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Dale_Cooper

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  1. Benvenuti al #VSCafe, lo spazio dedicato agli amanti del calcio giocato, della tattica e, soprattutto, del campo. L'obiettivo di questo spazio è creare un luogo dove i tifosi della Juventus e non solo possano confrontarsi su schemi di gioco adottati durante le partite, il posizionamento e il rendimento dei giocatori in campo, e analisi tattiche approfondite delle partite, sia a caldo che a freddo. L’obiettivo è inoltre quello di creare un ambiente stimolante e sereno, dove ciascuno possa esprimere le proprie idee e analisi, senza essere giudicato o attaccato. Non importa se siete esperti di tattica o semplicemente appassionati (come me ) che vogliono imparare e confrontarsi: qui ogni contributo arricchisce la conversazione ed è il benvenuto. Il rispetto e la pacatezza sono la base per una discussione costruttiva e piacevole. Prima di iniziare, vi invito a leggere e rispettare il regolamento, pensato per garantire una convivenza serena per tutti. Regolamento Generale: Rispetto assoluto: evitiamo insulti, provocazioni e atteggiamenti aggressivi. Qui si discute con calma e rispetto per ogni opinione. Niente off-topic: restiamo concentrati sul tema del calcio giocato. Altri argomenti non sono ammessi per mantenere il focus delle discussioni. Divieto di gatekeeping: nessuno è "più esperto" di altri. Tutte le opinioni sono benvenute e meritano attenzione. No a ripicche e questioni personali: non usiamo il forum per risolvere dissapori personali o per riaprire vecchie polemiche. Evitiamo il necroposting: non riportiamo in vita post vecchi e topic chiusi. Concentriamoci su argomenti attuali e rilevanti. Argomentazioni chiare e civili: ogni opinione deve essere supportata da motivazioni concrete. Esporre le proprie idee con rispetto e chiarezza facilita il dialogo. Ascolto attivo: non interveniamo solo per dire la nostra. Prendiamoci il tempo di leggere e comprendere i punti di vista degli altri. Rispetto dei moderatori: self-explanatory. Focus sul gioco: parliamo di schemi, tattiche e prestazioni sul campo. Il resto lasciamolo fuori.
  2. Sì, ma il punto non è necessariamente sugli allenatori o sul risultato finale. Ogni situazione va contestualizzata ovviamente, e spesso si parla di percorsi che hanno avuto momenti di forte incertezza. Prendiamo Pioli: è vero che ha vinto al terzo anno, ma nel frattempo il Milan ha vissuto situazioni dirigenziali cruciali, la società ha creato una struttura solida, gli ha dato fiducia, ma soprattutto gli ha costruito intorno un ambiente compatto. Inzaghi, invece, è stato a un passo dall'esonero in un certo momento. Poi ha trovato la quadra, ha cambiato rotta e ha consolidato la sua posizione, ma anche qui... si conferma quello che dicevo prima: è il risultato che ha portato alla stabilità, non il contrario. A volte basta pochissimo per cambiare le sorti di un progetto, nel bene e nel male. Ci sono allenatori o dirigenti che restano e vincono perché si crea il contesto giusto, e altri che con qualche risultato diverso sarebbero stati messi in discussione molto prima. Il calcio è pieno di sliding doors, ed è per questo che parlare di stabilità come prerequisito assoluto è sempre un po' riduttivo, imho.
  3. Ovviamente... la mia era una sintetizzazione estrema del concetto. Ma siccome si parla sempre a ritroso dei cicli vincenti come se fossero figli della stabilità, voglio solo sottolineare che la stabilità è solitamente una conseguenza della vittoria, non il contrario. Per fare un esempio forse banale, ma che rende l’idea: se AA avesse lasciato a Marotta l'idea di proseguire con Del Neri, non so se Marotta sarebbe rimasto quasi un decennio alla Juve. Alla fine, tutto passa dai risultati, e la continuità esiste solo quando c'è un motivo concreto per mantenerla (ovviamente non figlio SOLAMENTE dei risultati sportivi, ecc.).
  4. Ma non è solo una questione mediatica. Quella è lo "specchio" per non far pesare troppo il passato recente. Ma la realtà è molto più semplice e concreta: chi vince resta, chi perde viene cambiato.
  5. Il problema è che si continua a ragionare al contrario: si pensa che la stabilità sia la chiave del successo, che serva pazienza, continuità e fiducia negli uomini scelti, sperando che alla lunga arrivino i risultati. Ma la realtà è un'altra. Le squadre vincenti non sono tali perché resistono al cambiamento, ma perché vincendo si guadagnano il "diritto" di restare invariate. Non è la pazienza a generare i cicli vincenti, è la vittoria a garantire la stabilità. Semplicemente quando si vince, non c'è motivo di cambiare. Quando si perde, invece, il cambiamento (non visto solo come uomini, ma anche di progettualità, ecc.) diventa una necessità.
  6. #TudorOut, #StuartIn
  7. Di Gregorio è al primo anno in una grande squadra, e l'inesperienza a certi livelli pesa, soprattutto per un portiere.. ma i giudizi su di lui sono fortemente condizionati dalla situazione difensiva della Juventus, imho. Quest'anno il reparto arretrato balla la rumba, il mambo e pure la tarantella: difficilmente un portiere, chiunque fosse, non avrebbe sofferto un minimo in queste condizioni. Poi certo, qualche errore personale c'è stato, ma se andiamo a vedere le prestazioni difensive nel complesso, il quadro è abbastanza desolante. Basti pensare all'episodio contro il Parma all'andata: Suzuki rinvia dal fondo, un centrocampista (mi sembra Man o Bernabe) controlla senza opposizione, trotterella verso la porta senza che nessuno gli metta pressione e arriva al tiro. Situazioni simili si sono ripetute troppo spesso e il portiere, inevitabilmente, finisce sotto esame più di quanto meriterebbe.
  8. Da #RoadToBudapest a #RoadToBudget è un attimo
  9. Juventus 2025-26: Di Gregorio Savona - Perin - Pinsoglio - Alberto Costa Locatelli - Nicolussi Next Gen - Next Gen - Next Gen Afena Gyan SportMediaset
  10. Grazie SportMediaset, ora sono più sicuro che rimarranno tutti Scherzi a parte: succedeva anche prima con i rubinetti apertissimi.
  11. Voglio commentare un paio di punti che mi hanno fatto riflettere dopo la conferenza... Da un lato, leggere delle reazioni dei giocatori, delusi e amareggiati per la situazione legata a Motta, mi ha fatto pensare quanto ci sia un senso di responsabilità condivisa anche nel gruppo (e quindi di non avere una ventina di amebe milionarie completamente avulse da quello che succede intorno...). Sentire il peso del fallimento e allo stesso tempo avere voglia di rivalsa. Questo dev'essere lo spirito che la squadra deve far vedere nelle prossime gare. Il secondo punto: il discorso sul contratto (che si tratti di 10 anni o 3 mesi...) è interessante da interpretare. Ha fatto capire che alla Juventus, oltre all'onore di allenarla, l'importante non è tanto la durata del contratto, ma l'attitudine a lavorare sodo e a portare risultati concreti. In un club così, il merito e il rendimento sul campo contano più di ogni formalità contrattuale. La cultura del lavoro deve andare ben oltre la semplice durata contrattuale. Quello che conta veramente è la capacità di dare risultati concreti in campo. Non basta firmare un contratto a lungo termine se non si è disposti a mettere in gioco tutto per il successo della squadra. Mi ha proprio ricordato i mille discorsi sui progetti pluriennali. Non ci resta che aspettare e vedere come si tradurrà il tutto in campo.
  12. Dale_Cooper

    [Topic Unico] L'Angolo del Guru

    "Mi piace fare tanti goal, ma mi piace anche non prenderli... Perché è bello andare tutti all'attacco ma dopo prendi goal... Il calcio deve essere equilibrato e interessante."
  13. Dale_Cooper

    [Topic Unico] L'Angolo del Guru

    "Ho fatto marcature a zona, a uomo, difesa a 4, 3... bisogna solo trovare l'assetto giusto per gli uomini che hai."
  14. Dale_Cooper

    [Topic Unico] L'Angolo del Guru

    "Voglio trasmettere quello che ho provato quando ero calciatore della Juve. La cultura del lavoro e l'umiltà che ho visto qui non ha eguali." "Tutti devono prendere responsabilità e andare nella stessa direzione. Capitano sarà Locatelli. Serve costruire un gruppo."
  15. Dale_Cooper

    [Topic Unico] L'Angolo del Guru

    Tudor: "Ho visto i giocatori dispiaciuti perché sentono anche loro la responsabilità quando un allenatore viene allontanato". Igor, sbagli. Sono solo milionari viziati
  16. Dale_Cooper

    [Topic Unico] L'Angolo del Guru

    Mi autocito
  17. Dale_Cooper

    [Topic Unico] L'Angolo del Guru

    Il punto è che non si tratta solo di fidarsi o meno come se fosse una questione di fede. Qui parliamo di gestione sportiva, di risultati, di scelte tecniche e strategiche. Non è che un dirigente guadagna automaticamente tre anni di credito solo perché è stato assunto o solo perché il proprietario possa fidarsi o meno... il tempo va guadagnato con il lavoro. Poi, possiamo discutere su cosa significhi troppo poco tempo, ma se dopo due anni ci si pone il dubbio su determinate scelte, non è un atto di lesa maestà, è normale amministrazione...
  18. Dale_Cooper

    [Topic Unico] L'Angolo del Guru

    Capisco l'importanza di dare continuità a un progetto, ma il concetto stesso di "progetto triennale" non significa immobilismo, in generale. Un progetto serio ha una direzione chiara, ma deve anche sapersi adattare alle circostanze, altrimenti diventa un dogma più che una strategia. Nessuno dice che Giuntoli debba essere mandato via dopo due anni "ad catzum", ma è normale valutare il suo operato e chiedersi se le sue scelte stiano portando nella direzione giusta. Il punto non è cambiare tanto per farlo, ma nemmeno restare fermi per principio. Il discorso del tempo è sempre delicato. Ovvio che il primo anno Giuntoli ha avuto vincoli enormi sul mercato, ma quando si accetta un incarico si accettano anche le condizioni che lo accompagnano. Nessuno gli ha nascosto che la Juve non avrebbe potuto spendere cifre folli o che il margine di manovra sarebbe stato limitato. E infatti il suo valore dovrebbe essere giudicato proprio in funzione di questa capacità di operare in un contesto complesso. Dargli tempo è giusto, e sono d'accordo. Ma credo che questo tempo sia solo per permettere che le sue scelte inizino a dare frutti, non per rimandare ogni valutazione a tempo indeterminato. Perché un conto è la pazienza, un altro è il rinvio continuo di ogni giudizio. Poi certo, un Direttore Sportivo ha un ruolo centrale, ma il progetto deve reggere anche eventuali cambiamenti, altrimenti più che un piano strutturato diventa un'ossessione per la continuità. Le grandi squadre si costruiscono su una visione chiara, non sulla fedeltà incondizionata a chi ne fa parte in un determinato momento. L'idea che ogni cambiamento sia per forza un segnale di dilettantismo è sbagliata quanto quella opposta, cioè che cambiare in continuazione sia sempre la soluzione giusta.
  19. Dale_Cooper

    [Topic Unico] L'Angolo del Guru

    Un progetto triennale non significa tenere tutti fermi per tre anni indipendentemente da come vanno le cose. Significa avere una visione a medio-lungo termine, degli obiettivi chiari e una strategia per raggiungerli, ma anche la flessibilità necessaria per correggere la rotta se qualcosa non funziona. Se dopo un anno ci si rende conto che alcune scelte non stanno portando ai risultati sperati, è giusto intervenire. Non significa rinnegare il progetto... Il Real Madrid, per esempio, aveva un progetto che iniziò con Benitez (che firmò per tre anni), ma poi lo silurarono per Zidane, con risultati che noi tutti sappiamo... L'errore sarebbe stato insistere con un allenatore che non stava funzionando solo perché si era deciso di affidarsi a lui all’inizio. Ovviamente non voglio stare qui a fare paragoni assurdi tra noi e il Real Madrid, ci mancherebbe, ma voglio solo dire che TUTTI i progetti a medio-lungo termine tengono in conto queste variabili, perché fanno parte proprio della gestione di una qualsiasi azienda. Se un manager con cui ho iniziato un progetto dovesse lasciare dopo un anno e mezzo per un'offerta migliore di un'altra società o per motivi personali che si fa? Si blocca tutto e si ricomincia da zero? No, si va avanti, mantenendo la visione iniziale ma adattandosi alle circostanze. Il problema non è cambiare, il problema è cambiare senza una direzione precisa.
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