C'è un problema psicologico evidente. La squadra crolla, i giocatori hanno paura, non riescono a reagire. Manca un'anima, il coraggio, la voglia. C'è il timore, si aspetta che la partita finisca (Firenze), non c'è identità.
C'è un problema fisico evidente. Vorrei che si cercasse di capire bene che cavolo di preparazione è stata fatta e come. E il problema fisico deriva anche dal correre a vuoto, che stanca i giocatori. Siamo sempre messi peggio degli avversari in campo, bassi, corriamo male e ci stanchiamo, ci frustriamo. Non c'è una idea che guida i giocatori, corrono come schegge impazzite. A metà settembre non puoi essere stanco tendenzialmente.
C'è un problema tattico evidente: questo camaleontismo, cioè aver fatto praticamente tutti i moduli in 7 partite (443 442 4231 352 3412) nasconde una incertezza e una confusione che i giocatori percepiscono. Non hanno sicurezze, non sanno cosa dobbiamo fare. Le punte sono spesso in fuorigioco, i difensori non escono bene.
C'è un problema tecnico: sbagliamo tanti passaggi, sbagliamo sempre la scelta del passaggio decisivo (Cuadrado), ci sono errori individuali importanti.
Insomma la situazione è buia.