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gabe02

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  1. la chiave è “non convenzionate”. Nel caso loro direi che la convenzione con la ‘ndrangheta è acclarata. Non punibili direi…
  2. gabe02

    Yldiz titolare, parliamone

    secondo me, invece, ha fatto un europeo da giocatore vero. oltre alle qualità tecniche ha fatto vedere tanta abnegazione. é un giocatore che fa sempre la cosa giusta. prima dell’europeo avevo qualche dubbio sulla tenuta atletica, ma direi che anche li ci siamo. 32 pres nella juve(1086min, 4gol, 1 asst) 19 anni e 20gg. del piero chiuse la stagione 93-94 a 19 anni e 6 mesi con 14 pres (446min 5 gol e 1 asst) L’anno dopo giocò 50 partite segnando 11gol e mettendo a referto 11 asst. da yildiz mi aspetto qualcosa di simile ne + ne meno.
  3. gabe02

    Lunga intervista a Del Piero

    mi appoggio a questo tuo commento perché siamo allineati e coscritti. condivido e vorrei aggiungere che, da un lato, come tifosi, chiediamo atteggiamenti integralisti e posizioni nette poi però ci lamentiamo di non avere peso politico e del fatto che non siamo rappresentati nelle istituzioni. Se vogliamo gente che ci vuole bene nelle stanze di comando dobbiamo tollerare la moderazione dei del piero e dei buffon. Non penso quella carriera si possa fare accendendo fuochi a dx e sx.
  4. bene così sembrerebbe… almeno é una pedata alla xxx di gravina. (da repubblica) Uno schiaffo al Coni, uno alle società sportive. La riforma Abodiè stata approvata in Consiglio dei ministri ma il testo, da giovedì in pre consiglio, è altamente infiammabile. Parliamo del decreto sport con cui il governo toglie all’influenza delle federazioni di calcio e basket il controllo sui bilanci delle squadre. Non sarà più un’agenzia, non sarà un’authority, bocciata per motivi tecnici, ma una commissione indipendente per la verifica e l’equilibrio economico finanziario delle squadre professionistiche. Ma l’indipendenza resta un concetto vago, visto che le nomine saranno governative. Della proposta di riforma avanzata da Malagò non è stato accolto nulla, nemmeno una virgola. Anzi: a leggere la bozza è chiarissimo che una forte ispirazione sia arrivata dai fatti recenti, ossia le inchieste sulla proprietà del Milan e il caso dell’Inter. Il governo infatti con questa commissione mette le mani sulle scelte delle società stesse. La commissione oltre a verificare la correttezza e congruità dei bilanci, dovrà indicare “le misure correttive e riparatrici” che i club dovranno adottare. Ma attenzione, perché potrà addirittura indicare delle rettifiche da apportare per “neutralizzare gli eventuali effetti economici, finanziari e patrimoniali di specifiche operazioni di natura ordinaria o straordinaria”. In pratica, potrebbe cancellare operazioni finanziarie, o magari di mercato, se le ritenesse “non conformi”? La commissione potrà svolgere “verifiche e ispezioni presso le sedi delle società” e si propone di indagare chi ci sia dietro i club, chiedendo “chiarimenti, informazioni e documentazione, anche quanto ai soggetti, sia persone fisiche che giuridiche, che controllano direttamente o indirettamente le società”. Un tentativo apprezzabile di evitare l’opacità dei fondi di investimento, e l’argomento ad Abodi interessa: «Ho ricevuto una mail dal fondo Oaktree che presentava le sue credenziali. Mi sembra un buon inizio». La struttura la sceglieranno il ministero per lo sport e il Mef: avrà un presidente e sei componenti, di cui due indicati dalle due federazioni, Federcalcio e Federbasket, altri due saranno invece il presidente dell’Inps e dell’Agenzia delle entrate (o dei loro delegati). La commissione costerà 3,5 milioni all’anno, un milione in più rispetto alla prima versione, di cui 1,9 milioni a carico delle federazioni (a occhio, 355 mila euro al basket, il resto alla Figc) e 1,6 milioni a spese delle società in percentuale sul fatturato. Si parte dal 2024/25. Ma attenzione ai tempi: il parere della commissione arriverà ogni 30 aprile. Ma per quella data molte squadre non sanno che campionato giocheranno l’anno dopo. Nel decreto spazio anche a nuove norme per l’elezione dei presidenti federali oltre il 3° mandato: dovranno ottenere il 66% dei voti. Ma in caso di mancata elezione, non scatterà più il commissariamento del Coni. Resteranno in carica fino al nuovo voto. Un po’ di potere in più sottratto al Coni di Malagò.
  5. Ipotizzo uno scenario plausibile. Partiamo da presupposto che il pignoramento di una società non è un processo agile e ha bisogno di tempi tecnici e collaborazione. Sappiamo che Zhang ha l’acqua alla gola e nessun interesse a velocizzare la transizione, magari ostacolando il processo di valutazione o intentando cause effimere. Possiamo anche desumere che non abbia nessuna intenzione di rilasciare altri fondi dalla controllante, fondi che in condizione normale avrebbe usato per pagare premi e stipendi e chiudere il bilancio il 30 di Giugno. In quel momento l’inter si troverebbe in un vuoto di potere e paralizzata, situazione abbastanza difficile da ignorare direi anche per i servi + fedeli. Nel caso qui potrebbe cadere l’asino… o il ratto nel caso specifico.
  6. al MEF, c’è Giorgetti… che è Gobbissimo…
  7. questa è la sola chiave di lettura che ha un senso. nel caso il trucco può essere legato allo stadio che, così com’é, é un progettone da non meno di 4-500 milioni. li magari c’è l’opportunità di pescare dal mazzo in abbondanza. speriamo li stronchino sul nascere questi maiali.
  8. adesso la mafia rivendica la propria autonomia… dal corriere… I presidenti dei club di calcio sono in fermento. Ma non solo loro. Tutto lo sport professionistico si agita. Un principio sacro e inviolabile, ovvero l’autonomia dello sport, sta per essere messo in discussione. «Non parliamo di regimi, ma non c’è dubbio che sia un’entrata a gamba tesa della politica sullo sport, sul calcio in particolare...», è uno dei commenti, rigorosamente anonimi, emersi dopo la diffusione della notizia riguardante la bozza del decreto legislativo sul tavolo del Ministro dello Sport Andrea Abodi: l’esecutivo spoglierebbe le federazioni dai compiti di controllo sui conti dei club per convogliare in un’agenzia governativa la verifica della correttezza dei bilanci. Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria delle società sportive professionistiche. È questo il nome preciso per definire l’ente che depotenzierebbe la Covisoc, vale a dire la commissione di vigilanza che fa capo alla Figc e che oltre a sorvegliare i bilanci delle società, segnala alla federazione chi ha i requisiti per iscriversi al campionato e chi non li possiede. Il testo è stato inviato dal ministro Abodi al Coni e alla Figc, costringendo il presidente federale Gravina a convocare d’urgenza per domani alle 18 una riunione fra i presidenti delle componenti (ovvero i vertici delle Leghe di A, B, Lega Pro, allenatori, giocatori e arbitri): l’incontro servirà a sondare gli umori, comprendere le posizioni e decidere una strategia comune. I dirigenti più maligni ritengono che Gravina abbia scelto una strada diversa dal consiglio federale per evitare il coinvolgimento di Claudio Lotito nella riunione, a detta di molti il grande ispiratore di questa manovra governativa. Questa l’accusa nemmeno troppo sotterranea: a furia di invocare per la Lega di A l’autonomia dalla federazione, la politica ne ha tratto spunto e ha pensato di privare la federazione dei compiti di controllo economico-finanziario. In passato il presidente della Lazio ha sottolineato la scarsa indipendenza della Covisoc dalla federazione sottolineando l’ingerenza della Figc. In attesa di leggere con attenzione il testo, la maggior parte dei presidenti di serie A considera elemento prioritario l’autonomia dello sport e ritiene invadente l’atteggiamento della politica avendo l’agenzia — secondo la bozza dell’emendamento — potere vincolante sull’iscrizione ai campionati. Del resto c’è chi fa notare che le società che partecipano alle coppe sono già sotto l’egida della Uefa, che concede le licenze previo controllo e i requisiti per superare la verifica sono rigidissimi. Per giunta, il mantenimento dell’agenzia governativa composta da un presidente e due componenti, nominati dal premier Meloni e dal ministro Abodi, oltre a una trentina di dipendenti controllori, e quantificato in 2,5 milioni di euro annui, sarebbe a carico delle società controllate (e che non chiedevano di esserlo). La Lega di A si riunirà in assemblea a Roma il 15 maggio prossimo, a meno che non si verifichi la necessità di convocare a breve una riunione ad hoc: più di un presidente ha in animo di chiedere ad Abodi di tornare sui propri passi. Se sono sul piede di guerra i club di calcio (che dai diritti tv incassano 1 miliardo l’anno), figuriamoci le società di basket che hanno introiti infinitamente inferiori (3,3 milioni a stagione…). La pallacanestro lamenta di essere sistematicamente esclusa da misure governative a beneficio dello sport, ma in questo caso assimilata al pallone: domani vertice fra il presidente federale Gianni Petrucci e il numero 1 della serie A Umberto Gandini.
  9. fresco di stampa… ROMA – Un’agenzia del governo per controllare le spese delle società di calcio. Le mani della politica sui conti dei club di Serie A (e non solo). C’è un documento che può stravolgere lo sport professionistico italiano. E rappresenta il tentativo del governo, l’ennesimo, di mettere le mani sul calcio. Tanto concreto da costringere il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina a convocare d’urgenza, per lunedì alle 18, tutte le componenti federali, a partire dai vertici delle tre leghe (A, B e Lega Pro). Quel documento è la bozza di un articolo di legge, da giorni sul tavolo del ministro per lo sport Andrea Abodi ma ora inviata anche a Federcalcio e Coni. Che ha come unico programma, la creazione di una agenzia governativa per controllare la gestione economica delle società sportive. In sostanza, il governo vuole prendersi la Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche, che oggi controlla lo stato di salute dei club e segnala alla Figc chi può iscriversi e chi no. O meglio: vuole cancellare la Covisoc e sostituirla con uno strumento politico. Si chiamerà Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria delle società sportive professionistiche, avrà competenza non solo sul calcio ma anche sul basket: sarà un ente pubblico non economico, con sede a Roma, posto sotto la vigilanza di Palazzo Chigi o del ministro dello Sport. Avrà “autonomia regolamentare”, controllerà i bilanci delle squadre, indicherà i correttivi da apportare, potrà ordinare il deposito di documenti ed effettuare ispezioni nelle sedi dei club. Soprattutto, avrà il potere di convocare i vertici della Figc e delle Leghe ed esprimerà un potere vincolante sulle iscrizioni ai campionati. Sì, vincolante: deciderà quindi chi sia in regola per partecipare e chi no. La nuova agenzia sarà composta da un presidente e due componenti, nominati da Meloni e Abodi, con mandato quadriennale non rinnovabile, un segretario generale e un organico complessivo di trenta dipendenti. Costerà 2,5 milioni di euro l’anno, ma non lo pagheranno i cittadini: quella cifra dovrebbero pagarla le società stesse. Insomma, una manciata di nuove poltrone pubbliche da assegnare a spese dello sport, senza che sia ben definito (ancora) in che termini, in che percentuali quella spesa andrà divisa tra leghe che hanno fatturati imparagonabili. Nel sistema attuale, ovviamente, il controllo economico-finanziario è in capo alle stesse federazioni: il Coni fissa modalità e principi generali, gli statuti delle singole federazioni decidono il sistema di controlli e i relativi provvedimenti. Nel calcio, in particolare, la funzione di controllo attualmente è demandata alla Covisoc, composta da un presidente e quattro consiglieri, nominati a maggioranza qualificata dal consiglio federale: un organo interno alla federazione che effettua controlli periodici durante tutta la stagione. La decisione finale sull’ammissione ai campionati poi spetta al Consiglio federale. Il testo della riforma potrebbe essere inserito a breve nelle pieghe di un provvedimento governativo ma fa già discutere per almeno due motivi. Il primo è di sostanza, perché svuota Coni e federazioni del potere di controllo gestionale e minaccia il principio di indipendenza e neutralità dello sport dalla politica: un’agenzia nominata dal governo decide chi può giocare in Serie A e chi no. Il secondo per la forma, perché bypassa il Parlamento senza i requisiti di necessità e urgenza richiesti per un decreto-legge: la rivoluzione partirebbe fra un anno, non ora. L’idea di un controllo esterno sulle società è emersa - ma stava germogliando da tempo - un paio di settimane fa, durante l’audizione dei presidenti di Serie A, B e C in commissione cultura. A tenere banco quel giorno era stato Claudio Lotito, senatore di Forza Italia, in una sorta di processo in contumacia alla Federcalcio. Perché il presidente Gravina è il suo nemico giurato da anni. Un conflitto deflagrato due anni fa, quando la Figc produsse la sua riforma sulle norme di iscrizione ai campionati, inserendo come elemento vincolante l’indice di liquidità, che penalizzava oltremisura la Lazio dello stesso Lotito. La Lega Serie A si oppose, vincendo. Ma da quel momento, il controllo sull’iscrizione ai campionati è diventato uno dei temi cari al presidente della Lazio. Per questo, anche se l’ipotesi di riforma nasce negli uffici di Giorgetti – lo spesso che ideò Sport e Salute togliendo al Coni il controllo sui soldi alle federazioni – il nome a cui tutti hanno pensato è quello di Lotito.
  10. sono perfettamente d’accordo e formalmente hai ragione, infatti l’unica garanzia contrattuale che hanno in mano è quel mucchietto di * che stanno per ereditare. volevo solo evidenziare che quando hanno prestato i soldi il quadro era diverso e il patrimonio zhang rendeva l’affare + credibile(ho usato il termine garanzia in modo improprio). sicuramente oaktree non ci fa una bella figura, ma se alla fine li mandano al macero… rompo il porcellino e gli affido tutti i miei risparmi.
  11. la finanziaria che detiene il castello di società in lussemburgo fa capo a zhang senior e si chiama anch’essa suning. il debito con oaktree fu stipulato nel maggio 2021 quando il patrimonio dei zhang era garanzia sufficiente, 2 mesi dopo il bailout del governo cinese per l'azienda suning e il decadimento di zhang senior dal ruolo di maggior azionista e controllante… da lì tutta discesa… con l’azienda suning che sta cercando di ristrutturare circa sei miliardi di debiti mentre continua a perdere centinaia di milioni l’anno, il patrimonio della finanziaria ridotto a qualche centinaia di milioni e il piccolo zhang in fuga dai creditori e chiuso in cina da divieto di espatrio per il default del debito con la china construction bank. secondo me oaktree a questi non gli da + un casso, salvo accordi con qualche mafia nostrana…
  12. in 20gg l’inter sarà di Oaktree, non esistono altre possibilità, la cortina fumogena alzata dai loro servi serve solo a distrarre dal disastro contabile nel quale versano. A quel punto bisognerà vedere la strategia della nuova controllante, così di primo acchito mi vien da dire che cercheranno di capire come ottenere i vari favori di corte (immagino stadio e annessa speculazione edilizia di contorno)in cambio della sopravvivenza di quella pila di * che hanno ereditato. Quindi, sul medio periodo garantiranno loro la continuità aziendale. Per quanto riguarda il passato e i controlli, le debolezza delle varie posizioni sarà oggetto di scambio come tipico del sistema mafioso che gestisce il calcio e nel migliore dei casi la cricca sarà sostituita da un’altra e nel peggiore rimane tutto com’é. Lo spiraglio di luce che vedo é, che almeno sul medio periodo saranno costretti ad una dieta lacrime e sangue perché il buco nel quale si trovano é veramente profondo.
  13. gabe02

    Una piccola riflessione sulla Covisoc...

    La mia speranza è che dell’Inter si occupi l’economia, quella vera fatta di soldi. quindi che non trovino un qualche consorzio speculativo o mafioso che rimandi il loro destino a data da destinarsi ma che finiscano subito nelle grinfie di Oaktree. Oaktree che sicuramente non li vuole ma che che se proprio deve averci a che fare li ridurrá a metá classifica per i prossimi 15 anni.
  14. Secondo me il senso dell’operazione nelle cifre si spiegherebbe con l’interesse del Southampton verso uno dei nostri… tipo Soule per dire… se tutto funziona a Giugno prevedo un bello scambio con conguaglione…
  15. questo é chiarissimo. ma il comportamento é cosí spericolato e idiota che mi lascia pensare che a qualche livello si pensi che da qui a due anni al massimo la Juventus non sarà comunque parte del sistema calcio Italia. Oltre alla persecuzione a tutti i livelli anche il fatto che vogliano un contratto TV a 5 anni mi porta a pensare che si aspettano una svalutazione del prodotto entro i tre anni con l’abbandono di 1 o + club con traino importante. Secondo me é possibile che la supercoppa non sia solo un’alternativa alle competizioni Uefa ma a tutta la baracca.
  16. bho’?? ieri ero allo stadio e due file dietro avevo un paio di personaggi accaniti contro Kean… neanche il tempo di toccar palla e già insulti… sinceramente fastidiosi… poi ieri con fabbri, i suoi scagnozzi e le 20 (o giù di lì) mexde viola non é che mancassero i bersagli… certa gente stesse a casa… su questa con Max tutta la vita…
  17. non é che per veder la juve in trasferta i biglietti si comprano il giorno prima… é probabile che li avessero giá da diverse settimane… io ho quelli delle mexde a milano comprati prima che scoppiasse sto scempio… non é che poi rinuncio e gli lascio i soldi gratis…
  18. vorrei condividere delle proposte alle quali ho pensato per dare maggiore visibilità alla protesta. domani c’è la partita e in molti saremo lì. se ci fosse qualche iniziativa di massa sarebbe difficile da ignorare. sit in fuori dallo stadio davanti ai cancelli con hashtag stampato bene in vista. ingresso alla partita al 15’ del pt hashtag stampato in formato a4 e attaccato sul retro del giubbotto, al 15’ tutti danno le spalle al campo lettere in formato A3 a comporre hashtag con tifosi in diverse parti dello stadio sono un tifoso comune (con fresca disdetta sky e tim) non ho contatti con club e tifoserie organizzate ma sono disponibile a sbattermi ed a contribuire su indicazione di qualcuno meglio inserito nell’ambiente qualora voleste intraprendere una qualche protesta fisica (pacifica) domani….
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