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Andrej Rublëv

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    مخملباف

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  1. Che fastidio questo atteggiamento da parte dei tifosi di lamentarsi per le interviste dei calciatori. Nel mondo di oggi soprattutto poi, dove sia l'engagement di un brand è fondamentale per il ritorno economico (poi lamentiamoci che siamo senza sponsor...), e dove è la normalità avere canali di esposizione mediatica costante. In questo caso poi è si tratta di tutt'altro che le solite banalità da intervista post-partita, dove una persona si confessa sulle sue difficoltà, sull'educazione emozionale e salute mentale, questi commenti sono proprio inappropriati.
  2. Andrej Rublëv

    Ufficiale: Bonucci all’Union Berlino

    Buon viaggio capitano! Una leggenda bianconera e uno dei migliori difensori che abbiamo avuto. Il saluto finale è stato amaro ma non cancella gli anni stupendi passati assieme. Come le storie d'amore più belle è stato un rapporto intenso con alti e bassi. Spacca tutto in Germania.
  3. Andrej Rublëv

    Occhio allo schermo!

    Passo in una notte insonne come questa per fare un saluto veloce e parlare dei 3 film che ho visto quest'anno che mi sono piaciuti più di tutti sui già pochi che ho visto. A Hard Day - 2014 - Kim Sung-hoon Per me quella coreana è la migliore industria cinematografica contemporanea e questo ne è un altro esempio del perché. Film che tratta di un poliziotto alle prese con un problema che finirà per ingigantirsi. Parte coi toni della commedia per la prima mezz'ora e fa anche ridere e sorridere, verso metà film svolta verso il thriller crime diretto in maniera stupenda che tiene il fiato sospeso per tutta la durata del film che ha anche belle scene di action. Koreans do it (cinema) best. Jiro Dreams of Sushi - 2011 - David Gelb Documentario su Jiro Ono, probabilmente il miglior chef di sushi al mondo e fondatore del ristorante Sukibayashi Jiro. È un film stupendo non solo per gli appassionati di cucina come me ma anche per uno spettatore casual, diretto benissimo da Gelb sulle musiche di Philip Glass. Il film non solo fa venire l'acquolina alla bocca per tutto il sushi preparato da Jiro, ma spiega anche la sua storia, quella delle sua famiglia, si riallaccia a un discorso più grande sulla società giapponese, sul lavoro, sacrificio e passione. Stupendo. L'uomo in più - 2001 - Paolo Sorrentino Già questo andrebbe visto solo per il modo in cui Toni Servillo recita la battuta "'A vita è 'na strunzata, Aniè", ma il film di debutto di Sorrentino sulle storie degli omonimi Antonio Pisapia è già grandissimo cinema, capace di raccontare due storie basate su due personaggi agli antipodi - uno timido, riservato e speranzoso, l'altro estroverso e disilluso. Un film che tratta di vita, di storie di vita, con un contorno di una Napoli bellissima. Servillo naturalmente grandissimo anche se ormai sembra quasi un cliché dirlo. Un saluto
  4. Andrej Rublëv

    Occhio allo schermo!

    Un po' in ritardo le visioni del mese di dicembre Amores perros, debutto di Iñárritu, è l'intreccio di tre storie che si sviluppano in Città del Messico. Si intrecciano anche tre classi sociali: la povertà che porta alla criminalità, l'alta borghesia e i paria della società. Vengono usate queste storie per una rappresentazione universale dell'umanità, tema che Iñárritu riprende successivamente in Babel e forse lo sviluppa in maniera migliore. Il contrasto tra bellezza e violenza presente verrà poi riproposto in Biutiful, risultando quindi forse un'insoddisfazione per lo stesso Iñárritu che cercherà di esprimersi nuovamente sul tema. Burning, film coreano di Lee Chang-dong, tratto da un racconto breve di Murakami. Di Lee Chang-dong ne parlai circa due anni fa (come passa il tempo) qui. Per me il suo debutto Peppermint Candy è uno dei film migliori non solo dell'industria coreana in sé, ma della cinematografia in generale, un melodramma fortissimo con tinte storiche. Il nuovo Burning, con tra gli attori Steven Yeun (già visto quest'anno in Sorry to Bother You), segue gli avvenimenti del giovane Lee Jong-su ritornato dal servizio di leva e l'incontro con una vecchia compagna di classe. Nonostante possa sembrare dalla trama un'opera con un'aria leggera, in realtà Burning è una affilatissima analisi della Corea moderna, con il contrasto tra la Corea rurale e quella metropolitana di Seoul, ma anche un contrasto tra due uomini diversi. In mezzo all'opera anche qualche vena thriller che i coreani come al solito sono maestri nel gestire. George Harrison: Living in the Material World, documentario di Scorsese sulla vita del terzo Beatles, indubbiamente affascinante per chi è un fan del gruppo, rivisitando l'intera vita di Hazza con un occhio particolare al periodo beatlesiano e alla successiva svolta spirituale. La mano del regista italoamericano non si vede per nulla, facendola quasi diventare un'opera che avrebbe potuto firmare qualsiasi regista. La prima commedia di Moretti, Io sono un autarchico, è ancora acerba e si vede non solo dai mezzi tecnici scadenti, ma anche da una narrazione che non riesce a reggere tutti i 90 minuti del film e delle tematiche che sicuramente verranno sviluppate meglio in uno dei suoi capolavori Ecce bombo. Non mancano i colpi di genio però, come la scena dove gli esce la bile alla bocca parlando della Wertmuller. Dalle stelle alle stalle: Ocean's Eleven è un ottimo film: dinamico, divertente e fumettoso, eccellente nella sua eccessività, d'altronde quando riunisci Clooney, Pitt, Damon e Andy Garcia, non fare un buon film sarebbe quasi impossibile. Stona soltanto che la pupa contesa sia Julia Roberts che per me ha sempre esercitato lo stesso fascino di un comodino. Vanilla Sky è invece orrendo, pacchiano, kitsch, con un Tom Cruise pessimo e Penélope Cruz che gli fa compagnia, una storia senza senso che non suscita né interesse né emoziona, un'estetica da videoclip. Il povero Kurt Russell sembra il mio professore di educazione fisica al liceo più che un personaggio di un film. Per finire Lo specchio, non del mio amato Tarkovskij ma di Panahi, un esperimento cinematografico che descriverlo nel dettaglio rovinerebbe la visione, con al centro una bambina impegnata a tornare a casa. Il rimando a Close-up di Kiarostami è immediato, e forse rende quest'opera superflua quando esiste appunto il capolavoro di Kiarostami.
  5. Andrej Rublëv

    Occhio allo schermo!

    Sono tornato a scrivere dopo essermi trasferito in pianta stabile a Torino, ora ho sistemato un po' tutti i casini che avevo e posso tornare a leggere in pianta stabile il topic (vedo che si è portati sempre a scrivere di più, bene così...). Queste sono le mie, poche, visioni del mese di novembre. Ho rivisto In the Mood for Love dopo 3 anni circa, me lo ricordo come lo avevo lasciato, una film con una grandissima cura estetica e molto implicito, e forse è il fatto di tenersi molto "sulle spine" e sospeso, a far mancare il passo definitivo per definirlo capolavoro, ma già così è un ottimo film. Il primo film di Iñárritu che ho visto è stato Birdman, l'ho considerato un esercizio di stile che non mi lasciò nulla al momento della visione, mentre invece Revenant lo abbandonai a mezz'ora dall'inizio, facendomi un'idea di Iñárritu come un regista abbastanza freddo e noioso. In realtà dopo la visione di Babel un anno fa e Biutiful questo mese, sto incominciando un po' a rivalutarlo e penso di guardare anche le sue opere precedenti. Un film forte, diretto e cupo, con un Javier Bardem grandissimo che sforna la sua prestazione migliore, per me anche meglio di Non è un paese per vecchi. Parlando di grandi prestazioni attoriali anche una citazione all'immenso Paul Newman in Lo spaccone, che inizia con mezz'ora a ritmi serratissimi di biliardo e diventa la storia di una relazione e di un mondo corrotto (come lo definirà la protagonista). Poi ho visto praticamente due fotocopie - Boyz n the Hood - Strade violente e Nella giungla di cemento, due hood film con praticamente la stessa storia, meglio forse il primo giusto per le interpretazioni di Cuba Gooding Jr. e Laurence Fishburne. Sono film forse anche un po' anacronistici perché diventati dei cliché e abbastanza presi in giro, dal ragazzo nero che vuole uscire dal ghetto alla scorribande delle gang. Metto in un unico paragrafo tutti i film che mi sono piaciuti meno: Air Doll di Koreeda, la storia di una bambola gonfiabile che prende vita, quasi un Pinocchio per adulti, con un effetto finale abbastanza squallido. Peccato perché Koreeda ha mostrato di saper fare anche molti film, ne parlai anche qui una volta. My Friend Ivan Lapshin è un film sull'URSS pre-purghe staliniane, ma l'ho trovato abbastanza confusionario e poco incisivo nella rappresentazione del popolo sovietico (poi sarà una fissa mia ma se penso a cinema sovietico penso solo a Tarkovskij). Waking Life di Linklater avrà pure alcuni spunti interessanti, ma certe volte suona veramente come una parodia di certe discussioni filosofiche-intellettuali. L'ultimo che ho visto è stato Animali notturni di Tom Ford: bella contrapposizione tra due mondi, bella riflessione sui personaggi. Ma credo si fermino qui i pregi, oltre una sufficienza non credo ci si possa spingere, come è lo stile registico di Ford nonostante un'idea ambiziosa. E per finire lascio qui questo spezzone che ho spesso usato negli ultimi mesi per riappacificarmi col mondo senza commentarlo.
  6. Andrej Rublëv

    Occhio allo schermo!

    bravo, anch'io negli ultimi due mesi ho visto qualche film suo anche se non li ho trovati al livello dei due precedenti che avevo già visto (La paura mangia l'anima e Il mondo sul filo). Ho visto Le lacrime amare di Petra Von Kant, Martha, Il diritto del più forte, Un anno con tredici lune e Il matrimonio di Maria Braun, mi manca solo Veronika Voss. Considerando che Il mondo sul filo è un film sui generis nella sua filmografia mi sono piaciuti di più La paura mangia l'anima e Il diritto del più forte, gli altri li ho trovati sufficienti o mi hanno annoiato molto tipo Un anno con tredici lune, ma questo lo considero più un problema mio che non riesco a digerire film con certi tipi di personaggi femminili, specialmente se hanno un ruolo centrale. Comunque resta un grande rispetto per l'autore, poi per me Il mondo sul filo è un capolavoro e ne avevo già scritto qui, e nelle sue opere si respira anche l'aria della Germania post-miracolo economico.
  7. Andrej Rublëv

    Il topic dell'NBA 2024/25

    Houston-Cleveland per ora partita più bella della stagione. Capela sta diventando fortissimo, Harden padrone di tutto. e manca ancora CP3. mi sto esaltando.
  8. Andrej Rublëv

    Il topic dell'NBA 2024/25

    ma ricordo male o non tifavi Warriors tu?
  9. Andrej Rublëv

    Il topic dell'NBA 2024/25

    due pronostici in croce: Warriors campioni, Antetokounmpo nei primi 3 per l'MVP, Lonzo Ball farà bene (che magari non significa per forza fare 20 punti a partita) e probabilmente anche Ingram, Harden ha davanti la stagione della vita per diventare un top-3 in NBA o restare un fortissimo ma sotto un gradino, Phila e Minnesota tornano ai playoff. comunque secondo me Aldridge non è così male, non è quello che segna tanto a partita e magari quello che ci si aspettava quando fu preso da FA ma in difesa è forte e mi pare che al ferro concede quanto Green e Gobert più o meno
  10. ma sì dai, ho messo direttamente i gruppi perché sono comunque tutti famosi e hanno fatto tutti canzoni strafamosi tranne 2-3, ecco io li metto tutti lì insieme perché non mi piacciono in toto come artisti e conseguentemente i loro successoni nonostante abbiano influenzato la musica. i Pavement piacciono anche a me cmq
  11. volevo scrivere i motivi ma mi è uscito il listone (sicuramente scordo qualcuno) - Bob Dylan - Tim Buckley - Captain Beefhart - Peter Gabriel - Pink Floyd (più che altro non mi piacciono e basta ma Meddle è un discone) - Led Zeppelin - Patti Smith - The Cure - The Doors - Serge Gainsbourg - Neutral Milk Hotel - Oasis (il male fatto musica) - QotSA - REM - Rolling Stones (250 dischi e avranno fatto sì e no 3 canzoni ascoltabili) - Sex Pistols - Sonic Youth - The Who - Neil Young (però On the Beach e After the Gold Rush mi piacciono) per rimanere agli artisti più o meno conosciuti, entrando più dentro nel discorso sicuramente gli Animal Collective (meglio detti Anal Collective), The xx, Vampire Weekend, Tame Impala, alt-J (il male fatto musica^2), Death Grips, qualsiasi cosa venga promossa dalle riviste di settore esclusivamente per ragioni extra-musica (ma questo è un discorso complesso), qualsiasi cosa che piaccia ad Anthony Fantano. menzione d'onore per l'indie italiano in blocco che non è neanche classificabile come musica (parlo di I Cani, L'Orso, i Pinguini e tutti i derivati dello zoo, Calcutta, Thegiornalisti, Lo Stato Sociale, Vasco Brondi, già solo a scriverne i nomi mi viene mal di stomaco. tutti figli di quei maledetti degli Afterhours). ok, alla fine sembro un orco che odio la musica o uno scaruffiano, ma in realtà non è così, giuro. ecco bravo, loro non li sopporto così come tutto l'hard rock, musica per 15enni.
  12. quasi quasi speravo saltasse per evitare le battutone sul suo cognome, però è fortissimo, quindi sono disposto a sopportare pure gli aspiranti comici di Zelig pur di vederlo tra i nostri pali
  13. patetico tentativo di aggraziarsi i tifosi da bar. quest'uomo è agli antipodi dello stile Juve.
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