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Ronnie O'Sullivan

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Tutti i contenuti di Ronnie O'Sullivan

  1. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Sinner ha giocato una buona partita, ma alla fine ha vinto il più forte e l’ha fatto meritatamente. Intendiamoci: Sinner è fortissimo, e secondo me non ha ancora raggiunto il suo apice e probabilmente ha più margini di miglioramento di Alcaraz, anche se ha due anni in più. Sembra paradossale, ma è così; e lo è per una ragione molto semplice: io in quarant’anni di tennis non ho MAI visto uno di diciannove anni così completo come Alcaraz. Questo non significa che diventerà il migliore di tutti, ma che un repertorio così vario e ampio dal punto di vista tecnico, in connubio con un fisico così atletico, veloce, agile, potente e con una tale intelligenza e solidità mentale, io non l’ho MAI visto. Talento epocale. Domani grandissima finale tra Carlitos e lo Stramboide; i due nettamente più forti di tutti in questo momento. Nole permettendo.
  2. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Fra poco un godurioso Sinner vs Alcazar. Grande aspettativa per questo match; ieri El Demolidor ha fatto letteralmente paura contro Auger Aliassime, ma Jan il Rosso pare in forma e ha già dimostrato di possedere la contraerea che può contrastare gli assalti del mursiano.
  3. Gravina percula, ci fa. La vera cultura del sospetto è la logica perversa in base alla quale la Juve vince perché ruba. D'altra parte, è un vizio capitale (invidia) connaturato all'ita-liota; vedasi aforisma di Enzo Ferrari che porto in firma da una vita.
  4. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Io non ho visto nessuno dei tre, vedrò di rimediare; di living, molto apprezzabile l’interpretazione del protagonista. Ma sai che io non sono un esperto come te…
  5. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Due testine... PS Contento della notte degli Oscar? Non ho visto il film plurivincitore; mi era piaciuto molto il remake del capolavoro di Kurosawa. Mi hanno parlato molto bene del film di Spielberg.
  6. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Ho visto la partita tra Wawrinka e Rune; il danese è parso limitato, soprattutto nell'esecuzione del dritto, di solito micidiale, che non ha mai potuto spingere. Non stava bene; Stan il rovescio di Dio avrebbe potuto e dovuto chiuderla in due set, senza tutti quei patemi, ma sul più bello ha iniziato ad essere molto falloso. In ottica Yan il Rosso, molto meglio affrontare Wawrinka che un Rune non infortunato. Vedremo; match sulla carta affascinante.
  7. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Non voglio essere eccessivamente duro, altrimenti poi il mio amico Scriba @Godai ne avrebbe a male e rischierei di essere lasciato solo in telecronaca. Ho visto la partita sabato sera/notte; NON è vero che è stato sfortunato. Mannarino ha giocato meglio e ha meritato di vincere; soprattutto, ha giocato tutta la partita come voleva lui. Senza entrare in aspetti tattici che ai più non interessano o potrebbero sembrare frutto di spocchioseria, Musetti ha giocato SENZA testa; non è mai uscito dalla ragnatela in cui l'ha fatto cadere Mannarino, che è un giocatore particolare, che si sa come gioca, e che - guarda caso - ha giocato esattamente in quel modo (in estrema sintesi: è dotato di ottima manualità e di buona mobilità; è leggero ma si appoggia bene sulla palla altrui se poco lavorata; ha uno spiccato senso dell'anticipo, specie di rovescio, gioca il dritto come fanno i mancini) dal primo all'ultimo punto senza che Musetti tentasse minimamente qualcosa di diverso da una canovaccio senza costrutto, così come gli veniva; ha giocato una serie di punti senza giocare una partita. Soprassiedo sulla scelta scellerata di andare in Sudamerica mentre in Europa si giocava sul rapido indoor, perché avevo scritto QUI dentro quello che pensavo PRIMA che si giocassero quei tornei. Troppo facile parlarne dopo. Musetti è in confusione mentale; deve trovare il modo di resettare e ripartire; chiamare in causa la sorte avversa, il * o gli dei, mi pare francamente controproducente; denota un atteggiamento mentale sbagliato. Rimango convinto che a Musetti servirebbe un cambio di coach e di staff; e non perché il suo storico allenatore sia scarso o inadeguato; questo non sono in grado di dirlo; ma lui, che finora ha sempre vissuto di rendita sul suo talento - e credetemi, so cosa dico - a mio avviso avrebbe bisogno come dell'acqua nel deserto di uscire dalla sua comfort zone, di uno che lo scuote e lo bastona (se necessario) e veramente di tirare fuori, oltre al talento, anche i co.glio.ni; e sono SICURO che li ha; altrimenti non si arriva dove lui è già arrivato, per quanto talentuoso possa essere. E per co.glio.ni, non intendo tanto la dedizione al lavoro; ci credo che lui è uno che in allenamento si impegna, non ho mai sentito nessuno sostenere il contrario; mi riferisco, invece, alla capacità di SOFFRIRE, di stringere i denti, di sputare sangue, di portare a casa le partite sporche, mettendo in campo qualcos'altro dal braccio fatato che si ritrova quando dallo stesso non escono le magie che si vorrebbero. La capacità e l'umiltà di incassare i pugni, di stringere il * (e non di lamentarsi di non averlo), e di aspettare il momento per passare al contrattacco. Nel tennis, come nella vita, non ti regala niente nessuno, nemmeno se sei un predestinato, baciato dagli dei dell'Olimpo. Poi, bisogna anche accettare che un tennista vive di momenti; capita a tutti, anche ai migliori; la cosa importante, è imparare dai momenti negativi; tirare fuori il bene dal male. Per questo mi fa sorridere chi eccede nelle critiche e sembra quasi godere delle disavventure dei nostri, senza rendersi conto di che età dell'oro sta vivendo il tennis italiano.
  8. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    In verità Djokovic è andato spessissimo a rete sul proprio servizio; forse fin troppo... E' vero che andando a rete, se servi bene, soprattutto usando gli angoli esterni, quindi lo slice da destra e il kick da sinistra, puoi disinnescare la sua risposta da lontanissimo; ma è altrettanto vero che 1): se non sei più che veloce ti ritrovi la palla fra le stringhe una volta sì e l'altra pure; 2) Medvedev preferisce tessere la propria ragnatela rispondendo da molto lontano, ma è in grado anche di rispondere anticipato, piazzandosi più avanti. Insomma, è una tattica logica contro Medveded, e che mi sento assolutamente di suggerire (dal basso della mia "esperrienza") a giocatori, per rimanere in tema, come Tsitsipas, che servono bene e sono abili a rete, e che dal fondo lo soffrono terribilmente non avendo solidità sul rovescio; ma è un tipo di gioco che stanca molto, sia fisicamente che mentalmente, chi lo pratica e che, se non eseguito alla perfezione, ti si ritorce contro.
  9. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Di recente l'ho visto in tre partite: finale contro Sinner, e poi a Dubai contro Djokovic in semifinale e flipper Rublev in finale; semplicemente ingiocabile, fuori categoria in questo momento. In particolare, il secondo set della semi contro Nole è stato di livello stellare, pazzesco. Nole non ci stava a perdere, ha disinserito il pilota automatico e cominciato a tirare fendenti micidiali; ma così facendo ha anche abbassato il margine di errore e commesso qualche non forzato in più del solito; qualche...non tanti; ma sufficiente per fagli perdere il match in due set, perché lo Stramboide col ghigno da Psycho non sbagliava MAI, più preciso di un neurochirurgo. Ad un certo punto si sono messi a sfidarsi sulla diagonale di rovescio - e non so se avete presente la consistenza e la precisione di Nole di rovescio... - e niente, toccava sempre al serbo uscire dal braccio di ferro cambiando ritmo o direzione, cercando il lungolinea; ovviamente assumendosi grossi rischi che non sempre l'hanno premiato. Non credo possa mantenere sempre questo livello di forma, è quasi impossibile; ma sul sintetico indoor e sul cemento outdoor è veramente dominante come pochi. Purtroppo mi sono perso la premiazione con l'apprezzamento nei confronti di Tsitsipas, che dovrebbe evitare di fare i mind-games con uno più intelligente e malefico di lui. Edit: in verità Tsitsipas, per una volta, non ce l'aveva con lui; la cosa è stata un po' più articolata, e notare il ghigno:
  10. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Significa che hanno scritto in maniera impropria; ovviamente perderà i 270 punti dell'anno scorso, ma ne guadagnerà altri in base ai risultati che conseguirà quest'anno; ovvio. A parità di risultati la somma algebrica sarà zero; se farà peggio perderà punti, se farà meglio ne guadagnerà.
  11. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Le sollecitazioni del tennis moderno portano sempre il fisico al limite; ma vale un po' per tutti gli sport, credo. Detto ciò, non so se hai visto la finale di Rio; dal momento in cui ha riavvertito il fastidio, ed è stato costretto a giocare da fermo, paradossalmente ma non troppo, Alcaraz ha dato - una volta di più, ce ne fosse bisogno - prova di un talento tennistico fuori dal comune; ha cominciato a tirare vincenti ad ogni colpo, alternando un dritto quasi piatto ai 180 all'ora, ad una smorzata da dietro la linea di fondo che muore un metro oltre il net, con aggiunta di sidespin, tanto per complicare ancora di più le cose all'avversario. E' un mostro; è andato vicino alla vittoria (avanti 3-0 e palla del 4-0 al secondo) faticando a deambulare e servendo praticamente servendo prime di servizio alla velocità delle seconde, per giunta senza kick, non potendo sollecitare gli addominali. Per usare una metafora di quelle a te care... ha la forza bruta del pelide Achille e la sensibile, acuta intelligenza di Odisseo.
  12. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Ho trovato questo articolo molto ben scritto; non concordo su ogni singolo aspetto, ma trovo condivisibile la tesi di fondo... Personalmente non ho mai fatto il tifo per uno dei tre; ma ammetto di aver sempre avuto una leggera simpatia e preferenza per Rafa, una preferenza netta per il gioco di Federer, una leggera antipatia per Nole. Djokovic, destinato a essere il più cattivo. «Voi occidentali non potrete mai capire»diMarco ImarisioL’infanzia sotto le bombe, l’ossessione per il cibo: non aveva niente, si è preso tutto (ma vorrebbe essere amato, forse)Novak Djokovic, nato a Belgrado nel 1987, numero uno del tennis mondiale. È sposato, ha due figliL’ insegna luminosa della libreria russa di Parigi è una dichiarazione di principio al neon. Giallo e azzurro, i colori della bandiera dell’Ucraina. Su un tavolo all’ingresso, sono disposti alcuni tascabili dalla copertina color granata, editi dalla Louison, la casa editrice fondata dalla proprietaria Natalia Turine, che le ha dato il nome con il quale i francesi chiamavano la ghigliottina. «Mi piacciono i personaggi e le storie disturbanti», la sua filosofia ridotta in sintesi. All’improvviso, quella sensazione che si avverte quando si vede qualcosa che non dovrebbe esserci, che sembra stonare in quel contesto. Come se fosse fuori scala, come se urtasse l’occhio e gli altri sensi. La collana si chiama Dissidenti. «Una collezione di brevi saggi biografici dedicati a scrittori, cineasti, musicisti e artisti radicali». Così si legge sui risvolti di copertina.Il suo biografo, intellettuale contestato«Spingendo o superando i limiti dell’accettabile, hanno aperto nuove strade. Nonostante vite a volte turbolente, questi anticonformisti sono esempi per il nostro tempo». Il primo volume è dedicato al grande fotografo Helmut Newton. Il secondo a Bob Dylan e alla sua capacità di essere al tempo stesso così distante eppure così presente. Poi un tributo a Guy Debord, il filosofo del situazionismo. Luchino Visconti, sovrano e cacciatore. L’applauso finale di Rainer Werner Fassbinder, il più maledetto dei registi cinematografici. L’ultimo libro della serie è il dettaglio in apparenza fuori posto, il tassello di colore diverso che stupisce. Sulla copertina hanno messo quella foto che lo ritrae con lo sguardo perso e l’aria sfatta, scattata nel gennaio del 2022 in Australia, tra un arresto e l’altro, poco prima di finire ancora in cella. Djokovic, il rifiuto . L’autore è Patrick Besson, uno dei più prolifici scrittori francesi, intellettuale di sinistra, bastian contrario in servizio permanente. Al tempo delle guerre in Jugoslavia firmò il libello Contro i calunniatori della Serbia , che comprensibilmente non fu ben accolto dalla critica.L’oscura paura e il bando dalle nazioni sportiveLeggiamo, con qualche cautela. « Ha detto no, come un bambino. In fondo da quando ha sei anni non trascorre la sua vita a giocare? Da quale oscura paura, da quale mania infernale è venuto fuori quel rifiuto che lo ha messo al bando da tutte le nazioni sportive? Lui che fin dall’inizio della sua carriera cerca in tutti i modi di essere amato. Con i suoi vani baci alla folla, che lo amerà sempre meno di quanto ha amato Federer, e lo detesta almeno quanto ha detestato Ivan Lendl». Novak Djokovic disturba. Su questo non ci sono dubbi. Nell’Olimpo dello sport non è mai esistito un personaggio così polarizzante. E se vogliamo, così bipolare. Perché sono vere tutte e due le cose, il suo bisogno evidente di essere amato, e la sua costante pulsione a fare in modo che ciò non avvenga, quasi fosse obbligato a seguire il richiamo di una identità che lo costringe all’isolamento, all’incomprensione. Un dissidente contro la propria volontà, l’alfiere di una minoranza che cerca costantemente il plauso della maggioranza. È una condizione paradossale che lo rende schiavo di se stesso, di una forza e di una debolezza derivanti entrambe dalle proprie radici.Lo sfottò al re dal numero 65Il video in cui un bambino di sei anni dice con voce chioccia che diventerà numero uno del mondo non è un tenero ricordo riproposto dal web a ogni sua vittoria, ma un reperto storico, la prima prova del suo Dna. Roland Garros 2006, quarti di finale. Perfetto sconosciuto, o quasi. Rafael Nadal, già re indiscusso della terra rossa, è avanti 6-4 6-4 sul Centrale. L’avversario è numero 65 del mondo, tutti sanno che promette molto, ma chissà. Gli inquadrano una scarpa, la regia parigina ama i dettagli. Con la biro blu ha scarabocchiato “Nole” sulla tomaia bianca, a dimostrare di non avere nulla in meno del campione già affermato, come dimostra il nomignolo Rafa ricamato sulle Nike. Djokovic si ritira per il mal di schiena. Conferenza stampa. «Peccato, avevo la sfida in mano. Nadal si batte senza problemi». Incredulo, lo spagnolo replica con una alzata di spalle. «Non so che partita abbia visto ma se lo dice lui va bene così».La copertina di «I tre. Federer, Nadal, Djokovic e il futuro del tennis», il libro in cui Sandro Modeo ricostruisce l’attuale età dell’oro del tennis (66thand2nd)«Non potrete mai capire»L’anno seguente, a Wimbledon, nel tempio di un tennis estatico per aver trovato la rivalità necessaria ad accendere i motori del business, all’ingresso in una dimensione globale, Bird-Johnson, Senna-Prost, Messi-Ronaldo, e infine Federer-Nadal, il ragazzo serbo con i capelli a spazzola non si inchina come fanno gli altri, sconfitti in partenza. «Certo che li batterò. E lo dico. Dovrei masticare le solite ipocrisie e dire che sono irraggiungibili? Io li voglio prendere». Due mesi dopo, a Montreal, diventa il secondo tennista di sempre a sconfiggerli nello stesso torneo. «Coraggio Roger, non puoi mica vincere sempre» dice mentre alza la coppa davanti a un pubblico ostile per aver assistito alla caduta dei suoi due eroi. Il Genio svizzero gli rivolge uno sguardo severo. Per i quindici anni seguenti il suo ruolo e il modo in cui verrà percepita la sua figura rimarranno quelli.I GENITORI DORMIVANO IN AUTO QUANDO LO ACCOMPAGNAVANO AI TORNEI. RESTA IL DISSIDENTE CHE ASPIRA AL MAINSTREAMLa famiglia Djokovic: da sinistra, la madre Dijana, Novak, il fratello Djordje, il padre Srdjan e la moglie di Novak, Jelena (foto Andrej Isakovic/Afp/ via Getty)Novak è il dissidente, lo sfidante di una diarchia che incombe, ma al tempo stesso è un ribelle che aspira al mainstream , il più conformista dei controcorrente. Il mistero di Djokovic risiede proprio in questa convinzione nei propri mezzi, nella sovrannaturale fiducia in se stesso che talvolta sconfina nell’arroganza? «Voi occidentali non potrete mai capire» dicevano l’anno scorso i giornalisti serbi suoi amici durante una pausa sigaretta fuori dai sacri cancelli di Wimbledon. I più vecchi di loro abbassavano gli occhi, facendo un teatrale riferimento alle sofferenze passate.Aver provato la guerra e la pauraOrmai è un luogo comune. Ogni volta che si assiste a una sua rimonta, come accadde nel 2021 a Parigi contro Lorenzo Musetti e Stefanos Tsitsipas, come l’anno scorso a Wimbledon ai danni di Jannik Sinner, ogni volta che il suo sguardo viene preso da una strana fissità che significa «io adesso non sbaglio più una palla, battimi se ci riesci», quello sguardo che tanto timore incute nei suoi colleghi, nelle chat dei commentatori-aficionados di tennis ricorre sempre la stessa frase, con variazioni minime. «Non è un giocatore, e il Dio della guerra». Oppure il figlio, oppure il signore. Ma sempre un prodotto bellico, che deriva dall’aver provato quella esperienza e quella paura sulla propria pelle. La differenza con Nadal, che pure è dotato di un simile furore agonistico, forse solo meno razionale, è proprio nell’esperienza di vita. «Un boato assordante mi fece tremare il letto, un frastuono di vetri rotti veniva da ogni direzione, da ogni stanza della casa. Le sirene antiaeree urlavano nel cuore della notte, la casa era immersa nel buio. “Nole, Nole” gridò mio padre, “prendi i tuoi fratelli, uscite da qui”. Mia madre era stata scaraventata contro il radiatore, aveva sbattuto la testa ed era svenuta. Papà stava accanto a lei, piangeva e ci urlava di scappare nel rifugio e di metterci in salvo». Belgrado, 24 marzo 1999, la prima notte di bombe.Novak Djokovic a 6 anni nel video in cui dice che diventerà numero uno al mondoSerbia in purezza, nient’altroQuei ricordi fanno parte di quel che è diventato sul campo. Gli insulti sui social e le frasi crudeli sul suo “clan di zingari” che ancora oggi si sentono in giro, non tengono mai conto di ciò che è stato. Quando difende un padre talvolta impresentabile con le sue sparate alcoliche, con i suoi insulti agli avversari, sta solo mostrando riconoscenza. Srdjan e Dijana Djokovic non sono nati ricchi. Gestivano una pizzeria per conto terzi in una località di montagna. Hanno dormito in macchina quando seguivano il figlio nei tornei giovanili. Per lui hanno contratto debiti, sono finiti in mano agli usurai. «Prendevamo denaro in prestito da alcuni e li rimborsavamo chiedendone ad altri». Non sono borghesi come i Federer, non hanno il curriculum sportivo e imprenditoriale dei Nadal. I Djokovic sono meno presentabili, forse. Ma la loro storia è simile a quella di tanti peones della racchetta senza alcun quarto di nobiltà. Goran Djokovic, lo zio di Nole che rappresenta la parte più dialogante e raziocinante del clan, ripete spesso che il nipote è «Serbia in purezza, nient’altro che questo».WIMBLEDON, 14 LUGLIO 2019: PUBBLICO SOTTO CHOC. LUI FA UN SORRISO DI SFIDA A QUEGLI SPALTI IN LUTTO PER FEDERERNovak Djokovic ha chiuso per 7 volte la stagione come numero uno al mondo: nel 2011,2012, 2014, 2015, 2018, 2020, 2021Sentimenti ruspanti: Novak è l’uomo del popoloEsiste anche una spiegazione etnica, che i media di Belgrado sostengono con un certo orgoglio. Secondo loro, Novak è l’uomo del popolo, perché come nessun altro possiede la caratteristica tipica della gente serba di animo e sentimenti ruspanti. Quella smisurata sicurezza in se stesso che emana da ogni suo gesto, difficile da capire per chi osserva con mentalità “borghese”, è invece un segno distintivo immediatamente riconoscibile per chi viene dal basso della società balcanica. È una tracotanza che deriva dalla mancanza di tutto il resto. Quando hai poco o niente, ti resta solo la convinzione di essere comunque superiore e imbattibile, di avere sempre e comunque ragione, di essere l’unico e infallibile giudice di te stesso. Senz’altro un superpotere, che nasconde però un buco nero, nel quale Djokovic è caduto spesso. La certezza intima di essere sempre nel giusto, di non sbagliare mai, conduce a una fatale sottovalutazione degli eventi, di quel che gravita intorno. E spesso si tramuta nell’illusione di convincere il mondo intero delle proprie ragioni. Anche quando si basano su un libertarismo alquanto peloso e su astrusità parascientifiche in odore di new age, come accadde con la battaglia antivaccinale del gennaio 2022. Talvolta, peggio ancora, Nole scivola nell’ossessione, tra infiniti tormenti interiori.Quando decise di nutrirsi di semiFu proprio lo zio Goran a rivelare a qualche addetto ai lavori che dietro la crisi del biennio 2016-2017 si celava un tremendismo alimentare che di sottrazione in sottrazione lo aveva portato a rinunciare sia alla carne che al pesce, a nutrirsi di semi. Toccò a lui il tentativo di riportare il nipote sulla via di una alimentazione più consona a uno sportivo di alto livello, che unita alla cura anche qui maniacale del proprio corpo, lo ha riportato a dominare il tennis contemporaneo come nessun altro ha mai fatto. Siamo arrivati quasi in fondo, scrivendo quasi solo di lui. Ma non è possibile farlo oltre. Nel suo recente e bellissimo I tre , forse lo studio più approfondito mai pubblicato sull’attuale età dell’oro tennistica, il nostro Sandro Modeo ha la felice intuizione di raccontare la sacra Trinità Federer-Nadal-Djokovic come una unica creatura, qualcosa di inscindibile nelle sue parti. E così facendo arriva in modo limpido alla ragione decisiva che rende Djokovic una sorta di alieno, un caso unico nella storia dell’intero sport, che a qualunque aspirante GOAT, Greatest of All Time , a qualunque sua leggenda, ha sempre riservato amore e incenso, e non una avversione condivisa non solo dagli appassionati di tennis.Novak Djokovic il 29 gennaio 2023 bacia la coppa del decimo titolo dell’Australian Open, una vittoria che lo ha riportato al numero uno del ranking mondiale (Afp)Il rifiuto della vaccinazione anti CovidCerto, la causa della sua popolarità non è stata aiutata da quanto abbiamo elencato finora, e il rifiuto della vaccinazione gli ha senz’altro alienato i favori della maggioranza che magari sa poco di tennis ma ha dovuto conoscere e fare fronte a una pandemia. Ma il peccato originale rimane quello di avere scompaginato i piani e le aspettative del mondo intero, che ormai si era adagiato «sulla perfezione platonica e materiale» della rivalità Roger-Rafa, entrambi amatissimi, entrambi complementari, perfetti anche negli stili differenti, che saziano sia gli esteti che i lottatori. Djokovic ha la colpa di avere rotto una simmetria, come scrive Modeo, mandando in frantumi l’armonia tra lo Ying e lo Yang del tennis della quale tutti ambivano a essere sudditi felici. Fino ad arrivare al regicidio del 14 luglio 2019. Alla finale di Wimbledon che mise fine alla vita sportiva di Roger Federer, il più amato. Quinto set. Roger serve due aces consecutivi dal quindici pari. Il punteggio dice 8-7, 40-15. La folla del Centre Court è in delirio. One more point . Ancora un punto, uno solo. E poi il destino si sarebbe compiuto, così come lo immaginava il mondo intero, con il Genio che compie l’impresa più bella, così grande che avrebbe chiuso ogni discussione sulle gerarchie della storia del tennis. Sappiamo come è andata, invece.La sconfitta e le lacrime di RogerQuando Roger ormai sconfitto si avvicina al giudice di sedia per salutarlo, nei suoi occhi si intravedono le lacrime, e si intuisce lo sforzo che sta facendo per reprimerle. Djokovic non tentò neppure di accattivare un pubblico sotto choc. Fece un sorriso di sfida, mentre annuiva con la testa, guardando gli spalti in lutto. Solo per quella volta, nella consapevolezza di avere compiuto il crimine dei crimini, accettò con dignità il proprio ruolo di “cattivo”. Il terzo uomo, quello che non aveva niente e si è preso tutto. Tranne quell’amore che gli viene negato ancora oggi, mentre si prepara a diventare l’ultimo dei Tre. Forse il più grande. Nella sua sofferta complessità, senz’altro il più interessante.
  13. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    ieri a Rio ha giocato un primo set spaziale contro Alcaraz; colpi incredibili da parte di entrambi; poi alla lunga ha ceduto atleticamente. Col braccio che aveva, e ancora ha, Fognini avrebbe potuto vincere molto di più. Carlitos sembra aver ripreso da dove aveva lasciato.
  14. Anch’io, che l’ho sempre ammirato; ma l’altra sera ho visto Modric fare il Professore e salire in cattedra ad Anfield; classe 1985. E’ vero che sono ruoli e giocatori diversi, ma entrambi sono accomunati da tre caratteristiche: • un fisico leggero (che ad una certa età aiuta molto); • una tecnica mostruosa, che non invecchia; • un’intelligenza calcistica da fuoriclasse. Se ha voglia, e pare averne, minimo un’altra stagione, oltre a questa, la può fare ad alti livelli. Centellinato, ovviamente. Ah: in aggiunta a quanto sopra: al contrario dei bamboccetti finti fenomeni, è uno che nelle partite importanti alza il livello. Come Modric.
  15. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    ...e ieri lo Stramboide era in versione "tutt'apposto"; infatti Sinner ha fatto un mezzo miracolo a vincere il primo; poi l'altro ha giocato due set semplicemente spaziali; solo Djokovic lo può contrastare sul cemento o sul veloce indoor quando gioca così. Oltre ad esser solido, ha grande manualità nei colpi di rimbalzo, TUTTI, e ti mena per il campo con variazioni di ritmo, di traiettoria, di rotazione, di angoli. Gioca quattro metri dietro la riga di fondo e non lo riesci a sfondare; il colpo successivo si piazza a rispondere dentro la riga e ti anticipa con un winner di rovescio, oppure ti piazza una palla quasi piatta di dritto tra i piedi, centrale a venti cm dalla riga. La sua palla non ha la pesantezza di quella di un Wawrinka, ma è molto veloce e quasi piatta, rimbalza pochissimo, di sfugge; di rovescio ha uno slice velenoso, e coperto riesce indistintamente a giocarlo lungo in top, lungo scarico, strettissimo; ha grande facilità nel cambiare in lungolinea. Quando si mette dietro, pur essendo 1.98, ti butta di qua tutto, facendoti spesso giocare fuori equilibrio; ha un servizio micidiale. Tatticamente - e NON solo - è MOLTO intelligente, sa come entrare nei tuoi schemi e, soprattutto, nella tua testa. Insomma, non è una vergogna perdere contro un Medvedev in forma. E ribadisco che i miglioramenti di Sinner mi paiono evidenti, continui. Tra i più giovani, vedo lui, Alcaraz e Rune come futuri top 3; fra quelli di mezza generazione più grandi, Medvedev su tutti, poi Tsitsi e Zverev.
  16. Sì può essere critici su tutto, dalla proprietà, alla struttura dirigenziale; dalla squadra, all’allenatore. Ma se c’è una cosa LOGICA da fare in questo momento difficilissimo, è quello di darsi micro-obiettivi. Se non vi va bene nemmeno questo banale concetto, è perché siete prevenuti e frustrati; lo sono anch’io, ma non fino al punto da criticare anche per un’ovvietà.
  17. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Per me non è stato solo un problema fisico, ma anche tattico e soprattutto mentale. Sinner ha prodotto uno sforzo enorme nel primo set per sottrarsi alla ragnatela dello Stranboide (cit.), poi ha pagato lo sforzo, semplicemente perché non in grado di reggere alle continue insidie. Forse doveva provare ad accorciare gli scambi, forzando maggiormente il dritto, avanzando appena possobile, provando ad uscire dalla diagonale di rovescio, colpo in cui è molto forte, ma col quale l’avversario l’ha portato troppe volte a spasso per il campo, in virtù di una maggiore sensibilità nelle variazioni di ritmo. Buon torneo comunque, da parte di Jan il rosso, la cui crescita è costante ed evidente.
  18. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Ci penso, ma non sono alla tua altezza letteraria, anche se a scuola ero bravo a fare i temi 😁. Continua a scrivere QUI, intanto; ti assicuro che leggere i tuoi post è una GODURIA, mix di competenza, passione, fantasia e penna raffinata difficile da trovare. Con sincerità. simone
  19. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Porque? Porque? Porque?
  20. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Anche visto dall’interno il ragazzo è ritenuto presuntuosetto; e come spesso accade, presunzione e insicurezza, pur paradossalmente, vanno a braccetto. Ma è giovane e straordinariamente talentuoso; e per niente stupido. Ci si può lavorare sull’atteggiamento. Conditio sine qua non sono la sua volontà e uno staff adeguato allo scopo.
  21. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Il Rovescio di Dio non era in gran giornata (e forma), ma fiòi…. Yan il Rosso fa veramente paura… Non l’ha lasciato giocare; velocità (di gambe e di esecuzione) insostenibili per Stan.
  22. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

    Sinner sta limando i difetti e accentuando i pregi; ora riesce perfino a rispondere piatto in anticipo, non solo di rovescio, ma anche di dritto; l'avevo visto fare la stessa cosa nel tiebreak (decisivo) del primo set contro il serve&volleyer Cressy. Ad un occhio profano può essere un dettaglio, ma implementare nel gioco di Sinner la risposta di dritto anticipata sui piedi dell'avversario è un plus fondamentale per un giocatore che deve avere il focus sul vincere i major ed entrare stabilmente in top 5, anzi: nei primi tre; perché io vedo Sinner fra i primi tre al mondo a breve, con Alcaraz e Rune. L'Apollineo greco è uno splendido giocatore, ieri probabilmente in giornata no al servizio (e non solo), certamente messo in confusione dal gioco di PRESSIONE a 360 gradi di Jan pel di carota, ma rimane una lacuna nel suo gioco che se non colma, almeno in parte, gli impedirà di essere un fuoriclasse a tutto tondo: il ROVESCIO; è un colpo stilisticamente bello da vedere, a volte ti tira dei vincenti, specie lungolinea, clamorosi, ma manca terribilmente di CONSOSTENZA e SOLIDITA'. Per me dovrebbe sfanculare papà e mammina ed affidarsi ad un coach VERO, ma da certe dinamiche familiari è molto difficile districarsi; serve coraggio. Quanto al Wizard, permettimi di non entusiasmarmi per la sua scelta di andare in sudamerica a giocare in comfort zone, invece di sporcarsi le mani sul veloce indoor europeo. E' una delle tante sue scelte che mi lascia perplesso sul suo carattere.
  23. Ronnie O'Sullivan

    ATP e WTA - il topic del TENNIS maschile e femminile

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