Cerchiamo di non fare i rosiconi o i tifosotti provinciali da bar sport.
Abbiamo un giocatore fantastico, il primo tennista italiano ad essere numero uno nella storia del tennis; un ragazzo che spazza via tutti gli stereotipi stantii dell’italianuzzo furbetto e inaffidabile, mostrando al mondo la più bella immagine del made in Italy.
Dall’altra parte c’è un talento epocale, inutile sminuirne la grandezza assoluta; in quarant’anni che seguo il tennis e ci gioco, non ho mai visto nessuno combinare fisicità, tecnica, intelligenza ed estro geniale come lui; nessuno, e me li ricordo bene tutti, i più grandi.
Il che non significa che sarà il migliore, il più vincente o che non possa perdere (e non solo da Sinner), ma solo che siamo di fronte ad un fenomeno al cospetto del quale ci si può solo togliere il cappello, ammaliati dal suo tennis brillante e, nei momenti di picco, irresistibile.
Ci regaleranno tante sfide incredibili; fin dalla prossima, solo in finale, con la coppa in palio, il palcoscenico adeguato a due straordinari figli degli dei del tennis come loro.
Ci divertiranno a lungo, anzi: ci entusiasmeranno; e trarranno ispirazione, stimoli e leggittimazione reciproca uno dall’altro.