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Gaetano Scirea 88

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Su Gaetano Scirea 88

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    Pulcino

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    Juventus

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  1. Ora io non so cosa abbia fatto la Roma, ma so cosa sia lo Ias38, mio malgrado. La Juve redige i bilanci secondo principi contabili internazionali (IFRS). Ciò impedisce di giustificare plusvalenze con impossibilità di stabilire valore oggettivo dei calciatori perché IAS38 fissa criteri precisi per scambi di asset immateriali . “ Una o più attività immateriali possono essere acquisite in cambio di una o più attività non monetarie Il costo di tale attività è valutato al fair value (valore equo) a meno che a) l'operazione di scambio manchi di sostanza commericale, né il fair value (valore equo) dell'attività ricevuta né quello dell'attività ceduta sia misurabile attendibilmente.” Questo è il caso delle nostre plusvalenze perché il valore dei calciatori non è misurabile attendibilmente. Il principio IAS 38 prescrive che “Se l'attività acquistata non è valutata al fair value (valore equo), il suo costo è commisurato al valore contabile dell'attività ceduta”. Ciò significa che non può sorgere una plusvalenze. L’impatto a conto economico deve essere ZERO. Tradotto: se scambio Tizio con Caio senza passaggio di denaro non posso valutare Tizio (che ho a bilancio a 1m) 20 perché tanto nessuno può dire che Tizio non li vale. Devo dimostrare valore su parametri certi oggettivi misurabili. Altrimenti devo scambiarlo a 1 con zero utile. Noi invece di scambi senza passaggio di denaro ipervalutando gli asset ne abbiamo fatti a TONNELLATE (abbellendo quindi il bilancio e potendo permetterci giocatori che altrimenti non avremmo potuto prendere) e i nostri ex dirigenti hanno anche avuto la bella idea di parlarne esplicitamente al telefono. Spero almeno di aver dimostrato che l’ignorante non ero io e che no, non è vero che società quotate in borsa e società non quotate vengano trattate allo stesso modo.
  2. Gli altri numeri? Ci sono 42 operazioni attenzionate, non ho voglia e tempo di andarle a scrivere tutte anche perché domattina tra 4 ore mi devo alzare, ma non riesco a dormire grazie a queste porcate, sono dieci giorni che dormirò quando va bene 4 ore per notte. C’entra eccome invece.
  3. Le società quotate in borsa hanno regole per redigere i bilanci diverse rispetto a quelle non quotate, è un dato di fatto, documentati sullo Ias38, una regola molto chiara che quei mentecatti dei nostri ex dirigenti non hanno rispettato. Se non rispetti queste norme e tratti il tuo bilancio come se fossi una società non quotata, vuol dire che finisci a fare delle plusvalenze che, in quanto società quotata, NON potresti fare, e se poi grazie a queste plusvalenze pompi il bilancio e sul mercato spendi soldi che non avresti dovuto spendere, ecco che se ti beccano con le mani nella marmellata ti fanno il chiulo. Specie se sei così arrogante e protervo da parlare al telefono senza presumere che ad una società come la nostra controllino anche quanti peli abbiamo sul chiulo.
  4. Dai su che l’Atalanta è venuta a comprarci Simone Muratore a 7 milioni, il quale poi è finito a fare panchina nella Reggiana (la quale successivamente retrocesse dalla B alla C e lui non trovò spazio neanche lì). E ripeto che prescritti e napurielli non sono quotati in borsa e quindi non devono rispettare certi parametri, noi si, senza contare che presumo che i loro dirigenti non siano stati così * da parlare sfacciatamente al telefono di certe robe autodenunciandosi. I nostri erano preda di un delirio di onnipotenza totale.
  5. Punto primo a noi purtroppo si applicano regole diverse rispetto ai club non quotati in borsa. Sai cos’è lo Ias38, ad esempio? Noi non l’abbiamo rispettato e avremmo dovuto farlo, essendo quotati in borsa. Per quanto riguarda il sistema sono stati i nostri stessi dirigenti ad autodenunciarlo, un nostro dirigente addirittura parlando dell’operazione Locatelli disse testualmente “ma in Lega hanno le fette di salame sugli occhi?”. Erano loro i primi ad essere consapevoli di stare facendo delle robe ad altissimo rischio, e infatti io sono infuriato con loro che hanno distrutto la Juventus, molto più che con i giudici che non aspettavano altro, certo, ma noi abbiamo dato loro tutte le armi per seppellirci.
  6. Il Napoli ha fatto decine di operazioni stile Sturaro, Audero ecc? Mi faresti qualche esempio?
  7. Quella è una operazione, noi ne abbiamo fatte a decine come quelle, il problema è questo, fermo restando che se il Napoli ha sbagliato è giusto che paghi non possiamo pensare che paghi come chi ha fatto l’equivalente di decine di operazioni simili
  8. Gaetano Scirea 88

    Processo mediatico e con poca chiarezza

    Esattamente ciò che penso io.
  9. Gaetano Scirea 88

    Dobbiamo fare qualcosa per tutelarci all’estero

    Rosicate innocue una cippa, sono autentiche diffamazioni nei nostri confronti, e ancora più gravi essendo all’estero.
  10. In questo https://www.ft.com/content/f268143c-1614-4b25-87e1-18db0c9ef796 articolo parlano così di noi Herbie Sykes’ history of Italy’s dominant team is a study in how power works in the countryGiovanni Agnelli thought there might be a future in horseless carriages, so in 1899 he co-founded Fabbrica Italiana di Automobili Torino, or Fiat. In 1923 he arranged for his son Edoardo to become president of one of Turin’s football clubs, Juventus. Today Giovanni’s great-grandson Andrea runs Juve. The alliance between Italy’s unofficial “royal family”, its manufacturing behemoth and its dominant football team is the longest family ownership in top-level international sport.To understand how power works in Italy, therefore, requires understanding Juventus.With Juve! the British author Herbie Sykes has written a potted history of modern Italy disguised as a football book, told in his distinctive voice: fond, chatty, distanced, and sometimes hilarious.The Agnellis made armaments for Mussolini, then worked equally smoothly with Uncle Sam, converting Marshall Plan money into Italy’s motorised postwar ‘boom economico’. Fiat obliged the Americans by spying on its own employees to root out communists and homosexuals. A football club was the perfect (and cheap) family brand passport.The Agnellis made Juve great mostly by buying great players, though they put it all down to rational management techniques. Edoardo’s son Gianni, ‘L’Avvocato’, a silver-haired playboy, longtime head of Fiat and figurehead of Juve for more than half a century, treated his footballers as a sort of private art collection. Alessandro Del Piero, for instance, was “Pinturicchio” — “Little Painter” — after the Renaissance artist. Juve was Gianni’s consolation during several family tragedies, including his son’s suicide.Winning isn’t important — it’s the only thing that matters, is Juve’s motto, and to make sure they won, they sometimes leaned on refereesOther Italian clubs represent their hometowns, in the country’s tradition of bitter parochialism, campanilismo. But Juve, as befitting the Agnellis’ ambitions, sees itself as the club of all Italy, supported especially by small-town Italians and southerners, who have no dominant clubs of their own and a tradition of migration to Turin to work for Fiat. Supporting Juventus has always been a way for powerless Italians to taste power. Juve now has perhaps 14m supporters, more than Milan, Inter, Lazio and Torino combined, writes Sykes.It is also Italy’s most hated club. “Winning isn’t important — it’s the only thing that matters”, is Juve’s motto, and to make sure they won, they sometimes leaned on referees. In 2006, wiretaps revealed that the club’s then sporting director, Luciano Moggi, spent much of his working week on the phone arranging which referees should be assigned to Juventus’s matches and which to those of rivals. The scandal, Calciopoli, saw Juve punished with a year in Italy’s second division. Like many other Italian football scandals, Calciopoli remains endlessly debated, perhaps because match-fixing is the most visible manifestation of Italian corruption.Juve’s power has worked less well in Europe.The club has won just two European Cups, including the meaningless final played at Brussels’ Heysel stadium in 1985 after 39 mostly Italian spectators died in a crush trying to escape rampaging Liverpool hooligans. The biggest triumphs of the bianconeri have come in the blue shirts of Italy: the world champions of 1934, 1982, and 2006 each had a crucial “blocco-Juve” contingent.Today Juve has outgrown not just shrunken post-industrial Turin, but even Italy itself. It has eaten Italian football, winning nine straight titles, and scarcely needs refereeing help any more. Yet dragged down by the country’s economic decline, it lacks the funds to compete with Europe’s strongest clubs. Una cosa vergognosa! E io ricordo ancora come venimmo trattati dal Porto nel 2021 https://m.tuttomercatoweb.com/amp/altre-notizie/lo-speaker-del-porto-vergognoso-battuti-i-ladri-d-italia-e-quel-maiale-di-cr7-1506572 Perché la nostra società non fa nulla per tutelare la nostra reputazione all’estero (che sotto certi aspetti è peggiore che in Italia)?
  11. Gaetano Scirea 88

    Classifica delle rivalità più sentite

    Concordo in toto, è anche la mia classifica col Milan al posto del Toro, però (e il Napoli, per quanto insopportabile, comunque sotto l’Inda, quindi diciamo Inter prima e Napoli secondo, i zozzoneri terzi). Il Toro onestamente mi fa solo tenerezza al punto che (so che può sembrare eretico da dire) quasi sarei contento se tornassero livelli decenti (diciamo come l’Atalanta di questi anni, e volendo per quello ne avrebbero anche il potenziale -non hanno certo un bacino d’utenza inferiore a quello atalantino- se non fossero gestiti da un pagliaccio), anche perché mi mancano i derby combattuti, anche solo come quelli dei primi anni 2000.😂
  12. Gaetano Scirea 88

    Classifica delle rivalità più sentite

    Per carità, ognuno ha le sue opinioni, ma gli interisti per me sono il peggio del peggio in assoluto. Ladri, vigliacchi, calunniatori, antisportivi (hanno il coraggio di dire che lo scorso campionato gli è stato rubato quando in realtà loro sono stati spinti fino all’inverosimile, roba da campionato colombiano ai tempi di Escobar, e l’hanno preso nel deretano lo stesso), sono quelli che rubano e mentre lo fanno piangono dicendo che sono gli altri (o noi o il Milan o altri che in quel momento vincono al posto loro), anche io spero che non vinca nessuna delle due, ma se fossi costretto a scegliere tra un Triplete milanista con grande slam (Supercoppa italiana, Supercoppa Uefa e mondiale per club) e una Supercoppa italiana interista, se mi dicessero che una delle due deve avvenire per forza e che tocca scegliere a me, avrei zero dubbi: meglio un grande slam milanista che una Supercoppa italiana interista. Veder festeggiare i tifosi interisti, la feccia più antisportiva, lercia, complessata della terra, è sempre una sconfitta per me
  13. Gaetano Scirea 88

    Classifica delle rivalità più sentite

    Basta vedere lo scorso anno. Il Milan alla fine è riuscito a metterglielo in chiulo comunque, ma le ladrate indaiste dello scorso anno (sia dirette, cioè a loro favore, che indirette cioè a sfavore dei loro concorrenti, sia Milan che Napoli che noi ) NON HANNO PRECEDENTI NELLA STORIA DELLA A!
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