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Rhyme

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  1. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Pure di più...se uno pensa alle opere più belle del nuovo secolo un posto per questo film lo trova abbastanza tranquillamente. Ma i numeri, le liste, le classifiche lasciano il tempo che trovano, sono più un gioco. Anche io ho sparato una cifra a caso che vuol dire poco. 2, 5, 7 anni non vuol dire nulla...è per rendere l'idea che questo film è un'opera di cinema puro, del più alto livello. Al pari di tanti film che pensando al cinema del passato non possono non venire in mente. Poi chiaramente non è detto che debba piacere per forza, può anche non piacere, ovviamente...dipende anche da quello che uno ricerca.
  2. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ma non solo qui, credo un po' ovunque. Tra i film più belli degli ultimi 5 anni...ma minimo minimo.
  3. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Chiaramente ci sta, è una tipologia di film che può dividere nettamente...sono film abbastanza estremi nel porsi, quindi è facile che o piaccia molto o piaccia poco. Poi è anche vero che una visione, soprattutto per film del genere, non è assolutamente utile, né in caso di opinione positiva né in caso di opinione negativa. Andrebbero quantomeno rivisti una seconda volta, ma già con tutte le visioni che ci sono da fare è difficile mantenere un ritmo, figuriamoci poi se dovessimo riguardarli anche due volte ciascuno Bresson altro grande autore. Io di suo ho visto solo Au hasard Balthazar e Pickpocket, ma troppo tempo fa...sul secondo non sono nemmeno sicuro. Tra poco spero di riprendere delle visioni più sistematiche, di riprendere qualche autore. Tra un impegno e l'altro è da novembre che sto guardando film sparsi. Tra parentesi, pochi giorni fa ho visto "Talk Radio" di Stone. Credo sia uno tra i suoi meno conosciuti, non lo avevo nemmeno sentito nominare. Bellissimo, lo consiglio a chi non lo ha visto. Magari poi ne parlo.
  4. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, lo vidi due volte tra anteprima e uscita al cinema e l'ho rivisto anche a novembre scorso, anche se non in condizioni ottimali visto che ero in aereo Comunque chiaramente anche a me piace di più, ma è anche normale. Dopo più visioni, parlando poi di un regista che apprezzo e apprezziamo in particolare, cresce anche l'affetto ed entra maggiormente nel cuore. Continuo a trovare il suo cinema del passato più caloroso, più "accogliente", più intimo. Poi ci sta che possa essere una sensazione preconcetta ma spesso nel cinema autoriale è un passaggio ricorrente e comune. Su La favorita concordo in pieno...fa parte di quei film che non si esaurisce dopo la visione ma che continua a crescerti e modificartisi dentro. Io quando l'ho visto uscii dal cinema stranito...estasiato ma anche un po' "incompleto", con qualcosa che non mi tornava molto. Tant'è che la sera dopo sono tornato a vederlo. Se ne scriverai qui magari se ne parla. Tra l'altro ho letto anche il tuo articolo in merito
  5. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Io ad esempio su Tramonto e Il figlio di Saul la penso praticamente al contrario. Ne parlai anche qui, Il figlio di Saul l'ho apprezzato ma dopo un po' l'ho trovato ripetitivo nel suo svolgimento. Inizialmente scioccante, ma appunto secondo me nel suo ripetersi perde forza, anche grazie alla tecnica filmica e alla narrazione che non da altri appigli, non da altri sfoghi o punti di uscita. Tramonto l'ho trovato magnifico. La cifra stilistica si mantiene ma in modo più variegato, già solo per la varietà di ambienti e di situazioni che visitiamo tramite la protagonista. A me ha comunicato un forte senso di angoscia e di straniamento, continuo e crescente fino al finale che ho trovato di una bellezza rara. Non c'è solo il declino dell'Impero austro-ungharico, c'è anche la metafora del declino della democrazia, dell'umanità, dell'affiorare della follia, della tremenda brutalità, un risveglio dell'Oscurità che ha caratterizzato il Novecento (con le due guerre e non solo) e in generale, a fasi alterne, l'intera storia dell'umanità...che è insita nell'Uomo. E qual'è il senso di quella follia e quella brutalità spaventosa? Nessuno, non c'è minimamente senso. La protagonista si barcamena a destra e a sinistra cercando di capire, cercando di comprendere, cercando i motivi...ma non ci sono. Sballottata tra un Impero decadente e un Male crescente. Come dissi, mi sembra, è un film che mi ha ricordato concettualmente Mother! per quella crescente sensazione di angoscia, di caos, di oscurità, quel forte impulso metaforico e quel seguire incessantemente una protagonista in continuo movimento e travolta dagli eventi, in quello che dovrebbe essere il suo spazio. Tra l'altro avrei voglia di rivederlo fortemente. Il paragone con Malick per me è tra i migliori complimenti possibili, comunque Fassbinder attendo ancora di iniziare a scoprirlo...prima o poi ci riuscirò. Io i trailer cerco di non guardarli mai, non so come possa risultare questo film dal trailer, onestamente. Comunque il mio entusiasmo è dovuto soprattutto alla contestualizzazione del film. Se non fosse una produzione italiana lo avrei giudicato sufficiente o al massimo buono, perché comunque ha dei difetti. Ma è anche ovvio, perché da noi un cinema del genere non esiste nemmeno lontanamente, non c'è proprio la base. Quindi quantomeno è un lavoro rivoluzionario, davvero un mezzo miracolo. Ripeto, vedere un film con questo coraggio e audacia produttiva e visiva lo ritengo mirabile e quasi commovente. E' un film che cita Il signore degli anelli, ma ha anche dei rimandi a Valhalla Rising di Refn, ha una scelta linguistica simile a quella di Apocalypto. Ma questo è un cinema lontano anni luce dal nostro, siamo assolutamente zero per produzioni del genere e per intenti e velleità filmiche di questo tipo. Ne Il primo re gli ingredienti ci sono, la mentalità c'è, l'audacia c'è...e secondo me ci sono anche dei risultati buoni. E' già qualcosa, è già davvero tanto. Come dicevo anche nell'altro messaggio, Rovere l'ho sentito in una lunga intervista...non ho visto niente del suo cinema precedente, ma le idee ce le ha buone. Ha le giuste consapevolezze, le giuste concezioni e la giusta mentalità. P.S. La favorita se puoi recuperalo, assolutamente.
  6. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ho ascoltato un'interessantissima intervista al regista e si vede che è un ragazzo con idee di cinema interessanti, idee anche internazionali, oltre quelli che sono i limiti grossi italiani. Ha parlato anche più o meno di quello che hai scritto, dicendo che questo è un periodo in cui si ottengono più facilmente soldi per vari progetti. Il suo è costato 9 milioni ed in altri periodi è difficile anche farsi approvare un progetto da 2 milioni. Ma ha detto che è una finestra che per lui durerà poco, ecco perché ne ha approfittato per realizzare questo film che aveva in cantiere da parecchio tempo. Io, tra parentesi, avrei già quasi voglia di riguardarlo. C'è davvero un ottimo lavoro di sceneggiatura e nelle interpretazioni. Bravissimo Viggo e a me è piaciuto molto anche Ali. E' davvero scritto bene, oltre ai dialoghi, perché si mantiene in ottimo equilibrio...avrebbe potuto facilmente cadere in banalità accentuate, in retorica o in momenti di facile sentimentalismo. Ma invece non lo fa e c'è un ottimo equilibrio tra dramma e commedia. Anche se comunque filmicamente è molto classico. E pensare che Farrelly viene dalla commedia più demenziale immaginabile. Sia lui che Adam McKay hanno fatto un bel balzo. Personalmente, in generale, questo 2019 è iniziato in maniera molto interessante.
  7. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Tra un po' di giorni, quando sarò un po' più libero, magari parlerò di qualche ultima visione...ma due parole rapide rapide per Il primo re le voglio spendere. Perché vedere un film italiano così coraggioso (recitato interamente in latino, tra l'altro), così audace anche visivamente, così attento al dettaglio costruttivo, così "sporco", "vivo", con persino un inserimento di avventura e accenno fantasy in un film storico e anche con una recitazione così tutto sommato buona...mi ha fatto venire quasi i brividi. Nelle prime scene quasi non ci credevo. Non è un film perfetto, ci mancherebbe...c'è una spettacolarizzazione eccessiva in alcune scene, qualche inquadratura a casaccio, qualche passaggio narrativo affrettato e stereotipato, qualche momento nelle scene di combattimento in cui risolvono problemi di passaggi con un montaggio affrettato ed affannato. Un po' si sono fatti prendere anche la mano dalla situazione, diciamo. Ma è una grande, grande produzione. E' un grande tentativo di cinema, anche riuscito. Un cinema che tenta di scrollarsi di dosso gran parte dei limiti anche macchiettistici della cinematografia italiana attuale. E spero che possa andare a cambiare un po' la situazione, sia come genere affrontato che come tipologia di cinema.
  8. Rhyme

    Il topic dell'NBA 2024/25

    Per i Nets invece cosa si vocifera?
  9. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, ho visto. Cast davvero pazzesco...e pensare che molti di loro sicuramente avranno parti piccolissime, come già accaduto in altri suoi film per altri grandi attori. Il fascino che esercita Wes in questo momento non ha pari Su Chalamet la penso come te. Tra l'altro spulciando proprio ora su IMDB ho visto che è segnata un'altra sua sceneggiatura in pre-produzione Con voci su Johnny Depp come protagonista. Non mi sembra di aver mai letto niente in merito, non so che roba sia.
  10. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Mi è tornato in mente questo tuo messaggio perché casualmente in questo periodo sto studiando per un esame e uno degli argomenti è un gruppo di animatori indipendenti italiani tra cui c'è probabilmente l'animatrice che hai incontrato e soprattutto Simone Massi, che è il responsabile dell'animazione di questo documentario. A questo punto dovrò cercare di recuperarlo, anche se non so se uscirà in dvd o in tv. Comunque ero totalmente ignorante sull'animazione indipendente italiana, anche perché in Italia trova pochissimi sbocchi ed è praticamente sconosciuta. Ma mi si è aperto un mondo fantastico, di puro senso artigianale, artistico, umano, puro...c'è più arte in uno solo di quei brevi cortometraggi di tutto quello che si vede oggi in Italia intera. Sono autori degni del miglior cinema italiano del secolo scorso. Spero che i problemi personali possano risolversi e spero anche io di rivederti qui a scrivere regolarmente, anche perché le chiacchierate che si facevano qui tra tutti mi mancano Grazie per l'interessante video, appena ho tempo lo guardo.
  11. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Un po' di tempo l'ho trovato, sennò ci perdo davvero la testa Molto brevemente, nell'ultimo periodo mi è capitato di vedere per la prima volta capolavori come "Tempi moderni" o il meraviglioso "The Elephant Man". O anche film come "Batman" e "Batman - Il ritorno" di Tim Burton...questi li ho visti sia per curiosità, visto che non li avevo ancora visti e che apprezzo Tim Burton, sia perché sono legati a concetti sul cinema e le arti, soprattutto la pittura, temi che sto studiando, ed effettivamente da quel punto di vista sono parecchio interessanti. Ma questi li conoscete già e non ho la concetrazione sufficiente per parlarne Ieri sera invece ho visto al cinema "Old Man & the Gun" di David Lowery, l'ultimo film con Robert Redford. E' un film a cui non davo due lire, poi ho letto che era di David Lowery e mi sono incuriosito maggiormente, visto che è l'autore di quella piccola/grande (/grandissima) meraviglia che è "A ghost story" del 2017. Così sono andato a vederlo. Il film, ambientato negli anni '80, narra la semplice storia di una banda di tre rapinatori settantenni e del poliziotto che da loro la caccia...storia vera. Classico tipo di racconto visto molte volte ma con taglio e sfumature non banali. E' improntato soprattutto sul maggior rapinatore, Redford, con anni e anni di rapine alle spalle; rapinatore galantuomo che incontra e si innamora di una donna (Sissy Spacek). E' un film molto dolce, malinconico, tenero, ironico, di un'ironia sottile, un'ironia sulla vecchiaia ma anche sulla natura dei personaggi e sulla natura del racconto stessa. Ha una natura metacinematografica perché non solo fa riferimento al passato di Robert Redford (con fotografie e vecchi ruoli da lui interpretati) ma è come se facesse riferimento anche al cinema del passato, ad un determinato genere, ad una determinata tipologia di personaggio che invecchia inesorabilmente ma che si mantiene impressa, si mantiene "col sorriso", continua a replicarsi in attesa della fine che può giungere oppure no. E in questo scenario, fantasticando parecchio, è come se il detective fosse un cinema più contemporaneo, un cinema che si sente vecchio già a quarant'anni, un cinema stanco, svogliato e che si trascina dietro l'eroe di altri tempi molto più anziano ma che si diverte, che si entusiasma. Posso anche aver esagerato, ma i personaggi mi sono piaciuti moltissimo e mi hanno stimolato molte riflessioni. La regia e il montaggio procedono sempre puntuali, è come se seguissero uno spartito e in alcune scene la loro organizzazione e struttura segue sul serio la colonna sonora. Mi ha colpito moltissimo, si raggiunge quasi un lirismo, un'attenzione artistica da direttore d'orchestra. Lowery usa molti primissimi piani, sfociando quasi nel dettaglio, per definire al meglio i personaggi, per cogliere non solo i loro volti e i loro sguardi ma anche ciò che c'è dietro. Sono presenti anche un paio di scelte di fotografia interessanti e generalmente viene usata l'immagine "sgranata" per conferire l'idea del passato. Molto bella la colonna sonora con composizioni e musiche jazz, smooth jazz, blues, ritmiche. E' presente anche una citazione di "Carrie, lo sguardo di Satana", con il volto di Sissy Spacek che viene illuminato di rosso dai fari della macchina. L'unico difetto è nel finale che ho trovato eccessivamente spezzettato, con l'illusione di un succedersi di 3-4 finali. Complessivamente è un film semplice, niente di clamoroso, dalla trama già vista ma realizzato molto bene e con un taglio singolare, un film che mi è entrato nel cuore. Spero che David Lowery possa emergere perché se lo merita sul serio. Eh, io avevo avvertito
  12. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    In questi giorni ho poco tempo per parlare di nuove visioni e anche per le visioni stesse. Consiglio solo, velocemente, di non andare a vedere "Maria regina di Scozia"...e non è solo un consiglio, è più un avvertimento, diciamo.
  13. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Personalmente non prendo molto in considerazione quei ruoli perché ritengo quei film poco più che mediocri...e si ripercuote sia in senso generico che nel suo personaggio nello specifico. Ma al di là del giudizio sul film in sè, ritengo più opportuno prendere in considerazione una tipologia differente di film per valutare la caratura di un attore...sia come canoni espressivi che come finalità filmica. Poi certo, anche lì lui personalmente non ha sfigurato (soprattutto nel secondo, esatto) e senza dubbio sono tutte esperienze che lo hanno formato e aiutato a migliorare.
  14. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ma infatti non si deve di certo prendere in considerazione per la parte in Star Wars. Ma per tutte le altre...soprattutto, per me, Paterson e L'uomo che uccise Don Chisciotte ma in generale il periodo degli ultimi 2-3 anni. Non ci sono molti attori come lui della sua età...non è un caso che in questo periodo sia scelto da molti tra i migliori cineasti del cinema autoriale. Anche se nessuno dice che sia il migliore, ci mancherebbe. Frances Ha è di un'era fa, comunque.
  15. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Molti lo hanno criticato perché l'hanno visto come un crogiolarsi nell'intellettualismo ma secondo me è l'esatto opposto, perché dopo la prima parte Assayas va a smascherare i personaggi andando proprio a criticare quell'aspetto, mostrando personaggi molto fragili e poco limpidi. E va a colpire anche un certo ambiente artistico, perché alla fine l'unico personaggio "positivo" o almeno sincero è l'unico che non ha a che fare con quella parte. Sull'altro piano fornisce spunti interessanti sull'arte, sulla comunicazione, sul cambiamento che internet ha portato, sui media e sul futuro della cultura ma anche qui cambia registro nella seconda parte, quando è come se Assayas voglia dirci che è inutile affannarsi, discutere all'infinito, dannarsi su un futuro e su temi che sono più grandi di noi e che non possiamo controllare quando invece molto spesso non abbiamo nemmeno sotto controllo la nostra vita personale e la nostra quotidianità...la nostra felicità, la nostra compiutezza passano attraverso quello, come accade ad una delle due coppie nel finale. Questo almeno è come l'ho percepito io. Fino a metà film anche io lo consideravo un esercizio di stile di scrittura ma un po' impantanato e incappato in un vicolo cieco, ma da metà circa, ho percepito questo graduale cambiamento di sfumatura che, per me, ha rovesciato il suo senso globale...e soprattutto dopo il finale ho percepito una visione chiara e forte e una sceneggiatura veramente brillante.
  16. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sono d'accordo, lo dicevo anche nel messaggio precedente. Questo curioso cambiamento non ha interessato solo McKay ma anche lo stesso Carell. Ha iniziato 5 anni fa con Foxcatcher (che non ho visto ma vorrei recuperare) e ha proseguito appunto seguendo McKay in questi 2 film Paterson, Silence, La truffa dei Logan, L'uomo che uccise Don Chisciotte, BlacKkKlansman...tutte ottime interpretazioni, per me. Sempre ben calato nel ruolo con le giuste sfumature. Non vedo l'ora di vederlo nei nuovi film di Jarmusch e Carax.
  17. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, ricordo che anche a te era piaciuto molto e anche ad altri di noi, se non sbaglio. Quindi anche Vice è da guardare, indubbiamente. Non è proprio perfetto ma sto adorando McKay.
  18. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sono pienamente d'accordo. Il miglior attore emergente, per me.
  19. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ho visto Vice - L'uomo nell'ombra di Adam McKay. McKay segue la strada che aveva intrapreso con l'ottimo La grande scommessa. Da regista di commedie demenziali ha fatto un notevole cambiamento sia come temi trattati che come approccio e devo dire che si è creato un suo stile parecchio netto e deciso, prendendo molto da personaggi come Michael Moore e dallo stile documentaristico e televisivo americano ma adattandolo a modo suo. Con La grande scommessa parlava della crisi economica del 2007, con Vice parla del politico Dick Cheney e lo fa, come dicevo, con lo stesso stile del film precedente. E io lo trovo, onestamente, a tratti davvero geniale e incredibile...sia per il modo in cui parla di argomenti così complessi, per come va nel profondo di questi temi, sia per il modo che ha McKay di parlare direttamente e indirettamente con lo spettatore, ponendolo al centro in uno scambio reciproco di ruoli. Lo trovo davvero geniale...magari in America lo percepiscono differentemente perché con Moore e altri personaggi sono più abituati ad un certo tipo di comunicazione, ma nel cinema credo che McKay abbia fatto qualcosa di davvero interessante. Se devo trovare qualche difetto, in Vice (a differenza di La grande scommessa che ho trovato più equilibrato nel suo folle incedere) ho avuto la sensazione che in alcuni punti sia scivolato un po' eccedendo e facendosi prendere eccessivamente la mano da questo stile comunicativo, ad esempio nella rappresentazione del personaggio di Bush che ho trovato troppo macchiettistico e in 2/3 passaggi comprensivi di metafore, sullo stile del film precedente. E il finale l'ho trovato troppo frammentato. Ma complessivamente lo trovo un gran film, con parecchi momenti che secondo me sono geniali e che non voglio anticipare. Io personalmente lo sento come una nuova sfumatura di satira, un nuovo modo di comunicare e rivolgersi allo spettatore, un nuovo modo non solo di affrontare, come dicevo, temi della storia contemporanea che sono estremamente complessi in un modo fresco ed efficace ma anche un modo di stravolgere, di ribaltare, di ironizzare sul cinema stesso, sulla comunicazione, sui media. E ci va giù anche parecchio pesantemente McKay e in modo meno sottile di quanto sembri. Credo che La grande scommessa e Vice siano film da riguardare in futuro e da analizzare con attenzione. Qualcuno ci ha visto una prosecuzione modernizzata di alcune sfumature Wellesiane ed è una chiave interessante. C'è un Christian Bale mostruoso probabilmente nella sua migliore interpretazione ed anche il resto del cast è egregio con Amy Adams, Steve Carrell (anche lui da qualche anno ha intrapreso un cambiamento inaspettato e piacevole) e Sam Rockwell (anche se rientra nel personaggio di Bush che non ho apprezzato particolarmente). Mi fa comunque molto piacere che Roma di Cuaron stia continuando ad ottenere riconoscimenti. I due Golden Globes di ieri sera, i tantissimi premi dalla critica americana e le prime nomination nei premi di categoria: sceneggiatura, montaggio, produttori, fotografia (qui è stato nominato anche Cold War). Mi fa veramente piacere.
  20. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Guarda, per combinazione ho appena finito di guardarlo. In questi giorni mi sacrifico e faccio una capata dal Nemico per qualche film che rimando da un po' e che mi interessava. Oggi mi sono dedicato a Annihilation e proprio a La ballata di Buster Scruggs. Sul fatto se vale la pena guardarlo, secondo me a prescindere dal giudizio la risposta è sì...per me vale la pena a prescindere guardare i film degli autori che più ci piacciono e che più meritano, poi possiamo anche non apprezzare il film in seguito. Il film comunque a me è piaciuto, si vede che doveva essere una Serie TV o comunque ho avvertito una precisione inferiore al solito nella ripresa e una resa più televisiva in certi momenti...ma anche in questo modo si nota la sensibilità di due grandi autori. E' un film formato da 6 episodi che diventa una sorta di antologia del west, c'è veramente tutto...duello, pistoleri, banditi, rapinatori, impiccagioni, saloon, cercatori d'oro, diligenze, carovane, indiani, artisti di strada e chi più ne ha più ne metta. E come al solito con loro, anche nel genere c'è un mischiarsi continuo...musical, dramma, commedia, grottesco, avventura, western. E' inferiore ad altri loro film, non è tra i migliori e alcuni episodi sono meno riusciti ma io ho percepito un'intima malinconia un po' diversa rispetto al loro solito, una tenerezza che mi ha scaldato (complici anche le musiche del solito meraviglioso Burwell). Si nota, secondo me, uno sguardo di grande affetto dei Coen nei confronti dei personaggi e del genere stesso. Va affrontato sin da subito non come un film, ma come un insieme di brevi fiabe anche strampalate. E nella loro delicatezza imperfetta ci sono per me anche dei grandi momenti, che siano ironici, drammatici o teneri. Ma anche delle ottime interpretazioni inaspettate, come quella dell'attore che in Harry Potter interpretava Dudley, che in questo film non avevo nemmeno riconosciuto.
  21. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    @perfX Comunque ieri sera sono tornato a vedere Cold War, per accompagnare un amico, e mi è piaciuto ancor più della prima volta. Se dopo averlo visto la prima volta ero stato affascinato visivamente ma non ero stato coinvolto ed emozionato dalla narrazione e dalla storia, con impressione di poca profondità e brillantezza, dopo la seconda visione l'ho percepito in maniera differente, ho fatto maggior attenzione a sfumature che avevo considerato in maniera superficiale e mi è piaciuto molto di più. La struttura di continua crescita partendo da un aspetto di forte folklore e mutando sempre più di scena in scena verso un allargamento globale e al cambio anche di stile poetico che coincide poi con la rottura del legame (mutamento che tra l'altro è sottolineato e seguito dalla canzone tradizionale, che viene modificata ogni volta che viene eseguita), rappresentata dalla "rottura" musicale, quando la musica jazz si spezza e c'è un vago ritorno alla tradizione; ritorno che avviene anche in senso fisico, ma che non è più sufficiente, in un "ecosistema" ormai mutato definitivamente. Alla prima visione non avevo fatto del tutto caso a queste sfumature. Trovo che sia una bellissima rappresentazione del mutamento sia imposto che inconscio, che può essere legato all'amore (che probabilmente nella sua forma più pura e completa è irrealizzabile), sia alla situazione dell'Europa di quel momento e non solo. Secondo me è un film veramente splendido e la seconda visione mi ha emozionato molto di più. Leggo che molti lo ritengono solo un insieme di belle immagini ma freddo, banale, "vuoto" e mal realizzato nella storia...mi ricordano molti giudizi per Il filo nascosto di Anderson. E, per me, Il filo nascosto e Cold War, insieme a Corpo e anima, vanno a formare un ipotetico podio dei film più belli del 2018. P.S. Generalmente non mi capita spesso di riguardare un film due volte in poco tempo, ma credo che sia davvero utilissimo per comprenderlo appieno, per cogliere maggiori sfumature e per farsi un'idea più precisa. Andrebbe fatto sempre.
  22. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    In lingua conviene sempre, soprattutto nei casi di questi film che non hanno grande distribuzione e somme dietro. Un caso di doppiaggio straziante che mi è capitato ultimamente è in Frantz di Ozon, inascoltabile...ho dovuto mettere i sottotitoli anche se era su Sky e mettono le bande nere che mi infastidiscono. Anche quello l'ho visto ultimamente, me l'ero scordato...mi è piaciuto molto pure quello.
  23. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Innanzitutto auguri di Buone Feste a tutti...spero che le stiate passando serenamente e che abbiate ricevuto anche regali cinematografici Alcuni film visti ultimamente... Cold War non fa altro che confermare che autore meraviglioso sia Pawlikowski. Dopo il bellissimo Ida, torna con un altro gran film. Eccelsa la fotografia e megnifico il bianco e nero che da alle immagini una componente quasi scultorea. E' un film costellato da immagini e sequenze che tolgono il fiato, i due protagonisti sono bravissimi...lei in particolare, ripresa in modo incantevole da Pawel. Una retrospettiva sull'Europa post Seconda Guerra Mondiale con al centro una storia d'amore. Si coglie una visione non molto ottimista su di esso, a dire il vero...l'essenza dell'amore perfetto è macchiata da ostacoli, da mutamenti continui che lo rendono probabilmente impossibile in questo mondo. Concordo, comunque, con perfX...anche secondo me la storia in alcuni punti si appanna e non brilla molto. Altrimenti sarebbe stato per me uno tra i più bei film di sempre, quindi va bene anche così...tra i migliori dell'anno. Ieri avrei dovuto accompagnare alcuni amici a vedere il film di Boldi e De Sica...ci ho provato, ma alla fine non ci sono proprio riuscito, è stato più forte di me, e sono andato a vedere Capri - Revolution, di Martone. Film senza dubbio coraggioso, sia per il tema e le sfumature mostrate, sia per la scelta di realizzare un film con sottotitoli per la gran parte del tempo. Ambientato nella Capri del 1914, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Su quest'isola si scontrano gli stili di vita differenti di due gruppi di abitanti, il libero spiritualismo di una comune (con tratti da setta) di giovani nordeuropei che svolgono ricerche sull'arte e sulla vita e il materialismo, le tradizioni, il praticismo degli abitanti indigeni. Tra queste due filosofie di vita si muove la protagonista, la giovane capraia Lucia, appartenente ad una famiglia dell'isola, che rimane affascinata dalle abitudini e dal modo di vivere dei giovani della comune. E' un film che ha come scenografia la bellissima Capri e la regia di Martone la esalta in modo ottimo. Molto bello visivamente, con un'ottima regia e un'ottima interpretazione della protagonista...audace nell'argomento. Un po' come in Captain Fantastic (anche se in modo diverso, con stile diverso) vengono mostrati due modi di vivere agli antipodi, si presenta un ragionamento sulle idee, sulla vita, sull'arte...e di entrambi i lati si mostrano gli aspetti positivi e quelli negativi. La stessa protagonista infatti rifugge dagli ingabbiamenti dei due estremi, finendo per ricercare una propria vita, una propria libertà. Un aspetto che può aprirsi a varie letture, dagli eccessi degli estremi che vanno filtrati, ad una visione dell'Europa del Novecento. Film interessante. Ho visto anche Tre volti, di Panahi. Anche di questo ha parlato perfX e anche su questo concordo. Questo film, secondo me, riesce là dove Cold War è un po' carente...sin dall'inizio, almeno per me, la vicenda cattura fortemente l'attenzione e la narrazione si mantiene sempre stimolante. Panahi è bravo nel condurci nel viaggio nelle zone più sperdute dell'Iran e lo fa con una facilità e una naturalezza disarmante. Ci guida e al tempo stesso lo intraprende con noi, visto che è uno dei due protagonisti. Dopo Taxi Teheran, Jafar Panahi si conferma un regista/compagno di viaggio, un narratore del tutto particolare. E infine un film di due anni fa, Jackie (2016) di Pablo Larraìn. Cercai di andare a vederlo al cinema ma non ci riuscii, l'ho recuparato in questi giorni. Il film è su Jacqueline Kennedy ma non è un classico biopic, prende solo spunto dalla sua figura per parlare di tutt'altro, per ragionare di vita, morte, lutto, legami. Io adoro questo tipo di film, soprattutto se realizzati in questo modo. Per via della colonna sonora, della regia, del montaggio è un film che mi ha fortemente ricordato il Malick della seconda parte di carriera. Strutturato tramite continui flashback incastrati tra di loro, con continui dialoghi e monologhi spesso sfalsati tra diversi piani temporali, con la bravissima Natalie Portman che vaga spesso tra le stanze della Casa Bianca come se fosse un fantasma. E' un film sospeso, come se la storia appartenesse ad un'altra dimensione. Secondo me bellissima colonna sonora, bellissima regia, grande interpretazione, è un film che ho trovato bellissimo ed emozionante...tra i migliori degli ultimi anni. Avevo visto il precedente (sono usciti a pochi mesi di distanza, a dire il vero) film di Larraìn, Neruda, e non mi aveva estasiato...adesso ho recuperato alcuni dei film precedenti. In questo periodo escono diversi film interessanti al cinema, ma oltre a Cold War, vi consiglio di andare a vedere anche Non-Fiction (Il gioco delle coppie, in italiano) di Assayas...film per me notevole di un altro dei più grandi autori contemporanei.
  24. Rhyme

    Il topic dell'NBA 2024/25

    Partita davvero incredibile tra i Nets e gli Hornets. Tra i minuti finali regolari e i ben due supplementari ci saranno stati almeno 10 ribaltamenti. Grande vittoria e grandissimo Dinwiddie. Ora pronti al secondo atto domani.
  25. Rhyme

    Il topic dell'NBA 2024/25

    Peccato per la mancata ottava vittoria dei Nets, è mancata lucidità negli ultimi 2-3 minuti, perché la partita stava andando in porto dopo una grande rimonta.
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