e un fragoroso liscio in piena area. L’Inter vince con doppietta del suo predecessore Aldo Serena. Ian rimane l’unico alla sesta giornata a parlare ancora di Scudetto. “Mi basta un gol per tornare me stesso. Datemi tempo, sono in Italia da tre mesi. Devo ancora capire tante cose del campionato italiano. In Inghilterra si gioca con lo stesso ritmo veloce per novanta minuti. In Italia il passo è lento , ma d’improvviso si scatena con una rapidità che rischia di piantarti in asso. E’ molto difficile mantenere sempre la concentrazione . E poi qui ci sono i difensori più forti e duri del mondo”. Certe volte Marchesi vorrebbe quasi azzerarlo e poi infarcirlo di movimenti nuovi. Gli risponde a stretto giro di posta l’allenatore del Galles, Mike England: “Absolutely crazy, un’autentica follia. Non si possono spendere sette miliardi e passa per un giocatore e poi utilizzarlo in un altro ruolo: come comprare una Ferrari per andare a fare la spesa. Se la Juventus cercava qualcuno capace di dribblare tre avversari partendo dalla sua metà campo e andare in gol, ha sbagliato indirizzo”. Pronto riscatto con l’Avellino. Lui provoca un autogol e poi raddoppia . Azione personale e scavetto sull’uscita del portiere. E assist ad Alessio nel terzo gol. “Mi è riuscito un gol di quelli che segnavo al Liverpool. Il gol lo dedico ai tifosi che alla fine mi hanno applaudito. Una settimana fa ho ricevuto valanghe di critiche , sono state dette cose ingiuste. Ora è bastata una rete per farmi tornare all’improvviso campione? Se non giochiamo bene, non è colpa di Marchesi. Sono i giocatori che vanno in campo”. La caviglia è ancora gonfia. Certo non è colpa sua se la Juve non vince in trasferta da oltre un anno. A Pisa la squadra è devastante e lui provoca un altro autogol, ma forse l’ultimo tocco è ancora suo. Poi vola a Praga dove il Galles si gioca la qualificazione all’Europeo. Rifiuta l’iniezione antidolorifica, poi sbaglia quattro palle gol. La stampa inglese non aspettava altro. Marchesi invece lo aspetta, crede nella rimonta in campionato . Che senza il suo numero 9 sarebbe impensabile “Ian è sempre stato un combattente, non ha mai chiesto di star fuori. Ha soltanto bisogno di ritrovare gol e fiducia. Lo vedo in progresso”. La Juve intanto ha agguantato il secondo posto . “Vero che di palloni ne riceve pochi, vero anche che dovrebbe muoversi di più. Deve abituarsi a giocare con un avversario sempre alle costole e un altro pronto in seconda battuta. E’ una caratteristica del nostro calcio cui deve adattarsi”. Ian ormai soffre di più il corpo a corpo con se stesso. Si chiude a riccio di fronte alle difficoltà. “Abito in collina , alberi e prati. Mi piace percorrerla nelle belle giornate. Mi ricorda un po’ il Galles. Da quando sono in Italia , penso troppo. A Liverpool segnavo tanto perché i miei movimenti erano del tutto istintivi. Qui a Torino le tante chiacchiere sulla difficoltà di far gol mi hanno condizionato. Quando un pallone arriva , io penso a cosa farne, a come colpirlo, a dove passarlo. E sbaglio. In area di rigore , non si deve riflettere , si deve agire e basta”. Scrive sul Sun, ma anche su Shoot e sembra ricavare un piacere collaterale nel muovere critiche al calcio nostrano. Nell’articolo intitolato “Juve svegliati”, parla dell’atteggiamento in trasferta: “Ogni giocatore vuole rimediare un pareggio. Laudrup riceve l’ordine di arretrare col risultato che per me diventa estremamente arduo trovare il gol. Vedo pochissimi palloni e non sono coinvolto nel gioco. Ho espresso questi miei problemi a Marchesi ma anche se andassi avanti fino all’asfissia, lui non modificherebbe le nostre tattiche di una virgola. Se vogliamo vincere dobbiamo adottare una mentalità più positiva, convincendoci del nostro potenziale d’attacco”. Vorrebbe una serie A diversa, coi 3 punti per la vittoria. E su questo, certo, non sbaglia. “I giocatori si divertono di più e anche gli spettatori”. La Juve è satura delle sue esternazioni, che piombano stavolta a ridosso della partita decisiva: Napoli-Juve. Lui smentisce, è stato frainteso. Va in Galles, ufficialmente per curare la caviglia, ma poi rimbalza la notizia che ha tirato dei rigori in un’esibizione per beneficienza. Boniperti risponde: 5 milioni di multa. E si muove anche Agnelli: “E’ un diamante grezzo, un uomo di un certo fascino che a Torino non si sente a suo agio. Parla con i gol ? Mi sembra che a Torino non abbia parlato molto. Il Liverpool ha speso i soldi meglio di noi”. E’ sentenza. Ian ha ancora pochissimi amici, non esce quasi mai. E sfrutta qualsiasi pretesto per rimanere a Flint fino a lunedì inoltrato. “Dopo la doccia al Liverpool ci si ritrovava tutti , noi e i nostri avversari, nella sala dello stadio riservata ai giocatori. Parlando con i colleghi si analizzavano i fatti e si scaricavano le tensioni accumulate durante la partita. Anche se ci si era scalciati con un rivale, si finiva per dimenticare tutto. Qui dopo la partita non c’è niente . Ognuno va per conto suo. E’ anche vero che sarebbe duro scambiare due chiacchiere con qualcuno che non ha fatto altro che sputarti in faccia per novanta minuti. Così sono costretto a tenermi dentro tutto e a dormirci sopra. E’ il momento peggiore della settimana in cui il Liverpool mi manca davvero”. A Napoli la Juve esce dalla zona-Scudetto con sei mesi d’anticipo. Ian ancora bocciato. Prevale la paura : “Non sono un fesso. Se mi mandano in panchina , me ne vado” . E scatta la difesa al di là di ogni ragionevole dubbio. “Tra i gol che mi hanno ufficialmente attribuito e quelli che ho segnato, ma sono stati definiti autoreti (d’accordo non erano capolavori ma ci si deve accontentare quando ti tengono per la maglia per tutta la partita), sono riuscito a far centro più o meno una volta ogni due incontri”. Intanto smette di scrivere per il Sun. Il guru Bob Paisley, l’uomo che l’ha scoperto e poi forgiato, gli aveva detto che tutto in Italia sarebbe andato bene “ a patto che tu non ti faccia rompere le scatole dai giornalisti e le gambe dai difensori”. Dopo le bordate dei fogli britannici e l’entrataccia di Atene , forse non aveva tutti i torti. L’ennesimo ritardo nel rientro da Flint fa infuriare Boniperti. Anche se nel primo derby non delude. La caviglia finalmente è guarita. La Juve va sotto due volte. Ian serve l’assist del primo gol e poi provoca l’ennesima autorete allo scadere , segno che non molla mai. Poi col Milan due palle gol gigantesche, in progressione. Quelle che al Liverpool non sbagliava. Stavolta nemmeno Marchesi lo sottrae al pubblico pernacchio: “La sintesi della partita ? Gullit ha avuto due palle gol e ne ha messa in rete una. Rush ne ha avute altrettante e le ha sbagliate”. C’è Pescara-Juve di Coppa Italia. Arranca con l’italiano, ma ha capito benissimo che non conta quanto la Coppa d’Inghilterra. E deve aver confuso la squadra di Galeone con l’Everton, perché in sessantasette minuti gli rifila quattro gol . Quasi quanto in mezzo campionato. " Ora tutti diranno che so segnare solo contro il Pescara." - Ora tutti diranno tutti diranno che sa segnare solo contro la zona. Non riesce a godersi nemmeno la quaterna . C’è ancora quel fantasma che aleggia sulla curva Filadelfia. Platini era raffinato e divertente. Agnelli lo invitava spesso a cena nella sua villa in collina . Gli aveva regalato una Ferrari Gran Turismo. Per Ian ancora nessun invito . “Non ho mai invidiato nessuno e non mi confronto con Platini. Dimenticatelo. Non c’è più e non ci sarà mai un suo sosia . Certi pezzi sono unici”. E Michel gli dedica un pensiero: “Rush va servito coi cross dal fondo. E poi anch’io all’inizio in Italia ho avuto problemi. Avevo la pubalgia. E se Rush non ce l’ha , gli consiglio di farsela venire”. Ma certamente apprezza quando Trevor Francis gli dedica un articolo sul Sun. Il titolo è " Piantala di frignare Ian " . Prima spara a zero perché Ian non ha imparato la lingua. E poi sgancia il siluro: ”Guadagna 350 mila sterline l’anno e solo per questo dovrebbe svegliarsi tutte le mattine con un sorriso gigante. Vive come un re e si sta sistemando per il resto dei suoi giorni. Eppure dall’Italia non fanno che parlare dei suoi ‘problemi’ “. Ian non replica. E’ venuto anche per i soldi e non ne ha mai fatto mistero. Ma è il nono figlio (in tutto dieci) di un operaio di un acciaieria rimasto senza lavoro . Un’infanzia coi vestiti riciclati dei fratellini. A cinque anni ha contratto la meningite ed è stato salvato dagl’impacchi di ghiaccio di una vicina, l’unica della zona a possedere un frigorifero. La risposta a Francis arriva in campo. Al ritorno con l’Inter il riscatto: conquista il rigore-vittoria: “Questa è la Juve che piace a me, aggressiva e ordinata”. Finalmente riesce a completare delle frasi nel suo italiano stentoreo. Il primo gol in trasferta lo segna ad Ascoli il 10 aprile. Forse proprio chiudendosi in se stesso prepara l’ottimo finale di stagione. Risolve il derby di ritorno e sempre a fil di sirena : la prepara col destro e la schiaffeggia col mancino. Col Napoli , palla stupenda di Mauro per l’affondo di De Agostini che la mette into the box : Ian guizza e sdraia Garella. Poi aggancio stupendo , finta e assist per Laudrup, che conquista un rigore. Gli arriva a casa un’enorme cassa della sua birra (gallese) preferita: la manda Giampiero Boniperti.Torna al Liverpool dopo un intrigo internazionale con riflessi addirittura in Unione Sovietica. “Abbiamo capito che voleva andar via. Gli brillavano gli occhi” dicono alla Juve. “Sono tornato al Liverpool solo perché mi hanno voluto”. Lì trova quasi tutto come prima. Anche se Tracey gli cucina i rigatoni tutti i giorni. Nemmeno l’Everton è cambiato e sarà ancora doppietta in Coppa d’Inghilterra. ( Quel ... " Torna al Liverpool dopo un intrigo internazionale con riflessi addirittura in Unione Sovietica " .. di cui sopra, credo e spero di non sbagliarmi, dovrebbe e potrebbe essere riferito al fatto che la nostra " Juventus " riuscì a portare a Torino il giocatore ucraino Zavarov, e l'anno successivo, il bielorusso Alejnikov, solo ed esclusivamente grazie agli ottimi rapporti che la " FIAT " riuscì ad instaurare con i sovietici quando edificò uno stabilimento di automobili in una città russa che dall'A.D. 1964, dopo un referendum, vide mutare il suo nome originale in quello di " Togliatti " comunemente noto, specialmente alle nostre latitudini, con l'appellativo di " Togliattigrad " ) “A Torino sono stato accolto come una specie di messia , ho avvertito subito le enormi aspettative della gente. Non ho mai pensato di mollare e non mi sentivo in una prigione come hanno scritto. Il pubblico è stato fin troppo paziente con me. La verità è che io, in fondo, non sono un tipo ambizioso . E’ un’esperienza che consiglio a tutti. A me ha aiutato a maturare. Il mio unico errore è stato quello di non scegliere la squadra giusta . Pensavo che la Juve fosse il Liverpool d’Italia. Se ne va per rimanere se stesso. Uno come lui nel calcio italico non poteva lasciare traccia se non nelle statistiche. Anche se avesse segnato il doppio. Saluta l’Italia alla sua maniera. Con un rigore decisivo al Torino nel derby-Uefa ... .. salvo poi, anni dopo, riconoscere quanto segue .. ( tratto da FourFourTwo - del 13 Gennaio 2014 ) - " ALLA JUVE SONO DIVENTATO UN GIOCATORE COMPLETO " Nella Juventus ho imparato a essere un giocatore a tutto tondo. Sono arrivato in Italia come capocannoniere e ne sono uscito come un calciatore migliore. Nel Liverpool, che era una grande squadra, il mio compito era semplicemente quello di rimanere attorno e all’interno dell’area di rigore. In Italia, invece, indietreggiando anche verso la linea mediana, ero presente in più parti del campo, per cui sono diventato un giocatore più completo. In realtà non ho affermato che in Italia fosse “come vivere in un paese straniero”. Nessuno può dire che l’abbia detto veramente, in realtà è colpa di Kenny Dalglish. Quando mi sottoscrisse il contratto, un cronista mi chiese: “perché sei ritornato?”, Kenny fece la battuta: “ha detto che giocare in Italia era come giocare in un paese straniero”. Quindi le responsabilità sono sue! - «Dio salva... e Rush ribadisce in rete» (Scritta su un muro dello Stadio di Liverpool) - «Non mi aspettavo tanto entusiasmo, so che i tifosi vogliono molti gol da me, io sono qui apposta per farli. Speravo di giocare con Platini, ma va bene anche così. L’importante è tornare in Europa, ho tanta voglia di vincere, vincere tutto»(Ian Rush, attaccante Juventus | «La Stampa», 23/07/1987) - «Non cerco il titolo di tiratore scelto, mi basta segnare 15 gol, star bene di salute e giocare sempre: qui in Italia, l’ho già detto e lo ripeto, è più difficile andare a rete che in Inghilterra, perché i difensori, duri ma non cattivi, sono i migliori»(Ian Rush, attaccante Juventus | «La Stampa», 29/09/1987) - «La nostra fiducia in lui è immutata. Non ci passa per la testa che il Rush italiano sia diverso, meno bravo di quello che giocava nel Liverpool. Le sue difficoltà sono quelle di tutte le punte straniere arrivate quest’anno»(Gianpiero Boniperti, Presidente Juventus | «La Repubblica», 27/10/1987) 5 - THIERRY HENRY - ALLA STESSA STREGUA DI LIGABUE & DI -GIUSEPPE VERDI - ( che ,incredibile ma vero, non venne ammesso al " Conservatorio di Milano " ) CON LA " MAGLIA BIANCONERA " - AHINOI - SUO MALGRADO - ASSURSE ALL'INGRATO RUOLO DI VERO E PROPRIO .. - THIERRY HENRY - nato a " Les Ulis ", comune nella periferia di Parigi, il 17 Agosto del 1977 - ( QUI CON LA MAGLIA BIANCONERA - MAGLIA N° 6 ? PIU' AVANTI TORNERO' IN MERITO ) Stagione Calcistica 1998/99 - Proveniente dall' " A.S. de Monaco F.C. " - il 19 Gennaio del 1999 - THIERRY HENRY si accasa sotto la " Mole " . A tutti gli effetti è un giocatore della " JUVENTUS F.C. " - Nonostante il club inglese dell'ARSENAL avesse offerto al club francese ben 36 miliardi di Lire per acquisire le " prestazioni calcistiche" del giovane ed assai valido giocatore transalpino, il club monegasco accettò l'offerta del " Club Bianconero ", e cioè, 21 miliardi ( ed al riguardo, ovviamente, non mancarono polemiche di ogni sorta e risma ) - Thierry Henry ipse dixit : " HO AMATO MOLTO LA JUVE E LI' SAREI RIMASTO SE NON FOSSE STATO PER UNA PERSONA " - ( la " persona " a cui il francese si riferiva era ed è Luciano Moggi ) E cosa era accaduto ? Pare che Moggi, all'insaputa del transalpino, volesse cedere Henry all'Udinese ( non è del tutto chiaro se a " titolo definitivo " ..e/o .. " in comproprietà " con eventuale opzione di " Diritto di Riscatto " da parte di una delle due società ) per potersi poi avvalere delle prestazioni calcistiche del calciatore brasiliano Marcio Amoroso , calciatore che indossò la maglia friulana dal 1996 al 1999 - A ) Henry disse : " Moggi voleva fare un affare vendendomi e credo non sia stato rispettoso nei miei confronti ciò che fece. Se non fosse stato per lui sarei rimasto alla Juve " B ) Moggi disse : " Ricordo che Henry faticava a inserirsi per problemi legati alla giovane età, alla durezza del campionato italiano, alle difficoltà di mettersi in mostra in una grande squadra (peraltro in crisi): forse era troppo per lui in quel momento. Le qualità tecniche non si potevano discutere, ma il giocatore aveva bisogno di spazio palla al piede e il suo gioco non si adattava a quello della squadra che giocava sempre in pressing sull’avversario. Faticava a rendersi utile alla squadra e si esponeva a critiche, che neppure meritava: quell’anno disputò sedici partite delle quali nove non portate a termine (ed io non ero certo l’allenatore). Visto e considerato che un po’ di esperienza l’aveva già maturata, pensai di darlo in prestito un anno in una squadra meno esigente nei suoi confronti, che potesse dargli l’opportunità di crescere e adattarsi al nostro campionato con più tranquillità. Individuai l’Udinese come soluzione opportuna, raccogliendo la disponibilità entusiasta dei Pozzo. Henry se la prese a male e, ancora oggi, non riesco a capire il perché. " ( tratto da : " Il pallone racconta " ) C ) Ma, a mio opinabile parere, la verità credo fosse un'altra : Moggi volle, fortissimamente volle tentare di portare a Torino il giocatore dell'Udinese - Marcio Amoroso - e pur di riuscire a portare il brasiliano a Torino, con ogni probabilità sarebbe stato disposto anche a privarsi di Henry D ) Pierpaolo Marino, all'epoca DG dell'Udinese, così narra come si svolse quella " trattativa di mercato " che pareva dovesse andare a buon fine .. ed invece .. " Ci incontrammo con Giraudo, Moggi e Bettega a casa del presidente Pozzo. Concludemmo la cessione di Marcio Amoroso alla Juventus in cambio della metà del cartellino di Thierry Henry e 55 miliardi di Lire. Henry, però, rifiutò il trasferimento, e lo stesso fece Amoroso che preferì il Parma alla Juve. Io, ancora oggi, conservo il contratto preliminare di quella trattativa : avremmo potuto avere Thierry Henry ( tratto da " Goal " del 17 Agosto 2022 ) - Nonostante alcune tribolazioni la Juve, ad inizio Novembre, è al vertice della classifica .. ma .. da lì in poi .. saranno solo amarissime tribolazioni . - Il giorno 8 Novembre 1998, in quel di Udine, il ginocchio di Alex Del Piero andò letteralmente in frantumi - Alex tornò a disposizione nell'Agosto del 1999 - Un passo alla volta, tra traversie/ speranze/disillusioni/ferrea determinazione, dai e dai, egli riuscì a recuperare una più che discreta " affidabilità " sia calcistica che mentale ( anche perchè, comunque la si metta, certi " gravi infortuni ", qualunque sia l'ambito di riferimento, anche se inconsapevolmente, in maniera più o meno palese ti condizionano e ti condizioneranno sempre ) . - Tuttavia, nonostante l'impegno profuso dal " Pinturicchio bianconero ", quella che era la sua innata e paradisiaca " LEGGEREZZA " nel proporre ed elargire a tutti coloro che amavano ed amano il Giuoco del Calcio delle giocate, anzi, delle splendide ed ineguagliate " perle calcistiche ", com'era naturale/comprensibile/ovvio che fosse, un po' si dissolse . Il " Del Piero 2 ", pur se accompagnato e sorretto dalle raffinate " doti balistiche ", a lui generosamente dispensate a piene mani dalla " DEA EUPALLA " , è stato un " Del Piero " diverso rispetto al " Del Piero 1 ". Un " Del Piero " che, comunque, nonostante qualche inevitabile passaggio a vuoto in quello che fu " il suo nuovo percorso a tinte bianconere ", seppur ricorrendo e facendo leva a modalità un po' disomogenee rispetto a quelle che erano in lui innate ed usuali prima di quel malefico e perfido 8 Novembre 1998, grazie anche e soprattutto alla sua ferrea determinazione/volontà , oltremodo continuò a farsi valere ed appezzare . - Il 12 di Dicembre, prima di Fiorentina - Juventus, " urbi et orbi ", Marcello Lippi annuncia che nella stagione successiva egli non sarà più l'allenatore della Juventus. - 7 FEBBRAIO 1999 - // - JUVENTUS - PARMA : 2 - 4 // MARCELLO LIPPI SI DIMETTE // - E pensare che, seppur tra diverse traversie/frizioni ed incomprensioni legate all'ambiente juventino in senso lato .. ergo .. sia sul terreno di gioco che al di fuori di esso, la " Vecchia Signora ", fino al giorno " 8 di Novembre ", era in cima alla classifica .. ma .. da lì in poi .. anche a causa del gravissimo infortunio di Del Piero, iniziò un periodo che definire " buio " è un vero e proprio eufemismo ( tra l'altro, lo sapevano solo in " 3 ", e cioè, " Uomini - Donne - Bambini " che, nella stagione successiva, Lippi sarebbe stato il nuovo allenatore dell'Inter. Anche a causa di tale " decisione ", a tutti i livelli, l'aria che si respirava sotto la " Mole ", sponda bianconera, non era proprio delle più salubri : - 6 partite di fila senza vittoria alcuna - 3 sconfitte e 3 pareggi ) - Nel cosiddetto " mercato invernale " si tentò di porre rimedio acquisendo le prestazioni di un paio di giocatori che, in teoria, avrebbero dovuto e potuto riportare in linea di galleggiamento la " Nave Bianconera " che, specie in campionato, dava palesi ed incontrovertibili segnali di non essere più in grado di ricomporre e mettere in atto un'appropriata ed efficace rotta marina propedeutica a farla uscire da quel " porto di mediocrità " in cui, ahimè, si era infilata senza più trovarne via d'uscita alcuna. - Il primo giocatore ad arrivare sotto la " Mole " fu JUAN ESNAIDER ( anche se, ne son conscio, sebbene io lo stia citando, poco o nulla c'entra con l'elevato spessore di quel pregiato " cliché " tecnico/calcistico che, invece, avevano avuto in dote coloro a cui ho fatto accenno in precedenza. Diciamo che Esnaider, in questa narrazione, è assurto al ruolo di " traino " per poter rendere il dovuto e doveroso " omaggio " ad un altro grandissimo calciatore ) IL, CALCISTICAMENTE PARLANDO, " NON PERVENUTO " ARGENTINO .. .. JUAN ESNAIDER .. A) Dal mese di Gennaio 1999 - 13 Partite Ufficiali : " SERIE - A " 10 presenze // COPPA ITALIA - 1 presenza // CHAMPIONS LEAGUE - 2 presenze // Totale marcature : 0 Gol B) Stagione Calcistica 1999/2000 - 12 Partite Ufficiali : " SERIE A " 6 presenze // COPPA ITALIA - 2 presenze // COPPA UEFA - 4 presenze // INTERTOTO - 1 presenza // Totale marcature : 2 Gol - 1 In Coppa UEFA - 1 in Coppa Italia - C) Che poi, detto tra noi, non sarà di certo mai stato un " fenomeno " .. ma .. neanche un " bidone " così come, invece, viene " qualificato " .. anzi .. " squalificato " in diverse dissertazioni inerenti il suo " curriculum vitae " di calciatore. Nella " LIGA SPAGNOLA " seppe oltremodo farsi valere ... - 1993/1995 REAL SARAGOZZA : Presenze 61 - Gol 29 - 1996/1997 ATLETICO MADRID : Presenza 35 - Gol 16 - 1997/1999 ESPANYOL : Presenze 35 - Gol 14 - 2000/2001 REAL SARAGOZZA : Presenze 17 - Gol 11 - ( arrivato a Dicembre del 2000 - i suoi gol furono fondamentali per evitare la retrocessione del Saragozza in " B " ) - Totale : - 148 Presenze - 70 gol - A questi 70 gol vanno aggiunti altri 2 gol entrambi messi a segno con la maglia del " REAL MADRID " : - 1992/93 REAL MADRID : Presenze 08 - Gol 1 - 1995/96 REAL MADRID : Presenze 20 - Gol 1 - Nel 1993/94 con il REAL SARAGOZZA vincerà la " Coppa del Re " - Nel 1994/95 con il REAL SARAGOZZA vincerà la " Coppa delle Coppe " - Finale : REAL SARAGOZZA - ARSENAL 2-1 ( Juan Esnaider - con 8 gol messi a segno, di cui 1 nella finale, fu il " 2° " miglior marcatore - un gol in meno rispetto all'inglese Ian Wright dell'Arsenal ) - Gli ultimi anni della sua carriera, quelli sì, furono veramente anonimi : dal 2001 al 2005 , senza costrutto alcuno, fece un po' di " avanti ed indietro " tra Portogallo/ Argentina/Francia /Spagna ed ancora Argentina .. per .. infine .. calare il definitivo .. .. alle sue " ondivaghe " ed " incostanti " performances calcistiche . - Insomma, credo di non essere molto lontano dalla verità nell'ipotizzare che, sebbene egli fosse dotato di un carattere decisamente " caliente "( espulsioni e squalifiche a "go go" di cui una della durata di un anno ) in maniera implacabile i " numeri " messi in atto, anzi, non messi in atto, da Esnaider nell'indossare le prestigiose maglie di REAL MADRID - & - JUVENTUS, al 99,99% paiono certificare che, l'elevatissimo ed intrinseco " peso specifico " di quelle prestigiose divise da gioco, devono averlo oltremodo condizionato con accezione più che negativa. - Anni dopo, nel mese di Aprile dell' A.D. 2018, a " Tuttomercatoweb ", a domanda così rispose : Lei stesso, in Europa, ha avuto modo di plasmare la sua filosofia di calcio, a partire dal Real Madrid. Che ricordo ha dei blancos? "Il Real è stato il club che mi ha aperto le porte del calcio europeo e per questo gli sarò sempre grato. A Madrid ho stretto grandissime amicizie e ho potuto giocare ad alti livelli. Non posso quindi che avere ricordi positivi del Real, dove ho vissuto momenti davvero belli a livello calcistico. Sono orgoglioso di aver fatto parte di una squadra così importante". La migliore della sua carriera? "No, credo che la Juventus sia stata la squadra migliore della mia carriera. Parlo di organizzazione, strutture, funzionamento interno. Non conoscevo l'Italia, ma mi sono adattato velocemente, anche grazie alle somiglianze tra lo stile di vita argentino e quello italiano. E vivere a Torino mi piaceva molto. Reputo ancora oggi straordinario il fatto di essere passato per questo grande club". Anche se i risultati non sono stati quelli che si aspettava? " Assolutamente sì. E vi dico la verità: se potessi tornare indietro, resterei in bianconero per più tempo. Alla Juventus ho avuto tanti problemi legati agli infortuni, che mi hanno impedito di trovare la continuità. Davanti a me avevo grandi campioni e sono stato troppo impaziente. Dovevo invece mantenere la fiducia e aspettare il mio momento, ancora oggi mi pento di quella decisione. " - Nel Natale del 2012, a causa di perfida ed implacabile malattia, alla famiglia Esnaider ( Madre, Padre, ed i 3 fratelli ) venne a mancare il figlio/fratello " Fernando " : aveva 17 anni - Non esiste dolore e sconforto più grande al mondo di quello che un genitore possa avvertire quando, ahimè, un figlio precede i suoi genitori verso quei " Lidi ", per il momento, a tutti noi sconosciuti, e la " Juventus ", com'era giusto e doveroso che fosse, non mancò di manifestare il suo accorato cordoglio .. La Juventus, attraverso il proprio sito internet ufficiale manifestò la propria vicinanza all'ex calciatore: "Un gravissimo lutto ha colpito Esnaider. L’ex attaccante argentino, alla Juventus dal Gennaio 1999 al Dicembre 2000, piange la scomparsa di suo figlio 17enne Fernando. In questo momento triste, la Juventus è vicina a Juan Eduardo e a tutta la famiglia Esnaider". - il secondo " GRANDISSIMO " calciatore che giunse sotto la " Mole ", come ho già scritto in precedenza, fu il " MITICO " ... IL GIOVIN FENOMENO THIERRY HENRY .. qui nella veste di " CAMPIONE DEL MONDO - 1998 - " - Tratto da " L'Ultimo Uomo " : La prima di Henry è in casa contro il Perugia. Il francese indossa la maglia numero 6 e non si capisce se stona più quel numero da centrocampista su di un giocatore come lui o quel rosso assurdo su sfondo bianco e nero, un cazzotto in un occhio pieno di sangue. È una partita più importante di quello che sembra: la Juve ne ha vinta solo una nelle ultime dieci e Lippi è in bilico. ( N.B. - e ciò, secondo il mio opinabile parere, così come avverrà anche con Ancelotti, che prenderà il posto di Lippi, sta a testimoniare che entrambi gli allenatori, per una ragione e/o per un'altra, non furono in grado di stimare in maniera consona ed appropriata quali fossero le enormi e reali " potenzialità calcistiche " di Thierry Henry - il francese aveva bisogno di " avere campo davanti a sè " e non, invece, d'essere relegato su una " fascia " alternandosi su e giù nel ruolo di " ala " e/o di " terzino " nella fase di contenimento - così come, alla bisogna, snaturandone appieno le sue " doti balistiche ", in una sorta di " 3 - 5 - 2 ", obtorto collo, dovette farsi carico di ricoprire la mansione di " mediano " e/o " esterno di sinistra " di centrocampo che dir si voglia. " THIERRY HENRY E' STATO UN GRANDISSIMO ATTACCANTE - PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI ALL' ARSENAL F.C. - " ) - tant'è che, anni dopo, anche CARLO ANCELOTTI, in una sorta di postuma " Mea Culpa .. Mea Maxima Culpa ", cospargendosi il capo di cenere, avvertì la necessità, anzi, l'obbligo ed il dovere di dichiarare quanto segue ... «Su Henry ho preso una cantonata: lo consideravo un giocatore di fascia, non mi sono accorto che era invece un fortissimo centravanti». 6 - RINALDO MARTINO - - Nato a Rosario ( Argentina ) il 6 Novembre del 1921 - Venuto a mancare il 15 Novembre del 2000 - Mezzala di " gran spessore " sia tecnico che fisico, aveva altresì in dote un'innata predisposizione ad " infrangere i " 7,32 " metri di larghezza ed i " 2,44 metri " di altezza della - porta - altrui. Ahimè, alla " Juventus " rimase per una sola stagione, quella datata .. 1949/50 .. La Juve campione d’Italia: da sin, in piedi, Praest, Manente, Mari, Bertuccelli, Viola, Piccinini; accosciati: John Hansen, Muccinelli, capitan Boniperti, Martino, Parola - ( Martino 33 partite 18 gol - senza contare quelli messi a segno grazie ai suoi pregiatissimi " assist " - tant'è che il soprannome era .. " Zampa di Velluto " .. ) Un versatile/coriaceo/valente/ esplosivo " Mix di giocatori " che costui nel corso di quello che, sia da un punto di vista calcistico, ma soprattutto umano, fu il suo dotto e lungimirante " percorso " sul nostro pianeta, più e più volte ebbe a ribadire ed a confermare che quella " E' forse la Juventus più forte che io abbia a ricordare " - Giampiero Boniperti - ( N.B. - si scrive - GIAMPIERO BONIPERTI - si pronuncia - JUVENTUS F.C. 1897 - ) In campo la squadra si schierava così : VIOLA - BERTUCELLI - MANENTE - MARI - PAROLA - PICCININI - MUCCINELLI - MARTINO - BONIPERTI - JOHN HANSEN - PRAEST - - Martino, da " oriundo " qual era, venne " naturalizzato - italiano " - - " Zampa di velluto " : Qualità e Quantità - Stile/Eleganza/Determinazione - - Due cosce " Ipertrofiche " al servizio dei raffinati e preziosi " input " di una mente, mirabilmente e magistralmente " educata ", per quel che concerne tutto lo scibile che, in un modo o nell'altro, rimandava al " Giuoco del Calcio " . - Nell'immagine di cui sopra, è sul terreno di gioco dello " Stadio di San Siro " mentre è impegnato in una partita di allenamento della Nazionale contro il " Fanfulla " ( che, in quella stagione calcistica, giocava in " Serie B " ) - 30/11/1949 - Londra - Amichevole - Inghilterra vs Italia : 2 - 0 // fu l'unico match " Ufficiale " disputato con la " Maglia Azzurra " in quanto, suo malgrado, a fine stagione fu costretto a tornare in Argentina . - Costretto da chi ? .. penserete voi .. ed io vi rispondo : E me lo chiedete anche ? Da che mondo è mondo chi è che " da sempre " comanda tra le " mura domestiche " e perchè no, anche tra le " mura non domestiche " ? Ca va sans dire ... .. onde per cui .. seppur obtorto collo .. è sempre meglio stare agli " ordini " - Cos'era successo ? Era successo che " Madame Martino ", preda di insanabile e quasi letale " nostalgia ", volle fortissimamente volle lasciare il nostro " Stivale " ( isole comprese ) per tornare tra le agognate ed amate " Pampas Argentine ". 7 - - Milano (Italia), stadio San Siro, 3 settembre 1950. Da sinistra: il centromediano juventino Carlo Parola e il centravanti milanista Gunnar Nordahl s'intrattengono prima del fischio d'inizio dell'amichevole tra AC Milan e Juventus FC (3-6). I due calciatori si riconciliano dopo la sfida di campionato del precedente 5 febbraio a Torino, vinta dagli ospiti con una storica goleada (7-1), e nella quale, il solitamente pacato e corretto Parola, era stato espulso per un fallo di frustrazione su Nordahl. In realtà, il gradissimo CARLO PAROLA , conscio del fatto di aver effettuato un intervento assai rude nei confronti dell'avversario, modo d'agire per lui del tutto inusuale, ancor prima dell'intervento dell'arbitro, si " auto-espulse " da solo e, a capo chino, raggiunse gli spogliatoi . Nonostante il celebre " Gre-No-Li " rossonero, la Juventus era data per favorita. Pronti via .. gol del grande J.HANSEN per i bianconeri .. ma, da lì in poi, fu il buio assoluto ... Nordahl - Gren - Liedholm - Nordahl - Nordhal - Burini - Candiani --- ( dal minuto 15 al minuto 26, incredibile ma vero, il Milan mise a segno 4 gol ) --- ( tra l'altro, proprio in quella giornata, seppur per la sola zona di Torino, per la prima volta in assoluto, in via sperimentale, la " RAI " trasmise la sua prima " Partita di Calcio " . ) Che dire, se non che, per la nostra amata " Vecchia Signora ", non fu di certo un " esordio/battesimo " di cui essere orgogliosi e da tramandare ai posteri. Però, grazie a : 12 Vittorie, di cui, 8 di fila // 2 Pareggi // 1 Sconfitta : Roma - Juve .. 1- 0 // la " Vecchia Signora ", seppur momentaneamente ferita nell' " Orgoglio ", ( quell'ineguagliato ed unico " Orgoglio a Tinte Bianconere " di cui, ahimè, da un po' di tempo a questa parte, sembrano essersi smarrite le Nobili - Ataviche - & - Radicate Coordinate ) con ferrea e tenace determinazione, tornò immediatamente a " Riveder la Luce ". Sulla " Stampa " di Torino, oltre all'analisi della partita da parte di Vittorio Pozzo, venne altresì riportata anche questa notizia : " Per la sconfitta della Juventus, un manuale è impazzito " - e nel sottotitolo ... " L'Ossessionante visione delle fasi della partita .. e .. dopo una notte d'incubo .. il ricovero in manicomio " ( andate a questo link : https://www.storierossonere.it/nordahl-ed-il-manovale-juventino-impazzito/ troverete una ricostruzione assai dettagliata di quanto profondo ed inarrestabile fu il " disagio mentale " di quella persona, persona peraltro nota ai più per alcuni suoi atteggiamenti/comportamenti non proprio in linea con il " Decalogo delle Buone Maniere .. e/o .. Bon Ton .. che dir si voglia . UN CONSIGLIO: ANCHE SE SARETE ESAUSTI PER ESSER GIUNTI FINO A QUESTO PUNTO .. NON PERDETEVELO .. ASSOLUTAMENTE NON PERDETEVOLO - SCOPRIRETE QUANTO LABILE POSSA ESSERE IL CONFINE TRA LA " RAGIONE " .. ED IL .. " DELIRIO " ) - ma, nonostante l'esecrabile .. indecorosa .. scellerata .. " NON - PRESTAZIONE - CALCISTICA " .. frutto, forse, di un distorto e fuorviante sentimento di consolidata " SUPERIORITA' " nei confronti dell'avversario ... IL MORALE DELLA FAVOLA, ALLA FIN FINE, FU IL SEGUENTE ( anche se, è notorio : in ogni " Favola " che si rispetti, prima del " Lieto Fine ", c'è sempre qualche " brano " in cui, un personaggio fosco e losco, ergo, il cattivo e brutto di turno, viene creato ad arte per incutere patema- inquietudine- - angoscia- in coloro che, in maniera più o meno consapevole, avvertono intimo e profondo giovamento nel coltivare e frequentare questo genere di narrazioni ) ... : JUVENTUS - Punti 62 - // MILAN - Punti 57 - // INTER - Punti 49 // JUVENTUS - CAMPIONE D'ITALIA - SCUDETTO N° 8 - - A questo punto ( ammesso e non concesso che qualcuno di voi, sorretto ed accompagnato da ferrea determinazione ed autolesionismo alla massima potenza, sia arrivato " a questo punto " del topic in questione ) vi chiederete : " sì, vabbè, ma che c'entra costui .. .. con la Juve ? " C'entra, eccome se c'entra : in pratica era già un " Giocatore della Juventus " .. ma .. ricapitoliamo che è meglio ... A) " Il ritorno dei calciatori stranieri in Italia : la riapertura delle frontiere " ( Fonte : " Diritto Sportivo " ) Il flusso di giocatori stranieri arrivati in Italia nella prima metà degli anni Venti – principalmente dall’area danubiana e dal Sudamerica – fu arrestato con la chiusura autarchica del calcio voluta dal fascismo . All’indomani del secondo conflitto mondiale gli atleti stranieri ritornarono nel campionato italiano. La corsa al campione straniero «divenne frenetica, configurando l’assurdo di un paese stremato dal conflitto, con un cambio della valuta sfavorevolissimo, e insieme Mecca del calcio migratorio». Era l’avvio di quella che fu chiamata «legione straniera» formata dapprima da svedesi e danesi, poi da sudamericani, inglesi, tedeschi, spagnoli. Inizialmente alle società fu concesso di tesserare due calciatori provenienti da altre Federazioni. Convinti di elevare il tasso tecnico del calcio italiano con l’innesto di elementi di altri Paesi, nel 1947 i dirigenti federali autorizzarono i club ad ingaggiare cinque calciatori stranieri, due dei quali dovevano essere «oriundi», giocatori nati all’estero ma figli di genitori italiani. Nel 1949 la categoria degli «oriundi» venne abolita; ogni società poteva ingaggiare tre stranieri, che passarono a due nel 1952 . Questo succedersi di modifiche normative si interruppe nel 1953 con il cosiddetto «veto Andreotti». In seguito ad una serie di deludenti prestazioni della nazionale, mentre montava la polemica sull’acquisto dei campioni stranieri che impediva la crescita di promesse italiane, l’arrivo di atleti appartenenti ad altre federazioni fu bloccato per iniziativa di Giulio Andreotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. B ) Cominciamo dal danese ... .. JOHANNES PLOEGER .. Il giorno di Capodanno del 1949, Ploeger firmò il contratto con la " Juventus F.C.1897 ", ed il 9 Gennaio scese in campo contro la Lazio, mettendo a segno una rete di pregevole fattura . 16 Partite in tutto - 1 gol : comunque la si metta fu un vero e proprio fallimento. In seguito giocherà per il Novara - per il Torino - per l'Udinese. Nel 1954 smise di giocare e tornò in Danimarca. Dal 1939 al 1948 giocò per il " Frem " : 164 partite - 101 gol. Visto e considerato questo più che rispettabile " score ", naturale in me sorge un dubbio : ai tempi, erano " scarse " le squadre danesi, oppure, in quei 9 anni diede il meglio di sè stesso , ed il Ploger che giunse in Italia era solo un lontano parente di quel giocatore ? Alla fine dell'estate 1948, la Juventus acquistò dal Frem Copenaghen, la rivelazione olimpica John Hansen, il quale consigliò al presidente Gianni Agnelli il connazionale Karl Praest, che con lui aveva entusiasmato ai Giochi di Londra, appena conclusi. Purtroppo, il danese comunicò di non essere disponibile per un immediato trasferimento e, così, la Juventus cambiò obiettivo, pur mantenendosi sul mercato danese, poco costoso e ricco di talenti. Anche il Milan, però, era fortemente interessato a Ploger : la società rossonera appariva, anzi, molto avvantaggiata rispetto ai bianconeri, avendo già inviato a Copenaghen il proprio segretario Giannotti, per far firmare un pre-contratto. Il dirigente milanista convinse Ploeger al passaggio nelle file della sua squadra ed, alla fine di dicembre, il danese si mise in viaggio per l'Italia. Durante il tragitto in treno, a Domodossola, John Hansen incontrò l'ex compagno e gli fece presente che la Juventus era disposta a riconoscergli un ingaggio superiore a quello del Milan. Ploeger nicchiò, consigliato dal suo legale (che, guarda la combinazione, si chiamava Hansen), in attesa degli sviluppi della situazione. Giunto in stazione a Milano, il giocatore trovò il dirigente milanista Busini ed il collega juventino Giordanetti. ( Nota a margine : evidentemente gli " Hansen ", in Danimarca, sono un po' come i " Rossi " in Italia : John Hansen .. & .. Karl Aage Hansen, che non erano fratelli, sono stati validissimi giocatori che indossarono entrambi la " Gloriosa Maglia Bianconera " - ed anche Ploeger pensò bene di farsi tutelare da un " Hansen " che di professione non faceva il calciatore, ma bensì, l' Avvocato ) Tra i due Club si scatenò una battaglia senza esclusione di colpi: Busini offrì una cifra notevole (25 milioni), la Juventus rilanciò alzando il tiro di cinque milioni. Il Milan, irretito per l'indebita intrusione, in realtà perfettamente legale, dato che non esisteva ancora un impegno scritto, abbandonò l'asta, lasciando campo libero ai rivali. A quel punto, con l'intento di non ingenerare astio ed ostilità nei confronti del - Club Rossonero - e per mantenere e ricomporre " rapporti cordiali " con il Milan, ad intervenire in " prima persona " fu proprio Gianni Agnelli che, per accelerare i tempi, mise di mezzo anche coloro che gestivano l'immagine del marchio " FIAT " in Svezia. Tra l'altro, la società bianconera comunicò ai colleghi milanesi di aver ricevuto dalla Svezia un messaggio di Gunnar Nordahl, centravanti del Norrköping e della Nazionale gialloblu, il quale offriva i suoi servigi alla Juventus. Tradotto : Sarebbe bastato un " O.K. " ed il " Grandissimo Nordhal " avrebbe indossato la " Maglia Bianconera ". Vista e considerata l'eccelsa " rosa " di quella Juventus, per almeno 4/5 anni di fila la - Vecchia Signora - avrebbe potuto " vincere .. anzi .. stravincere " senza ombra di dubbio alcuno . Il tutto avvenne per un presunto sgarbo che, per eccesso di stile e signorilità, fece sì che si venissero a creare i presupposti affinchè il famoso pompiere ( dalle nostre parti ribattezzato con l'appellativo di " Bisonte " ) anzichè prender dimora sotto la " Mole ", sponda bianconera, si ritrovò a prendere domicilio sotto la " Madunina ", sponda rossonera . Nel cambio, e non vi è ombra di dubbio alcuno che così sia stato, a guadagnarci furono i rossoneri. GUNNAR NORDAHL, infatti, si dimostrerà uno dei più forti attaccanti stranieri che abbia mai calcato i nostri campi di gioco. Va da sè che, con quella anomala trattativa/riconciliazione calcistica tra i due club, quello che rimase " Con il cero in mano " fu il club bianconero, mentre, a trarne " MAGGIORISSIMISSIMO GIOVAMENTO " ( superlativo - super assoluto ) fu il club rossonero. I PRIMI 4 MARCATORI DELLA " SERIE A " - A GIRONE UNICO - A PARTIRE DAL 1929 - SONO : A) SILVIO PIOLA - Reti 274 - Presenze 537 - Media gol a partita : 0,51 - Anni 1929/1943 // 1946/1947// 1948/1954 // N.B. - 2 Stagioni alla Juventus : Divisione Nazionale 1945/46 - Campionato 1946/47 - N.B. - Calciatore che ha al proprio attivo presenze e reti anche in campionati non considerati nell'elenco (tornei nazionali non disputati a girone unico fino al 1928-1929, Campionato Alta Italia 1943-1944 e Divisione Nazionale 1945-1946). N.B. - Nonostante un " Palmarès " di simile e pregiatissimo spessore, incredibile ma vero, non riuscì mai a cucirsi sul petto l'agognato scudetto. B) Seguono : - GIUSEPPE MEAZZA ( Reti 263 -// Presenze - 443 // Media gol a partita : 0,60 ) - - FRANCESCO TOTTI ( Reti 250 -// Presenze - 619// Media gol a partita : 0,40 ) - - GUNNAR NORDAHL ( Reti 225 -// Presenze - 291// Media gol a partita : 0,77 ) - Media gol più prolifica in assoluto - - Tratto dal sito " Maglia Rossonera " ... - Il periodo che va dal 1954 al 1957 fu in assoluto uno dei più bui della " Storia Bianconera ". La Juventus si era infilata in una sorta di " Cul de Sac " e, purtroppo, non riusciva a " Ritrovar la Luce ". Nell'Estate del 1956 fece un tentativo per portare Nordahl a Torino .. ma .. il tentativo andò a vuoto . Il giocatore svedese aveva già firmato un compromesso con la " Roma " : dalla " Madunina " passò sotto la tutela " Der Cuppolone " ... (dal "Corriere dello Sport", estate 1956) - Insomma, si vede che era proprio " Destino " che, per una ragione e/o per un'altra, Gunnar Nordahl non dovesse indossare la maglia bianconera. - A Roma disputò 2 Campionati : 1956/57 - & - 1957/58 /// 34 partite in tutto - 15 gol - Ormai, l'età cominciava a farsi sentire .. e soprattutto .. gli mancavano gli " ALTRI DUE " e cioè : GREN ( che passò alla Fiorentina nel 1953 ) & LIEDHOLM .. quelli del celeberrimo " GRE - NO - LI ". Nella Capitale ricopri anche il ruolo di allenatore : A) Campionato 1957/58 : all'11a giornata subentrò all'inglese Alfred Stock B) Campionato 1958/59 : Esonerato alla 7a giornata - Ulteriore curiosità : anche due suoi fratelli giocarono nella nostra " Serie A " ... e cioè ... A) Bertil Nordhal - dal 1948 al 1951 B) Knut Nordhal - dal 1950 al 1952 C) Seppur non nel nostro Campionato, altri " Nordhal " diventarono giocatori professionisti : - gli altri due " fratelli gemelli " di Gunnar, e cioè, Gosta & Goran, ed il figlio Thomas che arrivò anche ad indossare la maglia della " Nazionale Svedese ". D) Gunnar Nordhal fu capocannoniere della " SERIE A " in 5 Campionati - Nota a margine : nel 1950/51 Nordahl vinse il suo " 1° Scudetto " con la Maglia del Milan ( ne vincerà un altro nel 1954/55 - un'annata scialba e anonima quella della Juve ) - Quello del 1950/51 fu il " 4° Scudetto " vinto dai rossoneri, e ciò avvenne dopo ben " 44 ANNI " dalla vincita del " 3° Scudetto " quello del " 1907 " ( quasi " Mezzo Secolo " per portare a casa un altro titolo di " Campione d'Italia ". Meditate " fratelli bianconeri " come, a volte, tutti noi, io compreso, siamo fin troppo severi ed intransigenti nel criticare .. ma soprattutto .. screditare i periodi di " non - performances " della nostra amata Juve . ) Che poi, a pensarci bene, quello del 1950/51 non fu il " 4° Scudetto " .. ma bensì .. il " 3° Scudetto : 1901 0K - 1907 OK - 1906 UNA VERA E PROPRIA FARSA - L'ALLORA " FEDERAZIONE ITALIANA FOOTBALL " - NOTA CON L'ACRONIMO DI " F.I.F " - ANTESIGNANA DELLA " F.I.G.C. " - NEL 1906 DECISE DI FAR DISPUTARE LO SPAREGGIO DECISIVO PER l'ASSEGNAZIONE DELLO SCUDETTO TRA " JUVENTUS & MILAN " SUL .. UDITE UDITE .. " CAMPO NEUTRO DI MILANO "- NONOSTANTE LE RETEIRATE PROTESTE DEL CLUB BIANCONERO NON VI FU VERSO DI RISTABILIRE BUON SENNO & GIUSTIZIA : DI FRONTE A TALE INCONGRUA ED ASSURDA DECISIONE LA " JUVENTUS F.C. 1897 " DECISE DI NON PRESENTARSI - - Se siete arrivati sin qui, oltre che a calorosamente Ringraziarvi, non posso e non debbo assolutamente esimermi dall'affermare e dal confermare che il vostro " percorso " in questo topic è stato da VERI & TENACI JUVENTINI Grazie a tutti, nessuno escluso - Buon proseguimento a tutti voi ed alle vostre famiglie - Stefano ! P.S. - mi è appena giunta quella che dovrebbe essere una " Fake News " : pare ci sia una squadra del nostro campionato, una squadra la cui divisa da gioco è a " Tinte Nerazzurre ", che si sia arbitrariamente arrogata il diritto di aggiungere una " " seconda stella sulla propria maglia - Dando per scontato che non si tratti di " Atalanta e/o Pisa " .. un' idea io l'avrei .. ma senz'altro mi sbaglio .. non può essere vero .. non possono essere loro .. trattasi di un " Club Calcistico " troppo a modo .. a meno che non siano quelli che ..... A ) Nel 1910 vinsero il loro primo scudetto rifiutandosi di accettare la richiesta di rinvio della " Pro Vercelli " del match di spareggio che avrebbe deciso chi avrebbe potuto fregiarsi del titolo di " Campioni d'Italia " - Proprio in quella data la " Pro Vercelli ", i cui giocatori per la maggior parte erano " militari di leva ", dovevano attendere ad un altro pregresso impegno .. e cioè .. disputare un match di un " Torneo Militare " noto con l'appellativo di " Coppa della Regina " - Quei nerazzurri, da veri sportivi qual'erano, si rifiutarono di concedere il loro assenso. Sic stantibus rebus .. per protesta la " Pro Vercelli ", vincitrice dei due campionati precedenti, mandò in campo una squadra di ragazzini dagli 11 ai 14 anni - Gli eroi nerazzurri vinsero per " 10 a 3 " - B ) Nel 2006 fu a loro assegnato un meritatissimo " Scudetto di Cartone " C ) Onde per cui : 20 - 2 = 18 D ) Senza scordare che la " Farsa " del 2006 per diversi anni condizionò con accezione negativa lo svolgimento e la regolarità di altri campionati .. tant'è che quei " nerazzurri " .. in maniera indebita aggiunsero ben 4 scudetti di fila nel loro " TAROCCATO PALMARES " E ) Sì, ma io resto convinto, che non sono i " nerazzurri " che tutti pensano : sono troppo, ma veramente troppo bravi, ma ..soprattutto .. " ONESTI " ..
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    Quanti alibi.... nessun odio, solo imbarazzo e disgusto dopo 15 partite non vinte, ridicolizzati anche dalla salernitana retrocessa, dopo 3 anni di nulla totale. Con una rosa con 14 nazionale. Eddai.
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    Ma cosa deve rovinare ? Che è un orrido pigiama anni 70/80 ....ma per favore. Speriamo gli appiccichino di tutto , tanto peggio di così è impossibile.
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    Mi sono permesso di eliminare la parte superflua
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