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Dario il grande

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Tutti i contenuti di Dario il grande

  1. Dario il grande

    Reparto d'attacco

    In attacco può andare bene come stiamo, tuttavia un vera seconda punta potrebbe rivelarsi utile, ad esempio Gudmundsson, essendo uno in grado di giocare attorno alla prima punta, ma all'occorrenza pure da punta esterna. Concordo sul fatto che però le attuali priorità sono altre, specie a centrocampo.
  2. Il 10 sulla maglia, un tempo era indice di qualità tecnica superiore, di genialità calcistica, ossia a fungere sia da abile rifinitore che da pregiato finalizzatore; nel calcio d'oggi con la numerazione fissa (ossia come fosse un numero di targa individuale), che tra l'altro ritengo sia poco intelligente e di scarso riferimento attrattivo specie per i giovanissimi che si avvicinano al gioco del calcio; il numero 10 è andato a perdere il suo reale significato e spesso viene dato a giocatori più di grande quantità piuttosto che di fine qualità tecnica e in altri casi spesso snobbato. Senza correre troppo, anche per non esaltare anzi tempo il ragazzo, credo che il giovanissimo Yldiz possieda tutti quegli ingredienti necessari a diventare un vero dieci vecchia maniera, un po' trequartista, un po' seconda punta, un po' regista offensivo. Se rimane umile e consapevole, ponendosi al servizio della squadra, molto probabilmente diventerà un grande giocatore e forse pure di più; cioè un autentico 10 di pregiato valore assoluto.
  3. Una squadra di calcio funziona come una grande orchestra di musica, servono i percussionisti, le file degli strumenti a fiato e quelle degli archi, poi abili solisti; quindi assoluto affiatamento, grande senso della dinamica ed elevata qualità nel concretizzare al meglio la melodia. Musicalmente e calcisticamente: cura maniacale della necessaria sinergia tra i reparti, mantenimento costante della qualità costruttiva e di finalizzazione, ossia: abili gregari, abili tecnici e abili realizzatori; il tutto diretto da un abile direttore d'orchestra.
  4. Voglio un tecnico in grado di fare giocare alla squadra un calcio dinamico, impositivo e di elevato contenuto agonistico per tutto l'arco della stagione. La società ha varato un piano di contenimento delle spese e questo prevede pure il non superare la soglia di stipendio prevista per l'allenatore, pare non di più di 3,5/4 milioni netti a stagione; pertanto ciò esclude già a priori quasi tutti i nomi citati nel sondaggio, quindi rimangono: Thiago Motta, Gasperini o qualche altro emergente a sorpresa.
  5. Locatelli è uno dei tanti gregari presenti nella Juve attuale, squadra male assortita in quanto male pianificata, o meglio impostata sino dall'inizio per giocare un calcio al risparmio, opportunistico basato sugli episodi casuali, senza pensare che queste casualità avvengono pure in senso negativo (ossia a favore degli avversari). Unica squadra di alto livello a non sapere porre in atto una manovra dinamica e una conseguente azione compatta; ne è uscita l'illusione dei ricordi, cioè quando in campo ci andavano i Tevez, i Morata, i Mandzukic, i Pogba, i Pirlo, i Vidal, i Khedira e via tutti gli altri di quel tempo passato; vista l'assenza di veri talenti, da questo modo di pensare è scaturita la povera idea del non gioco, la puerile scelta del contenimento ad oltranza, manco fossimo una provinciale, ma non in lotta per non retrocedere, ma in lotta per arrivare almeno quarti e garantire la società almeno una fonte d'ingresso economico; questa è stata la Juve dell'ultimo triennio frutto di un progetto senza senso costruttivo, addirittura ridicolo viste le notevoli spese di gestione presenti ad ogni stagione. Ora è arrivato inevitabile il tempo della svolta, per ovvie ragioni non è possibile cambiare tutti i giocatori e nemmeno svenderli, sono loro i capitali della società, quindi bisogna perlomeno trovare il modo di rigenerarli e rivalutarli e dare loro nuovo entusiasmo e credibilità, questo vale per Locatelli, ma pure per gli altri e questo sarà l'arduo compito di chi sarà il nuovo allenatore della Juve, ricreare la mentalità vincente attraverso il divertimento dei protagonisti e da questi un modo di giocare in linea con il calcio attuale; finalmente costruire dopo un triennio nefasto, ma non per il fatto che non si è vinto quasi niente, ma per il fatto che nemmeno si è provato ad allestire il futuro.
  6. Non so quante volte è stato già scritto che quello non è il suo ruolo. Locatelli è un mediano interditore, non possiede le doti tecniche e l'intelligenza tattica del regista, il suo impiego è quello del coprire le spalle alle mezze ali di maggiore qualità, specie quando queste avanzano in proiezione offensiva e poi recuperare palla quando queste la perdono. Con la nazionale lo ho visto giocare partite discrete, per l'evidente motivo che lì non aveva compiti di vera regia, ma semplicemente di dare il pallone a gente più tecnica e dinamica, capace di sviluppare immediatamente la manovra offensiva (Barella, Pellegrini, Berardi, ecc.). Auspico a lui e alla Juve, che venga utilizzato nel suo ruolo e non a fare altro; a sua difesa va puntualizzato che nella recente Juve, in pratica la sua funzione è stata quella del difensore aggiunto, comandato a rimanere sempre in posizione arretrata, senza mai manco pensare di provare una sortita offensiva a sorpresa, dal momento che possiede un buon calcio dalla media distanza, ma restando fisso a 70 metri dalla porta avversaria ciò non serve a nulla.
  7. Tutto e subito non esiste specie con i giocatori più giovani, i vari Weah, Illing Junior, Nicolussi Caviglia, Yldiz, Miretti, Fagioli, Alcaraz, ecc; questi hanno tutti il bisogno di esprimersi giocando il più possibile consapevoli della vera considerazione da parte del tecnico e della società nei loro confronti, un anno è trascorso e con esso parecchia esperienza è stata maturata, si è aggiunta conoscenza tattica e fatto tesoro degli errori commessi e su come lavorare per eliminarli; pertanto andiamoci piano con il via questo e il via quell'altro, per poi prendere cosa? Delle ipotetiche giovani promesse, di colpo costose per il fatto di essere entrate nel mirino della Juve, le quali tuttavia abbisognano degli stessi tempi di attesa, tanto vale tenersi quello che c'è in casa e spendere per ciò che veramente serve nell'immediato. Stasera a Bologna parecchi giovani avranno l'occasione di porsi in mostra e con meno pastoie tattiche a impedire loro di esprimersi più liberamente; nonostante il campionato sia praticamente concluso, sarà comunque una partita vera, sia per questioni di prestigio che di mercato; poi arrivare terzi è meglio che quarti.
  8. Dario il grande

    Reparto d'attacco

    L'attacco è l'ultimo dei problemi, semmai la priorità va data al centrocampo, ove serve almeno un elemento con caratteristiche offensive e se dovesse partire Rabiot, serve pure un altra mezzala di garanzia. Per la difesa serve di sicuro un centrale mancino ed eventualmente un terzino sinistro alternativo a Cambiaso; poi ovviamente dipende da quale sarà il modulo di base scelto inizialmente dal nuovo tecnico.
  9. Thiago Motta credo sarà la scelta, tuttavia l'idea Gasperini specie per far maturare i giovani in tempi brevi, va presa in considerazione; che poi abbia 66 anni di età non significa nulla, mica fa il muratore.
  10. Lippi e Conte, entrambi nel loro momento migliore quali allenatori, hanno saputo essere veri tecnici capaci a dare la necessaria fisionomia alla squadra, trovando in tempi brevi le dovute soluzioni, anche innovative pur rimanendo nel pensiero calcistico tipicamente Italiano. Lippi è stato sicuramente quello di maggiore coraggio, la sua Juve, per il tempo era una squadra molto dinamica ed è stata l'unica a schierare un terzetto offensivo composto da veri attaccanti, da destra a sinistra: Ravanelli, Vialli, Del Piero. Conte da parte sua, dopo il più brutto momento nella nostra storia, ha portato carattere, intensità agonistica, entusiasmo; pure lui ha saputo capire e scegliere le pedine necessarie a sviluppare il suo credo calcistico e ci è riuscito talmente bene, che poi quella sua squadra ha mantenuto a lungo il ciclo vincente anche posta nelle mani del suo successore.
  11. In questo momento all'inter sono fortemente preoccupati, lo dimostra il fatto che nelle interviste, specie quelle televisive, minimizzano con sorrisetti e battute di circostanza a indicare false ipotesi a riguardo della convenienza a cambiare proprietà, la quale anzi viene spacciata per una azione positiva, pertanto senza alcun rischio per la società e per i suoi conti e quanto va a pesare a bilancio; il quale tuttavia è comunque in rosso, pare di una sessantina di milioni.
  12. Se guardiamo indietro, Lippi è stato quello che diede alla Juve un modo di giocare piacevole a vedersi oltre che assolutamente redditizio. Conte da parte sua ha avuto il difficile compito di ricostruire dal nulla una squadra e di riportarla ai vertici, aprendo di fatto un lunghissimo ciclo vincente specie in Italia; la sua Juve al pari di quella di Capello, è stata meno bella rispetto a quella di Lippi, ma terribilmente squadra, agguerrita e concreta.
  13. Gli sfoghi istintivi si possono comprendere sino ad un certo punto, purtroppo Allegri ha scelto il momento sbagliato per farlo, avesse atteso un paio di settimane e difronte ad un palcoscenico minore, sarebbe stato meglio tutti; specie per lui stesso e per l'immagine della Juve e di tutto quanto la circonda, tifosi compresi.
  14. Per logica, pure economica, dovrebbe arrivare Motta; tutti gli altri costano troppo, quindi non rientrano nel programma di contenimento delle spese.
  15. Probabile che Inizialmente scenda in campo la stessa formazione vincitrice della Coppa Italia, con l'unico dubbio se inserire Locatelli sin dall'inizio o meno.
  16. A prescindere da quale sarà il sistema di gioco strettamente collegata alla filosofia calcistica di chi sarà l'allenatore, la conseguente scelta dei moduli di gioco e loro annesse varianti; gli unici tre elementi che non devono essere posti in discussione, quindi dichiarati incedibili, sono Bremer, Vlahovic e il giovanissimo Yldiz; per tutti gli altri si possono valutare le eventuali possibili offerte, pure come pedine di scambio.
  17. Non arriverà nessuno con uno stipendio annuale superiore ai 3,5/4 milioni netti.
  18. Uno che finalmente faccia giocare a calcio perlomeno in modo decente la squadra, che sappia valorizzare i giocatori e che non costi uno sproposito (no ai cavalli di ritorno). Della lista presente nel sondaggio, gli unici due da prendere in considerazione sono Thiago Motta e Gasperini.
  19. Dario il grande

    Un bilancio dell'Allegri II

    Nel calcio i gestori non esistono, questo è un termine vago, coniato su misura a modo da nascondere errori di scelta. Semmai esiste concretamente la gestione tecnico tattica delle partite, prendendo di volta in volta le misure al tipo di squadra avversaria che si va ad affrontare. Gestore di campioni poi fa sorridere, per quanto bravi possono essere i componenti di una squadra o anche autentici fuoriclasse, comunque vanno indirizzati a giocare in una data maniera e in linea con i concetti del tecnico (allenatore) chiamato a guidare la squadra, che poi dopo un determinato periodo di tempo necessario ad amalgamarsi questi riescano a giocare a memoria, questo è reale. Un tecnico è bravo quando riesce a costruire, specie in tempi relativamente brevi e lo è ancora di più quando è capace a reperire gli elementi che gli servono per rendere concrete le sue idee, magari elevando di livello giocatori semi sconosciuti e/o valorizzando giovani del vivaio.
  20. Partirà specie chi dispone di uno stipendio troppo elevato e magari esige pure l'aumento, se ci saranno delle eccezioni in merito, queste riguarderanno Vlahovic e Bremer. La nuova linea della società si basa sul contenimento delle spese e la valorizzazione dei propri giovani, cosa necessaria quindi giusta.
  21. Certe considerazioni piuttosto infantili fanno davvero sorridere, specie quando si citano professionisti d'alto livello, pertanto non c'entra nulla il loro passato, sia da giocatori che eventualmente da allenatori. Thiago Motta da giocatore è stato all'inter, poi da allenatore è stato altrove, il suo lavoro lo sta volgendo al meglio, quindi se verrà alla Juve sia il benvenuto.
  22. Riprende la solfa dei moduli. Una squadra viene impostata con un modulo base (che non è detto sia sempre lo stesso), il quale poi pone in atto diverse varianti, le quali dipendono dalle esigenze tattiche e di conseguenza tecniche spesso necessarie a partita in corso e una squadra di professionisti di tutto rispetto deve saper porre in atto qualsiasi variazione tattica che il tecnico le richiede nell'immediato; poi ovviamente va presa in considerazione la capacità degli attori a interpretare quanto viene loro chiesto.
  23. Impossibile capire come un arbitro quale è Maresca, possa dirigere a livello di serie A, era già visibilmente scarso in serie C, chissà poi grazie a quali raccomandazioni sia riuscito a salire ai vertici arbitrali del calcio Italiano; evidente che ora ricambi a chi di dovere i notevoli favori avuti. Questo e a prescindere dalla partita dell'altra sera, è veramente molto scarso oltre che privo della necessaria personalità.
  24. Dario il grande

    Locatelli

    Locatelli è un mediano interditore e di appoggio, quello è il suo ruolo e non di certo quello del regista, ammesso che nel calcio moderno ce ne sia ancora il bisogno di averne uno fisso davanti alla difesa (nelle altre grandi Europee questo ruolo è svolto da più giocatori, dal momento che tutte praticano un calcio dinamico); pertanto venga collocato a fare ciò che sa e non altro, altrimenti venga posto nella lista dei cedibili.
  25. All'attuale giornalismo credo molto poco, poi vista la fonte non ci credo proprio. Queste notizie sono gossip per il popolino; la Juve attira curiosità più di qualsiasi altra società Italiana e non solo.
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