Secondo me, in questo periodo bisogna stare attenti a non cadere in due trappole davvero insidiose.
La prima trappola riguarda la scelta dell'allenatore. Negli ultimi sette anni abbiamo preso Sarri-Pirlo-Allegri-Thiago Motta. Non solo ogni volta abbiamo creduto nel fatto che il prossimo fosse il migliore, ma se notate attentamente ogni volta la scelta effettuata era contraria di quella precedente. Sarri (esperto) - Pirlo (emergente) - Allegri (esperto) - Thiago Motta (emergente/giovane). Ecco, e'qui che si trova esattamente la trappola. Il criterio di scelta del prossimo allenatore non puo essere il fatto che sia semplicemente una scelta contraria a quella precedente. Non e'un criterio ne attendibile ne valido secondo me, ma vedo che sta andando per la maggiore.
Le scelte vanno fatte basandosi su parametri di selezione e criteri di valutazione accurati. I due criteri principali (il primo riguarda il lato "squadra", il secondo il lato "gruppo") per valutare un allenatore secondo me sono:
1) La filosofia di gioco: criterio che richiede una buona conoscenza delle attitudini della squadra. Da non confondere con strategia o tattica. Un'allenatore spesso si adatta a livello strategico o tattico (anzi, lo fanno quasi tutti in base al contesto che si trovano), ma raramente cambiano il loro approccio filosofico al gioco del calcio. Quindi, nella selezione di un allenatore, il suo approccio filosofico al gioco deve coincidere il piu possibile con le attitudini della squadra messa a disposizione. Per un semplice motivo: spesso si scrive "un allenatore deve dare un indentita di gioco". No, non e'cosi. L'identita non e'una cosa che va "data", ma e'una cosa che si "rivela", cosa totalmente diversa. Ed e'per questo motivo che secondo me, la filosogia e'un criterio fondamentale.
2) La tipologia di leadership: riguarda il gruppo, specialmente il lato psico-sociale, una dimensione quanto fondamentale quanto sottovalutata secondo me. La tipologia di leadership dell'allenatore deve coincidere il piu possibile con le caratteristiche caratteriali/mentali del gruppo. Se per esempio l'allenatore rappresenta una leadership autoritaria serve un gruppo di "soldatini", una leadership "laissez faire" richiede un gruppo di giocatori maturi che sanno autogestirsi, una leadership democratica richiede giocatori che piace essere parte integrale delle decisioni prese, una leadership che cerca di creare un gruppo/famiglia stile quella di Klopp puo essere piu adatta a giocatori piu giovani/inesperti etc.
Quindi no, la scelta non deve essere semplicemente contraria a quella precedente. I nostri dirigenti devono conoscere a pieno le attitudini del nostro gruppo/squadra (+ eventuali acquisti dell'estate) per poter sviluppare i parametri di selezione e criteri di valutazione come meglio credono.
La seconda trappola invece, riguarda il fatto di mettere in cattiva luce molti dei nostri giocatori. E'un effetto collaterale abbastanza comune dopo stagioni negative. Secondo me, e'meglio non rivoluzionare di nuovo, ma fare un mercato minimo, un'acquisto per reparto (un difensore da affiancare a Bremer, un centrocampista e un attaccante per sostituire il partente Vlahovic).
Tralatro, secondo me, per la squadra titolare, i vari Cambiaso, Bremer, Thuram, Locatelli e Yildiz (+portiere) sono una buona base (di ben 6 giocatori) per creare non dico una Juve forte, ma almeno ottima. Si aggiungono i tre acquisti (uno per reparto, si va a 9), e anche a riserve siamo messi relativamente bene, Kalulu, Gatti, Mbangula, Conceicao, Miretti, Savona. Personalmente sono per il mercato "minimal".