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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione 21/07/2024 in tutte le aree

  1. 21 punti
    Fabio Ravezzani, direttore di TeleLombardia, ha commentato sul suo profilo X ufficiale la crisi di DAZN che sta portando al licenziamento di numerosi colleghi giornalisti. Ecco le sue dichiarazioni: "Le disdette juventine a Dazn hanno pesato. Non so quanto, ma hanno pesato. In generale solo uno stupido può pensare che il calcio possa fare a meno di squadre come Juve, Milan, Napoli, Roma e Lazio. Ma, si sa, il mondo è pieno di stupidi e di pochi delinquenti che li ammaestrano."
  2. 14 punti
    al netto delle solite battute (monotone in quanto ripetute in loop in ognidove) sul calciatore in questione, ha ragione! Fine.
  3. 13 punti
  4. 13 punti
    Disdire. O non abbonarsi. Io non pago tutti quei soldi. Mi dispiace.
  5. 12 punti
    Mi dispiace per chi ha perso il lavoro, ma spero che i prossimi ad andare a ramengo siano i veri mandanti. Fiero di aver disdetto dal 2021.
  6. 10 punti
    E fu così che dopo la sua secca smentita, per dimostrare che le voci erano infondate, tentò uno scatto di corsa e perse una rotula dopo 10 metri. 😅 Al di là delle battute… Vabbè De Sciglio giustamente per una volta che non è infortunato si potrà incazzà se vogliono farlo infortunare per forza.
  7. 3 punti
  8. 3 punti
    Sono anni che hanno fatto del calcio (che dovrebbe essere un passatempo), una roba tossica , e' dai tempi del berlusca con le sue trasmissioni che buttano * sulla Juve, io ho disdetto tutto ben prima del 2006, schifato da un sistema che si delegittima da solo, e i risultati si stanno vedendo con la nazionale. Io mi voglio divertire a vedere una partita, non a farmi il sangue amaro
  9. 3 punti
    Ho disdetto tutto 18 anni fa, in quanto tuttora leggermente "turbato" per i 2 scudetti vinti sul campo e scippati da quei "galantuomini" Spero che arrivi presto il giorno in cui sarà fatta tabula rasa di quel lurido letamaio E spero che la Superlega sia operativa al più presto, allora sì che saremo davvero liberi
  10. 3 punti
    Pulcinella inutili. Avete sentito un coro contro qualcuno alla Continassa? No, solo cori sulla Juve anche quando sono andati i gruppi organizzati. Ossessionati, sfigati, perdenti che si sentono in competizione con chi è anni luce avanti per storia, blasone, civiltà. Noi non li vediamo neanche.
  11. 2 punti
  12. 2 punti
    Il panorama del calcio europeo (e mondiale) ha raggiunto un punto di non ritorno: una trasformazione monumentale, se pensiamo ad una trentina di anni fa. Questo cambiamento è guidato dalle crescenti disparità finanziarie tra i club, dalle controverse decisioni della UEFA e della FIFA e da una struttura di governance contraddistinta dalla corruzione. Mentre i club vedono una Superlega europea come una sorta di toccasana finanziario, i sostenitori affrontano una lenta perdita dei valori tradizionali del calcio. In questo topic vorrei esaminare i fallimenti di governance della UEFA e della FIFA, le motivazioni finanziarie dietro la Superlega e le potenziali conseguenze per questo sport. Nascondersi con l'ipocrisia - La Superlega esiste già: La UEFA è stata fondata nel 1954 con l'obiettivo principale di promuovere e sviluppare il calcio in tutta Europa. La FIFA, fondata nel 1904, ha un mandato più ampio che comprende la governance globale del calcio. Inizialmente, entrambe le organizzazioni si concentravano sullo sviluppo dello sport, il fair play e l'organizzazione delle competizioni. Tuttavia, la commercializzazione del calcio, in particolare dagli anni '90, ha alterato significativamente i loro ruoli. L'introduzione di broadcasting rights, sponsorizzazioni e opportunità sempre più onnipresenti di merchandising ha trasformato il calcio in un'industria multimiliardaria. Questo cambiamento ha spinto la UEFA e la FIFA a dare priorità alle entrate lucrative, spesso a spese dell'integrità dello sport e degli interessi dei supporter sempre più messi da parte ed utilizzati come pedine. Le disparità finanziarie tra i club di calcio si sono ampliate drammaticamente negli ultimi decenni. I grandi club beneficiano sempre più delle entrate "secondarie", essenzialmente quelle descritte nel paragrafo precedente, generando un gap sempre più ampio con i piccoli club. La UEFA e la FIFA promuovono attivamente lo slogan "lo sport è per tutti" e incentivano (a parole) l'equilibrio competitivo, essenziale per la sostenibilità dello sport, ma in realtà hanno alimentato per decenni un sistema che favorisce i grandi club a discapito dei piccoli. Questo ha portato a un divario economico ormai insormontabile. Il calcio sta inevitabilmente seguendo questa direzione, e ciò che fa più male è l'ipocrisia di chi dovrebbe garantire equità. L'avvento della televisione satellitare negli anni '90 ha rivoluzionato ancora di più il calcio. L'accordo che la Premier League inglese prese con Sky Sport nel 1992 stabilì essenzialmente un precedente per i diritti tv che andranno ad influenzare direttamente qualsiasi federazione nazionale, aumentando significativamente le entrate per i grandi club. Gli accordi di sponsorizzazione hanno ulteriormente potenziato la robustezza finanziaria dei club d'élite. La disparità delle entrate tra i grandi club e quelli più piccoli ha creato uno squilibrio competitivo. Club come Real Madrid, Barcellona, Manchester United e Bayern Monaco generano enormi entrate commerciali, permettendo loro di attrarre i migliori talenti e investire in strutture all'avanguardia. Al contrario, i club più piccoli faticano a tenere il passo, sia dentro che fuori dal campo. Di fronte a questo scenario, è inutile nascondersi dietro slogan populisti e privi di senso. È evidente che i grandi club mirano a generare il maggior profitto possibile e a garantire la loro partecipazione costante alle grandi competizioni. La loro priorità è massimizzare le entrate e consolidare la loro posizione di dominanza nel panorama calcistico mondiale, anche se ciò avviene a discapito dell'equità e della competitività globale del calcio. Di fronte a tutto questo, come si può negare che una sorta di Superlega esista già? Basta guardare ai diritti televisivi, alle montagne di magliette vendute in tutto il mondo, e agli sponsor che ormai comprano perfino un angolino di spazio sulla spalla delle divise pur di generare entrate. Certo, non si chiama ufficialmente Superlega e non si gioca come un torneo a parte, ma di fatto, i grandi club e chi governa il calcio l'hanno voluta così. Pensateci: i diritti tv portano una valanga di soldi che finiscono, in percentuale, sempre più ai grandi club. E poi ci sono gli accordi di sponsorizzazione che sembrano non finire mai, con le aziende pronte a pagare cifre folli pur di vedere il loro logo addosso ad una maglietta. È un business gigantesco, e a chi importa se i club più piccoli fanno fatica a sopravvivere? La verità è che una Superlega esiste già nel modo in cui girano i soldi nel calcio e come i club d’élite dominano il panorama calcistico. Non sarà una Superlega ufficiale con partite settimanali tra i top club, ma la realtà dei fatti ci dice che il divario è già enorme. E diciamocelo, i grandi club vogliono partecipare sempre alle grandi competizioni, vogliono sempre più soldi, e sono disposti a tutto pur di rimanere al vertice. E poi c'è una sorta di surrealismo comico incredibile: quelli che dal 2021 si sono eretti a difensori del popolo calcistico, a paladini della giustizia sportiva, sono gli stessi che hanno costruito questa Superlega invisibile. Non vogliono una lega chiusa, certo, ma stanno bene attenti a non aprire le porte a situazioni in cui i grandi club possano non apparire (espansione dei tornei, dice nulla?) Insomma, i tifosi dovrebbero aprire gli occhi e vedere le cose come stanno: il calcio di oggi è un business, e i grandi club sono le multinazionali di entertainment. UEFA e FIFA: è giunta l'ora di un reset? Nonostante siano classificati come organizzazioni non profit, la UEFA e la FIFA operano in modi che danno priorità alle entrate. Il loro focus sulla massimizzazione delle entrate attraverso tornei espansi e partnership commerciali è in conflitto con la loro missione dichiarata di promuovere e sviluppare il calcio a tutti i livelli. Sia la UEFA che la FIFA generano entrate significative ospitando grandi tornei come la Champions League e la Coppa del Mondo. Ad esempio, la Coppa del Mondo del 2018 ha generato oltre 6 miliardi di dollari di entrate. Tuttavia, la distribuzione di questi fondi è stata criticata per la mancanza di trasparenza. L'espansione della Champions League e della Coppa del Mondo, nonché l'introduzione della Nations League, sono esempi di decisioni guidate da interessi commerciali. Queste espansioni aumentano il numero di partite, generando così maggiori entrate da trasmissioni e sponsorizzazioni, ma, oltre a contribuire alla fatica dei giocatori, diluiscono sempre più la qualità delle competizioni che stanno diventando sempre più una sorta di blobba inguardabile fino alle fasi finali. L'afflusso di investimenti da parte di aziende di proprietà statale, in particolare dall'Arabia Saudita, ha ulteriormente distorto il panorama calcistico-finanziario. L'incapacità della UEFA e della FIFA di regolamentare questi investimenti ha esacerbato nuovamente la disparità tra i club. Manchester City e Paris Saint-Germain sono esempi emblematici di club che beneficiano di investimenti di proprietà statale. Il Manchester City è di proprietà dell'Abu Dhabi United Group, mentre il PSG è sostenuto dal Qatar Sports Investments. Questi club hanno speso cifre assurde per acquisti di giocatori e infrastrutture, sfruttando le loro vaste risorse finanziarie per dominare le competizioni domestiche ed europee. La UEFA, in risposta, ha introdotto una serie di regolamenti per promuovere la stabilità finanziaria dei club e la competizione equa tra tutti (il famoso FFP). Tuttavia, questi regolamenti sono stati criticati per essere inefficaci, deboli e applicati in modo selettivo. Il Manchester City, ad esempio, è riuscito a vincere in appello un divieto di due anni dalle competizioni europee per violazione delle regole FFP, sollevando interrogativi sulla robustezza dei regolamenti. Tifosi o pedine? La commercializzazione del calcio ha portato a un aumento significativo dei prezzi dei biglietti, rendendo la partecipazione alle partite sempre meno accessibile per i tifosi. Il prezzo medio dei biglietti per le partite della Premier League, ad esempio, è aumentato notevolmente negli ultimi due decenni. Ad esempio, il prezzo medio di un biglietto di ingresso è aumentato fino al 700-1000% in alcune circostanze. Nel 2014, il prezzo medio di un abbonamento stagionale per un club di Premier League era di circa £526, con un aumento del 6,5% rispetto agli anni precedenti. Il Nottingham Forest ha registrato l'aumento del 20% (media a biglietto) per la stagione 2023-2024. Gli abbonamenti del Fulham per la medesima stagione sono aumentati drammaticamente del 18%, rendendolo uno degli incrementi più alti del campionato. Da notare che i costi per ospitare le partite in alcuni casi sono aumentati del 40% dal 2018 (Manchester United) contribuendo all'aumento dei prezzi dei biglietti. La frammentazione dei diritti tv su più piattaforme ha portato i tifosi a dover sottoscrivere più servizi per guardare le loro squadre preferite. Questo non solo aumenta i costi per i tifosi, ma complica anche l'accesso alle partite in diretta. I club danno sempre più priorità agli interessi commerciali, spesso a spese dei loro tifosi. L'introduzione di terze maglie, i frequenti cambiamenti nei design e le strategie di marketing aggressive sono esempi di come i club sfruttano la fedeltà dei tifosi per guadagni finanziari. La Superlega, una via di fuga Per i club, una Superlega offre entrate prevedibili e stabili, riducendo la dipendenza da profitti basati sulla variabilità delle prestazioni. Questa stabilità finanziaria è allettante in un ambiente economico sempre più volatile. Una Superlega garantirebbe ai club partecipanti entrate significative dai diritti di trasmissione, dagli accordi di sponsorizzazione e dalle partnership commerciali. Questa sicurezza finanziaria permetterebbe ai club di pianificare investimenti a lungo termine e ridurre le incertezze finanziarie associate alle competizioni tradizionali. Una Superlega vedrebbe inoltre continue partite tra i club d'élite d'Europa, offrendo ai tifosi calcio di alta qualità su base costante. Questa competizione è vista come un modo per risvegliare l'interesse in uno sport che alcuni credono sia diventato stantio a causa della prevedibilità dei campionati nazionali e della Champions League. La concentrazione di club d'élite in una Superlega garantirebbe presumibilmente calcio di alta qualità, attirando pubblico globale e massimizzando le opportunità commerciali, posizionando il calcio come un prodotto di intrattenimento mondiale tutto l'anno. Questo fatto migliorerebbe le entrate commerciali e migliorerebbe il profilo dello sport in tutto il mondo. E i tifosi? La formazione di una Superlega minaccia di sbriciolare le ricche tradizioni dei campionati nazionali e delle rivalità storiche, che sono parte integrante della cultura di questo sport. La Superlega inoltre probabilmente minerebbe l'importanza dei campionati nazionali, relegandoli a uno status secondario. Il focus sui mercati mondiali potrebbe alienare i tifosi locali, che sentono una forte connessione con la storia e la comunità dei loro club. Questo spostamento verso un modello commerciale globalizzato minaccia di minare il legame tra club e tifosi. Tanti sostenitori hanno opposto fermamente la Superlega, vedendola come un progetto a scopo di lucro che ignora le tradizioni e i valori dello sport. Proteste e boicottaggi sono stati organizzati dai gruppi di sostenitori in tutta Europa, sottolineando il legame profondo che i tifosi hanno con i loro club e la struttura calcistica esistente. La UEFA, la FIFA e le associazioni nazionali hanno condannato fermamente la Superlega, minacciando di bandire i club partecipanti e i giocatori dalle loro competizioni. Ceferin ha descritto la Superlega come un "progetto cinico" guidato dall'avidità. Ma cosa c'è di diverso rispetto a quello che vediamo quest'oggi? Possibili alternative Una riforma completa della UEFA e della FIFA è necessaria per ristabilire la fiducia e l'equità nel calcio europeo. Le riforme della governance dovrebbero concentrarsi sulla trasparenza, sull'orientamento minimo al profitto e sul mettere i club e i tifosi al centro del processo decisionale. L'implementazione di robuste misure di trasparenza, come dichiarazioni finanziarie pubbliche e verifiche indipendenti, potrebbero aiutare a ristabilire la fiducia nella UEFA e nella FIFA. Inoltre, l'istituzione di meccanismi di responsabilità chiari migliorerebbe gli standard di governance. Riformare la UEFA e la FIFA per operare con un orientamento minimo al profitto garantirebbe che le entrate siano reinvestite nello sviluppo dello sport piuttosto che accumularsi nelle proprie casse. Questo approccio allineerebbe le loro operazioni con la loro missione originale di promuovere e sviluppare il calcio. Rafforzare le regolamentazioni finanziarie, l'esclusione degli investimenti di proprietà statale, può aiutare a far tornare il calcio più equo e garantire una competizione sostenibile. L'introduzione di tetti salariali e limiti alle commissioni di trasferimento limiterebbe la disparità finanziaria tra i club e promuoverebbe una competizione più equa. Queste misure impedirebbero ai club di spendere eccessivamente per acquisizioni di giocatori e stipendi, favorendo la stabilità finanziaria. Incoraggiare i club ad adottare modelli finanziari sostenibili che diano priorità alla stabilità a lungo termine rispetto ai guadagni a breve termine è cruciale per il futuro dello sport. Questo include spese responsabili, investimenti nello sviluppo giovanile e impegno comunitario. Investire nello sviluppo giovanile può fornire ai club un flusso costante di talenti, riducendo la dipendenza da trasferimenti costosi. Accademie di successo, come quelle di Ajax e Barcellona, dimostrano i benefici a lungo termine di coltivare talenti locali. Conclusione: Il calcio europeo e mondiale si trova di fronte a una crisi di identità e valori. La crescente disparità finanziaria, le decisioni controverse e una governance corrotta stanno trasformando il panorama calcistico in un business multimiliardario, spesso a scapito dei tifosi e dei valori tradizionali dello sport. La Superlega è solo l'ultimo sintomo di un sistema che privilegia il profitto rispetto all'integrità e alla competitività. Per preservare il futuro del calcio, è necessaria una riforma radicale delle organizzazioni governative come UEFA e FIFA. E voi, dove vedete questo sport? Credete che sia possibile trovare un equilibrio tra interessi commerciali e valori culturali e comunitari? Come tifosi, quale futuro immaginate per il calcio?
  13. 2 punti
    Beh era l'ora che il mondo del calcio in TV subisse una crisi profonda. Quando guardi una partita c'è già il telecronista che rompe i cabasissi già di per sè, poi il commentatore a fianco (tipo Adani) che scartavetra le palle a spiegare il calcio come se tutti noi fossimo degli idioti, poi il giornalista a bordocampo che deve dirci chi verrà sostituito e leggere fra le righe il labiale dell'allenatore: risultato 3 scansafatiche per commentare una partita
  14. 2 punti
    Disdire sempre. Non comprare i giornali. I tifosi juventini non dovrebbero dare una lira a questo calcio malato e spendere solo in gadget che danno soldi alla Juve, niente trasferte ma solo Stadium. Morte alla figcese.
  15. 2 punti
    Più si tiene duro a non abbonarsi e più saranno costretti ad alzare i prezzi e alla fine il giocattolino si romperà definitivamente... finalmente. Ma lo hanno voluto loro eh... e quindi io non mi sento in colpa per nessuno nemmeno per gli addetti ai lavori che ci rimettono ! Anche per il fatto che NESSUNA delle eventuali "vittime" ha mai detto una sola parola in nostra difesa... per la mega "porcata" che ci hanno fatto l'anno scorso !!! N E S S U N O Z E R O Contenti loro...
  16. 2 punti
    Disdire fino a farli morire !!! Io non dimentico e non perdono! Hanno superato la soglia dello schifo assoluto.
  17. 2 punti
    L'ho sostenuto per mesi: la protesta delle disdette è stata molto efficace. Le disdette successive al 19 gennaio sono state oltre 615.000, secondo gli investitori pubblicitari (numero di spettatori persi diviso 3, visto che qualche abbonato guardava la partita da solo e altri in compagnia). Durante gli incontri tra agenzie pubblicitarie e Sky e Dazn, questi numeri sono stati ufficiosamente confermati dai broadcaster. Lo affermo pubblicamente e spero tanto che qualcuno di Dazn o di Sky mi dica che ho torto, così sarà divertente confrontarsi numeri alla mano.
  18. 2 punti
    La mafigc deve fallire. Si comincia dalle TV. Mai più una lira fin quando resteranno certi personaggi a comandare!
  19. 2 punti
  20. 2 punti
    Dazn ha smesso di vedere il colore dei miei soldi il 15 febbraio 2023 dopo che giorno 20 gennaio li ho chiamati e ho disdetto mandandoli affanc.... ovviamente con educazione
  21. 2 punti
    Si, lho sentito in tv, in diretta. E sinceramente ho sempre avuto la convinzione che avrebbe detto questo alla prima occasione. Conte ha tanti difetti ma resta un gobbo vero.
  22. 2 punti
  23. 2 punti
    Il Pio Albergo Trivulzio, per chi non lo ricordi, è il luogo storico in cui fu accesa la miccia della devastante bomba di Tangentopoli. Un politico fu colto in flagrante mentre incassava una tangente. Dall'episodio prese il via quel ciclopico scandalo che cancellò un'intera classe politica e tutta la Prima Repubblica. Si potrebbe considerare beneaugurante la notizia dell'alloggio...?
  24. 2 punti
    Scarso, moscio, avido, strapagato e secondo me portava anche un po' sfiga.. Che liberazione!
  25. 2 punti
    No, la 10 e' un punto di arrivo, non va data sulla fiducia o sulle prospettive o meglio sul wishful thinking di chi lo vede gia' un campione, si rischia solo di mettere eccessiva pressione al giocatore.
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
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