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Locketto

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  1. Non ricorco chi ma tempo fa ho sentito che per "urgenza contro rischio di falsificare la competizione" si può andare al TAR bypassando il CONI, fermando il campionato. Era su juventibus.
  2. LUPI O AGNELLI. Intervista a Sergio Santoro, ex presidente della Corte federale della Figc FABIO PARATICI EX MANAGING DIRECTOR FOOTBALL AREA JUVENTUS PAVEL NEDVED ANDREA AGNELLI Non si placano le polemiche in seguito alla sentenza della Corte d’Appello che ha sanzionato la Juventus con 15 punti di penalizzazione. Nel dibattito interviene Sergio Santoro, già Presidente della Corte Federale FIGC e del Consiglio di Stato. Presidente, vista la sua esperienza in materia di giustizia sportiva e giustizia amministrativa cosa pensa dell’inchiesta sulle plusvalenze che ha visto protagonista la Juventus ? “Non si conoscono ancora le motivazioni della decisione adottata dalla Corte Federale di Appello, per cui ho difficoltà a fare delle specifiche valutazioni. Posso soltanto fare qualche considerazione sul piano generale. Trovo però singolare che il presidente della CFA della sentenza di condanna del gennaio 2023 sia lo stesso che a maggio 2022 aveva emanato la sentenza di assoluzione nel medesimo processo Una sentenza senza precedenti, una condanna forse eccessivamente severa? “Non sappiamo se la Corte abbia ritenuto di sanzionare la società Juventus ed i suoi dirigenti per la vicenda delle plusvalenze. Se così fosse, si tratterebbe di una decisione in contrasto con i precedenti della giustizia endofederale in materia di plusvalenze. Occorre capire quali siano le ragioni di questo improvviso mutamento della giurisprudenza. Inoltre, se la sanzione inflitta è conseguenza dell’illecito sulle plusvalenze non si comprende come questo illecito possa essere stato realizzato da una sola società. La plusvalenza viene realizzata almeno da due soggetti, mentre nel caso in esame non risultano essere state deferite altre società per questo illecito. Infatti, e per questo qualcuno ipotizza che la Corte abbia deciso sulla base dell’art. 4, comma 1, del codice di giustizia sportiva, ossia che abbia inteso sanzionare il comportamento dei dirigenti Juventus in quanto contrario al principio della lealtà sportiva cui ogni società e ciascun tesserato è tenuto. “Questo, però, presuppone una modifica, da parte della Corte Federale, del capo di imputazione avanzato, a quanto è dato sapere dalle cronache, dalla Procura federale. Il Giudice Federale ha ampi poteri in materia di qualificazione giuridica del fatto contestato, ma siffatto potere non deve mai debordare in una ricostruzione alternativa dei fatti accertati e contestati. In ogni caso, la penalizzazione di 15 punti apparirebbe poco comprensibile, se correlata alla violazione del principio di lealtà sportiva. Abnorme”. Lei sostiene che lascia perplessi la dichiarazione di ammissibilità dell’istanza di revocazione proposta dalla Procura Federale. Cosa intende? “La struttura del procedimento di revocazione disegnata dal codice di giustizia sportiva contempla il doppio momento, dell’ammissibilità e quello, ulteriore e successivo, della rescindibilità e possibile sostituibilità della pronuncia della cui rimozione si tratta. Nel procedimento per revocazione occorre, quindi, verificare l’attitudine dimostrativa delle nuove prove, congiuntamente alle prove del precedente giudizio, rispetto al risultato finale della revisione del giudizio. Ma, nel caso di specie, non sappiamo quali siano queste nuove prove sulla base delle quali la Corte ha ritenuto legittima ed ammissibile una rinnovazione del giudizio sportivo e se gli elementi acquisiti dalla Procura di Torino possono essere considerati tali ai fini sportivo-disciplinari”. Quali rimedi giuridici contro la decisione la Juventus può portare? “Sotto il profilo sportivo, del risultato sportivo e, quindi, della sanzione sportiva inflitta, è possibile proporre ricorso dinanzi al Collegio di Garanzia dello Sport, che siede presso il Coni. Non si può che auspicare che il Giudice sportivo esofederale fornisca un indirizzo interpretativo certo, chiarendo definitivamente i confini dell’azione revocatoria in materia di giustizia sportiva, evitando, così, il rischio di un esorbitante pluralismo interpretativo con le intuibili ricadute sul principio della certezza del diritto”. In conclusione, quali valutazioni sul piano generale si sente di dire? “Il giurista sportivo non può che auspicare che questa decisione non mini le fondamenta del sistema di giustizia sportiva, fondate sul principio dell’autonomia dell’Ordinamento sportivo rispetto all’Ordinamento giuridico generale. Principio ribadito dalla legge e riconosciuto più volte dalla stessa Corte Costituzionale. Voglio dire, quale uomo di legge sono poco interessato alla sanzione in sé (pur ritenendo sempre preferibile, per stilare la classifica finale di un campionato, i risultati conseguiti sul campo, che quelli assegnati nelle aule di giustizia), mi preoccupano, appunto, più le ricadute della decisione sul piano dei rapporti tra ordinamento settoriale ed ordinamento dello Stato e, in via mediata, sull’assetto e gli equilibri del sistema della giustizia sportiva. La condotta di un soggetto appartenente all’ordinamento sportivo deve essere diversamente valutata a fini sportivo-disciplinari. La giurisprudenza sportiva ha sempre costantemente affermato che i comportamenti in contrasto con l’Ordinamento sportivo devono essere esaminati e valutati sulla base delle regole e delle forme di tutela previste dell’ordinamento sportivo medesimo. Si tratta di una logica conseguenza del principio dell’autonomia dell’Ordinamento sportivo, ossia della potestà che lo Stato riconosce al mondo dello sport di dotarsi, in via indipendente, di un impianto normativo e di una struttura valutativa che reagisca alla negazione dei valori dello sport”.
  3. Se per motivi oscuri state ancora cliccando sui vari siti di gazzetta sportmediaset & co, suggerisco l'uso massiccio di adblockers.
  4. TUTTOSPORT Juventus, Intrieri: “Il processo non regge. Sentenza preoccupante” L'avvocato nel settore penalistico, docente di procedura penale ed esperto di diritto: “Se non c’è una legge che vieta le plusvalenze, come può essere stata infranta? Le intercettazioni? No, non si usano così. Al Tar? È possibile. E chissà: una class action dei tifosi" TORINO - «Io sono un avvocato penalista e sono milanista. Calcisticamente la Juventus la detesto. Però la stranezza di questa storia mi ha molto colpito. Per diversi motivi». Prego, avvocato Cataldo Intrieri. Ci dica il primo. «La storia della Juventus mi è sembrata emblematica di un clima che c’è nel Paese, di un modo di vivere la giustizia molto spiccio, giustizialista. Il sospetto esso stesso diventa una prova». Così come le intercettazioni. «Sono il grande tema, sì. Un tema comune a tutta la giustizia italiana, dibattutissimo. Io la penso come il ministro Carlo Nordio: le intercettazioni devono essere un mezzo che serve a cercare le prove dirette, non una prova di qualcosa che invece deve essere accertato. In questa vicenda della Juve, se è vero come è vero, che un processo archiviato è stato riaperto sulla base di brandelli di intercettazioni arrivate dalla Procura di Torino, beh... E peraltro, so che scandalizzerò qualcuno, ma non ritengo neanche che le intercettazioni in questione abbiano questo grande valore di autoconfessione: ci sono rimandi, mezze ammissioni. Nulla di più». Chiaramente su sponda bianconera si pone anche l’accento sulle conversazioni in cui ad esempio Bertola e Cherubini si dicono sereni perché non c’è dolo. «Certo. Infatti spieghiamo, perché molti non sanno come funzionano le intercettazioni in Italia: quelle che noi abbiamo, sono solo quelle che ha scelto la procura di Torino per sostenere la propria accusa. Secondo la legge infatti, alla fine delle indagini, la Procura sceglie le intercettazioni che ritiene utili alla sua tesi mentre deposita tutte le altre in un archivio che la difesa può consultare senza poterne fare copia, mettendosi ad ascoltare in una sala audio, e indicando lei eventualmente quali intercettazioni siano di suo interesse. Si tratta di atti di una inchiesta magari durata mesi o anni che gli inquirenti conoscono a menadito; invece i difensori si vedono piombare all’improvviso una massa enorme di documenti che devono cercare di studiare piuttosto affannosamente in un periodo di tempo di circa una ventina di giorni. Ecco perché sostengo che l’uso amplificato e ampliato delle intercettazioni sia un primo punto poco convincente. E c’è un altro aspetto paradossale...». Prego. «Le intercettazioni noi non sappiamo neanche se il giudice penale le userà. Perché in teoria funziona così: il Pubblico Ministero presenta le prove al giudice dell’udienza preliminare, il quale potrebbe anche estrometterle. Mettiamo per esempio che alcune intercettazioni manchino di decreti autorizzativi che il Gip deve emettere su richiesta del Pm. Sarebbero inutilizzabili. In sostanza, dunque, per la richiesta di revocazione presso la Corte federale d’Appello sono state usate prove che ancora non si sa se saranno valide nel processo penale. Oltretutto se non si utilizzassero gli elementi di prova del procedimento ordinario si potrebbe far leva sul fatto che la Giustizia Sportiva ha regole specifiche, ma se si utilizzano elementi di prova dalle indagini fatte con il rito penalistico ordinario mi sembra difficile che si possa invocare l’autonomia». Il tema della specificità dell’ordinamento della Giustizia Sportiva è centrale. «Io lo conosco bene il principio di autonomia degli ordinamenti che hanno delle proprie regole. Però c’è un articolo del codice sportivo, l’articolo 44, che dice che il processo sportivo si ispira al modello del giusto processo. E ce n’è uno solo, nel mondo occientale, di “modello di giusto processo”. È basato su poche regole. Peraltro una delle quali, fondamentale, è l’indipendenza dei giudici: non per niente di solito vincono dei concorsi e quindi sono indipendenti visto che lo Stato che li assume non li può licenziare. Qui invece abbiamo giudici e magistrati scelti per chiamata diretta... Ma vabbè, al di là di questo, ci sono delle regole del giusto processo alle quali ci si dovrebbe ispirare». C’è altro che non la convince? «Un’altra cosa che mi ha colpito è la motivazione della prima archiviazione. Rispetto alla prima sentenza del Tribunale Federale, avevano usato parole severe sostenendo che questa operazione di uso delle plusvalenze poteva essere considerata opaca, sbagliata, non corretta ma che non era sanzionabile per la mancanza di una norma apposita che dica che questa prassi delle plusvalenze a specchio è vietata. In linguaggio giuridico si parla di principio di legalità grazie al quale il cittadino ha diritto a sapere prima quali possano essere le conseguenze penali della sua condotta, non è che se le deve intuire, immaginare o le deve presumere. Ci deve essere una norma che dice: se ti comporti così, commetti un reato. La Corte d’appello, nella prima sentenza, l’ha sottolineato chiaramente. Dopodiché, sei mesi dopo, senza che una legge in merito sia arrivata, ha cambiato idea. E perché mai ? Perché arrivano le intercettazioni e il materiale da Torino? Poco cambia, se non c’è la norma, il problema non è risolto. Tanto è vero che il ministro Andrea Abodi ha dichiarato ancora in questi giorni che “dobbiamo fare una legge”. E dunque, se si deve fare una legge per vietare queste cose, allora vuol dire che fino ad oggi non c’è nulla che dica che questa prassi è una prassi illecita». Secondo lei come andrà a finire? «Non lo so proprio. Si figuri che io ero convinto che non sarebbe stata accolta la richiesta di revocazione... Però attenzione: se vengono lesi diritti fondamentali, anche i tesserati possono rivolgersi al giudice ordinario per chiedere i danni. Io sono convinto che se dovesse essere confermata questa sentenza probabilmente la Juventus perseguirebbe questa strada e si rivolgerebbe al Tar per essere risarcita del danno. Se un domani il giudice ordinario italiano o la Corte di Giustizia europea dovessero sanzionare la Figc per un danno arrecato, beh, questo segnerebbe la perdita di credibilità della Giustizia Sportiva. Questo processo, storico per la Juventus, forse porterà a una riforma di questo ordinamento. Me lo auguro. Il luogo comune del fare presto e in fretta perché lo spettacolo-calcio deve continuare può andar bene se dobbiamo discutere la partita, il fallo, l’ammonizione... Ma quando cominciamo a parlare di processi penali modello Calciopoli o plusvalenze, come questo, quel tipo di giustizia brutalmente spicciola non può funzionare. Infatti la gente è sconcertata, non comprende la disparità di trattamento». I tifosi potrebbero fare qualcosa? Magari una class action? «È interessante da pensare. Altro non immagino che possa accadere: non c’è una modalità di intervento del tifoso nel procedimento penale o sportivo. Ma appunto si può pensare, in un futuro, alla possibilità di una class action di tifosi che si ritengono danneggiati da un provvedimento disciplinare iniquo e chiedono il risarcimento dei danni lamentando e portando le prove. Potrebbe essere un ulteriore sviluppo di questa vicenda».
  5. Gabriella Palmieri Sandulli Palmieri 🤮 Sandulli stesso nome giudice falsopoli 🤮 di Napolo 🤮 ha dato torto al Coni in passato 😍 poi vediamo
  6. Mi sta salendo una piccola speranza. Questa Giudice è Napoletana, vero ma è già andata contro il CONi l'anno scorso (a favore del Napoli) e ho trovato questo articolo di due anni fa. Sandulli (FIGC) torna sullo scandalo Calciopoli: "Non avrei assegnato lo scudetto all’Inter, non ha vinto nulla" Enrico 981 May 2021 Il presidente della Corte Sportiva d’Appello Nazionale della FIGC è chiaro: l'illecito sportivo della Juve non è stato accertato. Sandulli ritorna sul processo farsa dell'estate 2006: in poco più di 2 settimane, la Juve di Capello su retrocessa in serie B. Lo scudetto di cartone La pena inflitta alla Juventus fu rivista rispetto a quella del Giudice di primo piano, ma ne erano consapevoli anche i dirigenti del club. Io non avrei assegnato lo scudetto all’Inter terza classificata, non aveva vinto nulla. Era bene che ci fosse un buco per ricordare quelle anomalie". Advertisement Illecito non accertato "I giudici prendono atto ed esaminano ciò che viene portato sui loro tavoli. Ci fu un tentato illecito, ma che fosse arrivato a conclusione non è stato accertato. Che ci fossero abitudini insane è fuori di dubbio, ma non è provato che queste avessero alterato i risultati", così a Radio Bianconera. La Juve è stata condannata senza alcuna certezza. È questo l'aspetto più grave di tutta la vicenda, oltre al fatto che l'Inter sia stata "premiata" con qualcosa che non apparteneva. Il marcio del calcio è tutto racchiuso in Calciopoli. I tifosi bianconeri confidano nella giustizia anche se sarà complicato, in quanto il caso è caduto in prescrizione il 18 luglio del 2011. Source: Radio Bianconera
  7. @Gigi@74 https://www.rainews.it/tgr/piemonte/notiziari/video/2023/01/TGR-Piemonte-del-24012023-ore-1930-02efb8e3-e9c8-4f64-a7f1-c8f3fdcb3d64.html minuto 13 parlano politichese.
  8. Il tg3 piemonte dice, in attesa delle motivazioni i bianconeri chiederanno l'annullamento al collegio di garanzia del coni. Quindi secondo loro da come ho capito dovrebbero chiedere l'annullamento in questi giorni. (dato che motivazioni arrivano entro 10 giorni da oggi) link https://www.rainews.it/tgr/piemonte/notiziari/video/2023/01/TGR-Piemonte-del-24012023-ore-1930-02efb8e3-e9c8-4f64-a7f1-c8f3fdcb3d64.html minuto 13
  9. Chi parlava di tg piemonte? Ecco il link Minuto 13. https://www.rainews.it/tgr/piemonte/notiziari/video/2023/01/TGR-Piemonte-del-24012023-ore-1930-02efb8e3-e9c8-4f64-a7f1-c8f3fdcb3d64.html
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