Conte vive in perenne stato di esaltazione, è il suo carattere. Ora si è montato la testa, vuole essere il taumaturgo di una nazionale agonizzante, si è montato la testa, parla ex cathedra, impartisce lezioni di ampio respiro, fa l'ironico, il sarcastico, pensa di alleggerire il suo dire con risatine isteriche, nel mentre distribuisce bacchettate del tutto gratuite. Saccenteria à gogò. Come nella favola di Jean de la Fontaine 'La rana e il bue', finirà che scoppia. Il pensiero che lo assilla è che non avrà più palcoscenici su cui esibirsi, fino a marzo e questo lo mette in agitazione. Nel merito: gli stage della nazionale saranno possibili solo se, e quando, verrà ridotto da 20 a 18 il numero delle squadre di serie A: rivendicarli ora è puro velleitarismo, un voler mettersi sotto i riflettori, facendo clamore intorno a sé. Pure se con Tavecchio prono e pronto a esaudire i desideri del guru sarà possibile financo ricavare scampoli di tempo da dedicare agli stage. Tanto poi se i giocatori si rompono a lui che gliene frega? (dico Tavecchio)..