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Dario il grande

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Tutti i contenuti di Dario il grande

  1. Essere la punta in una compagine per scelta votata alla perenne copertura più che allo sviluppo del gioco del calcio nel rispetto della sua essenza, ossia cercare sempre la via del gol; è cosa difficile per qualsiasi attaccante, pure se di spessore e questo vale pure per Milik che comunque va considerato un giocatore di buon livello. Il fatto di riscattarlo o meno, dipende dalla conferma o meno dell'attuale allenatore; quindi se questi rimane, la squadra non modificherà il suo concetto tecnico tattico e tenere tre prime punte per poi farne giocare quasi sempre una diventa superfluo, invece nel caso cambiasse la guida tecnica le cose sarebbero ben diverse, anche per il fatto che molto probabilmente cambierebbe l'assetto della squadra, quindi pure la disposizione degli attaccanti. Rimanendo allo stato attuale uno tra Milik e Kean è di troppo e credo che il sacrificabile sia il Polacco.
  2. Il bel gioco inteso quale componente estetica non è sempre garanzia di vittoria, mentre un gioco espresso in maniera perlomeno decente spesso lo è; poi in un campionato lungo diventa una gara di regolarità, il campionato Italiano dei tempi attuali è abbastanza mediocre, ma lo si può vincere rispettando la tabella di marcia e la qualità di alcuni elementi di classe superiore spesso garantiscono la necessaria differenza. Pertanto in campionato si può giocare in un modo, bello o brutto che sia i conti poi tornano e male che vada si arriva perlomeno quarti; ma quando si hanno ambizioni di vincere in campo internazionale, il discorso cambia drasticamente, in pratica sono tutti scontri diretti e la qualità dimora da entrambe le parti in contesa, lì bisogna giocare a calcio a viso aperto, proporre il proprio gioco in maniera concreta e possibilmente imporlo; non occorre essere belli a vedersi, ma bravi a giocare e non a chiudersi cronicamente in copertura e attendere la giocata del singolo, geniale o fortunata che sia; in questo modo si esce quasi subito dai tornei Europei e si subiscono cocenti quanto umilianti delusioni.
  3. Pogba è sotto contratto e intende rispettarlo, pertanto auspichiamoci che i suoi guai fisici e non siano terminati, si prepari a fondo e sia pronto per la prossima stagione.
  4. Ceferin, Gravina e i loro mandanti, presto malediranno il momento di non avere accettato la Superlega e vedranno perdere progressivamente potere e annesse poltrone.
  5. Ritengo che la squadra abbia necessità di qualche ritocco per alcuni ruoli e qualche allontanamento per raggiunti limiti di età di qualche giocatore, ma in linea di massima rimango dell'avviso che la rosa sia di per se valida così com'è. Ciò che invece è assolutamente necessario cambiare per iniziare a costruire il futuro: è il tecnico.
  6. Ad Empoli ci può essere stato il contraccolpo psicologico dovuto alla penalizzazione, ma probabilmente c'è stata pure una precisa indicazione da parte dei giocatori stanchi del non calcio imposto dal tecnico e del fatto che poi regolarmente poi va a scaricare i fattori negativi e le responsabilità su di essi.
  7. Per quanto mi riguarda è dal 2006 che non acquisto o comunque non leggo alcun quotidiano "sportivo". Da quest'anno non stipulerò alcun contratto Tv , ne per il calcio ne per il resto; quando possibile le partite me le vedrò allo stadio e in alternativa le sentirò alla radio come ai tempi belli. Pagare per essere preso per i fondelli, per me non esiste.
  8. A prescindere dalla situazione avversa, comunque bisogna cambiare percorso, pertanto servono immediati concetti innovativi sia a livello tecnico che amministrativo; quindi la svolta deve iniziare ora.
  9. Dario il grande

    Il rischio "cetriolo"

    La società Juventus deve rivolgersi ai tribunali ordinari e farlo immediatamente attraverso un nutrita progressione di esposti. La giustizia sportiva segue un proprio regolamento di comodo, gestito da incapaci spesso di parte e facilmente corruttibili, i quali nello stesso tempo si cimentano da indagatori, inquisitori e giudici; puniscono, tolgono, restituiscono, ritolgono in maniera arbitraria, attraverso l'azione di un singolo elemento e questo dubito sia legalmente permesso quindi fattibile. Quì sono in ballo molteplici interessi, sicuramente economici finanziari, ma pure di tutela d'immagine e di garanzia presente e futura; non è possibile pensare che una sola società sia colpevole di ipotetici reati, quali ad esempio le plusvalenze o manipolazioni del bilancio. Evidente che sia in atto una mirata persecuzione verso la società Juventus, la quale ammesso che abbia commesso degli errori reali o presunti o meno, non deve diventare oggetto del divertimento punitivo da parte di qualche possibile malato di onnipotenza e in combutta con altri soggetti complici e attivi in una federazione di carattere sportivo che assomiglia più ad una associazione a delinquere. A prescindere dai punti tolti, dall'esclusione dalle coppe, la società Juventus deve reagire a questa gioco perverso e lo deve fare attraverso i tribunali.
  10. Piuttosto evidente che la squadra non intende più seguire l'attuale allenatore; alla fine il calcio rimane un gioco e se gli attori si divertono a giocare poi tutto viene al meglio.
  11. La stagione prossima , a prescindere dal essere ammessi a fare le partite delle coppe Europee o meno, la priorità deve essere quella del rinnovo totale della squadra e guidarla su un percorso tecnico ma pure di supporto amministrativo a passo con i tempi; quindi allenatore nuovo e di concetto calcistico innovativo; direttore sportivo nuovo e garante di assoluta competenza gestionale; staff di preparatori atletici nuovo. I giocatori giovani devono rimanere tutti nella rosa, gli over 30 tutti via, eccetto forse Danilo e i portieri (Pogba ce lo dobbiamo tenere a prescindere); pochi acquisti ma mirati a ricoprire ruoli tecnicamente pianificati fin da adesso (niente nomi a casaccio o vecchie glorie pro campagna abbonamenti).
  12. Più che mister io lo chiamerei mistero, l'inventore del non gioco a prescindere dai soggetti che ha avuto a disposizione e tutto per la modica somma di 18 milioni a stagione per quattro anni; un vero arcano del mondo del calcio.
  13. Comprendo quanto esprime tuo padre, io ho qualche anno di meno e provo la stessa sensazione di disagio, di umiliazione, di stanchezza di fronte alle situazioni attuali, sulle quali tra l'altro non c'è mai chiarezza, anche per il fatto che la mediatica in genere ci sguazza e spesso, per il proprio interesse, distorce la realtà o la modifica per le stesse ragioni. Comunque, a mio modo di vedere, non credo che lasciare la barca quando fa acqua sia la soluzione, la nostra gloriosa bandiera deve rimanere comunque alta e se ci sono stati degli errori, meditati o meno che siano, da parte della passata dirigenza, l'amore e l'attaccamento alla Juve deve rimanere intatto; nel bene e nel male.
  14. Di norma il D.S. lo sceglie la società attraverso il benestare del direttivo e della proprietà. L'allenatore è un dipendente e non è di certo compito suo decidere le strategie societarie e le scelte guida. La parola dell'allenatore diventa priorità per le scelte di mercato e deve essere sempre ascoltata per la compravendita dei giocatori, ove sulla lista della spesa da consegnare al D.S., vengono segnalati i nomi dei giocatori da acquisire o comunque tenere e di quali non ritenuti necessari (poi se da prestare o cedere diventa compito del D.S.). Pertanto Allegri non c'entra con l'eventuale arrivo di Giuntoli o di chi altro, non è suo compito; che poi gli garbi o meno è tutt'altro discorso.
  15. Di norma il D.S. lo sceglie la società attraverso il benestare del direttivo e della proprietà. L'allenatore è un dipendente e non è di certo compito suo decidere le strategie societarie e le scelte guida. La parola dell'allenatore diventa priorità per le scelte di mercato e deve essere sempre ascoltata per la compravendita dei giocatori, ove sulla lista della spesa da consegnare al D.S., vengono segnalati i nomi dei giocatori da acquisire o comunque tenere e di quali non ritenuti necessari (poi se da prestare o cedere diventa compito del D.S.). Pertanto Allegri non c'entra con l'eventuale arrivo di Giuntoli o di chi altro, non è suo compito; che poi gli garbi o meno è tutt'altro discorso.
  16. Da qualche parte ed ad opera di qualcuno deve pur essere partito un esposto alla procura federale, altrimenti non si spiegano le indagini a senso unico, con accuse e sentenza prodotte ed eseguite senza possibilità di venire contestate e stabilire nei tempi necessari una valida linea di difesa. Le plusvalenze sono una cosa, i bilanci sono un altra cosa e quelli relativi alle SPA sono una terza cosa e credo che l'inghippo dimori proprio in questo terzo elemento.
  17. Dario il grande

    Andrea Agnelli e la Juve, è finita per sempre?

    L'eccesso di presunzione è un fattore altamente negativo, specie nel mondo degli affari, ma pure nel calcio.
  18. Rabiot è il migliore tra i nostri gregari, pertanto andrebbe tenuto, poi là in mezzo al campo, però servono almeno una vera mezzala di classe garantita e un autentico trequartista, entrambi questi nuovi ipotetici giocatori devono possedere evidenti doti caratteriali da trascinatori.
  19. Dario il grande

    Tempo scaduto, game over

    Il tempo di Allegri era già scaduto dopo la notte di Cardiff, poi per ragioni alquanto assurde o comunque incomprensibili, prima hanno iniziato a pianificare un nuovo quanto necessario percorso innovativo, poi all'improvviso il capovolgimento di fronte; niente svolta, niente pianificazione e nemmeno prospettive per il futuro, ma un tassativo ritorno al passato e con esso notevoli danni di vario genere; quindi non solo di origine tecnica. Ora ne godiamo il risultato.
  20. Rabiot è un gregario di buona qualità, ma non è ne sarà mai colui che illumina la squadra e la trascina e purtroppo attualmente di possibili trascinatori non riesco a notarne manco uno. La Juve attuale è il frutto bacato originato da idee amministrative e organizzative del tutto strampalate, situazioni difficili da notare pure tra i dilettanti di basso livello. Dopo la fatidica notte di Cardiff è subentrata invadente la presunzione da parte dei vertici societari e dei suoi salotti, presso i quali non era troppo gradita l'immagine di un tecnico in tuta e sigaro con l'idea fissa che per giocare un calcio al passo con i tempi era necessario correre molto, quindi allenarsi il doppio e questo non era gradito nemmeno ai giocatori veterani comandanti dello spogliatoio. Poi non è piaciuta nemmeno l'immagine del suo successore, forse per i capelli lunghi e la propensione a parlare poco, ma pure questi aveva capito che se la nuova Juve non sarà predisposta a correre e con un maggiore impegno agonistico, difficilmente riuscirà ad intraprendere un nuovo percorso e tornare a vincere subito; via pure lui, quindi ritorno al passato, con l'uomo gradito al salotto ed ai veterani per giunta con un contratto tale da non potersi rifiutare. Ora gli esiti sono usciti e ben presenti in tutta la loro negatività e mi raccomando si prosegua ancora sulla stessa strada, a buttare soldi con l'unica prospettiva di essere ridicoli, non solo agli occhi del calcio, ma pure a tutto il resto.
  21. La nefasta invenzione del non gioco, può tornare utile in campionato ove le prime quattro posizioni sono sempre raggiungibili per chi dispone di risorse decisamente più importanti rispetto al resto. Mentre per il calcio che conta e provare a raggiungere i grandi traguardi, serve un unico determinante dettaglio, ossia giocare un calcio adeguato al tempo attuale, quindi degno e dignitoso nel dovuto rispetto del nostro glorioso blasone. Il calcio è un gioco quindi ci sta pure di perdere, ma dipende in quale modo, cioè se a testa alta o in maniera umiliante sino ad essere derisi. Ora ritengo sia giunto il momento di dare un drastico taglio con il passato e cominciare a costruire un nuovo percorso; questo inizia attraverso l'apporto di un nuovo tecnico, innovativo e ambizioso e non di certo proseguendo con uno già arrivato e cronicamente legato ad un concetto calcistico appartenente al passato.
  22. Indubbiamente un ottimo lavoro a prezzo stracciato, solamente 9 milioni netti a stagione e siamo comunque in lotta per il secondo posto in campionato. Le coppe? Non si può mica pretendere di vincere sempre, poi per quelle bisogna provare a giocare un calcio vero e propositivo e per soli 9 milioni, ciò è eccessivo.
  23. Tenersi ad oltranza questo allenatore è incomprensibile, o meglio l'unica cosa semplice da comprendere e che in parte giustifica la società, è il pesante contratto da rispettare; altrimenti non si spiega e oramai è chiaro a chiunque che con questo personaggio alla guida sarà sempre e comunque la solita solfa; più parla e più mi da la sensazione di ritrovarmi davanti ad un politico il quale ripete sempre le stesse frasi retoriche, tira l'acqua al suo mulino e poi di concreto non arriva a niente, ma ha sempre ragione lui.
  24. Auspichiamoci di arrivare secondi in campionato, in modo di esaltare o comunque giustificare i meriti dell'inventore del non gioco.
  25. Dario il grande

    Eliminazione ed onestà intellettuale

    Quando si persevera a vivere di ricordi e non si guarda in faccia la più che evidente realtà attuale, oramai presente da almeno un paio di stagioni; l'esito non può che essere fallimentare; non vedere e comprendere è segno di presunzione e incapacità gestionale, sia tecnica che amministrativa. Adesso è ora di cambiare e con immediatezza.
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