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andreasv

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  1. Di Gregorio 3 Savona 4,5 Gatti 5 Kalulu 5 McKennie 5,5 Yildiz 6,5 Locatelli 4,5 Thuram 5 Koopmeiners 4 Mbangula 6,5 Vlahovic 4 Cambiaso 5 Nico Gonzalez 5 Douglas Luiz 4 Fagioli 3 Weah 5,5  All. Thiago Motta 0  Il migliore nessuno
  2. andreasv

    [Topic unico] Calciomercato Femminile - Italia/Europa/Mondo

    acffiorentina.com ACF Fiorentina comunica di aver acquisito i diritti alle prestazioni sportive della calciatrice della Nazionale Danese Stine Ballisager Pedersen. Difensore nata il 3 Gennaio 1994, Stine arriva dal Kansas City Current. ACF Fiorentina comunica di aver acquisito i diritti alle prestazioni sportive della calciatrice della Nazionale Svedese Filippa Curmark. Classe 1995, Filippa è una centrocampista e arriva dall’Hacken.
  3. andreasv

    [Topic unico] Calciomercato Femminile - Italia/Europa/Mondo

    lfootball.it Il Manchester City ha ingaggiato Rebecca Knaak dall’FC Rosengard
  4. juventus.com Juventus Museum & Stadium Tour, che numeri nel 2024! Un 2024 da incorniciare per lo Juventus Museum! Il museo bianconero, visitabile nel pacchetto “Juventus Museum & Stadium Tour” che comprende anche il tour dell’Allianz Stadium, chiude un altro anno con grandi numeri e si proietta verso un 2025 da vivere con rinnovato entusiasmo, sempre nel segno della grande storia bianconera. Sono stati 145.617 i visitatori nel 2024, e di questi ben 104.943 hanno effettuato anche lo Stadium Tour (il 72% del totale). Un dato che conferma quanto il museo diventi centrale e vivo quando la Juventus scende in campo all’Allianz Stadium, e non solo. Numeri che fanno sì che lo Juventus Museum resti stabilmente tra i 50 musei più visitati d'Italia.
  5. andreasv

    Ne è valsa la pena: il 2024 di Martina Rosucci

    juventus.com 31 dicembre 2024 Ne è valsa la pena | Il 2024 di Martina Rosucci 559. Sono questi, i giorni di assenza di Martina Rosucci da una partita. Un conto che si è fermato al minuto 75 dell’amichevole pre campionato contro il Lione, il 7 settembre 2024, dopo un lungo infortunio che rivivremo insieme. 559 giorni sono lunghi anche solo da contare, figuriamoci da vivere. Ma da quel giorno, Martina è rientrata in tutte le competizioni ufficiali, ha “esordito” da titolare e ha anche segnato, contro la Fiorentina, il 30 settembre. Logico quindi che per lei questo 2024 sia stato un anno incredibile: in altalena, iniziato nel dolore e terminato con un sorriso. Lo riviviamo insieme. COME STAI, MARTINA? «Rispondere “sto bene” è difficile, ma non intendo solo fisicamente, perché sarebbe una risposta superficiale. Da un lato ho raggiunto obiettivi che non pensavo possibili. Ma mi autodefinisco una malata ambiziosa, e per me è una “condanna”: se sono qui, alla Juve, c’è un motivo, e quindi continuo a vivere per quello che arriverà: ho ancora diversi obiettivi da calciatrice e continuo a lavorare per raggiungerli. Quest’attitudine alle volte ti ruba la pace, ma è anche lo stimolo ad avere sempre nuovi obiettivi, e nuovi sogni. E ne sono contenta, perché questo significa che sono nel mio posto, nel posto giusto. Ovviamente, nel concreto, non mi nascondo: voglio vincere, con la Juve, con le mie compagne». Ma facciamo un passo indietro e riavvolgiamo il nastro di 12 mesi. «Guardandosi indietro, è incredibile come le cose siano cambiate: un anno fa non riuscivo neanche a camminare: dopo l’infortunio al legamento crociato ho avuto un altro problema che era davvero difficile da capire. Una pubalgia, che esattamente un anno mi causava dolori fortissimi anche solo a muovermi: fitte improvvise, che arrivavano come coltellate dal nulla. Ho fatto mille visite, e non nego che ci sia stato un momento in cui stavo anche per gettare la spugna. E’ stato un periodo complicato: da un lato dicevo a me stessa che dopo tutte queste sofferenze non avrei potuto non premiarmi con il rientro, ma dall’altro vedevo il tutto lontanissimo. Guardavo le compagne a bordocampo e non riuscivo nemmeno a immaginare cosa si provava a giocare. E intanto, non miglioravo…» NEL FRATTEMPO, IN CAMPO… «Nel 2024 abbiamo iniziato vincendo, perché abbiamo alzato la Supercoppa che è stato un trofeo importantissimo, soprattutto per il momento in cui eravamo. E’ stata un’occasione in cui siamo riuscite a essere unite come squadra, lo sentivamo molto e per noi era importante continuare nella tradizione che ci contraddistingue, vale a dire portare a casa almeno un trofeo all’anno». UNA STAGIONE COMPLICATA, UN’ESTATE DI RIPARTENZA «Dopo la fine di una stagione complicata, abbiamo vissuto un momento di rinascita nella seconda parte dell’anno e credo che un grosso merito lo abbia Stefano Braghin, che ha scelto le figure e le persone giuste: parlo di giocatrici, ma anche di staff, un insieme di scelte che sono state decisive fin dal principio. Mister Canzi ha colto la nostra voglia di tornare a vincere, che è qualcosa che risiede nel quotidiano. Credo che ogni giorno noi scegliamo cosa possiamo fare, cosa poter fare bene, cosa male; non solo, decidiamo anche che persone essere, singolarmente, e poi a livello relazionale. E in queste decisioni contano gli insegnamenti, arrivati in questi due anni più difficili. Perché va detto che sicuramente anche noi abbiamo sbagliato, come tutti: quindi è stato importante fare tesoro di questi errori, per esempio nel rapporto con le ragazze nuove arrivate in gruppo. Abbiamo tante compagne giovani, ma mature, e altre che hanno saputo fare un percorso di crescita incredibile». ANCHE MARTINA RIPARTE Questa è una parte delicata, anche emotivamente: Martina, raccontandocela, si commuove. «La svolta è arrivata grazie all’équipe di medici che, con il sostegno del Club, mi ha curata all’ospedale Koelliker di Torino. Ho cominciato a fare piccoli passi verso il miglioramento. E si trattava davvero di segnali, per esempio fare le stesse cose, ma con meno dolore rispetto al giorno prima; sono arrivata al mese di giugno senza aver fatto mai nemmeno un allenamento con la squadra, ma lavorando sempre da sola, prima in palestra e poi in campo. Dopo essere stata fuori un anno e mezzo, il primo allenamento vero, con le compagne, l’ho fatto in occasione del Tour americano, l’otto agosto, 8.8, un numero che ritorna sempre nella mia vita. E la gioia più grande che ho da quel giorno è nel fatto che non ho saltato nemmeno un allenamento. Poi ho giocato, sono rientrata in Campionato, Coppa Italia e Champions, e ho anche segnato, con la Fiorentina, guardacaso al minuto 88…» UN MIRACOLO? «Ho detto, in un’intervista, che il mio rientro è un miracolo, e qualcuno, delle persone che mi sono vicine, mi ha corretto, ricordandomi che è frutto della mia determinazione. Ma io so che in certi momenti mi guardavo intorno e non vedevo speranze: io mi sono rotta lo stesso ginocchio in tre occasioni. Alle volte basta un solo infortunio così per stroncare una carriera, al terzo è facile dire che è finita; è vero però che nella mia testa questo pensiero non c’è mai stato» MARTINA, LA JUVE E UN CAMMINO VISSUTO INSIEME «Devo ringraziare tantissimo i fisioterapisti, che non hanno mai mollato: e anche dopo il rientro, senza il loro aiuto quotidiano, io non avrei potuto allenarmi ogni giorno. Loro e lo staff atletico hanno fatto la differenza, per come mi hanno gestito, centellinando ogni cosa, dando valore a ogni piccolo miglioramento. Anche l’arrivo del nuovo staff in estate è stato molto utile: da un lato ero preoccupata, perché ovviamente non mi conoscevano, dall’altro è stato uno sprone in più per abbandonare la vecchia me e continuare un percorso nuovo. Ora sento che sto sempre meglio, e un altro step importante è stato scendere in campo da titolare. Perché giocare è bello, farlo da titolare è diverso, anche a livello emozionale: è come essere, finalmente, a casa, con un senso di appagamento incredibile… È come non aver mai saltato una partita. Anche il rinnovo del mio contratto durante l’infortunio è stato un segnale forte, di cui sono stata grata alla Juventus e a Stefano Braghin. Un segno di riconoscenza da una parte, ma un messaggio chiaro, dall’altra: mi aspettavano in campo. Così tutte le mie compagne, che sono state l’unica vera, grande costante in tutto questo cammino. Sapevano starmi vicino anche solo guardandomi, quando loro andavano ad allenarsi e io ero in terapia: non potevano dirmi niente, forse non sapevano nemmeno cosa dirmi nei giorni peggiori, ma c’erano. Sempre. E l’emozione di vederle scattare in campo quando ho segnato con la Fiorentina è stata immensa, perché loro erano quelle che stavano li, con me, nel momento peggiore: è stata quasi una vittoria di tutti, non solo mia». IN CAMPO, IN UNA STAGIONE DI CRESCITA Ma torniamo, a questo punto al 100%, in campo: che seconda parte di 2024 ha vissuto la Juve, insieme a Martina? «Stiamo ricostruendo la nostra mentalità vincente, quella sensazione che quando arriva la Juve… Arriva la Juve. Ed era un qualcosa che stavamo perdendo: c’è stato un periodo in cui tante squadre arrivavano qui pensando di poterci fare “lo scherzetto”, mentre adesso stiamo ricostruendo la nostra presenza in campo e in campionato, grazie anche a persone che in spogliatoio fanno la differenza. E non parlo per forza di chi gioca di più: tante ragazze uniscono il gruppo, e spesso sono più entusiaste di chi gioca. Dimostrano una passione immensa per la maglia, e soprattutto che per loro la Juve è un regalo. La Juve è qualcosa che ti deve far sentire fortunata ogni giorno in cui arrivi all’allenamento, ogni volta che giochi, ed è bello avere ritrovato questa sensazione. Sono arrivate tante ragazze perbene, umili, che si sono messe in gioco. E sento in loro l'orgoglio di giocare per la Juventus: un qualcosa che probabilmente anche noi che c’eravamo già abbiamo provato a trasmettere. Nel gruppo c’è positività, una bella energia, che permette di affrontare anche i momenti difficili, grazie a un aiuto reciproco, una grande umanità, che non si trova spesso. Ci sono giocatrici che secondo me sono chiave, perché alzano il livello anche alle compagne, allenandosi a mille. In generale siamo cresciute, abbiamo fatto benissimo, siamo state molto efficaci, concrete, con un gioco più verticale. E secondo me per le qualità che abbiamo possiamo ancora aggiungere qualcosa, possiamo essere più devastanti, possiamo finire le partite sempre più soddisfatte» LE LEZIONI DELLA CHAMPIONS «Ci spiace essere uscite dalla Champions League, specialmente dopo la doppia vittoria col Paris Saint-Germain, che l'anno scorso è andato in semifinale, un risultato sportivo incredibile. Passare il turno, in quel modo, con due grandi prestazioni, sia all’andata che al ritorno, ci ha dato un grande entusiasmo e fatto percepire che avremmo potuto passare anche il girone, sebbene gli avversari fossero fortissimi. Ma nelle partite successive non siamo state così efficaci come contro il PSG. Abbiamo avuto delle occasioni non sfruttate, ma sarebbe riduttivo parlare di questo: non siamo state sempre correttamente dentro ai momenti delle partite, e secondo me questo ha fatto la differenza. Siamo finite in un girone molto difficile, ma la sensazione è che non si sia vista questa grande disparità, al netto dei risultati. Credo però che faremo tesoro di questa esperienza, tutte noi e tutto lo staff: possiamo fare meglio in tutto, e non essere soddisfatte di com’è andata è un buon segno, non abbiamo l’accettazione del risultato negativo, e sappiamo in cosa dobbiamo migliorare, per esempio abbiamo perso troppe partite con un grosso distacco». “TI PROMETTO CHE SARA’ BELLISSIMO”: IL 2025 DELLA JUVE… «Finiamo il 2024 con una gran voglia di vincere, perché abbiamo concluso bene e ripartiremo con la stessa voglia: nella nostra testa ci deve essere solo questo. La Juve vuole tornare al successo, abbiamo obiettivi importanti, e siamo dispiaciute di non poter giocare, a inizio gennaio, la Supercoppa. Anche il Mister è molto focalizzato, e sa che quando giochi per questa maglia, vincere è l'unica cosa che conta. Va anche detto che tenere i ritmi alti è molto difficile, ne te ne rendi conto quando non ci riesci. Nei primi anni della nostra storia vincevamo sempre, e alla fine quasi non ce ne accorgevamo. Poi, quando qualcosa ha cominciato a non andare per il verso giusto, ci siamo rese conto di quanto ogni vittoria non sia mai facile, né scontata: questa sensazione ci accompagna anche adesso che stiamo facendo un bel campionato, e sappiamo che non sarà facile mantenere questo ritmo, perché arriveranno momenti più duri, ci sarà la Poule, che di fatto propone solo scontri diretti; dovremo continuare a essere efficaci». …E QUELLO DI MARTINA «La mia è una storia incredibile: partendo dal fatto che sono di Torino, sono juventina e sono qui dal giorno uno. La Juve è qualcosa che mi fa mettere il “noi” davanti all’”io”. Perché solo grazie al collettivo si vince, e quando accade si è felici anche singolarmente. Oggi faccio tutto quello che posso, pensando anche al domani, e per me il domani è indossare il bianconero il più a lungo possibile. Questa è l'ottava stagione qui – ancora l’otto… - E se penso al passato, da un lato è tantissimo ma dall’altro, per me, è sempre poco, perché questa maglia rappresenta qualcosa da raggiungere ogni giorno. Vedremo cosa riserverà il futuro: intanto, oggi, sono felice di quello che ho fatto e sto facendo, e soprattutto di avere di nuovo fiducia in me come calciatrice. Non tutto quello che ottengo e otterrò dipende solo da me, ma la mia parte la faccio al 100%, perché devo andare a dormire serena la sera e svegliarmi serena al mattino. Su questo, non ci sono dubbi». sono felice di quello che ho fatto e sto facendo, e soprattutto di avere di nuovo fiducia in me come calciatrice.Martina Rosucci
  6. dal momento dell' emissione del nuovo numero di tessera, anche se non hai la tessera fisica in mano puoi entrare con stampa sostitutiva se vuoi chiedere maggiori informazioni puoi utilizzare indirizzo [email protected]
  7. andreasv

    Dritto al cuore - Sergio Brio si racconta

    Roma Juventus nell' anno dello scudetto Roma, mi sembra, la Juventus vinse a Roma proprio con un suo gol 1-2 il cane era dell' esercito o polizia, se non sbaglio
  8. andreasv

    Uefa Women's Champions League 2024/25

    lfootball.it 29 dicembre 2024 Il Ranking UEFA aggiornato per squadre femminili Per il secondo anno consecutivo, il Barcellona è al primo posto nel ranking per club femminili. In questa prima parte di stagione Bonmatì e compagne hanno guadagnato 15 mila punti, che sommati a quelli delle altre quattro stagioni precedenti, porta il totale 114 mila. A questi si aggiungono altri 12.599 come punti per il coefficiente della federazione spagnola. Il Barcellona in pratica comanda con un totale di 126.599 punti. Al secondo posto c’è l’Olympique Lione con 110.199, mentre chiude il podio il Chelsea a 102.833. Nella top ten c’è una sola squadra italiana che è la Juventus Women con 46.600 punti. Le bianconere chiudendo al terzo posto la fase a gironi 2024/25 hanno ottenuto 8.000 punti. Alle spalle delle bianconere c’è la Roma a 39.600 punti. Le giallorosse pagano l’assenza di due stagioni senza punti negli ultimi cinque anni. Le altre due squadre italiane presenti in classifica sono la Fiorentina e il Milan. La viola si trova al 27° posto con 17.600 punti mentre le rossonere sono al 58° posto con 5.600 punti.
  9. 30 dicembre 2024 juventus.com Primavera Femminile | Prima e imbattuta dopo il girone di andata Quello che si è concluso domenica 15 dicembre 2024 è stato un girone di andata semplicemente straordinario per la nostra Primavera Femminile. Un girone di andata dominato dalla squadra allenata da Marco Bruzzano, approdato l'estate scorsa sulla panchina bianconera. Un girone di andata chiuso al primo posto con dieci vittorie consecutive – record assoluto nella sua storia per la Juventus Under 19 Femminile da quando il format del Primavera 1 è quello a girone unico – e soltanto un pareggio, arrivato proprio nell'ultimo match dell'anno contro il Sassuolo. In estrema sintesi: il percorso delle nostre ragazze, fino a questo punto, è stato straordinario nel vero senso della parola. Sì, perchè questa squadra è andata oltre l'ordinario, inanellando una serie di successi consecutivi che hanno visto crescere partita dopo partita il divario in termini di punti con tutte le avversarie.
  10. anche i pullman parcheggiati sono a rischio di effrazione durante la partita ultimamente si verificano almeno un paio di episodi a partita per chi utilizza il pullman il consiglio è di non lasciare oggetti di valore sul pullman e per gli autisti di non allontanarsi dal mezzo durante la gara
  11. sono già pronte se vuoi controllare accedi al profilo di Juventus.com da cui hai effettuato la richiesta di Juventus Card dovresti visualizzarla e c'è scritto attiva se vuoi provarla puoi anche simulare un acquisto di biglietto sul ticket shop , se inserendo numero di tessera e data di nascita compaiono gli altri dati anagrafici vuol dire che è tutto ok, poi elimini il biglietto senza arrivare al pagamento
  12. andreasv

    Dritto al cuore - Sergio Brio si racconta

    SERGIO E TORINO «Sento questa città come casa mia, e negli anni la ho vista cambiare, tanto: quando giocavo era un periodo in cui alla sera tutto era chiuso, adesso è migliorata tantissimo, si sta davvero bene qui» UN RUOLO CON E PER I TIFOSI «Io sono Fan Ambassador della Juventus: intrattengo cioè i rapporti con i tifosi, incontrandoli in occasione delle partite, raggiungendoli quando organizzano eventi. Questo è un ruolo che mi piace e mi appassiona tantissimo, perché io li conosco, so le loro esigenze, capisco quello che può mancare loro e quello su cui possiamo essere più vicini. I tifosi sono parte integrante della nostra famiglia, sono il dodicesimo uomo, e non è un modo di dire, lo pensavo anche da calciatore: dobbiamo far capire loro che sono importanti. Stiamo organizzando dei raduni negli Official Fan Club, abbiamo fatto due eventi in Lombardia e Calabria e sono stati davvero bellissimi: è qualcosa di emozionante stare bene con loro, ed è per questo che gli incontri alle volte durano tante ore. Mangiamo insieme, magari guardiamo la partita, e loro capiscono che il Club è vicino. Il contatto con loro è qualcosa di primario, su cui stiamo lavorando bene, anche contattandoli per risolvere eventuali loro problematiche». UN VIAGGIO LUNGO GENERAZIONI «Come cambia il tifo nel corso dei decenni? Tanto, perché è cambiato il mondo, è cambiato il calcio e siamo cambiati noi. Basta vedere come è strutturata adesso la Juve, è un’azienda, vera e propria: ai miei tempi era tutto molto diverso, possiamo definire il mio calcio come “pane e salame”… Ho visto cambiare totalmente questo sport, e non posso dire se in bene o in male: semplicemente, è differente. Noi ci allenavamo con i tifosi che ci aspettavano fuori dal campo quando tornavamo o uscivamo dagli spogliatoi, il contatto era totale. Adesso i giocatori devono stare attenti a tanti altri aspetti, a quello che comunicano, come lo fanno, e ovviamente i social media hanno accelerato questo processo. Anche i rapporti con la stampa erano diversi, ai miei tempi i giornalisti venivano a intervistarci quasi sotto la doccia, avevano i nostri numeri di telefono. I tifosi, però, le persone, nel profondo, sono sempre le stesse, soprattutto quelle che tifano Juve. E il motivo è semplice: il tifoso juventino ha solo una parola nel vocabolario, vittoria. Anche quando io ero giocatore venivamo fischiati per un pareggio, e non nego che alle volte la cosa ci facesse arrabbiare, perché magari arrivavamo da un filotto di vittorie. Però è quello che significa essere alla Juve, perché questo club ha in mente solo la vittoria, come amava dire Giampiero Boniperti» RICORDANDO IL PRESIDENTISSIMO «Solo chi lo ha conosciuto lo può raccontare davvero, e sa quanto per lui contasse solo la Juve, di cui faceva gli interessi a 360 gradi. Quando arrivai qui non mi pareva vero di avere un Presidente che mi proteggeva, e con cui potevo confrontarmi per avere sempre i consigli migliori su come gestire ogni situazione» PROFESSIONE STOPPER «Il mio ruolo è cambiato molto, il mio era un altro tipo di calcio. Io ero un marcatore, come Gentile, ma non è vero che all’epoca giocassimo un calcio difensivo, perché in fase di possesso lui e Cabrini diventavano due ali e si aggiungeva anche Scirea: Gaetano aveva un passato da centrocampista all’Atalanta. Quindi tutti aiutavano anche nella fase offensiva. Il più duro che ho marcato? Van Basten, senza dubbio, perché era ambidestro, alto, e aveva l’abitudine di andare incontro ai compagni, rendendo molto più difficile l’anticipo. Allo stesso tempo, se si girava e ti rubava il tempo, andava via. E non potevi nemmeno portarlo sul piede debole, perché non aveva piedi deboli…» IL GIORNO PIU’ BELLO «La Finale di Coppa Intercontinentale: la vincemmo anche con un rigore segnato da me, quando si decise dal dischetto. In quella passeggiata verso l’area si provano tante cose insieme: io, quel giorno, a Tokyo, battei il primo rigore in partita. Li calciavo in allenamento, ma non li avevo mai tirati durante un match, e sapevo che, se fossimo andati ai penalty, uno sarebbe stato mio. Quella partita fu durissima, marcai bene Castro e Borghi, due grandi giocatori, ma ero davvero stanchissimo, avevo la nebbia negli occhi, e si batteva con decine di fotografi dietro la porta. E poi non volevo lasciare di me il ricordo di quello che aveva sbagliato il rigore… Trapattoni mi vide, mi chiede “Come Stai?” “Mi faccia una domanda di riserva”, risposi, e lui mi disse: “Tu lo tiri bene, lo incroci con forza, so che lo lo calcerai così forte che sarà imparabile. Vedrai, andrà tutto bene”. Il Trap mi ha cambiato il mondo, in quel momento: fra l’altro prima di tirarlo, l’arbitro mi chiese anche di aspettare… eppure calciai perfettamente e mi tolsi un grande peso» L’UNICO ROSSO «Scirea non fu mai espulso, io una volta sola: Napoli-Juve, quello del gol incredibile di Maradona su punizione. A fine primo tempo io e Bagni lottavamo duro e fummo espulsi entrambi. Ma io sono ancora oggi convinto di non averlo toccato!» IN CHI SI RIVEDE BRIO? «Direi Gatti, fisicamente è come me, ma può fare anche meglio di me, è qui da due anni, e ha ampi margini di miglioramento» Io sarò sempre eternamente grato a questi colori, ho un senso di riconoscenza enorme: dal canto mio per la Juve ho dato tutto quello che avevo, e ho anche pianto, come quella notte ad Atene…
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