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Fra The Best

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  1. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Ecco le mie recensioni degli ultimi libri dell'anno che si è appena concluso. Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce di Roberto Bolaño e A.G. Porta: prima opera pubblicata di quello strano soggetto di Bolaño. Si ritrovano svariati tratti caratteristici della sua opera, ma questo romanzo breve è dimenticabile. Le parole che fanno male al cuore di Fabio Canino: non mi aspettavo molto, ma è anche peggio di come pensassi. Il tema è quello di un calciatore di Serie A che tiene nascosta la sua omosessualità per paura di essere tagliato fuori dal mondo in cui vive. Ma è banalissimo, ed è palese che l'autore non capisca nulla di calcio, per come ne parla. I baffi di Emmanuel Carrere: continua il mio rapporto conflittuale con l'acclamatissimo autore francese. Questo è un romanzo giovanile pubblicato di recente da Adelphi. Decisamente pirandelliano, dunque niente affatto originale, e con un finale immotivatamente pulp. Non ci siamo nemmeno stavolta. L'inverno dei leoni di Stefania Auci: seconda e ultima parte della saga della famiglia Florio, che tra l'Ottocento e il Novecento è stata tra le più importanti in Sicilia e anche in Italia. Ma se il primo libro, I leoni di Sicilia, aveva una solida costruzione storica, questo è più un romanzone rosa, lungo e pesante da portare a termine, in cui l'aspetto storico sta molto sullo sfondo. Peccato, perché questo periodo mi interessava molto di più di quello descritto nel romanzo precedente.
  2. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Capisco bene, quando stacchi gli occhi e la mente dai libri che devi leggere non è esattamente agevole piantarli su quelli che vorresti leggere. Circe devo ancora leggerlo, ma La canzone di Achille mi era piaciuto davvero molto. Tu lo hai letto? Su Turton, concordo totalmente sulla sensazione di spaesamento a cui si giunge a un certo punto.
  3. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Leggo molto meno di quanto vorrei. E molto ma molto meno di quanto richiederebbe il numero di libri che ho a casa. Cosa stai leggendo per adesso?
  4. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Sì, ma non era detto che fosse il primo di una serie. Poteva anche essere un romanzo autoconclusivo.
  5. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Non so se è il seguito, c'è però lo stesso protagonista.
  6. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Vabbè, allora dillo che viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda. Anche per me 'Sostiene Pereira' è una delle opere migliori della letteratura italiana che abbia letto, per curiosità poi ho esplorato anche altro di Tabucchi ma, a parte 'Piazza d'Italia' che mi ha ricordato molto 'Cent'anni di solitudine' (alto romanzo che ho adorato), non ho più ritrovato le altissime vette raggiunte in 'Sostiene Pereira'.
  7. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Concordo su tutta la linea. Io invece ho cominciato con Cecità, quasi casualmente: da amante della lingua e della letteratura spagnola e ispanoamericana, provavo un certo pregiudizio/antipatia verso portoghesi e brasiliani. È stata una lettura folgorante, come ho spiegato pagine addietro, e che mi ha spinto a voler approfondire il resto della sua bibliografia. Ho letto e apprezzato moltissimo Saggio sulla lucidità, che invece, da quanto ho letto in rete, da molti è stato derubricato come un tentativo non riuscito di sequel di un'opera di grande successo. Poi ho preferito procedere in ordine di pubblicazione, quindi sono partito dalle primissime opere da cui il genio di Saramago emerge solo a sprazzi. Le intermittenze della morte me lo avevano consigliato e mi sembra super interessante ma, procedendo nel modo in cui ho deciso, lo leggerò tra parecchi anni. De L'uomo duplicato invece ho visto un film a esso ispirato che non mi è piaciuto nemmeno un po', ma questo ha solo accresciuto in me la voglia di leggere il libro. Per il resto, tra le trame che ho 'sbirciato' (non amo informarmi troppo su un'opera, se so già che la leggerò), quella che più mi incuriosisce è quella di Storia dell'assedio di Lisbona. Per quanto riguarda Il vangelo secondo Gesù Cristo, non so qual è la tua posizione in campo religioso, ma se i dubbi che nutri nascono dal fatto che non sei credente, vai pure sereno perché il taglio particolarissimo dell'opera valse al povero Saramago gli strali delle autorità ecclesiastiche e svariate accuse di eresia.
  8. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Purtroppo non ho ancora letto il primo, pur avendolo. Idem per Retablo di Vincenzo Consolo, prima o poi rimedierò. E ovviamente anche io ho l'obiettivo di leggere tutto Sciascia. Mi farai sapere quando avrai letto Dalle parti degli infedeli, e alla prossima per il capitolo Saramago.
  9. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Io non ti conosco ma ti voglio già benissimo. Io consiglio Dalle parti degli infedeli. Vivamente.
  10. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Eccomi qui, per la gioia di @papia. Urca, stavolta è dura, devo recensire i libri letti negli ultimi otto mesi, alcuni non li ricordo nemmeno più. Sarò sintetico al massimo, eventualmente approfondisco se qualcuno è interessato a un titolo in particolare. Suicidio di Edouard Levé: la principale particolarità di questo libro è che l'autore si è realmente suicidato tre giorni dopo aver consegnato il manoscritto al suo editore. Però mi aspettavo molto di più da questo testo, che in alcune parti è molto profondo ma in altre eccessivamente pesante e verboso. Non consiglio. Una terra chiamata Alentejo di José Saramago: vabbè, chi mi legge sa già della mia predilezione per questo autore. Questa è una delle sue prime opere e rispetto ai suoi capolavori si nota che è un po' più "acerba", gli spunti che rendono così affascinante la prosa di Saramago qui si ritrovano solo qui e lì. È il suo romanzo più "politico" che ho letto finora, sul tema dello sfruttamento dei braccianti. Bello, ma non tra i migliori del grande autore portoghese. Quando avrò letto tutti i suoi romanzi prometto che farò una classifica. Firmino di Sam Savage: è stato uno dei casi letterari degli ultimi anni, si tratta di un'opera molto snella il cui protagonista è un topo nato in una vecchia libreria che diventa un grande amante dei libri. Nonostante venga spesso spacciata per letteratura per bambini/ragazzi, non la definirei affatto così. Accettabile solo perché breve, altre 100 pagine sarebbero state troppe. L'uomo dei dadi di Luke Rhinehart: romanzo davvero particolare, la cui trama mi aveva preso tantissimo. In estrema sintesi, un uomo decide che da un certo momento in poi tutte le sue azioni saranno decise dal risultato del lancio dei dadi. Opera palesemente grottesca, parte bene, poi si perde tra diverse scene di sesso e divagazioni pseudo-divertenti di cui si poteva fare a meno. Forse lunghetto, ma l'idea da sola secondo me vale la lettura. Sei giorni di preavviso di Giorgio Scerbanenco: primo romanzo della serie di gialli con protagonista l'archivista Arthur Jelling. Un classico giallo (è del 1940) che non mi è piaciuto granché. Non all'amore né alla notte di John Boyne: in questo romanzo dell'autore de "Il bambino con il pigiama a righe", un reduce della Grande Guerra decide di incontrare la sorella di un suo commilitone con cui aveva avuto un rapporto molto forte per svelargli alcune cose sulla vita del fratello obiettore di coscienza morto al fronte in circostanze misteriose. Non mi era dispiaciuto ma non ricordo come va a finire, quindi non deve avermi colpito particolarmente. Il genio criminale di Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi: una carrellata di ladri, truffatori e criminali vari. Abbastanza dimenticabile, ho trovato realmente interessanti solo un paio di storie. L'estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniel: raramente un libro mi colpisce, questo lo ha fatto e quindi lo consiglio senza dubbio. Senza soffermarmi troppo sui dettagli, perché in realtà la trama non restituirebbe il fascino dato dallo stile della scrittura, davvero intenso e forte. Tomaso Largaspugna uomo pubblico di Arnaldo Fraccaroli: romanzetto ironico sul ruolo del politico, anche se è stato scritto nel 1902 in alcune parti sembra ricalcare certi personaggi della scena odierna. A conferma del fatto che certi meccanismi si ripetono incessantemente. Promosso, dai. La città dei vivi di Nicola Lagioia: avevo aspettative altissime su questo libro, che racconta la tragica morte di Luca Varani, brutalizzato da due suoi coetanei ventenni a Roma nel 2016. L'autore ha incontrato diversi protagonisti della vicenda e la ricostruisce molto bene, ma l'idea di fondo del male che permea un po' tutti non mi ha convinto particolarmente. Gente del Sud di Raffaello Mastrolonardo: saga familiare che si dipana nel corso del Novecento. Letteratura da consumo su un filone che "tira" molto (vedasi il successo de "I leoni di Sicilia"), resta nella comfort zone di questo genere: né consigliata né sconsigliata. Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli: vincitore del Premio Strega Giovani, racconta la vita dei pazienti di un reparto psichiatrico, tra problemi mentali e inaspettata solidarietà, durante i sette giorni in cui il protagonista si ritrova ricoverato per un TSO. Non è male. La classe di Christina Dalcher: bah, romanzo distopico la cui idea mi piaceva molto (una società divisa in base a un punteggio dato dai voti scolastici e ai giudizi sul posto di lavoro) ma che in realtà non rispetta affatto le aspettative, trasformandosi in uno pseudo-thriller non particolarmente avvincente. Il signore delle mosche di William Golding: grandissima delusione, ne avevo sentito parlare benissimo ma ho trovato pessima la traduzione e anche il romanzo in sé. Veramente una lettura faticosa. La scomparsa di me di Gianluigi Ricuperati: per l'ennesima volta, ottima idea per nulla ben sviluppata. Il protagonista muore in un incidente stradale ma si "re-incarna" ogni giorno in una persona diversa che ha conosciuto in vita. Stile troppo pretenzioso. La strada di Cormac McCarthy: un padre e un figlio piccolo, reduci da un imprecisato disastro che ha ucciso gran parte dell'umanità, si trovano costretti a spostarsi continuamente per trovare il cibo per sopravvivere e sfuggire agli attacchi di non meglio precisati "nemici". Opera evocativa, fin troppo per i miei gusti. Non ho un grande rapporto con questo autore, avevo già abbandonato "Non è un paese per vecchi" per lo stile asciutto, secco fino all'eccesso. Ellie all'improvviso di Lisa Jewell: un thriller ben riuscito sulla scomparsa di una ragazzina che sconvolge la vita della madre, che dopo anni di autoesclusione dalla vita conosce un uomo apparentemente perfetto ma viene nuovamente travolta dagli strascichi del caso che l'aveva assorbita.
  11. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Hai ragione! Appena entro in ferie ripasso da qui e lascio un po' di recensioni, anche se ho letto pochino nel 2021. Promesso!
  12. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Brevi commenti sulle ultime letture del 2020. Il consiglio d'Egitto di Leonardo Sciascia: i frequentatori del topic lo sanno, è uno dei miei autori preferiti. Questo romanzo di ambientazione settecentesca, che prende spunto dalla vicenda reale di una clamorosa falsificazione di un documento arabo, non è tra i più interessanti, a mio modesto avviso. Come fermare il tempo di Matt Haig: opera in cui l'autore gioca con la storia raccontando la vita di un uomo che fa parte di una ristretta cerchia di esseri speciali che vivono per centinaia di anni. Particolare, carino. Lo consiglio a chi cerca letture non impegnative. Febbre di Jonathan Bazzi: candidato al Premio Strega e vincitore della sezione Giovani, è l'autobiografia romanzata dell'autore, omosessuale che a 30 anni ha scoperto di essere sieropositivo. L'opera procede su due piani temporali, il presente e il passato. Non particolarmente riuscita. Una vita come tante di Hanya Yanagihara: romanzone di oltre 1000 pagine che ha avuto un successo clamoroso negli Stati Uniti, narra la vita di quattro amici dai tempi del college fino all'età adulta, soffermandosi in particolare su due di loro, Willem e Jude, il secondo dei quali viene da un'infanzia segnata dagli abusi. L'ho trovato eccessivamente prolisso e ripetitivo, oltre a essere un po' troppo "americano" per i miei gusti. Non consiglio. L'elenco telefonico degli accolli di Zerocalcare: era la prima volta che leggevo le sue strisce. Non sono un grande fan dei fumetti ma ho trovato alcuni episodi molto divertenti. Il violino di faenza di Champfleury: libriccino settecentesco che racconta la vicenda di due collezionisti di maioliche. Il romanzo breve in sé non è imperdibile, anche se descrive bene gli stati d'animo di ogni collezionista, ma l'edizione Sellerio con decorazioni colorate tra un capitolo e l'altro è veramente bella. La scuola di pizze in faccia del professore Calcare di Zerocalcare: ho preferito l'altro fumetto, qui ci sono troppe strisce per veri nerd che ho saltato a piè pari e anche quelle a tema sociale erano spesso dei mezzi polpettoni. L'età straniera di Marina Mander: libro sull'adolescenza, i protagonisti sono il narratore Leo, figlio di borghesi, e Florin, romeno ai margini della società che si prostituisce e che viene portato a casa dalla madre di Leo, assistente sociale. Abbastanza impalpabile.
  13. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Non fare il furbetto, è chiaro che l'epica e la mitologia greca vadano a braccetto. Spiegami meglio la vicenda Calasso.
  14. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    È evidente che non hai letto tutte le mie recensioni, se mi fai questa domanda.
  15. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Non è che non mi abbia colpito, però penso che la vicenda si trascini troppo a lungo e stancamente. Capisco l'importanza dell'introspezione nelle opere di Dostoevskij, ma dopo un po' io cedo. Comunque leggerò almeno anche Il giocatore e I fratelli Karamazov. Non so quando, ma lo farò. Boh, a me I dialoghi Leucò non piacquero proprio. Lessi i primi tre e poi abbandonai. Non leggo poesia, quindi grazie per il consiglio ma non mi segno il titolo.
  16. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    No, Delitto e castigo l'ho già letto. Così come Le notti bianche e L'idiota (che era quello che più mi era piaciuto). Cosa si dovrebbe leggere di Pavese, i racconti? Qualche mese fa ho sfogliato "Dialoghi con Leucò" e ho capito che non faceva decisamente per me. A quanto pare sono veramente degne di nota le sue riflessioni ne "Il mestiere di vivere".
  17. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Qualche nuova riga sulle mie ultime letture. La canzone di Achille di Madeline Miller: premettendo che l'epica è uno dei miei punti deboli perché a scuola non l'ho mai studiata e che quindi mi affascina ma allo stesso tempo non ne sono un profondo conoscitore, mi è piaciuto moltissimo questo romanzo che narra del rapporto tra Achille e Patroclo. Ho letto diversi commenti negativi basati sul fatto che non è particolarmente fedele alle vicende omeriche, ma in fondo è davvero importante, trattandosi di un "rifacimento" di una storia comunque di fantasia? Per me promosso a pieni voti. Memorie dal sottosuolo di Fedor Dostoevskij: io ci sto provando, ma continuo a non rimanere particolarmente colpito dalle sue opere. Borgo vecchio di Giosuè Calaciura: letto perché ambientato in un quartiere della mia città. Non consiglio e non sconsiglio. La luna e i falò di Cesare Pavese: alcuni passi, soprattutto le riflessioni sulla casa e il luogo d'origine, sono memorabili, ma nel complesso non mi è piaciuto. Il condominio di J.G. Ballard: tra le più grosse delusioni delle letture di questo 2020. Mi ero approcciato a questo romanzo con grandi aspettative, vista l'aura che circonda l'autore e il tema trattato, che mi sembrava interessantissimo. Ma ho trovato davvero pessimo lo sviluppo. Un problema per Mac di Enrique Vila-Matas: anche in questo caso mi attendevo molto e non sono stato ripagato. Certamente lo stile dell'autore è molto particolare e siamo davanti a un grande esperto di letteratura, ma pur trovando tutto sommato piacevole la lettura, non mi sento di consigliarla perché c'è troppa poca trama e troppa metaletteratura. Tutto per una ragazza di Nick Hornby: sempre bello leggere i suoi romanzi, dall'ironia inconfondibile e scritti in modo forse un po' piacione ma dalla sicura resa. La casa delle voci di Donato Carrisi: ho momentaneamente interrotto le due serie che lo hanno reso famoso per leggere il suo ultimo thriller, che è autoconcludente (credo ). Bene, molto bene: solo un po' eccessivo nelle continue ripetizioni di frasi che forse dovrebbero servire da promemoria al lettore per aiutarlo a non perdersi, ma alla lunga stancano. Confessione di Kanae Minato: l'ho avuto tra le mani quasi per caso, lo stavo dando via ma ho deciso di dargli una possibilità pur non essendo affatto un fan di tutto ciò che è giappo. Mossa che si è rivelata azzeccatissima: l'ho divorato e mi è piaciuto tantissimo. Purtroppo è di difficilissima reperibilità ma lo consiglio a tutti gli amanti del noir/thriller.
  18. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Che onore. Sefz Però commenta anche tu le tue letture, soprattutto se in comune.
  19. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Dunque, Rayuela è un romanzo che può essere letto in due modi: il primo è quello standard, dal capitolo 1 al 54. Il secondo, che è quello che l'autore stesso suggeriva, in cui ci si sposta tra i 140 (non ricordo esattamente il numero) capitoli seguendo un ordine indicato da Cortazar. Ciò che cambia, fondamentalmente, è che i capitoli da 1 a 54, che comunque si leggono nell'ordine progressivo, sono intervallati da altri capitoli che solo in minima parte sviluppano la vicenda principale, mentre per il resto sono pseudocitazioni di un autore (inventato) di cui i personaggi di Rayuela sono seguaci, e poi altri testi che non mi è molto chiaro perché Cortazar abbia voluto inserire. Sefz Essendo uscita nel 1963, è un'opera che risente della sperimentazione sul genere romanzesco tipica dell'epoca. Il film di Kubrick l'ho visto tantissimi anni fa e ricordo molto poco quindi non so dire con precisione quanto sia fedele all'opera di Schnitzler: protagonista è la classica famigliola borghese felice ma l'equilibrio si incrina quando marito e moglie decidono di raccontarsi i loro segreti "sessuali" e le rivelazioni della donna turbano il marito, che il giorno dopo si ritrova coinvolto in diverse occasioni di "vendetta", tra cui la misteriosa festa in maschera ripresa da Kubrick. Però ho trovato il finale un po' acerbo, non dico di più per non spoilerare ulteriormente. Sefz
  20. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Siccome le letture si accumulano e la voglia di recensire si appiattisce, da ora in poi mi limiterò a dei giudizi un po' più striminziti, che sarò lieto di approfondire se qualcuno fosse interessato. Less di Andrew Sean Greer: non è divertente né brillante come veniva promesso. Scialbo. Il treno dei bambini di Viola Ardone: racconta di un pezzo di storia del Dopoguerra di cui non ero a conoscenza, quando le famiglie povere del Mezzogiorno, aderendo a un programma del Pci, mandavano i figli piccoli a studiare al Nord. La vicenda è narrata dal punto di vista del bambino, che nella parte finale, la più debole, è ormai adulto e torna nella sua Napoli. Nel complesso promosso. Rayuela di Julio Cortazar: lettura ostica di un'opera volutamente "difficile", a partire dalla struttura labirintica creata dall'autore argentino. Ci sono picchi altissimi ma anche tante parti abbastanza superflue. Da leggere per tentare di farsi un'idea. L'ultimo arrivato di Marco Balzano: curiosamente, nel giro di un mese mi sono capitati tra le mani due romanzi, questo e quello della Ardone, che trattano lo stesso tema: l'emigrazione al Nord di un bambino. Ho preferito l'opera della Ardone. Il senso di una fine di Julian Barnes: bah, noioso e inutilmente pieno di sé. Confessioni di una maschera di Yukio Mishima: altra opera a cui non è facile approcciarsi per lo stile molto lirico e ampolloso della prosa. Mi ero appuntato altri due titoli dell'autore giapponese ma per varie circostanze mi è capitato di leggere prima questa, che non mi è piaciuta nonostante ritenessi il tema affrontato molto interessante. Manuale di pittura e calligrafia di José Saramago: altra esplorazione della bibliografia di uno dei miei scrittori preferiti. Questa è una delle sue prime opere e, pur in presenza di riflessioni lucidissime e che mi resteranno impresse a lungo, non mi sento di lodarla. Le braci di Sandor Marai: fatico a comprendere le sperticate lodi che circondano questo romanzo lento e che fino all'ultimo speri abbia una svolta che invece non arriva. Le rane di Mo Yan: il premio Nobel cinese affronta in forma romanzesca il tema del controllo della natalità nel suo Paese grazie alla figura totemica della zia ostetrica del narratore. Lettura abbastanza scorrevole e in più parti quasi "comica": mi sarei aspettato qualcosa di più "profondo". La misura del tempo di Gianrico Carofiglio: di gran lunga l'episodio meno riuscito della serie dell'avvocato Guerrieri. Peccato. Voglio guardare di Diego De Silva: un libriccino pieno di personaggi cattivissimi che però non vengono realmente approfonditi. Non consiglio. Il giorno del giudizio di Salvatore Satta: opera postuma di uno dei più famosi giuristi del Novecento che, forse proprio perché l'autore non l'aveva mai data alle stampe, risente del suo essere un po' grezza. Si analizza la storia di una famiglia di Nuoro tra l'Ottocento e il Novecento, ma la storia resta abbastanza sullo sfondo e gran parte del romanzo è dedicata alla riflessione dell'autore sulla "negatività" dell'ambiente nuorese. Le vicende dei personaggi ristagnano per due terzi dell'opera, salvo essere raccontate molto rapidamente nelle ultime pagine, con l'effetto di accumulare gli sviluppi tutti alla fine. Non lo boccio ma non lo consiglio. Doppio sogno di Arthur Schnitzler: questo romanzo breve o racconto lungo ha ispirato Eyes wide shut di Kubrick. La lettura scorre via molto piacevolmente ma resta la sensazione di amaro perché il finale non spiega la misteriosa vicenda in cui si viene a trovare il protagonista nella sua tumultuosa notte di "libera uscita". L'onorevole/Recitazione della controversia liparitana/I mafiosi di Leonardo Sciascia: tre opere teatrali dello scrittore siciliano. Molto riuscita la prima, che in pieno stile sciasciano racconta con sottile ma feroce ironia il rapporto tra mafia, politica e Chiesa; di non facile comprensione la seconda, di ambientazione storica (forse mi mancavano le basi e anche l'appendice presente a fine testo non mi ha reso chiara la vicenda); un po' più banale la terza, ambientata in un carcere. Attenti al gorilla di Sandrone Dazieri: primo episodio della serie del bizzarro "detective privato" dalla doppia personalità che non dorme mai. Opera tra i giallo e il noir molto leggera, come ce ne sono tante altre. Non proseguirò nella lettura dei seguiti. L'uomo che trema di Andrea Pomella: una grossa delusione questa sorta di autobiografia della depressione dello scrittore. Il tema è certamente interessante ma sviluppato in un modo che non ho trovato interessante, con una sequenza di episodi non sempre pertinenti con la narrazione della malattia del protagonista.
  21. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Penso che l'unica sia riacquistarlo. Usato lo trovi a uno di questi due link: https://www.comprovendolibri.it/ordina.asp?id=46827939&db= https://www.comprovendolibri.it/ordina.asp?id=38545907&db= Sono annunci di qualche anno fa, quindi non è detto che i libri siano ancora disponibili. Però puoi provare a fare un tentativo - e a chiedere uno sconticino, se sono ancora invenduti dopo anni da quando è stato creato l'annuncio. Ovviamente, fossi in te mi accerterei che i volumi in vendita non abbiano lo stesso difetto di stampa del tuo.
  22. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Ancora qualche recensione delle letture di questi mesi. Dissipatio H.G. di Guido Morselli: opera sicuramente interessante, perfetta da leggere in tempi di pandemia, ma dal linguaggio abbastanza ostico. Essendo però breve, si riesce a leggere in pochi giorni. Non voglio spoilerare troppo, dico solo che nel romanzo il protagonista sembra essere l'ultimo uomo rimasto sulla Terra e dopo qualche mese dalla stesura dell'opera, l'autore si suicidò. Il gatto di Georges Simenon: piacevolissimo romanzetto su una coppia che, giunta alla terza età, non si sopporta più. Il punto di forza di Simenon, una volta di più, è lo stile semplicissimo e quasi essenziale, ma non banale. Oblomov di Ivan Goncarov: mi ero approcciato a questo capolavoro della letteratura russa con grandissime aspettative. Mi incuriosiva moltissimo l'idea di narrare per quasi 600 pagine la vita del personaggio pigro per antonomasia. Mi è piaciuta molto la prima parte in cui al centro c'è il protagonista e il suo modo di essere e di (non) fare, un po' meno il resto dell'opera in cui al centro c'è una storia d'amore sui generis ma narrata comunque in uno stile pienamente ottocentesco, con tutti i contro del caso. Comunque promosso. Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton: l'idea di un personaggio che deve risolvere il caso di un delitto avvenuto in una tenuta nobiliare ma è costretto a svegliarsi ogni giorno nel corpo di uno degli ospiti della casa mi aveva molto stuzzicato, ma ho trovato quest'opera molto confusionaria. Ho faticato ad arrivare alla fine. Morte di uno scrittore di Hakan Nesser: noir scandinavo che ho letto senza sapere che fosse il primo volume di una trilogia. Dato che mi ha incuriosito, pur non trovandolo eccezionale, mi toccherà trovare almeno il secondo. Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer: iniziando a leggere questo romanzo, scritto qualche anno dopo l'attentato alle Torri Gemelle e il cui protagonista e narratore è un bambino che perde il padre nella tragedia dell'11 settembre, ero molto dubbioso perché trovavo lo stile abbastanza infantile ed eccessivamente strappalacrime. Ma ho deciso di continuare a leggerlo e ne sono stato ripagato con un'opera certamente bizzarra e un po' furba, ma molto gradevole. Sottomissione di Michel Houellebecq: anche in questo caso, il tema alla base del romanzo mi allettava parecchio. Siamo nel 2022 e in Francia le elezioni vengono vinte dai Fratelli Musulmani, il che causa importanti cambiamenti nella società. Ma andando avanti nella lettura ci si rende conto che questo non è il vero focus dell'opera, che ha al centro un professore universitario grande estimatore di Huysmans. E l'autore non cerca più di tanto di fondere realmente le vicende del protagonista con la situazione storico-politica che immagina. Peccato, occasione persa. Commedia nera n. 1 di Francesco Recami: boh, francamente l'ho trovato assurdo. Un'opera molto più grottesca che noir, con protagonista un marito con problemi psicologici vittima dei soprusi di una moglie commissario di polizia, che si lascia leggere con enorme facilità per lo stile linearissimo ma non si accende mai e alla lunga risulta ripetitiva perché sai sempre dove andranno a parare le vicende.
  23. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Qualsiasi pretesto è buono per leggerlo!
  24. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    Riassuntone delle letture dei primi tre mesi e mezzo del 2020. Matteo ha perso il lavoro di Gonçalo M. Tavares: mi sono lasciato ingannare dalle parole lusinghiere in quarta di copertina del mio amato Saramago. Ho trovato il libro sconclusionato e stilisticamente poco interessante. L'incubo di Hill House di Shirley Jackson: confermo l'impressione poco positiva che mi aveva lasciato l'altro libro dell'autrice che avevo letto, "Abbiamo sempre vissuto nel castello". Sarà un mio limite, ma trovo questo stile al limite della letteratura per l'infanzia del tutto inadeguato alle vicende "gotiche" delle sue opere. Il risultato, almeno ai miei occhi, è di stroncare del tutto le atmosfere inquietanti che sono al centro dei libri della Jackson. Pinocchio di Carlo Collodi: avevo la curiosità di leggerlo, anche se sono un po' fuori tempo piacevole. Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood: avevo letto che qualcuno qui dentro l'aveva recensito positivamente perché, nonostante temesse il polpettone femminista, ci aveva trovato di più. Invece io no, l'ho trovata una lettura ridondante e noiosa per lunghi tratti, in cui il mondo distopico creato dall'autrice è lasciato sullo sfondo e la stragrande maggioranza del romanzo è dedicata ai pensieri e alle idee della protagonista. Un po' uno spreco, vista l'originalità dell'idea. Fama di Daniel Kehlmann: il sottotitolo è "Romanzo in nove storie", ma in realtà le connessioni tra i vari episodi sono molto labili e solo alcuni sono degni di nota. 4 3 2 1 di Paul Auster: cosa c'è di meglio del periodo di quarantena per affrontare un romanzone di 930 pagine? Era il momento ideale. Non sono rimasto deluso, ma le aspettative che avevo dopo aver letto l'idea alla base dell'opera (raccontare le quattro diverse vite parallele dello stesso personaggio, Archie Ferguson, a partire dall'infanzia fino a diventare un giovane adulto) sono state rispettate solo in parte: avrei preferito che le quattro vite prendessero traiettorie molto diverse tra loro, e invece si rimane più o meno sempre nello stesso ambiente socio-culturale. Ho trovato però molto felice il finale, per cui il libro è promosso. I detective selvaggi di Roberto Bolaño: vedi sopra, solo che stavolta parliamo di 670 pagine. Finalmente mi sono deciso a intraprendere la lettura dell'autore cileno: quest'opera polifonica è davvero bizzarra, ma si lascia leggere con grande facilità pur non raccontando in fondo quasi nulla. Mi ha convinto: leggerò anche altro. Una vita da libraio di Shaun Bythell: ennesimo esempio editoriale di occasione persa. Dovrebbe essere il diario del proprietario di una libreria dell'usato, ma finisce per essere una stanca ripetizione di episodi solo raramente curiosi e non particolarmente divertenti (forse a causa dell'umorismo british dell'autore, scozzese). Mezzo punto in più, ma comunque non abbastanza per arrivare a una sufficienza, per la citazione nella stessa pagina di due romanzi novecenteschi che ho amato. I leoni di Sicilia di Stefania Auci: è stato il caso letterario dell'editoria italiana del 2019 e da buon siciliano non mi sono voluto esimere dalla lettura, pur temendo che la narrazione delle vicende imprenditoriali della famiglia Florio, che ha svolto un ruolo decisivo nella Palermo dell'Ottocento, fosse un po' troppo romanzata e schiacciasse l'ambientazione e le vicende storiche, che erano ciò che più mi interessava. Effettivamente, almeno per la prima parte, di storia ce n'è molto poca e i toni da drammone familiare sono un po' stucchevoli. Molto meglio la seconda, in cui le vicende dei Florio si intrecciano meglio con gli accadimenti storici. Lettura non indimenticabile, ma nel complesso promossa.
  25. Fra The Best

    Sommario, piacere so francesco: le nostre letture a confronto

    A me non aveva fatto schifo.
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