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A me delle proteste frega nulla. Ma vedo che non riesco più a farmi capire.
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Mai, mai da che seguo Juventus, ho letto di tifosi a cui sta bene NON FARE NULLA in campo se non sistemarsi in 9 dietro la linea della palla e aspettare l’avversario. Questa crisi è risolvibile con un un cambiamento di rotta culturale deciso ed epocale. E, sarò onesto, trovo sia più facile che accada in campo che tra la tifoseria.
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Ho fatto una premessa. Tutto il resto discende dalla premessa. Se non si legge la premessa, è inutile leggere il resto. Tra l’altro, lo sport è uno dei campi in cui dignità e cultura trovano, storicamente, massima espressione. Se la pensi in maniera differente, forse dovresti essere tu a evitarlo.
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E meno male che l’ho scritto.
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2009. Ti garantisco che, stavolta, vedo cose diverse. In campo e nella tifoseria.
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Stavolta è diverso. Vedo problemi diversi.
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Visto che i moderatori hanno ritenuto opportuno cestinare il topic che avevo scritto apposta, incollo qua il mio pensiero definitivo. Premettendo che si parla di calcio, che la vita va avanti, che ci sono problemi ben più grossi, questa situazione mi sta mandando seriamente in crisi. Non solo non è la mia Juve in campo ma non mi riconosco più nemmeno nella sua tifoseria, una tifoseria che si sta dimostrando ancorata a valori che rappresentano l’esatto opposto di tutto quello in cui credo. Una squadra attendista, che gioca per non prenderle, che aspetta l’avversario, che rinuncia in partenza a proporre, che non mostra uno straccio di idea non sarà mai la mia squadra. Nemmeno se vincesse dieci Champion’s di fila. Una tifoseria che giustifica questo scempio, che condivide le parole di un uomo che, ieri sera, al netto delle disquisizioni tattiche, per come la vedo io, si sarebbe dovuto presentare ai microfoni e avrebbe dovuto dire “innanzitutto chiediamo scusa ai tifosi, dopo questa umiliazione che non vivevano da 30 anni”, non sarà mai la mia tifoseria. Per quanto mi riguarda, la cultura, le idee, la dignità vengono prima di ogni altra cosa. L’atteggiamento di chi cerca di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, rinunciando a giocarsela, schierando gli attaccanti a terzini, costringendo la squadra a starsene rintanata nella propria trequarti ad attendere l’avversario non mi appartiene e non mi apparterrà mai. La convinzione secondo cui tutto è casuale, le cose vanno come devono andare, eravamo bassi non si sa perché, è stata una giornata storia, non avevamo energie, è una roba che non sopporto più. Anche perché io vivo nel 2023. Se essere juventino significa tutto questo, dovrò iniziare a pormi qualche domanda. Qua non si tratta di soffrire, di perdere le partite et similia. Il problema è molto più grave. Ed è culturale. Mi astengo volentieri da disamine tattiche ulteriori, perché mi è passata la voglia. Ineluttabilmente. Dopo 40 anni di tifo, sto pensando seriamente di smettere. E non ci provate nemmeno a dirmi che il vero tifoso segue la squadra quando le cose non vanno bene: significherebbe che non avete capito nulla di quello che ho scritto. Io sto parlando di tutt’altro. Buon proseguimento di stagione a tutti voi.
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No. Questa volta è diverso. In 40 anni non mi è mai capitata una cosa del genere. Ci sta che tu soffra, che non riesca a ottenere risultati, che perda le partite, che incassi i gol. Fa parte dello sport. Una tale assenza di idee, di propositività non l’ho mai vista, alla Juventus. L’atteggiamento di chi cerca di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, rinunciando a giocarsela, schierando gli attaccanti a terzini, costringendo la squadra a starsene rintanata nella propria trequarti ad attendere l’avversario non mi appartiene e non mi apparterrà mai. La convinzione secondo cui tutto è casuale, le cose vanno come devono andare, eravamo bassi non si sa perché, è una giornata storia, non avevamo energie, è una roba che non sopporto più. Anche perché io vivo nel 2023.
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Premettendo che si parla di calcio, che la vita va avanti, che ci sono problemi ben più grossi, questa cosa mi sta mandando seriamente in crisi. Non solo non è la mia Juve in campo ma non mi riconosco più nemmeno nella sua tifoseria, una tifoseria ancorata a valori che rappresentano l’esatto opposto di tutto quello in cui credo. Una squadra attendista, che gioca per non prenderle, che aspetta l’avversario, che rinuncia in partenza a proporre, che non mostra uno straccio di idea non sarà mai la mia squadra. Nemmeno se vincesse dieci Champion’s di fila. Una tifoseria che giustifica questo scempio, che condivide le parole di un uomo che, ieri sera, al netto delle disquisizioni tattiche, per come la vedo io, si sarebbe dovuto presentare ai microfoni e avrebbe dovuto dire “innanzitutto chiediamo scusa ai tifosi, dopo questa umiliazione”, non sarà mai la mia tifoseria. Per quanto mi riguarda, la cultura, le idee, la dignità vengono prima delle vittorie. Forse ho sbagliato dall’inizio. Dopo 40 anni di tifo, sto pensando seriamente di smettere. E non ci provassero nemmeno a dirmi che il vero tifoso segue la squadra quando le cose non vanno bene. Io sto parlando di tutt’altro.
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Quella che ho scritto non è un’opinione. È quello che accade sistematicamente, salvo rarissime eccezioni attribuibili al caso. Se ti chiudi contro un avversario che ti attacca continuamente e lasci che i tuoi difensori siano sotto pressione per l’intero arco della gara, le prendi. Io capisco tutto, come ho detto anche ad altri utenti, capisco anche le critiche alle mie parole dopo due mesi di astensione, ma discutere verità tanto evidenti mi sembra francamente troppo.
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Felice di scoprire che abbiamo perso 5-1 per degli episodi. Hai ragione sulla premessa. Come ho già fatto con un altro utente, chiedo scusa anche a te per essermi espresso stasera, dopo non averlo fatto per un paio di mesi. Nulla da dire. Hai ragione. Cercherò di astenermi da qui in avanti. Davvero si. Hai voglia. Basta molto meno. L’importante è che sia un tecnico capace di dare un gioco alla squadra.