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Rhyme

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  1. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ci spererei anche io, ma sembra alquanto impossibile, ahimè. Gli slot per il miglior attore vedono già 7-8 attori a contendersi i posti e già alcuni di loro rimarranno fuori. Altro che lo meriterebbe è l'esordiente Victor Polster di Girl, per ruoli simili Eddie Redmayne è stato già nominato agli Oscar e con interpretazioni patetiche...ma figuriamoci se viene considerato. Tramonto credo che non abbia ancora una data di distribuzione italana...e a questo punto credo che sia difficile, anche se spero proprio di no.
  2. Rhyme

    Il topic dell'NBA 2024/25

    Ho letto che torna prima della fine di stagione. Non so quali possano essere le conseguenze fisiche e le tempistiche per tornare al top, ma se i Nets mantenessero un buon ritmo e centrassero i play-off potrebbe risultare una spinta ancor maggiore in quella fase. Indubbiamente. Per il resto, mi sembra ancora un po' troppo altalenante
  3. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sarebbe grave se avessero questi pregiudizi. Avrebbe più senso una preferenza generale, senza guardare il paese di provenienza...ma nella cinquina del miglior film straniero sono sempre entrati, negli anni, film anche molto diversi tra loro. E, tornando indietro, rientrò nella short-list anche un film come La sconosciuta...e ancora più addietro negli anni, furono nominati e vinsero l'Oscar film italiani molto differenti tra loro e differenti da quella tipologia. Credo semplicemente che Dogman sia piaciuto all'Academy meno di altri o più probabile ancora (direi quasi sicuro) non hanno visto tutti i film più meritevoli e hanno votato a simpatia o su passaparola. In queste categorie funziona così...un po' in tutte, a dire il vero, ma nel caso del film straniero e del film d'animazione funziona così non solo per decretare le nomination, ma anche per votare il vincitore. Solo se un film rientra anche nella categoria del miglior film i giurati sono costretti a vederlo. E può essere il caso di Roma ma anche di Cold War.
  4. Rhyme

    Il topic dell'NBA 2024/25

    E sono 6...grande partita. Da quel poco che ne capisco, gran partita di Allen e Russell.
  5. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Peccato davvero. Per me è un film migliore della gran parte dei film americani usciti in questo misero anno e che invece agli Oscar ci saranno. Lo trovo nettamente superiore anche ad altri inseriti nella pre selezione per il film straniero, come il bruttino Opera senza autore. Ma mi dispiace anche per l'ancor più bello "Tramonto" di Nemes, per Non-Fiction, per Girl...tutti film che meritavano moltissimo. E tutti film, insieme a Roma e Un affare di famiglia, che meritavano nomination anche in altre categorie come miglior film, miglior sceneggiatura, miglior regia, miglior attore...a seconda dei casi. Ma vabbè, pazienza. Comunque quest'anno potrebbe essere più interessante del solito perché potrebbero trovare spazio in molte categorie due film non americani come Roma e Cold War (che esce questo giovedì). E' già qualcosa, rispetto al solito. Comunque le nomination per gli Oscar non sono ancora state comunicate. A Quiet Place rientra "solo" nella short list della categoria miglior colonna sonora.
  6. Rhyme

    Il topic dell'NBA 2024/25

    Non sono ancora in grado di poter capire queste cose, ma mi fido
  7. Rhyme

    Il topic dell'NBA 2024/25

    Più che decisione è stato spontaneo. Qualche giorno fa, dal 24 novembre al 2 dicembre, ero a New York e siamo andati a vedere una partita dei Nets (la prima partita NBA che ho visto, tra l'altro). E qualche giorno dopo c'è stato l'evento con la Juventus. E diciamo che mi ci sono affezionato
  8. Rhyme

    Il topic dell'NBA 2024/25

    La serie positiva dei Nets continua. E intanto mi sto appassionando per la prima volta a questo sport
  9. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    "Facile" nel senso che chiaramente è un progetto avvantaggiato. Mentre ero al cinema e partivano le canzoni pensavo "Potrebbero esserci anche due ore di un vecchio in costume con l'hula hoop, queste canzoni con questo sonoro mi farebbero venire le lacrime e i brividi ugualmente". Mica tutti i "materiali di base" per film hanno questi vantaggi Perché chiaramente va a toccarti le emozioni e ti coinvolge maggiormente a prescindere, tendendo a farti focalizzare meno sui lati cinematografici e farti notare meno gli eventuali difetti. Nei 20 minuti finali sono stato continuamente a lottare contro le lacrime, perdendo regolarmente, e quando esci dal cinema così rischia di cambiare del tutto il giudizio sul film. Io invece non ho visto ne il film di Oliver Stone ne il documentario su Morrison, cercherò di recuperare. Però comunque per comunicare del tutto la personalità di un personaggio o per conoscerne appieno la vita o il lavoro, un documentario è l'unica strada, secondo me...quello vale sempre. Vale anche nel caso di un capolavoro, perché il cinema ha altri mezzi e altri obiettivi, principalmente. Subentra il laro romanzato, subentra il lato visivo. Il cinema prende spunto dalla realtà per rendere più credibile il mondo del fantastico, ma non la riproduce. Quindi anche nel caso di un capolavoro, noi potremmo conoscere il Freddie Mercury, il Jim Morrison, il Mozart fantastici dello schermo inseriti nel mondo fantastico, non quelli reali e la loro vera essenza...come se fossero personaggi immaginari, insomma. Ecco perché secondo me bisogna sempre scindere quello che vediamo sullo schermo dal corrispettivo reale.
  10. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Su questo sono d'accordissimo. Per quanto riguarda un personaggio, dipende da tanti fattori. Una sceneggiatura può affrontare e descrivere un personaggio in tanti modi diversi e può farlo anche su molti livelli differenti...può entrare molto nel profondo, mediamente o rimanere più a galla. E ognuno di questi modi può produrre un risultato più buono o meno buono. Per quanto riguarda il personaggio di Freddie Mercury, onestamente lo ritengo un personaggio cinematograficamente mediamente normale...proprio perché sono stati rappresentati milioni e milioni di personaggi nella storia del cinema e molti anche immaginari, quindi teoricamente più complessi da ideare. Credo che sia impossibile riprodurre la sua voce, credo che sia impossibile per qualsiasi cantante della storia interpretare quei pezzi come lui, è impossibile che un altro gruppo abbia tale impatto nella musica e nella società mondiale...ma questi sono lati extracinematografici. Ma non è così difficile fare un buon film che sui Queen o Freddie, anzi...perché è un tipo di comunicazione ed espressione da un punto di vista differente rispetto a quello con la quale si sono espressi loro. Ci sono tanti temi più complessi da raccontare che si vedono annualmente in molti film e tanti personaggi più complessi da rendere cinematograficamente. Non serve per forza un capolavoro. Torno ancora sugli esempi di "Love & Mercy" e "Control" perché sono davvero dei film "sovrapponibili" anche a questo. Love and Mercy vede al centro i Beach Boys con sguardo principale su Brian Wilson, Control vede al centro i Joy Division con sguardo principale su Ian Curtis e Bohemian Rhapsody vede al centro i Queen con sguardo principale su Freddie Mercury. Tutti e 3 i film mostrano l'evoluzione dei 3 gruppi dal loro inizio, raccontano qualcosa di loro, come lavoravano, la produzione dei brani, i concerti live, gli incontri con produttori, amici e pubblico e anche i lati più in ombra che siano problemi di droga, problemi fisici, problemi psicologici, problemi legati ad un ambiente corrosivo e le situazioni anche molto drammatiche che hanno vissuto i 3 membri. Il copione è molto simile e Love and Mercy e Control non sono film memorabili, non passeranno alla storia...Control è già tanto se l'hanno visto più di 10 mila persone. Però in 2 casi c'è un lavoro per me ottimo e in 1 caso c'è un lavoro decisamente meno buono. Secondo me diversi film biografici risultano opere minori o non eccellenti perché spesso gli autori si accontentano di raccontare il personaggio...e questo tipo di approccio può portare al massimo ad un buon film. Ma il cinema è molto di più, il cinema deve raccontare tramite la potenza delle immagini, non tramite due o tre dati biografici rappresentati in serie...anche se bene. Se voglio conoscere la biografia di un personaggio mi leggo un libro o guardo un documentario, appunto (e questo vale anche per i film storici o di guerra)...il cinema deve andare oltre. Secondo me è lì il maggior problema...anche se credo che sia comunque un "problema" sovrastimato, perché se poi uno va a pensarci emergono una marea di grandi film di questo tipo e anche tanti ottimi film. Quindi poi la percentuale va a finire che torna in equilibrio. Comunque se già uno si limita a organizzare il racconto in modo qualitativo, il film risulta buono...è qui, per me, il problema di Bohemian Rhapsody, perché non lo fa. Altrimenti avrebbe spiccato molto di più, perché a differenza di altri casi, questo film ha dalla sua dei personaggi molto amati e delle canzoni così spettacolari che anche 3 note bastano a far venire i brividi coinvolgendo anche le sensazioni derivate dalla vista...già così infatti molti lo hanno apprezzato e sta facendo incassi record. Quindi, a dire il vero, è un materiale da film molto più "facile" di altri.
  11. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ma secondo me no. Semplicemente perché, come dicevo nella risposta a Juve stile di vita nella pagina precedente, non esistono generi, tipi di film, argomenti, soggetti o storie che non possano tramutarsi in film di grande qualità. Il fatto che Bohemian Rhapsody parli dei Queen è una cosa a parte, non influisce sul prodotto cinematografico in sè o sui suoi difetti. Ad esempio ci sono film come "Love and Mercy" o come il semi-sconosciuto "Control" che sono strutturati in maniera praticamente identica...eppure sono ottimi film. I problemi di Bohemian Rhapsody, a mio avviso, sono problemi in primis di sceneggiatura, nel collegare le varie scene, nel descrivere i personaggi, nel presentare la loro personalità....e sono problemi comuni a tutti i generi. Roma uscirà su Netflix mi sembra il 14 dicembre, tra pochi giorni.
  12. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ho visto anche io Bohemian Rhapsody. Ovviamente mi sono emozionato, ovviamente mi sono commosso, ovviamente mi sono venuti i brividi. Ma stiamo parlando dei Queen...le loro canzoni, a maggior ragione in un sistema audio come quello di un buon cinema, emozionano a prescindere, anche con lo schermo vuoto. Per me poi Bohemian Rhapsody è probabilmente la più bella canzone esistente, figuriamoci. Se commento il film però devo scindere questo aspetto e valutare il film nella sua struttura. E l'ho trovato un film mediocre. Ha grossi problemi di scrittura, è un film che scorre male e in modo eccessivamente frenetico e scollegato...mi ha dato l'impressione di un mega trailer. Non approfondito nei momenti in cui invece dovrebbe esserlo, personaggi che rimangono sagome e non sono scritti e descritti bene, risvolti psicologici dei personaggi e del protagonista in particolare affrontati in modo superficiale. Insomma, film parecchio debole...ma era anche pronosticabile perché è un film che ha avuto una produzione difficile sin da subito. Ma è ovvio che sia emozionante e che vengano i brividi...mi veniva la pelle d'oca ad ogni prima nota di ogni canzone accennata e quando puntualmente si interrompevano dopo pochi secondi era una tortura. Chiaramente molto belli i 20 minuti finali, dove hanno lasciato l'esplosione totale delle loro canzoni. Avrei apprezzato di più se avessero messo le vere immagini del concerto...avrei strutturato il film come un grande crescendo fino all'esplosione reale degli ultimi 20 minuti. O almeno per una parte. Ma va bene anche così...è emersa maggiormente la bravura di Malek che è stato comunque bravo.
  13. Guardate che la preferenza sportiva degli americani non c'entra niente con questa iniziativa e con i nostri intenti sul mercato. Non vogliamo mica che gli americani si appassionino e seguano il calcio eh. L'obiettivo è quello di aumentare visibilità, di diffondere il nostro marchio e la nostra immagine in tutto il mondo ed è diverso dal far appassionare le persone al calcio. Moooolto diverso.
  14. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Indubbiamente. Non è facile da rendersene conto perché spesso americano e globale tendono ad assere sinonimi in molte cose nella cultura occidentale e vale pure per il cinema. Pure io davo molta più importanza agli Oscar alcuni anni fa...poi se uno va a vedersi la storia del cinema e ad aumentare le proprie visioni si rende conto di quanto poco importino e di quanto siano limitati. Appunto sono un loro premio...e di una certa cinematografia, nemmeno tutta. Però, come dicevo prima, secondo me più passano gli anni e più si sente la necessità di un cambiamento in quest'ottica. Se negli anni e decenni passati c'era gran quantità e qualità di pellicole americane di grande livello, adesso non è più così. Servirebbe veramente una maggior apertura, per tanti motivi. Da quel poco visto è sembrata veramente una persona squisita...disponibile e ha dato sempre risposte anche interessanti. Non ha voluto dare molte spiegazioni sul senso del film perché giustamente dice che ognuno deve ritrovarci un senso proprio e svilupparci un proprio pensiero, se un regista spiega il film limita il punto di vista e lo spazio di pensiero dello spettatore. Ma ha parlato, come dicevo, della nascita produttiva del film, della scelta del bianco e nero, del senso del ricordo che il film ha per lui, dell'esperienza con Netflix che per lui è stata positiva per via della distribuzione in sala e di altro. Sì, comunque la permanenza nei cinema è stata prolungata fino al 12 dicembre...credo negli stessi cinema, non so se se ne sono aggiunti altri. In home video spero proprio che venga rilasciato...ma è uno dei miei dubbi legati alla distribuzione di Netflix. Ad esempio Okja, di Bong Joon-ho, non è uscito in home video e Annihilation è uscito solo negli Stati Uniti.
  15. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Infatti ai Golden Globe non è rientrato nella categoria del miglior film drammatico per una regola della Hollywood Foreign Press Association. Ma per gli Oscar non dovrebbero esserci problemi...non ci sono limitazioni per la categoria del miglior film, che io sappia. Possono rientrarci liberamente film di ogni lingua e paese di produzione e pure film d'animazione. Anche il criterio della distribuzione è facilmente aggirabile, da quanto so basta che rimanga per almeno 7 giorni in almeno un cinema della California o comunque di quella zona...sono stati nominati all'Oscar film fatti uscire sulle piattaforme che hanno aggirato la cosa in questo modo, Roma ha avuto una distribuzione maggiore. Ma è possibile che ci siano dei cavilli e degli intoppi vari, possibilissimo. Ad esempio ricordo che "Elle" non potè essere candidato all'Oscar come film straniero per non ricordo quali motivi, ma invece la protagonista Isabelle Huppert potè essere candidata come attrice. Vedremo come andrà anche con le altre categorie, per adesso sia l'attrice che la fotografia sono inserite nelle predizioni di varie fonti ma lo scopriremo meglio con l'avvicinarci alle nomination e con gli altri premi. Per adesso, oltre alle nomination dei GG, c'è stato davvero poco, ma in quel poco però Roma sta comparendo. La mia speranza è che con il tempo gli Oscar si aprano sempre più al cinema mondiale, perché è ridicolo veder lasciati fuori da alcune categorie o addirittura da tutto dei film che surclassano quelli americani. Un tempo la cosa passava più in cavalleria e si notava meno...ma adesso non è più così.
  16. Mannaggia, c'ero una settimana fa in quel palazzetto
  17. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Infatti sto già pensando di tornarci No, purtroppo alla panchina non ci sono stato...a dire il vero non ero nemmeno sicuro che ci fosse realmente e in quale zona fosse. Adesso ho capito dov'è ed è un motivo in più per tornarci
  18. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Ho visto anche io Roma. Ero alla proiezione in una città vicina, Pietrasanta, ed ha partecipato e presentato il film proprio Cuaron che abita proprio lì, dove ha anche lavorato al montaggio di Roma. Il film è bellissimo, anche se purtroppo non sono riuscito a godermelo al massimo causa condizioni di salute non proprio idilliache. E' un film di un'eleganza, di un'intimità, di una completezza veramente elevate. Ogni inquadratura ed ogni scena è costruita con cura, passione e qualità, complice anche un bellissimo bianco e nero e una fotografia stupenda. Le numerose e lente panoramiche della camera vanno continuamente a scoprire dettagli o personaggi in scena...viene, in sostanza, pienamente rappresentato l'effetto della memoria. E' ancor più sorprendente se pensiamo che Cuaron ha compiuto la quasi totalità del lavoro...l'ha prodotto, ha scritto il soggetto, la sceneggiatura, l'ha diretto e ha curato fotografia e montaggio. Dopo la visione Cuaron ha risposto a domande sul film, parlando ad esempio del perché ha scelto il bianco e nero e soprattutto perché ha scelto un bianco e nero digitale (perché la memoria collega al passato ma nasce dal presente, perciò ha ritenuto opportuno l'utilizzo di un bianco e nero moderno), parlando di Netflix in relazione alle sale, parlando del Messico di quegli anni, parlando di com'è nata l'idea e la produzione di questo film e di molto altro ancora. Per quel poco che ho visto ha dimostrato di essere una persona splendida, disponibilissimo fino all'ultimo per domande, contatto con le persone e foto. Per quanto mi riguarda, Roma è il miglior film della stagione fino ad adesso e spero che il suo valore venga riconosciuto.
  19. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Onestamente di documentari cinematografici ne ho visti pochi. Bellissimo è Grizzly Man di Herzog e ancor di più, per me, lo è La memoria dell'acqua che è un qualcosa di spettacolare. Poi ne parlai qui, mi sono piaciuti anche i documentari artistici prodotti da Sky, soprattutto quello su Raffaello
  20. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sono d'accordo. Non esistono generi meno interessanti o con meno potenziale o con meno valore...semplicemente perché, come ben dici, il cinema racconta storie e le storie possono essere di ogni tipo. Ed è per questo, ad esempio, che a me non frega nulla se la vita di un tizio realmente esistito viene modificata. Comunque esistono generi spesso sfruttati male o che affrontano periodi di alti e bassi. Questo può essere vero anche per il genere biopic e sono d'accordo...l'ho detto spesso anche io. Ma il discorso non può essere esteso all'intero genere, perché appunto hai citato film di livello altissimo e ce ne sono tanti altri come Lawrence d'Arabia, Schindler's List, Il pianista, Truman Capote, Donnie Brasco ma anche altri di Scorsese come The Aviator, Casinò, The Walf of Wall Street e potremmo continuare fino alle 8 di mattina di domani, volendo. Il problema sta nel fare ottimo cinema o cinema mediocre, non nel fare un biopic o meno. E vale per tutte le tipologie di film, perché il genere non conta nulla. Un altro genere che può sembrare di minor valore è l'horror, in quel caso questo discorso diventa ancor più grande. Ma anche in questo caso è un problema di intenti, è un problema di rappresentazione, di qualità non del genere in sè.
  21. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sì, ricordo anche io...e adesso avendoli visti alcuni posso ricollegare a quel discorso, anche se purtroppo quei messaggi erano nel topic vecchio. Quelli del periodo successivo non li ho visti, ma effettivamente la maggior parte dei più noti e celebrati sono nella prima parte. Con l'eccezione di Amarcord.
  22. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Grazie, adesso lo cerco. Non ho avuto il piacere Tra l'altro io Breaking Bad nemmeno l'ho visto Sicuramente. Molti hanno criticato l'uso del colore in Giulietta degli spiriti e anche la costruzione visiva, ritenendola eccessiva e fine a se stessa. A me, come dicevo, da quel punto di vista è piaciuto tantissimo e l'ho trovato di grandissimo valore.
  23. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Sono appena tornato e mi manca già moltissimo. Praticamente ogni angolo rimanda al cinema...in particolare non potevo non andare a vedere la vista del ponte di Brooklyn presente in C'era una volta in America. Poi per puro caso ho incontrato e fatto una foto con Bryan Cranston che era lì a Broadway. Però se ci fossi andato solo una settimana dopo avrei beccato l'evento della Juventus a Brooklyn il 7 e la rassegna su Ugo Tognazzi che sarà al MoMA dal 5 al 10. Rispondo solo adesso, ieri praticamente ho dormito tutto il giorno "Signore & signori" mi manca e vorrei vederlo, anche perché appunto va a completare il filone iniziato con "Divorzio all'italiana" e "Sedotta e abbandonata". Così come un altro film di Germi che vorrei vedere è "Un maledetto imbroglio". Per quanto riguarda Fellini, "La strada" non l'ho saltato intenzionalmente...ho visto quelli che avevo a disposizione tra dvd e registrazioni. Ma chiaramente vorrei recuperare anche gli altri (e rivedere Amarcord che ho visto diversi anni fa e non ricordo molto bene). "La strada" è proprio uno di quelli che sono più curioso di vedere. E in quell'occasione mi prometto di riguardare anche "La dolce vita" e "8 1/2". "Giulietta degli spiriti" secondo me è più debole degli altri dal punto di vista narrativo...ho avuto la sensazione di caos. Questa volta sposta l'attenzione da se stesso alla moglie e probabilmente gli riesce più difficile comunicare l'essenza e il suo inconscio rispetto alle opere precedenti. Ma visivamente lo ritengo meraviglioso, è il primo film a colori di Fellini e si vede che la novità lo porta a sperimentare, ad esagerare e a divertirsi...e con lui si è divertito anche il mio occhio e non poco. E al di là della struttura generale mi è piaciuta anche la storia e la costruzione di alcune scene...sin dalla prima, quella con la Masina che si prepara attendendo gli ospiti, di fronte agli specchi, eppure il suo volto non viene mostrato per i primi minuti. Generalmente mi è piaciuto. A proposito di Fellini, segnalo l'uscita di un cofanetto con 9 suoi film in blu ray su Amazon Germania, attualmente prevista per il 14 febbraio...occasione abbastanza ghiotta.
  24. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Domani parto per New York e starò via 8 giorni, quindi ne approfitto per parlare di qualcosa che ho visto ultimamente. Tra le nuove uscite al cinema ho visto il secondo capitolo di Animali Fantastici. Rispetto al primo capitolo almeno racconta una storia e non il niente, ma si conferma una saga completamente differente per atmosfera, dettagli, sensibilità rispetto a quella di Harry Potter. Per il resto gli effetti visivi sono più curati e ambiziosi, ma sono 134 minuti di caos, un guazzabuglio di azioni, di personaggi...entrambi poco curati e mal scritti. L'unico motivo per cui continuo a guardarli è perché sono cresciuto con Harry Potter e speravo almeno di ritrovarci quelle sensazioni e atmosfere, invece no. Se parlassimo poi della continuità narrativa rispetto alla vecchia storia ce ne sarebbero di cose da dire...pura operazione commerciale senza anima e ideata a caso. Stasera vorrei andare a vedere Window di McQueen. Per quanto riguarda visioni non contemporanee, ho continuato il mio viaggio italiano...dopo Rossellini e De Sica è toccato a Germi e Fellini. Di Pietro Germi ho visto In nome della legge (1949), Il cammino della speranza (1950), Il ferroviere (1956), Divorzio all'italiana (1961) e Sedotta e abbandonata (1964). Germi è conosciuto soprattutto per la sua seconda fase di carriera, in cui si è dedicato alla commedia...è proprio il suo film "Divorzio all'italiana" che ha dato il nome alla commedia italiana di quel periodo. Da una parte è anche giusto, perché "Divorzio all'italiana" è un film che trovo semplicemente maestoso, perfetto. Chiaramente non è un film che scopro io ed è piuttosto inutile parlarne, ma veramente mi ha sorpreso enormemente. E' uno di quei massimi film che mi ha incantato immensamente minuto dopo minuto, per arrivare al finale che ho trovato talmente perfetto, una ricapitolazione così eccezionale, che mi sono venuti letteralmente i brividi. Sedotta e abbandonata è una sorta di sequel/remake ideologico...ottimo film, ma lontano dallo splendore di Divorzio. Come dicevo Germi è conosciuto soprattutto per questa fase, ma anche il suo cinema precedente è pregevole e meritevole di elogi. Germi (insieme a Lattuada) è il regista che si è mosso nell'ambito del neorealismo ma che ha anche anticipato il cinema di genere italiano successivo. In nome della legge, ad esempio, è un film di struttura western; parla di un giovane magistrato che viene mandato in un piccolo paese siciliano come pretore e deve scontrarsi con la mafia locale. E' uno dei primi film a trattare questo argomento ma è anche un film che prende molto dal cinema di John Ford e dagli stereotopi del genere western, dalle ambientazioni, all'eroe che arriva nel paesino e si scontra col criminale nemico eccetera. Ma ha anche sfumature noir e visivamente è molto curato. E' il suo primo film che ho visto e si vede un po' tutto il cinema di Germi; innanzitutto la Sicilia, perché pur essendo genovese, Germi ha ritratto in quasi tutti i suoi film la Sicilia in un modo incredibile, ma anche la forte componente realistica (riguardante i ceti bassi nella sua prima fase di carriera, riguardante la borghesia nella fase della commedia). Ma l'aspetto che più mi ha colpito è il suo forte sguardo popolare, in tutti i suoi film che ho visto ci sono splendide panoramiche sui volti popolari, la gente vera, genuina...e questo aspetto Germi lo sa veramente cogliere in modo incredibile. Questo aspetto popolare viene esaltato anche dall'utilizzo in diversi film di canzoni popolari di varie tradizioni. "In nome della legge" ha però il difetto di avere una visione eccessivamente ingenua nella sua narrazione, soprattutto nella scena finale che risulta estranea al film, alla realtà...altrimenti sarebbe stato un grandissimo film. Ottimi film sono anche "Il cammino della speranza" e "Il ferroviere". Il primo parla di un gruppo di siciliani che per trovare fortuna decide di partire per la Francia, ne segue un'Odissea con mille vicissitudini. Il ferroviere è il miglior film di questa prima fase e parla di un ferroviere e della sua famiglia. Con questo film Germi decide di cimentarsi anche come attore, infatti ne è il protagonista. Film veramente bellissimo, oltre ai forti collegamenti sociali, ovviamente, ha una visione e un'analisi della famiglia e delle problematiche dei rapporti che per me è straordinaria e attualissima anche oggi. Con "Il cammino della speranza" e "Il ferroviere" Germi ha anticipato il filone dei film sociali degli anni '60-'70. Credo che sia veramente un grandissimo autore, purtroppo il suo nome non viene sempre fuori, i più nominati sono altri...ma per me davvero è alla pari dei più grandi maestri italiani. Divorzio all'italiana è sicuramente va a rientrare tra i miei film preferiti. Trovo che Germi sia stato anche un grande direttore di attori, riusciva ad esaltare il lavoro delle persone che aveva a disposizione, sia i protagonisti come Mastroianni in Divorzio o Urzì in Sedotta e abbandonata, sia i numerosi caratteristi e personaggi secondari come lo stesso Urzì (attore che ha recitato quasi in tutti i film di Germi) o come Leopoldo Trieste, Lando Buzzanca per finire con tutta la schiera di volti e personaggi popolari. Tra l'altro sotto Germi si sono formati Monicelli e Fellini, sceneggiatori dei puoi primi film. Fellini e Germi rimasero grandissimi amici negli anni a seguire, Fellini chiedeva il parere di Germi su tutti i suoi film e glieli mostrava in precedenza....e si dice che fu la scelta di Germi di comparire come protagonista in alcuni propri film che abbia spinto Fellini a cercare la figura di un attore feticcio, che trovò poi in Mastroianni. Grandissimo autore e personaggio del nostro cinema...temo che possa via via sparire nel dimenticatoio e bisogna far di tutto per tenere il suo nome vivo. Di Fellini ho visto Lo sceicco bianco (1952), I vitelloni (1953), Le notti di Cabiria (1957), La dolce vita (1960), 8 1/2 (1963) e Giulietta degli spiriti (1965). Anche di Fellini ahimè non avevo visto nulla, ma era tempo di rimediare Ancor più rispetto al caso di Germi, è insensato che parli dei vari film...insomma, Fellini è tra i più grandi e conosciuti registi della storia. Ci tengo, però, a parlare del film che ho preferito che, a sorpresa mia in primis, non è La dolce vita o 8 1/2, ma Le notti di Cabiria. E' un film che mi ha stregato. Narrativamente è tipicamente felliniano e se entriamo in questo argomento credo sia difficile da separare un film dall'altro, si entra in un mondo ben preciso che credo sia unico in tutta la storia...anche se chiaramente tra film e film ci sono differenze, cambiamenti, fasi distinte ed evoluzioni. La discriminante per quanto riguarda il mio giudizio credo l'abbia fatta Giulietta Masina. Personalmente è la più bella interpretazione femminile che abbia visto...forse anche in generale, ma chiaramente tra quelle che mi hanno suscitato emozioni più forti. La trovo davvero incredibile, non ho mai visto trasmettere così tanta "vita", genuinità, spensieratezza...il modo in cui mi ha trasmesso emozioni sia drammatiche che più leggere non mi era mai capitato. A memoria credo sia un unicum nell'ambito cinematografico. Ci sono vari tipologie di attrice e sono tutte più o meno rappresentate in maniera varia, ma del suo tipo non me ne vengono in mente altre. E chiaramente se il personaggio principale ha questo effetto, tutto il film e tutte le vicende brillano di luce ancora più intensa. Il film è una sinfonia di diversi episodi orchestrati, narrati e mostrati in modo assolutamente armonioso ed equilibrati in modo incredibile. L'amarezza beffarda che comunica questo film è indelebile e, se vogliamo, emerge il pessimistico sentore negativo che Fellini ha nei confronti del concretizzarsi del sogno, del suo incontro con la realtà e con la sua realizzazione, come era emerso anche ne Lo sceicco bianco e pure ne I vitelloni (anche se più in piccolo)...altri due film che ho apprezzato molto, ovviamente. Per quanto riguarda il suo cinema in generale, si riconosce chiaramente il suo valore narrativo, onirico e visivo...8 1/2, in particolare, visivamente è favoloso. E' impossibile non accorgersi dell'immenso valore artistico de La dolce vita e 8 1/2, sono film di una complessità narrativa e visiva che difficilmente viene raggiunta. Proprio questa densità li rende più unici tra i suoi film che ho visto e, pur appunto riconoscendone l'immenso valore, sono due film che hanno avuto un impatto più freddo su di me, mi sono sentito meno trasportato all'interno della storia e meno toccato emotivamente...e sinceramente sono il primo ad esserne rimasto stupito. Infine un caso isolato, Il cappotto (1952) di Lattuada. In questo film, tratto dall'omonimo racconto di Gogol, vediamo le vicende di un impiegato comunale (un maestoso Renato Rascel) poverissimo e del "cappotto" che più che singolo oggetto diventa un po' la metafore di quello che si possiede, quasi dell'onore della persona stessa, del suo ruolo nel mondo, della sua essenza, un po' come la bicicletta di Ladri di biciclette di De Sica o della divisa di L'ultima risata di Murnau. Il protagonista sostanzialmente non ha niente, il bene di maggior valore è proprio il suo cappotto, che lo ripara dal freddo rigidissimo...ma è un cappotto logoro, vecchio, rattoppato fino all'estremo e decide di usare i suoi ultimi risparmi per comprarsi un cappotto nuovo, che lo rigenerano come persona fino al triste epilogo. Il personaggio è un semplice impiegato comunale, timido, deriso, "debole"...una sorta di Fantozzi ante litteram così come il tono del film, tra il comico e il dramma. Il film è chiaramente debitore del neorealismo, ma unisce in modo perfetto il dramma, la commedia (anche comica) e un senso di grottesco e di fantastico (soprattutto nel finale)...questa unione è ricollegabile anche a certe commedie americane di autori come Frank Capra. Film veramente molto bello, con una grandissima interpretazione di Renato Rascel.
  25. Rhyme

    Occhio allo schermo!

    Io non l'ho ancora visto. Avevo letto di una possibilità di uscita nei cinema anche in Europa e sto aspettando nutrendo ancora qualche speranza. Altrimenti mi arrenderò e lo guarderò lì...tra l'altro mi interesserebbe anche il film incompiuto di Orson Welles. Comunque è ufficiale l'uscita di "Roma" di Cuaron nei cinema, anche in Italia...il 3,4,5 dicembre. E questa è una notizia immensamente grande.
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