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1.958 GuruSu Godai

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Ma io non nego l'importanza della preparazione tattica delle gare, ci mancherebbe. Solo che, senza una base tecnica di prim'ordine (una base squisitamente individuale), tu puoi avere tutta l'organizzazione che vuoi: perderai in maniera INELUTTABILE. Anche perchè, se ci pensi, è impresa assai bizzarra parlare di collettivo di valore senza possedere, PRIMA, eccellenti qualità individuali, ti pare? Uno stile di gioco, uno schema, si può realizzare se i giocatori sanno passare bene la palla, dribblare, marcare, controllare e stoppare il pallone come si deve, fare filtranti, fare assist, calciare le punizioni, tirare in porta, colpire di testa, inventarsi una giocata improvvisa, fantasiosa e inaspettata ecc ecc Infine, una squadra deve avere anche uno spogliatoio unito, un carattere e uno spirito dentro, che, quando le differenze si assottigliano, fanno la differenza. Queste cose devono far parte della maglia azzurra (e di quella bianconera), perché è la storia che lo dice: e un sostenitore di esse LO DEVE PRETENDERE, perché è conscio della realtà sportiva che tifa. Chiaramente, poi ci sono i cicli più o meno ricchi e fortunati.
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Lo so, e ti capisco (anch'io, vengo da quegli anni). E' una posizione che rispetto: è comune a diversi fratelli bianconeri, per delle ragioni che hanno una loro fondatezza logica. Tuttavia, quando gioca l'Italia, io non riesco a distaccarmene (e non voglio): sento il peso della Storia; di emozioni stratificate nella memoria e di imprese che ho potuto solo leggere nei libri di storia del calcio. Ripenso alle immani energie che la Nazionale sa mobilitare quando vince i Tituli importanti: niente è paragonabile a quei momenti, nell'ambito dell'esperienza sportiva; niente. E così, se non andiamo bene, mi fa male. Ecco, è questo
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Concordo, dalla A alla Z. Sugli attaccanti, adesso non ne abbiamo di livello, ma torneranno, perché l'Italia fa parte dell'Élite del calcio mondiale da un secolo, e così sempre sarà. Bisogna ripartire dalle qualità tecniche individuali, da coltivare ed esaltare fino allo sfinimento nelle scuole calcio. Poi, e solo poi, ti puoi permettere il lusso delle disquisizioni tattiche. Perchè il calcio è uno sport di squadra, sì, ma la differenza, dalla notte dei tempi, la fa sempre la qualità individuale; la capacità tecnica (diverse a seconda dei vari ruoli, naturalmente): senza di esse, ogni discorso che vuole parlare seriamente di pallone, è del tutto irrilevante. Aria da dare alla bocca: niente di più.
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Se non altro si è posto rimedio alla indegna figura del primo tempo. Onore, capacità di reazione, rifiuto dell'umiliazione, devono essere tratti fondativi e intrisi nel profondo, per una maglia come quella azzurra. Chi non ha queste caratteristiche, non può stare in Nazionale. Questa partita dovrebbe far riflettere in molti.
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Esatto. Perché, sai, basta aggiustare un pò le cose, e l'entusiasmo magicamente può tornare. Prendi gli spagnoli: ormai, sono quasi 20 anni che hanno operato e costruito bene. Da nazionale di secondo piano, sono diventati una potenza di riferimento del calcio mondiale (anche se sono fermi a un solo Mondiale, che è oggettivamente poco, ma gli Europei sono parecchi): con campioni e vittorie, chiedi ai loro giovani se il calcio gli piace ancora o no. Scommetti che ti diranno di sì? Questo, nonostante il modo di passare il tempo dei ragazzi, i social, le poche capacità di attenzione prolungata, e tutte le altre cose negative presenti nelle società odierne, siano siano gli stessi in tutti i paesi occidentali.
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Non abbiamo fuoriclasse in nessuna zona del campo. Poi, concordo che le mancanze più vistose siano nel reparto avanzato. Questo, senza dubbio. E' necessario rimettere la tecnica individuale al centro delle scuole calcio, e non dare più spazio ai fissati della tattica e degli schemetti che scimmiottano altre scuole calcistiche che ci sono culturalmente estranee. Ciò non significa che devi giocare catenaccio e contropiede, naturalmente; ma cercare di vincere e, se possibile, dominare le partite a modo nostro, con le caratteristiche che ci hanno sempre contraddistinto in tutta la nostra gloriosa storia. Ovviamente, se prima non riformi tutto il sistema della governance del nostro calcio, ogni altro tipo di discorso diventa inutile
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Si farà; vedrai, Bro. Il pallone fa parte del DNA del costume e dei valori culturali del nostro Paese. Lo so che i ragazzi sembrano, attualmente, amare meno il calcio: tuttavia gli stadi stanno tornando pieni nonostante le nostre squadre, a livello internazionale, siano mediocri; e la passione, pur essendo obiettivamente minore, c'è ancora e ci sarà sempre. Quello che manca è tutto quello che ti ho scritto sopra. Certo, il panorama, in questo, intollerabilmente lungo, momento, è desolante, questo sì.
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No, non penso che ci salverebbe, tuttavia, sono certo che con un CT degno di questo nome, tali orripilanti figure non le faresti. Poi, concordo con te che qui c'è tutto un movimento da ricostruire: DALLE FONDAMENTA. Ma l'Italia è una delle grandi storiche del calcio mondiale, ed è destinata a tornare nel posto che, DA SEMPRE, le compete. Questo, è un fatto oltremodo inevitabile. Solo che, su tempistiche e modalità, siamo ancora in alto mare. E c'è da fare un reset generale. Questo è quanto.
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Pure tu c'hai ragione Comunque, speriamo di no; io non so (a parte Conte e forse Allegri, che non fa un calcio propositivo ma è un ottimo gestore e, onestamente, in azzurro ce lo vedo) chi potremmo mettere sulla nostra panchina, ma una cosa la so: SPALLETTI E' TOTALMENTE INADEGUATO AL RUOLO CHE RICOPRE. Questo è quanto.