Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

Dale_Cooper

Moderatori
  • Numero contenuti

    17.720
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni con più "mi piace"

    25

Tutti i contenuti di Dale_Cooper

  1. Si dividono le strade della Juventus e di Adrien Rabiot. Termina l'avventura in bianconero del centrocampista francese che saluta il nostro Club dopo cinque stagioni. Bianconero dall'estate del 2019, Adrien – nella sua esperienza a Torino – ha vinto uno Scudetto, due volte la Coppa Italia e una volta la Supercoppa Italiana, ma soprattutto ha sempre messo a disposizione dei compagni carisma e impegno. Restando al campo, Rabiot è sempre stato un elemento prezioso in fase di non possesso, ma non solo: nelle ultime due stagioni, infatti, ha incrementato notevolmente anche il suo apporto in zona gol con sedici reti e nove assist, tra tutte le competizioni. Adrien saluta il nostro Club dopo avere raggiunto e superato quota 200 presenze con la nostra maglia, diventando il quinto francese nella storia della Juventus a riuscirci. Per la precisione sono 212 le gare giocate dal centrocampista transalpino con i nostri colori, numero che gli ha permesso di diventare il terzo francese di sempre – al pari di Zinedine Zidane – proprio per numero di apparizioni con la Juventus alle spalle soltanto di David Trezeguet (320 presenze) e Michel Platini (224). Grazie, Adrien, e un grande in bocca al lupo per il futuro! Juventus.com
  2. Il fuorigioco semiautomatico è un'assurdità, una cazzata plateale. Basterebbe toglierlo, chiedere scusa a tutti per aver introdotto una simile vaccata e fare un passo indietro. Ha ridotto qualche errore arbitrale? Va bene, ma resta una colossale idiozia per il modo in cui è stato integrato ed utilizzato. Bastava un minimo di buonsenso per capire che questa trovata è completamente incompatibile con uno sport dove il movimento è al centro di ogni azione. Finché non verranno inseriti dei chip nel pallone per determinare il momento esatto del tocco, continueremo a parlare di frame. E parlare di frame nel calcio è semplicemente da conati di vomito. E poi, ieri questa pagliacciata dovevano farla, altrimenti non sarebbero stati contenti.
  3. Kean: i goal redistribuiti. Quante palate di * mi sono preso ai tempi perché consideravo il tutto di una follia inaudita.
  4. Dale_Cooper

    Come riformare il VAR

    Proposta interessante, che dovrebbe e potrebbe essere testata in campionati minori. Piaccia o no, i "challenge" eventualmente verranno inseriti. Mia idea su come riformare il VAR: Sospenderlo temporaneamente per una o due stagioni nelle maggiori competizioni. È evidente che sia diminuito il numero di errori (soprattutto oggettivi) ma anche evidente che sia un mezzo disastro a livello comunicativo. Ahimè, il VAR ha anche fatto vedere quanto sia essenzialmente scarsa e protagonista la classe arbitrale. Testare quindi i cambiamenti nei campionati minori, correggendo i bug e per aver pronto uno strumento utile e molto meno caotico una volta reintrodotto. Migliorare la comunicazione delle decisioni del VAR agli spettatori tramite i megaschermi e microfoni negli stadi. Rendere pubbliche immediatamente le conversazioni tra arbitri e VAR, come avviene nel rugby, per aumentare la trasparenza. Non ci vuole un genio a capire che un tifoso se non sa cosa sta succedendo diventa polemico e dubbioso. Anche basta con questa segretezza. Gli arbitri gestiscono la correttezza di una gara, il fatto che ci sia trasparenza dovrebbe essere intrinseco. Invece ancora con 'sta segretezza, ma basta. Intensificare la formazione degli arbitri sia in campo che al VAR per assicurare una maggiore uniformità nelle decisioni. Maggiore rotazione tra arbitri sul campo e al VAR per una migliore comprensione dinamica. Limitare il tempo di revisione delle decisioni VAR per minimizzare le interruzioni del gioco. Introdurre un limite di tempo: se, che ne so, entro un minuto non si riesce a trovare il frame, non si riesce a prendere una decisione, rimane quella di campo. Introdurre un numero limitato di challenge per squadra. Riformare il fuorigioco!!! L'attaccante non ha alcun vantaggio ad essere un millimetro in fuorigioco. Chi ha creato questa regola non ha mai visto una partita di calcio e dovrebbe essere multato per una porcheria del genere!!! Non saprei come cambiarla: magari introdurre una sorta di "margine di buonsenso" (20-30cm) che non può essere rivisto al VAR (decisione di campo) oppure che ne so, se l'attaccante e il difensore sono sulla stessa linea o sono molto vicini, il gol dovrebbe essere convalidato, oppure riformulare totalmente la regola del fuorigioco, reintroducendo il fatto che un giocatore sia considerato in posizione di fuorigioco solo se c'è un chiaro vantaggio. Boh, fatto sta che così non è più calcio.
  5. Il panorama del calcio europeo (e mondiale) ha raggiunto un punto di non ritorno: una trasformazione monumentale, se pensiamo ad una trentina di anni fa. Questo cambiamento è guidato dalle crescenti disparità finanziarie tra i club, dalle controverse decisioni della UEFA e della FIFA e da una struttura di governance contraddistinta dalla corruzione. Mentre i club vedono una Superlega europea come una sorta di toccasana finanziario, i sostenitori affrontano una lenta perdita dei valori tradizionali del calcio. In questo topic vorrei esaminare i fallimenti di governance della UEFA e della FIFA, le motivazioni finanziarie dietro la Superlega e le potenziali conseguenze per questo sport. Nascondersi con l'ipocrisia - La Superlega esiste già: La UEFA è stata fondata nel 1954 con l'obiettivo principale di promuovere e sviluppare il calcio in tutta Europa. La FIFA, fondata nel 1904, ha un mandato più ampio che comprende la governance globale del calcio. Inizialmente, entrambe le organizzazioni si concentravano sullo sviluppo dello sport, il fair play e l'organizzazione delle competizioni. Tuttavia, la commercializzazione del calcio, in particolare dagli anni '90, ha alterato significativamente i loro ruoli. L'introduzione di broadcasting rights, sponsorizzazioni e opportunità sempre più onnipresenti di merchandising ha trasformato il calcio in un'industria multimiliardaria. Questo cambiamento ha spinto la UEFA e la FIFA a dare priorità alle entrate lucrative, spesso a spese dell'integrità dello sport e degli interessi dei supporter sempre più messi da parte ed utilizzati come pedine. Le disparità finanziarie tra i club di calcio si sono ampliate drammaticamente negli ultimi decenni. I grandi club beneficiano sempre più delle entrate "secondarie", essenzialmente quelle descritte nel paragrafo precedente, generando un gap sempre più ampio con i piccoli club. La UEFA e la FIFA promuovono attivamente lo slogan "lo sport è per tutti" e incentivano (a parole) l'equilibrio competitivo, essenziale per la sostenibilità dello sport, ma in realtà hanno alimentato per decenni un sistema che favorisce i grandi club a discapito dei piccoli. Questo ha portato a un divario economico ormai insormontabile. Il calcio sta inevitabilmente seguendo questa direzione, e ciò che fa più male è l'ipocrisia di chi dovrebbe garantire equità. L'avvento della televisione satellitare negli anni '90 ha rivoluzionato ancora di più il calcio. L'accordo che la Premier League inglese prese con Sky Sport nel 1992 stabilì essenzialmente un precedente per i diritti tv che andranno ad influenzare direttamente qualsiasi federazione nazionale, aumentando significativamente le entrate per i grandi club. Gli accordi di sponsorizzazione hanno ulteriormente potenziato la robustezza finanziaria dei club d'élite. La disparità delle entrate tra i grandi club e quelli più piccoli ha creato uno squilibrio competitivo. Club come Real Madrid, Barcellona, Manchester United e Bayern Monaco generano enormi entrate commerciali, permettendo loro di attrarre i migliori talenti e investire in strutture all'avanguardia. Al contrario, i club più piccoli faticano a tenere il passo, sia dentro che fuori dal campo. Di fronte a questo scenario, è inutile nascondersi dietro slogan populisti e privi di senso. È evidente che i grandi club mirano a generare il maggior profitto possibile e a garantire la loro partecipazione costante alle grandi competizioni. La loro priorità è massimizzare le entrate e consolidare la loro posizione di dominanza nel panorama calcistico mondiale, anche se ciò avviene a discapito dell'equità e della competitività globale del calcio. Di fronte a tutto questo, come si può negare che una sorta di Superlega esista già? Basta guardare ai diritti televisivi, alle montagne di magliette vendute in tutto il mondo, e agli sponsor che ormai comprano perfino un angolino di spazio sulla spalla delle divise pur di generare entrate. Certo, non si chiama ufficialmente Superlega e non si gioca come un torneo a parte, ma di fatto, i grandi club e chi governa il calcio l'hanno voluta così. Pensateci: i diritti tv portano una valanga di soldi che finiscono, in percentuale, sempre più ai grandi club. E poi ci sono gli accordi di sponsorizzazione che sembrano non finire mai, con le aziende pronte a pagare cifre folli pur di vedere il loro logo addosso ad una maglietta. È un business gigantesco, e a chi importa se i club più piccoli fanno fatica a sopravvivere? La verità è che una Superlega esiste già nel modo in cui girano i soldi nel calcio e come i club d’élite dominano il panorama calcistico. Non sarà una Superlega ufficiale con partite settimanali tra i top club, ma la realtà dei fatti ci dice che il divario è già enorme. E diciamocelo, i grandi club vogliono partecipare sempre alle grandi competizioni, vogliono sempre più soldi, e sono disposti a tutto pur di rimanere al vertice. E poi c'è una sorta di surrealismo comico incredibile: quelli che dal 2021 si sono eretti a difensori del popolo calcistico, a paladini della giustizia sportiva, sono gli stessi che hanno costruito questa Superlega invisibile. Non vogliono una lega chiusa, certo, ma stanno bene attenti a non aprire le porte a situazioni in cui i grandi club possano non apparire (espansione dei tornei, dice nulla?) Insomma, i tifosi dovrebbero aprire gli occhi e vedere le cose come stanno: il calcio di oggi è un business, e i grandi club sono le multinazionali di entertainment. UEFA e FIFA: è giunta l'ora di un reset? Nonostante siano classificati come organizzazioni non profit, la UEFA e la FIFA operano in modi che danno priorità alle entrate. Il loro focus sulla massimizzazione delle entrate attraverso tornei espansi e partnership commerciali è in conflitto con la loro missione dichiarata di promuovere e sviluppare il calcio a tutti i livelli. Sia la UEFA che la FIFA generano entrate significative ospitando grandi tornei come la Champions League e la Coppa del Mondo. Ad esempio, la Coppa del Mondo del 2018 ha generato oltre 6 miliardi di dollari di entrate. Tuttavia, la distribuzione di questi fondi è stata criticata per la mancanza di trasparenza. L'espansione della Champions League e della Coppa del Mondo, nonché l'introduzione della Nations League, sono esempi di decisioni guidate da interessi commerciali. Queste espansioni aumentano il numero di partite, generando così maggiori entrate da trasmissioni e sponsorizzazioni, ma, oltre a contribuire alla fatica dei giocatori, diluiscono sempre più la qualità delle competizioni che stanno diventando sempre più una sorta di blobba inguardabile fino alle fasi finali. L'afflusso di investimenti da parte di aziende di proprietà statale, in particolare dall'Arabia Saudita, ha ulteriormente distorto il panorama calcistico-finanziario. L'incapacità della UEFA e della FIFA di regolamentare questi investimenti ha esacerbato nuovamente la disparità tra i club. Manchester City e Paris Saint-Germain sono esempi emblematici di club che beneficiano di investimenti di proprietà statale. Il Manchester City è di proprietà dell'Abu Dhabi United Group, mentre il PSG è sostenuto dal Qatar Sports Investments. Questi club hanno speso cifre assurde per acquisti di giocatori e infrastrutture, sfruttando le loro vaste risorse finanziarie per dominare le competizioni domestiche ed europee. La UEFA, in risposta, ha introdotto una serie di regolamenti per promuovere la stabilità finanziaria dei club e la competizione equa tra tutti (il famoso FFP). Tuttavia, questi regolamenti sono stati criticati per essere inefficaci, deboli e applicati in modo selettivo. Il Manchester City, ad esempio, è riuscito a vincere in appello un divieto di due anni dalle competizioni europee per violazione delle regole FFP, sollevando interrogativi sulla robustezza dei regolamenti. Tifosi o pedine? La commercializzazione del calcio ha portato a un aumento significativo dei prezzi dei biglietti, rendendo la partecipazione alle partite sempre meno accessibile per i tifosi. Il prezzo medio dei biglietti per le partite della Premier League, ad esempio, è aumentato notevolmente negli ultimi due decenni. Ad esempio, il prezzo medio di un biglietto di ingresso è aumentato fino al 700-1000% in alcune circostanze. Nel 2014, il prezzo medio di un abbonamento stagionale per un club di Premier League era di circa £526, con un aumento del 6,5% rispetto agli anni precedenti. Il Nottingham Forest ha registrato l'aumento del 20% (media a biglietto) per la stagione 2023-2024. Gli abbonamenti del Fulham per la medesima stagione sono aumentati drammaticamente del 18%, rendendolo uno degli incrementi più alti del campionato. Da notare che i costi per ospitare le partite in alcuni casi sono aumentati del 40% dal 2018 (Manchester United) contribuendo all'aumento dei prezzi dei biglietti. La frammentazione dei diritti tv su più piattaforme ha portato i tifosi a dover sottoscrivere più servizi per guardare le loro squadre preferite. Questo non solo aumenta i costi per i tifosi, ma complica anche l'accesso alle partite in diretta. I club danno sempre più priorità agli interessi commerciali, spesso a spese dei loro tifosi. L'introduzione di terze maglie, i frequenti cambiamenti nei design e le strategie di marketing aggressive sono esempi di come i club sfruttano la fedeltà dei tifosi per guadagni finanziari. La Superlega, una via di fuga Per i club, una Superlega offre entrate prevedibili e stabili, riducendo la dipendenza da profitti basati sulla variabilità delle prestazioni. Questa stabilità finanziaria è allettante in un ambiente economico sempre più volatile. Una Superlega garantirebbe ai club partecipanti entrate significative dai diritti di trasmissione, dagli accordi di sponsorizzazione e dalle partnership commerciali. Questa sicurezza finanziaria permetterebbe ai club di pianificare investimenti a lungo termine e ridurre le incertezze finanziarie associate alle competizioni tradizionali. Una Superlega vedrebbe inoltre continue partite tra i club d'élite d'Europa, offrendo ai tifosi calcio di alta qualità su base costante. Questa competizione è vista come un modo per risvegliare l'interesse in uno sport che alcuni credono sia diventato stantio a causa della prevedibilità dei campionati nazionali e della Champions League. La concentrazione di club d'élite in una Superlega garantirebbe presumibilmente calcio di alta qualità, attirando pubblico globale e massimizzando le opportunità commerciali, posizionando il calcio come un prodotto di intrattenimento mondiale tutto l'anno. Questo fatto migliorerebbe le entrate commerciali e migliorerebbe il profilo dello sport in tutto il mondo. E i tifosi? La formazione di una Superlega minaccia di sbriciolare le ricche tradizioni dei campionati nazionali e delle rivalità storiche, che sono parte integrante della cultura di questo sport. La Superlega inoltre probabilmente minerebbe l'importanza dei campionati nazionali, relegandoli a uno status secondario. Il focus sui mercati mondiali potrebbe alienare i tifosi locali, che sentono una forte connessione con la storia e la comunità dei loro club. Questo spostamento verso un modello commerciale globalizzato minaccia di minare il legame tra club e tifosi. Tanti sostenitori hanno opposto fermamente la Superlega, vedendola come un progetto a scopo di lucro che ignora le tradizioni e i valori dello sport. Proteste e boicottaggi sono stati organizzati dai gruppi di sostenitori in tutta Europa, sottolineando il legame profondo che i tifosi hanno con i loro club e la struttura calcistica esistente. La UEFA, la FIFA e le associazioni nazionali hanno condannato fermamente la Superlega, minacciando di bandire i club partecipanti e i giocatori dalle loro competizioni. Ceferin ha descritto la Superlega come un "progetto cinico" guidato dall'avidità. Ma cosa c'è di diverso rispetto a quello che vediamo quest'oggi? Possibili alternative Una riforma completa della UEFA e della FIFA è necessaria per ristabilire la fiducia e l'equità nel calcio europeo. Le riforme della governance dovrebbero concentrarsi sulla trasparenza, sull'orientamento minimo al profitto e sul mettere i club e i tifosi al centro del processo decisionale. L'implementazione di robuste misure di trasparenza, come dichiarazioni finanziarie pubbliche e verifiche indipendenti, potrebbero aiutare a ristabilire la fiducia nella UEFA e nella FIFA. Inoltre, l'istituzione di meccanismi di responsabilità chiari migliorerebbe gli standard di governance. Riformare la UEFA e la FIFA per operare con un orientamento minimo al profitto garantirebbe che le entrate siano reinvestite nello sviluppo dello sport piuttosto che accumularsi nelle proprie casse. Questo approccio allineerebbe le loro operazioni con la loro missione originale di promuovere e sviluppare il calcio. Rafforzare le regolamentazioni finanziarie, l'esclusione degli investimenti di proprietà statale, può aiutare a far tornare il calcio più equo e garantire una competizione sostenibile. L'introduzione di tetti salariali e limiti alle commissioni di trasferimento limiterebbe la disparità finanziaria tra i club e promuoverebbe una competizione più equa. Queste misure impedirebbero ai club di spendere eccessivamente per acquisizioni di giocatori e stipendi, favorendo la stabilità finanziaria. Incoraggiare i club ad adottare modelli finanziari sostenibili che diano priorità alla stabilità a lungo termine rispetto ai guadagni a breve termine è cruciale per il futuro dello sport. Questo include spese responsabili, investimenti nello sviluppo giovanile e impegno comunitario. Investire nello sviluppo giovanile può fornire ai club un flusso costante di talenti, riducendo la dipendenza da trasferimenti costosi. Accademie di successo, come quelle di Ajax e Barcellona, dimostrano i benefici a lungo termine di coltivare talenti locali. Conclusione: Il calcio europeo e mondiale si trova di fronte a una crisi di identità e valori. La crescente disparità finanziaria, le decisioni controverse e una governance corrotta stanno trasformando il panorama calcistico in un business multimiliardario, spesso a scapito dei tifosi e dei valori tradizionali dello sport. La Superlega è solo l'ultimo sintomo di un sistema che privilegia il profitto rispetto all'integrità e alla competitività. Per preservare il futuro del calcio, è necessaria una riforma radicale delle organizzazioni governative come UEFA e FIFA. E voi, dove vedete questo sport? Credete che sia possibile trovare un equilibrio tra interessi commerciali e valori culturali e comunitari? Come tifosi, quale futuro immaginate per il calcio?
  6. Dale_Cooper

    Ufficiale: Cabal è un nuovo giocatore della Juventus

    Personalmente, a me non fa né caldo né freddo, è sempre stato un personaggio da poco, ma capisco perfettamente chi non può proprio vederlo. Ha voluto fare il fenomeno fin dal primo giorno in cui si è accasato all'Inter. Parlare di "famiglia nerazzurra", provocare mezza squadra all'andata con una ranzata da cartellino arancione, sorrisini da finto santo ai fischi. E per non farsi mancare niente, il saltello forsennato durante quel coro imbarazzante. Ma davvero ci stupiamo che i tifosi lo detestino? Asamoah e Vidal sono passati all'Inter senza creare il minimo problema.
  7. ll momento clou della conferenza è sicuramente stato quando Thiago cercava disperatamente il giornalista di Juventus.com in platea
  8. Due domande ha fatto la Gazzetta: la prima su Inzaghi, la seconda sui punti di distacco dall'Inter.
  9. Non penso di aver fatto discorsi catastrofisti sulla Superlega, è solo un punto di vista personale ed ipotetico. Inoltre tutto il post si basa sul fatto che la Superlega sia inevitabile, quanto il mondo del calcio stia spingendo verso questa strada da decenni, e quanto i tifosi debbano accorgersi di questo shift. Concordo che leghe come NBA e NFL hanno prezzi esorbitanti (andando a naso direi che la media a biglietto superi i 100 dollari) ma, soprattuto il baseball, si aggira su prezzi molto più bassi. Dipende da dove vogliamo prendere il paragone però: paragondando l'NBA ad una Champions League vediamo che i prezzi, in media, sono più bassi nel mondo del calcio ma non di troppo, prezzi magari vicini a quelli della NHL. Paragonando invece i prezzi alle leghe nazionali ovviamente risultano molto più bassi nel calcio.
  10. Ciao, sono appunto considerazioni ipotetiche. Per ora diciamo che comparare le leghe americane ad un'ipotetica Superlega riguarderebbe più che altro il sistema (torneo chiuso, semichiuso, ecc.). Riguardo alla fedeltà del pubblico locale, hai ragione nel dire che ci sono frange di tifo molto fedeli nelle leghe americane. Tuttavia, penso che sia difficile fare un paragone diretto con la passione che i tifosi hanno per il calcio in molti paesi, dove il senso di appartenenza alla squadra è molto più radicato. Sulla situazione prezzi mi sono affidato a dati, prendendo in considerazione anche appunto il fatto che con l'aumento per i tifosi ci sono anche gli aumenti dei costi per le squadre che ospitano le partite.
  11. Ciao fratelli, oggi celebriamo un anniversario speciale nella storia della nostra Juventus. Era il 13 luglio del 1971 quando Giampiero Boniperti, leggenda assoluta del calcio e della nostra squadra, assumeva la carica di presidente. Boniperti, simbolo di juventinità pura, incarnava il motto “Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta”. Questa filosofia non era solo uno slogan, un motto, ma il credo che guidava ogni sua decisione, ogni sua strategia, e che ha cementato il suo posto tra le figure più amate e rispettate della nostra storia. Sotto la sua guida, la Juventus ha vissuto anni di gloria e trionfi. Parlare delle vittorie raggiunte durante il suo mandato è come sfogliare un libro di storia calcistica: nove titoli nazionali, tre coppe nazionali, una Coppa dei Campioni, una Coppa UEFA, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa Intercontinentale. Boniperti sapeva scegliere i campioni, sapeva creare squadre vincenti, ma soprattutto sapeva trasmettere a tutti cosa significasse indossare questa maglia. Oltre ai numeri, ci sono le emozioni, i ricordi di un'epoca in cui la Juventus dominava i campi d'Italia e incuteva terrore in tutta Europa. Ricordiamo tutti i grandi campioni che hanno calcato il terreno di gioco sotto la sua presidenza: da Bettega a Platini, da Scirea a Zoff, ogni nome una leggenda, ogni partita una pagina di storia scritta con il sudore e la determinazione che Boniperti stesso incarnava. Boniperti era il cuore e l'anima della Juventus, dimostrando un amore sconfinato e una dedizione totale per la squadra. Gestiva il club con un solo obiettivo: vincere. Anche se poteva sembrare freddo e distaccato, questo atteggiamento rifletteva in realtà quanto ci tenesse alla Juventus e quanto rispettasse la maglia bianconera. Un aneddoto che racconta bene la sua juventinità è legato proprio a Michel Platini: "Boniperti era la Juventus, soprattutto la sua Juventus, era l'uomo azienda, cercava di avere dentro la squadra soltanto gente capace di vincere. Non aveva sentimenti particolari, simpatie o empatie, se si rendeva conto che giocatori anche grandi non erano più utili, nonostante la loro leggenda non si faceva scrupoli. Era un uomo forte e molto freddo, ma capace di accendersi per situazioni di gioco, di vigilia e post partita." Boniperti non era solo un presidente, era un tifoso tra i tifosi, uno di noi. Con la sua passione, ha forgiato una Juventus che non solo vinceva, ma che dominava, che incuteva timore e rispetto, che faceva sognare. Oggi, mentre celebriamo questa data storica, ricordiamo la sua ultima intervista, in cui disse: “La Juventus non è nel mio cuore, è il mio cuore.” Questa frase, cari fratelli, è ciò che dobbiamo portare avanti ogni giorno, soprattutto in questo anno zero, perché essere juventini significa essere parte di qualcosa di più grande, una tradizione di eccellenza, di sacrificio e di vittorie. Essere juventini è il cuore di ognuno di noi. In questa giornata speciale, rendiamo omaggio a Giampiero Boniperti, colui che ha saputo trasformare la sua passione in una storia di successi. E come direbbe lui: forza Juve, sempre e comunque, perché vincere non è importante, è l’unica cosa che conta!
  12. La Copa America 2024 si sta rivelando un'edizione particolarmente controversa e problematica, segnata da una serie di inefficienze organizzative che hanno sollevato numerose critiche da parte di giocatori, allenatori e addetti ai lavori. Tra campi di allenamento al limite dell’utilizzabile e terreni di gioco in condizioni pessime, la gestione della CONMEBOL e degli USA per questo torneo è finita sotto accusa. Questa situazione non fa ben sperare per i Mondiali del 2026, che si terranno proprio in questo Paese e coinvolgeranno un numero esteso di squadre. Condizioni dei Campi di Allenamento e da Gioco: La condizione dei campi è stato un punto dolente che ha portato diversi giocatori ed allenatori a esprimersi pubblicamente durante il torneo. Il CT dell'Argentina, Lionel Scaloni, ha espresso il suo pensiero dopo la partita contro il Canada allo stadio Mercedes-Benz di Atlanta. Scaloni ha descritto il campo come "non adeguato per questi giocatori", criticando la superficie in erba temporanea installata solo due giorni prima del match, il campo "sconnesso" ed "irregolare". Ha sottolineato che gli organizzatori sapevano da mesi delle partite programmate in questo stadio, ma la preparazione tardiva ha portato a un campo mal mantenuto. Le critiche di Scaloni sono state condivise da diversi giocatori, tra cui il portiere Emiliano Martinez e il difensore Cristian Romero, che hanno definito le condizioni del campo un "disastro" e "molto brutte". Anche Vinicius Jr. ha espresso critiche riguardo alle condizioni dei campi durante la Copa America 2024. Dopo la partita del Brasile contro il Costa Rica, ha dichiarato che la qualità dei campi nella Copa America è significativamente diversa rispetto a quella degli Europei 2024, sottolineando che quest'anno le dimensioni dei campi sono state ridotte, il che complica ulteriormente il gioco. Nonostante le lamentele, la risposta della CONMEBOL è stata sorprendentemente polemica. L’organizzazione ha dichiarato infatti che tutti i campi di allenamento e di gioco erano in perfette condizioni, insinuando addirittura che Vinicius Jr. avesse problemi di vista e che Scaloni non dovesse commentare la questione. Minacce e Pressioni su Allenatori e Giocatori: La situazione si è ulteriormente complicata quando sono emerse testimonianze di pressioni e minacce nei confronti degli allenatori e dei giocatori. Marcelo Bielsa, allenatore dell'Uruguay, ha raccontato di un episodio surreale: “I proprietari del campo di allenamento ci hanno detto: ‘Scusateci signori, non potete allenarvi qui. Il campo è inaccettabile.’” dicendo che anche Scaloni ha ricevuto minacce: “Hanno minacciato (Scaloni, ndr) dicendogli: 'Hai già parlato una volta, non parlare più, o ci saranno conseguenze.' Lui stesso dice: 'Ho già detto quello che dovevo dire. Non dirò altro.'" Le minacce non si sono fermate agli allenatori. “I giocatori non possono parlare; tutti sono minacciati. Qual è la minaccia? Dal punto di vista sportivo, è la solita. Cosa faranno? Li sospenderanno?” ha aggiunto Bielsa. La Situazione della Bolivia: Un Caso Emblematico Un caso particolarmente emblematico della disorganizzazione di questa Copa America è quello della Bolivia. La squadra, infatti, non ha avuto un campo vero e proprio dove allenarsi e ha dovuto abbandonare forzatamente un terreno che non era in condizioni per poter continuare l’allenamento. Sempre Bielsa: "Non interessa nessuno perché è la Bolivia, ma hanno dovuto abbandonare un allenamento perché il campo era inutilizzabile." La Finale con Shakira: Un'altra Polemica Come se non bastasse, è stato confermato che Shakira farà una performance tra il primo ed il secondo tempo della finale tra Argentina e Colombia. Si specula che l’intervallo durerà almeno venticinque minuti, il che contrasta con le regole IFAB e FIFA (l’intervallo non deve superare i 15 minuti) a meno di particolari deroghe che non sembrano essere ancora arrivate. La situazione, al momento, potrebbe creare un caso surreale in cui la FIFA possa riconoscere la partita come non ufficiale. Guardando al Futuro: Il Mondiale del 2026 L’ombra di questa disorganizzazione si allunga inevitabilmente verso il futuro. Tra due anni, infatti, questo Paese ospiterà il primo Mondiale con un numero esteso di squadre. Alla luce dei problemi evidenziati durante questa Copa America, è evidente che c'è ancora molto lavoro da fare per arrivare a quell’evento in condizioni ottimali. Speriamo che, almeno per allora, la FIFA e gli USA riescano a evitare gli errori della CONMEBOL e possano offrire un torneo degno di tale nome. Mentre ci prepariamo a lasciare alle spalle questa controversa Copa America, una domanda sorge spontanea: saranno gli Imagine Dragons o i Green Day a suonare durante l’half-time show della finale del 2026?
  13. Perdonate, ho aperto due ampolle di Guinness per lenire l'amarezza incommensurabile derivante dalla cocente disfatta patita dall'Inghilterra per mano di...
  14. Dai prossimi europei dovremmo fare pure la sezione arbitri. Sempre più protagonisti.
  15. Ma chi è 'sto arbitro? Sembra tutto trasandato
  16. C'erano almeno due ammonizioni per gli inglesi nelle azioni precedenti -> ammonisce Van Dijk per proteste. Che palle 'sti arbitri protagonisti.
  17. Xavi Simmons e Gabriel Jesus hanno le espressioni/sopracciglia più tristi del pianeta calcio.
×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.