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juventino milanese

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Tutti i contenuti di juventino milanese

  1. Speranza di avere giustizia in questa melma che ci circonda, non ne avevo e non ne ho più. Ormai colmo di disprezzo verso tutti i nemici, attendo serenamente che passino "on the other side". Il primo della lista? L'orrido ratto cartonato; quando succederà, conoscerete la mia identità, i giornali parleranno di un invasato che si trastulla ebbro di gioia in piazza Duomo
  2. juventino milanese

    Borsa, Exor, Juventus e indefessa passione per i colori bianconeri

    Caro Stefano per me e molti altri, come si evince in tutte le discussioni a cui partecipi, compreso questa, è sempre un onore rapportarsi con una Persona dal grande spessore e dall'elevatissimo sentimento di Amore per la Vecchia Signora. Un sentimento che traspare, sempre. Nel mio caso, quel sentimento si è invece avvelenato, facendomi provare emozioni negative che se avessi in altri campi della vita proverei francamente imbarazzo. Ed è per questo che nel messaggio precedente ho risposto con una certa asprezza. Cerco di stare calmo, partecipando il meno possibile alla vita del forum (pur leggendo con continuità tutte le discussioni) in modo da evitare travasi di bile, e attendo un nuovo Rinascimento a tinte bianconere. Che poi, a dirla tutta, non è che ci possiamo lamentare di mancati successi o anni di figuracce; ma è proprio quel senso di juventinità che i nostri vertici hanno smarrito. Con Giovannino ancora in vita, dici giustamente, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. In coppia con il fratellastro Andrea avrebbero garantito successi e senso di appartenenza. L'algido signorotto dal cognome straniero, invece.... Buona giornata a te ed a tutte/tutti
  3. juventino milanese

    Borsa, Exor, Juventus e indefessa passione per i colori bianconeri

    Piuttosto che smiliardare "ad minchiam", meglio coltivare quei necessari agganci politici per proteggersi dai ripetuti attacchi. Cosa che dovrebbe essere normale per un gruppo come Exor, e invece.... Ovviamente, opinione personale. Con la consueta stima e vicinanza (in un momento di sofferenza calcistica) all'autore della discussione.
  4. juventino milanese

    Ritrovare identità

    Fratello bianconero Come sai condivido spesso ciò che scrivi; in relazione ai punti che hai citato sono tuttavia giunto alla conclusione che si tratti di problemi marginali, un contorno rispetto al piatto principale indigeribile che ormai da quasi 20 anni ci stanno propinando. Come tu stesso ed altri amici avete egregiamente scritto, il fattore extra campo è per me qualcosa che travalica ogni discorso di identità, appartenenza, ecc.. Ho goduto dei successi post grande farsa, ma con le antenne sempre ben dritte nel captare qualsiasi nefandezza. Abbiamo dovuto subire lo scempio del 2006, mai e poi mai avremmo dovuto affrontare un'altra onta come quella della scorsa stagione. A volte mi chiedo se qui nel forum molti utenti siano troppo giovani per ricordare, oppure se siano semplicemente meglio preparati del sottoscritto a glissare sull'argomento. Io non ci riesco. Resterò sempre profondamente gobbo, anche perché ho la presunzione di conoscere la Storia e la Leggenda della Juventus molto meglio dell'algido signorotto che ne detiene la proprietà, ma stavolta non me la lascio scivolare addosso. Non partecipo a discussioni sul calcio giocato, sull'allenatore e sul mercato, sono invece piacevolmente attratto da quelle come questa o sulla Juve del passato. Perciò attendo. Attendo che ci sia una rivisitazione totale (con sputtanamento di tutti, avversari, proprietà, istituzioni, media) di quello che fu calciopoli, ma è pura illusione. Oppure attendo che arrivi un vero Juventino, leader e trascinatore, che non si faccia prendere e non ci prenda per il *. E a quel punto sarò in prima fila a tifare Juve, conscio di amare una vera Signora xxx Un saluto
  5. Si, lo so. Errore mio nell'esprimere il concetto. Azz, bacchettato da Lee alla nostra prima interazione: la giornata non inizia sotto i migliori auspici.... Non so se ti riferissi al sottoscritto, nel caso specifico che mi riferivo alla possibilità di organizzare cori da parte dei tifosi, non dalla claque. Sono stato allo stadium poche volte, nei primi anni, e ricordo bene che nei momenti di stanca bastava la curva a creare quel "ruggito" che intimoriva gli avversari e spingeva i nostri. Il fatto che adesso siano "spenti", a mio modesto parere significa che c'è la volontà di remare contro. Intimidazione. So che qualche frequentatore mi criticherà, pazienza. Ho espresso un parere. Buona giornata
  6. È veramente incredibile come non si sia riusciti ad organizzare qualcosa di coinvolgente. Non mi inoltro in tediose discussioni sulla possibilità che ci siano anche azioni intimidatorie da parte di qualcuno. Preferisco ricordare i bei tempi, anche nel brutto e vetusto stadio comunale, con questo bellissimo coro diffuso dagli altoparlanti: Juve, juve o cara squadra senza età Juve, Juve cara gloriosa società Mille bandiere bianconere intorno a noi, ci fan sentire in campo undici eroi. Perciò cantiamo tutti in coro …. E la Juventus E’ un inno che la forza ci da! E la Juventus E’ nostra la vittoria sarà! Forza Juve il comunale grida già .. Forza Juve è bianconera la città Mille bandiere sempre ovunque intorno a noi, ci fan sentire in campo undici eroi Perciò cantiamo tutti in coro … E la Juventus E’ un inno che la forza ci da! E la Juventus E’ nostra la vittoria sarà!
  7. juventino milanese

    Per la FIGC le plusvalenze sono legittime, Gravina ci spieghi il -10

    si chiama CONNIVENZA
  8. juventino milanese

    Ci ha lasciato Idris Sanneh, Juventino vero

    Si sono svolti questa mattina i funerali di Idris Sanneh, noto giornalista e personaggio tv, venuto a mancare venerdì sera per una probabile vasculite dalle cause ignote, come riportato dalla famiglia. Una folla commossa ha salutato per l'ultima volta l'ex giornalista senegalese: durante il rito, sua figlia ha intonato e dedicato al padre No woman no cry di Bob Marley. Idris, tifosissimo della Juventus, uscì alla ribalta nel 1993 grazie a Quelli che il calcio nell'edizione condotta da Fabio Fazio: ha raccontato le partite dei bianconeri fino all'edizione del 2009. Per lui anche una piccola esperienza cinematografica partecipando al film "Tifosi" di Neri Parenti, dove è apparso in una scena insieme a Diego Abatantuono. Idris, il ricordo dei colleghi Molti i giornalisti che nella vita di tutti i giorni erano molto vicini ad Idris Sanneh: tra di loro hanno voluto ricordarlo con molto affetto, oltre al già citato Fabio Fazio, anche Simona Ventura e Marino Bartoletti, volti storici di Quelli che il calcio. Vivo anche il ricordo di Luciano Moggi tramite un tweet: "La tua morte mi ha colto impreparato. Ci eravamo salutati lo scorso 9 luglio a Padova. Non mi sarei mai aspettato che fosse l’ultima volta in cui avremmo scherzato insieme. Eri un amico vero. Sei sempre stato al mio fianco ed hai combattuto per me. Idris, mi mancherai. Riposa in pace". fonte: Tuttosport In mattinata la cerimonia funebre del giornalista e conduttore che si è spento a 72 anni. Il ricordo della figlia Hadin: «Parlava il dialetto bresciano e diceva Inshallah» Morire in agosto è un po' come nascerci, in agosto. Corri il rischio che nessuno venga alla tua festa. Anche se è l'ultima, quella in cui ci si dice addio. Non è stato così per Edrissa Sanneh, per tutti Idris. Quattrocento, cinquecento persone ad accompagnarlo per l'ultimo miglio nella sua Bedizzole lunedì mattina alle 11. «Mai visto un funerale così» dice un anziano signore intento a pascolare il nipotino nel prato antistante la struttura che domina l'abitato sul colle morenico. Spillo Altobelli e Marino Bartoletti in prima fila, accanto alla famiglia. Un gonfalone della sua squadra del cuore, la Juve, e un non meglio identificato dirigente con tanto di completo societario. Soprattutto, il suo pubblico. Bianchi e neri. Come la Juve, appunto. C'è odore di fieno. L'erba del prato che domina il piano rialzato del cimitero è stata tagliata di recente, poi i temporali hanno fatto il resto. Stupenda giornata per salutare l'uomo, il giornalista, il tifoso, l'intellettuale e, certo, il suo tratto più importante, distintivo: il pioniere dell'uguaglianza e dell'integrazione. Almeno alle nostre latitudini. Il che, se non è una cosa scontata oggi, immaginate quarant'anni fa, quando qui in provincia la gente di colore la si vedeva quasi esclusivamente sulle cassette delle offerte in chiesa. Dall'Africa all'Italia è un bel salto. Da Perugia a Brescia, la città industriale, la città ricca di possibilità ma al contempo capace di stritolarti nel suo produttivismo esasperato, è - se possibile - un salto mortale. Coraggioso, Idris, lo è stato. Forse anche fortunato: la fortuna di aver incontrato sulla strada persone che gli hanno voluto bene fino all'ultimo. Marino Bartoletti su tutti: «L'ho conosciuto esattamente trent'anni fa a "Quelli che il calcio" e non pensavo che nella mia vita avrebbe fatto irruzione questo ciclone di simpatia, di bontà, di cultura, di empatia. Ci ha fatto tanti regali, oggi (ieri per chi legge, ndr) ci ha fatto un grande dispetto». Negli anni Novanta Idris è stato televisione, calcio, cultura ma anche - a suo modo - eleganza: «Pur nella sua effervescenza è stato un uomo elegante e profondo - ha proseguito Bartoletti - ed è stato anche una scorciatoia importante verso quella integrazione che allora non era esattamente in agenda». Quegli anni Novanta che hanno cementato rapporti più resistenti del tempo, delle carriere, della geografia stessa. Come con Spillo Altobelli: «Andavamo in vacanza insieme, siamo andati nella mia Sonnino (in provincia di Latina, dove il calciatore è nato nel 1955, ndr) e lo scorso anno siamo partiti in cinque in auto e siamo arrivati a Patti, in Sicilia. Quest'anno non se l'è sentita di replicare, era stanco. Mi chiamava spilungone, nel nostro gruppo di amici non potevamo fare a meno di lui, questa è la semplice verità. Mi ha lasciato un fratello». Prima di calare il feretro nella terra che lo ha accolto ormai mezzo secolo fa, lui studente meritevole venuto dal Senegal (anche se era nato in Gambia il 2 gennaio del 1951), la figlia Hadin prende la parola. È un epitaffio che si sovrappone alla preghiera rituale in pulaar, il suo idioma nativo. Treccine bionde e more, Hadin racconta il padre, e dipinge in pochi tratti il suo sorriso, intelligente e autoironico che lo ha contenuto: «Parlava il dialetto bresciano e diceva Inshallah. Aulico e popolare... aulico e popolare». Poi, fra gli applausi, parte una canzone, a cappella. È «No woman, no cry» di Bob Marley. fonte: Corriere della Sera edizione Brescia
  9. juventino milanese

    Gli affari sfumati all'ultimo minuto

    CR7 giovane, che non si fece in quanto Salas rifiutò lo scambio. Floro Flores, che non voleva fare la riserva di Del Piero. Lo so, ho messo nella stessa frase una Ferrari Testarossa ed un triciclo da rigattiere. A pranzo non dovevo esagerare con lo Chardonnay
  10. juventino milanese

    Ci ha lasciato Idris Sanneh, Juventino vero

    "IDRIS SINDACO". Questo lo striscione esposto al Delle Alpi durante il periodo elettorale del comune di Torino. Non so perché, ma alla notizia della scomparsa, questo è il primo ricordo che mi è tornato alla mente. Forse perché mi era piaciuta tantissimo la sua reazione nel leggerlo sullo schermo, tra il divertito e il commosso, con un sorriso molto dolce. Che la terra ti sia lieve, fratello
  11. ovviamente rispetto la tua opinione, ma.... secondo me il pallone d'oro lo diedero al fuggiasco napoletano perchè era passato al Real Madrid, società assai più potente della Juve di allora (e di oggi, ahimè), mentre Gigi doveva farsi un'ingiusta serie B. Ma la dignità vale più di 10 palloni d'oro
  12. Speriamo solo che non vada a fare (come ho letto da qualche parte) il capo delegazione per questa nazionale/federazione di peracottari. Gigi, di soldi e di belle donne ne hai avute a iosa, lasciaci un bel ricordo. Scendi definitivamente dal carrozzone. E grazie di tutto
  13. Scusami se rispondo solo adesso ma sono stato impegnato. Se leggi bene il mio messaggio a pag 17 non ho messo in dubbio la necessità di sopravvivere economicamente, quello che contesto è l'assoluta mancanza di empatia verso il proprio Popolo. E poi, scusami, questi problemi secondo te li ha solo la nostra società? A me pare che altre squadre abbiano fior di debiti, e anch'esse debbano strapagare giocatori senza avere gli introiti della Juve. Ma in questo schifo che ci circonda vengono persino presi a modello di virtuosismo finanziario. Della partecipazione alla Conference non frega niente a nessuno (o, come leggo qui dentro, a pochi), ma è questa continua sottomissione che non è più tollerabile. Perché, parliamoci chiaro, dobbiamo renderci conto di quanto segue: o i nostri dirigenti, passati ed presenti, sono una manica di intrallazzatori delinquenti, e quindi accettano le decisioni sapendo di aver agito male, o non vogliono difendersi perché complici o addirittura artefici di quello che ci viene fatto. In entrambi i casi, non meritano la nostra Passione. Come ho detto prima, sono -loro- un mostro privo di emozioni
  14. Caro amico scusami, non siamo noi (tifosi) che facciamo schifo, e non siamo noi che dobbiamo vergognarci. È giunta l'ora di fare dei distinguo: noi siamo la Juve, e amiamo quell'ideale di stile, classe, forza che in oltre un secolo ha rappresentato la società in tutto il mondo. Loro sono un'accozzaglia di pavidi, incapaci, freddi calcolatori che non conosce le parole Amore, Dignità, Orgoglio, ma pensa esclusivamente al dio denaro. Non è più Juventus, quella è scomparsa con la morte dell'Avvocato e del Dottore, e sebbene durante la gestione di AA abbia dato grandi soddisfazioni, in realtà è solo una macchina mangiasoldi, un mostro freddo e privo di emozioni. Sono loro che si devono vergognare (e non lo faranno mai)
  15. Ferrero, ma vattene serenamente a fare in cubo. Tralasciando il discorso della qualità del gioco, che al limite può causare narcolessia, voglio proprio vedere come possiamo stare tranquilli. Alla prima decisione arbitrale contraria noi tifosi saremo rassegnati, ma voi dovreste tutelare la nostra dignità (perché la vostra non è mai esistita) pretendendo almeno parità di giudizio. La stessa parità di giudizio che dovreste chiedere nel campo della cosiddetta giustizia sportiva, auspicando una verifica dei conti anche dei "competitors", che altrimenti gli stakeholders si incazzano. Mi fate più schifo dei nostri nemici. Serenamente
  16. Gli eredi dovrebbero alzarsi tutte le mattine ed accendere un cero per essere dei privilegiati, dopodichè darsi una mossa e cercare di far riaccendere la nostra Passione. A me basterebbero dignità ed orgoglio, doti ormai sacrificate alla ricerca del dio denaro. comunque, per chi non conoscesse la storia, riposto volentieri parte di un articolo trovato in rete: .... il cavalier Agnelli, con un gruppo di possidenti, nobili e professionisti piemontesi, tra cui il marchese Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, i conti Emanuele Cacherano di Bricherasio e Roberto Biscaretti di Ruffia, il cavalier Giovanni Agnelli e gli avvocati Cesare Goria-Gatti e Lodovico Scarfiotti fondarono la “Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili – Torino”. L’evento si tenne l’11 luglio del 1899, nella sede del Banco di Sconto e Sete di Torino, con un capitale iniziale di 890.000 lire; Ceirano fu liquidato in cambio della struttura produttiva, delle maestranze e dei brevetti. La Fiat ha un rapido sviluppo, anche grazie all’amicizia del cavaliere col ministro Giovanni Giolitti, tanto che, nel 1906 la prima società Fiat è liquidata è ricostituita con un capitale di molto superiore, detenuto in maggioranza da Giovanni Agnelli. Essa amplia la propria la produzione a treni, navi e aeroplani e, con la Grande Guerra, anche alle armi, divenendo il terzo gruppo industriale italiano. Qualche disavventura borsistica, risolta nel 1909, poi, negli anni ’20, Agnelli acquisisce il quotidiano “La Stampa”, mette in essere la prima catena di montaggio italiana al nuovo stabilimento del Lingotto, diviene Senatore del Regno e fonda la stazione sciistica del Sestriere. Bruna e Zambelli furono i “colpevoli” della nascita del trinomio Agnelli, FIAT, Juventus: Antonio Bruna era, contemporaneamente, terzino nella Juventus e operaio in FIAT: il suo caporeparto non intendeva derogare, concedendogli permessi per potersi allenare, cosicché il nostro si rivolse a Zambelli, dirigente bianconero, che chiese tali permessi direttamente a Giovanni Agnelli. Egli concesse tali permessi, e comprendendo come il calcio potesse divenire un importante modo di favorire indirettamente la propria industria, prese al volo l’idea dello stesso Zambelli di acquistare la squadra. Lo fece il 24 luglio 1923, dandone la gestione al figlio Edoardo, meno impegnato in FIAT a livello dirigenziale. Il rampollo del Senatore, dando alla squadra un’impostazione aziendale moderna, svolse alla grande quella ricerca di consenso di cui aveva avuto mandato dal padre: in dodici anni, dopo che nei precedenti ventisei la Juventus aveva conquistato il solo Scudetto del 1905, ne vinse sei, di cui cinque di fila, inaugurando con il Barone Mazzonis, due entità che da allora andranno a braccetto, la “Fidanzata d’Italia” e lo “Stile Juventus”.
  17. Purtroppo l'Avvocato adorava "spargere il seme della regale pannocchia" (cit), ma i risultati non sono stati all'altezza. Caro Stefano, chissà se un giorno potremo riassaporare quel gusto di appartenenza ad un ideale di classe, stile ed eleganza. Che tristezza
  18. “C’è chi pensa che la Juventus sia il problema del calcio italiano. Al contrario: è parte della soluzione. Ne è da sempre l’ossatura. Ha dato la struttura alle nazionali che hanno vinto i titoli mondiali. E sul piano economico con le operazioni di mercato ha speso mezzo miliardo di euro negli ultimi anni per acquistare giocatori in Italia, contribuendo in modo significativo a sostenere i bilanci delle squadre di Serie A e serie minori”. Poi però ci facciamo fare di tutto da quella banda di delinquenti. Per poi dire, con classe, "è acqua passata". ma va a da' via i ciapp! Le tue, però, perché le mie (nostre) non ricavano un euro dall'essere costantemente maltrattate. Zero euro a questo patetico individuo
  19. oggi sembra che non vada più di moda.... se penso che persino quel chiordone di Cassano si vanta di aver avuto più di 600 donne, rimpiango di essere nato bellino ma senza talento calcistico. Comunque, andato via Vieri, arrivò Pippo Inzaghi. A dimostrazione che il vero fuoriclasse era il Direttore: comprava e vendeva grandi giocatori (ogni tanto qualche schiappa) mantenendo sempre uno standard elevato. Autofinanziandosi. Negli ultimi anni abbiamo invece visto uno sperpero di danari veramente imbarazzante. Su Weah figlio non mi esprimo, ammetto di averlo visto all'opera un paio di volte e non mi ha di certo impressionato. Speriamo che il padre gli abbia trasmesso la passione per la Juve
  20. Un incubo. Andrà a finire che non ci vorranno né in Uefa né in una eventuale Superlega: schifati da tutti, persino da gran parte dei propri tifosi. Reietti, traditori, o molto semplicemente la quarta categoria di uomini elencati da quel grande scrittore che era Leonardo Sciascia: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliaiinculo e i quaquaraquà. Caro Avvocato, quanto mi manchi.
  21. Sempre grato a Leo. Avrebbe comunque dovuto farsi da parte da solo. Brutto metterlo fuori rosa in questa maniera, e se penso che abbiamo in squadra un influencer che non gioca da oltre un anno, girano i cabasisi...
  22. juventino milanese

    Oggi è il compleanno del Direttore Luciano Moggi

    Auguri Big Luciano! Ebbi la possibilità di scambiare 4 chiacchiere con il Direttore durante un raduno precampionato a Salice Terme. L'impressione, suffragata anche dagli aneddoti rivelatimi da una persona mia conoscente che in Juventus ci lavorava, era quella di persona molto simpatica, gioviale e scherzosa. Ma che all'occorrenza avrebbe potuto schiacciarti senza tanti ripensamenti. Conscio di essere il migliore in un mondo di squali. Purtroppo la figura perfetta per creare una delle più grandi farse di questo paese, perché come disse Enzo Biagi: Una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l'ex Re d'Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino? Nonostante l'età, lunga vita al Direttore ed un augurio di poter vedere la propria figura completamente riabilitata
  23. juventino milanese

    Oggi Gianluca Vialli avrebbe compiuto 59 anni

    Auguri Gianluca, Grande Uomo e trascinatore. Manchi. È un onore e un onere giocare nella Juventus. Senti il peso della maglia, il dovere di riconsegnarla piegandola per bene riponendola un po' più in alto di dove l'avevi presa"
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