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Indubbiamente non è un brutto film. La scena finale è molto bella ed è ottima anche la ricostruzione sociale, così come sono molto belle anche alcune scene di falò. Come dicevo, ha un argomento molto forte e che non invecchia con il tempo, rappresentato in modo vivido e brillante. Il protagonista, più che essere affranto, rimane folgorato dall'incontro con la ragazza...che rappresenta un po' la rottura di tutti i canoni, a partire dall'aspetto fisico (più avanti viene detto "Tutte le ragazze dovrebbero avere i capelli lunghi"). Lui viene contagiato dal suo spirito, dalla sua essenza e il fuoco divampa in lui sempre più forte. Non è comunque raro trovare film con l'aspetto così agrodolce o malinconico, così come personaggi di questo tipo...anzi, ci sono tanti tanti casi in cui questi elementi sono più integrati, più accentuati e più puri, a partire da altri film di Truffaut stesso, ma anche moltri altri film del periodo e non solo. Questo l'ho trovato, viceversa, più distaccato, più freddo, molto lontano dall'immersione intima ed umana che si ha per esempio in un Jules e Jim o in un I quattrocento colpi, lontano dalla poesia di altri film del genere...è un ottimo film che però per me non può essere di più perché si ferma alla costruzione sociale e degli ambienti, si ferma al messaggio generale, non sfonda la barriera dell'irrealtà, non penetra e non indaga nell'essenza sociale e umana. Le caratteristiche rivoluzionarie del cinema francese e non di quegli anni, in questo film sono meno presenti. In parte, come dicevo, è un fatto obbligato dalla barriera linguistica...perché appunto la maggior caratteristica di cineasti come Truffaut era quella di allontanare la sceneggiatura, di "ripudiarla", di creare sul momento, solo così potevano cogliere l'attimo, la scintilla, la poesia del reale e dell'animo che tanto ha elevato determinati film. Se invece un regista del genere è costretto a seguire passo per passo la sceneggiatura, la struttura crolla....è come prendere Cristiano Ronaldo ed impedirgli di calciare in porta. Ma si parla comunque di mancanze per raggiungere i massimi livelli, perché comunque per me rimane un buon/ottimo film di uno dei migliori autori della storia...Julie Christie è meravigliosamente brava, interpreta due ruoli opposti e lo fa in modo eccelso, inizialmente non l'avevo nemmeno riconosciuta. Tra l'altro ho scoperto adesso che ha fatto anche il ruolo di Madama Rosmerta in Harry Potter 3, ma pensa te Il remake invece non ha nessun motivo per essere visto, se non la curiosità...ma ne ho talmente tanti da vedere che ne faccio tranquillamente a meno
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Giù la testa è l'unico film di Sergio Leone che non ho visto (anche Il colosso di Rodi, a dire il vero), ma lo recupererò. Per il finale teoricamente Truffaut ha preso molto da un film di Bergman che comunque non ho visto, quindi non saprei direi...ma è un film che è stato apprezzato e ripreso sia da Godard che Truffaut. Però è davvero una scena sontuosa.
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Una prima parentesi francese. I quattrocento colpi (1959), Tirate sul pianista (1960) e Fahrenheit 451 (1966) di Truffaut. Ero rimasto innamorato di Jules e Jim, ho aggiunto questi 3 film del regista francese. E' il regista più intellettuale della Nouvelle Vague, grande amante dei libri e del racconto e lo si vede perfettamente nei suoi film. In un certo senso, quello che penso di Herzog vale per Truffaut però non dal punto di vista visivo ma narrativo. Ha uno stile di narrazione straordinario e unico. Riesce a rendere magico l'ordinario; un bambino o due persone che passeggiano, una classe a scuola, due persone che parlano, una famiglia a tavola. Azioni ordinarie, semplici, banali rese straordinarie, rese magiche ma al tempo stesso le sentiamo intime e "nostre". Ha un modo straordinario di scrivere, descrivere, mostrare, inquadrare e dirigere i personaggi...le loro figure ci avvolgono e diventano a noi familiari nel giro di pochissime scene. In un'intervista ha detto che cercava di non fare film con sceneggiature originali perché tendeva sempre a normalizzare i film, togliendo azione, quindi se il soggetto lo scriveva lui portava l'azione quasi a 0, fin quasi a non far accadere niente, invece partendo da libri o racconti molto dinamici e animati la sua indole "normalizzante" avrebbe avuto meno effetto. Io, come dicevo, ritengo che la sua straordinarietà riguardi proprio le azioni più ordinarie e normali. "I quattrocento colpi" è il suo film più intimo, una sorta di autobiografia con al centro gli anni difficili della sua infanzia. E' un forte esempio di narrazione soggettiva, con la camera che segue costantemente il ragazzo protagonista, noi vediamo e viviamo attraverso di lui e quindi direttamente dagli occhi di Truffaut. E' un film magnifico, un esempio maestoso della sua capacità narrativa; il bambino è di fianco a noi, camminiamo ed agiamo di fianco a lui, ci troviamo in quegli stessi ambienti, i suoi problemi e le sue preoccupazioni sono anche le nostre. La celebre scena finale poi è una tra le più belle del cinema, con la corsa del bambino verso il mare, simbolo di estrema libertà ma al tempo stesso massima barriera e ostacolo insormontabile, con lo sguardo finale catturato in fermo immagine, uno sguardo che sembra rivolgersi allo stesso spettatore per chiedere un appiglio...che poi è stato ripreso, concettualmente, tantissime volte in altri film, vedi appunto Il laureato. Approfittando dell'occasione ho rivisto anche "Jules e Jim" ed è un film che mi sbalordisce sempre...trovo la parte finale un po' appesantita, altrimenti lo troverei un film perfetto. Non so quale tra questi due preferisca, sono due capolavori inimmaginabili e due tra i miei film preferiti in assoluto. "Tirate sul pianista", tratto da un romanzo, è un omaggio di Truffaut al cinema americano. A fianco di un amore tra un pianista timido e una ragazza, c'è una storia di gangster. Per sua stessa ammissione, Truffaut odia il genere gangster e se n'è accorto maggiormente girando questo film, perciò lo ha alleggerito rendendo goffi e quasi comici i due gangster. Film che mi è piaciuto, meno la parte del malviventi ma molto di più quella della vita del pianista, del locale in cui suona ogni sera, della casa in cui abita, dell'amore che nasce tra lui e la cameriera di quel locale, della passeggiata tra i due...in quei frangenti emerge il Truffaut che adoro. "Fahrenheit 451" è un altro film tratto da un romanzo, girato in Gran Bretagna in lingua inglese (credo sia l'unico) e a colori. Mostra una società del futuro dominata dalla televisione, in cui è vietato leggere e possedere libri, che vengono bruciati dai pompieri. E' una storia che definisce, per me molto bene e in modo molto brillante, la deriva della società occidentale nel secolo scorso; il ruolo sempre più marginale e sempre più negativo dato alla cultura, la formazione di modelli di comportamento, di aspetto, di vita sempre più rigidi e stereotipati, una borghesia sempre più attratta dalla forma e dal vacuo, il ruolo sempre più dominante della televisione. Questo film mi è piaciuto meno, ho visto meno la brillantezza e la magia di Truffaut, la sua capacità narrativa; lui chiaramente è rimasto affascinato da questo film per la componente legata ai libri e ha detto di aver voluto renderli protagonisti, più delle azioni e dei personaggi. E secondo me non ci è riuscito. E' chiaramente un buon/ottimo film, ma per me mancano gli elementi migliori del suo stile, è un lavoro più britannico inteso nell'accezione negativa. Ha sicuramente influito il fatto che lui non conoscesse bene l'inglese e quindi si sia limitato a seguire alla perfezione la sceneggiatura, mentre invece lui, come in generale gli autori della Nouvelle Vague, tendeva a non seguire la sceneggiature in modo fisso (alla Hitchcock, per intendersi) quanto invece a seguire l'ispirazione del momento. Generalmente comunque adoro Truffaut e voglio continuare a scoprirlo. Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965) di Godard, Orso d'oro a Berlino. Film noir/fantascienza che parla di un agente che si reca nella capitale di un'altra galassia, Alphaville, dominata e controllata da un supercomputer. E' una storia anche molto interessante e visivamente è spesso anche straordinario, con lavori eccellenti soprattutto sull'illuminazione; per questi due motivi ho anche un buon ricordo di questo film. Ma continua il mio rapporto di amore/odio con Godard. E' un film che mi ha confuso e ogni scena mi confondeva sempre di più; straniante, incomprensibile, irrazionale, assurdo. Non che non si capisca in senso stretto, ma non si capisce il perché di certi avvenimenti, di certe scene, è una narrazione controcorrente, non si riesce a seguire lo sviluppo. Proverò a riguardarlo. L'anno scorso a Marienbad (1961) di Alain Resnais, Leone d'oro a Venezia. Per quanto riguarda Resnais non siamo proprio nella Nouvelle Vague, appartiene più al movimento della "Rive Gauche", composto da registi meno cinefili e più intellettuali rispetto a quelli della Nouvelle Vague...è un movimento molto sperimentale soprattutto per quanto riguarda gli intrecci narrativi e temporali, quasi labirintici. E "L'anno scorso a Marienbad" ne è l'emblema perfetto ed è uno tra i film più sperimentali che abbia visto. E' ambientato in un sontuoso hotel, una reggia con giardini immensi, barocca, con mille corridoi, sale, specchi, statue, con i ricchi ospiti che passano il tempo in balli, dialogando, facendo passeggiate all'interno e nei giardini, incontrandosi nelle sale anche per fare giochi di carte. Ma non sembra di essere nella realtà, ma in un sogno o in un incubo, in una dimensione parallela...i camerieri e gli ospiti spesso rimangono immobili come congelati e ci perdiamo nelle ambientazioni labiritintiche e geometriche dei corridoi, delle sale, del giardino. Per alcuni aspetti la situazione mi ha ricordato Shining. Soprattutto l'aspetto geometrico e labirintico delle ambientazioni e per i personaggi immaginari di Shining, i fantasmi che sembrano popolare entrambi gli hotel. Tornando a Marienbad, un uomo e una donna ballano insieme, lui sembra conoscerla, lei no; l'uomo le dice che si sono incontrati ed amati in quegli stessi luoghi l'anno precedente e si erano salutati con la promessa di aspettare un anno per rivedersi e per andar via insieme, lei invece non ricorda niente di tutto ciò e insiste nel negare. A quel punto l'uomo le racconta i loro incontri e inizia una serie infinita di flashback con la voce narratrice dell'uomo permanente. Tutto il film si svolge così, con questi racconti, ma non c'è riferimento cronologico o narrativo; si fondono sempre più realtà ed immaginazione, passato e presente. Inoltre molto spesso ai racconti dell'uomo non viene associata la giusta scena, lui racconta delle azioni e noi ne vediamo altre, accadute in luoghi e periodo diversi. Un labirinto fisico, narrativo e temporale fino a che non si arriva alla confusione degli stessi ricordi e pensieri dell'uomo. Il tutto ripreso tramite sinuosi, lunghi e continui movimenti di macchina, che sembra fluttuare continuamente; così come sembra incorporea anche l'immagine stessa, che spesso cambia al proprio interno con lo spostamento della camera. Una regia immensa. Il montaggio inoltre, come si può intuire, svolge un ruolo fondamentale e probabilmente è proprio il lato maggiormente sperimentale e affascinante; con i continui salti temporali e narrativi ma salti anche non spiegabili o definibili, con dialoghi che iniziano in una sala e con i personaggi vestiti in determinato modo e che continuano all'improssivo con uno stacco di montaggio in una sala completamente diversa e con i personaggi vestiti in maniera differente, senza però nessuno stacco vocale e labiale. La bellissima fotografia va ad esaltare gli interni del palazzo e l'utilizzo del grandangolo rende ancora più onirica e deformata l'ambientazione. E' un film difficile da seguire, ma che affascina e calamita in modo incredibile. Il magnifico turbinio visivo e lo straniante, oscuro, incerto e affascinante intreccio narrativo tengono calamitato lo sguardo e ci perdiamo anche noi in questa dimensione. C'è anche la figura di un secondo uomo, quello che pare essere il marito della donna, ma non lo sappiamo con certezza...figura oscura, quasi minacciosa anche se non lo è, imbattibile in un gioco con i fiammiferi. Appare sempre più spesso e, non so bene perché, ma mi ha ricordato l'uomo misterioso di Lost Highway di Lynch. Complessivamente l'Overlook Hotel di Kubrick e certe atmosfere lynchiane sembrano nate proprio nell'albergo di Marienbad. E' difficile descrivere in maniera accurata questo film, consiglio a chi è interessato di guardarlo e di farsi anche la propria idea sul tema e sul significato. Principalmente si muove nella rappresentazione del linguaggio della coscienza, il pensiero, il ricordo, il sogno...che non hanno limiti, non hanno strutture fisiche, dove il tempo ha un'altra concezione. E in più sembra essere anche una critica all'alta borghesia, persa nel vuoto, incastrata in un labirinto senza tempo e senza forma, quasi congelata in una forma da fantasma. Veramente un film affascinante e bellissimo. Infine Giochi proibiti (1952) di René Clément, anch'esso Leone d'oro a Venezia. Film sulla seconda guerra mondiale, sulla guerra vista dai bambini, sulla guerra che diffonde brutalità e diffonde l'aura di morte finanche nei giochi dei bambini..."giochi proibiti", appunto. E' un film comunque dove la guerra rimane nello sfondo; una famiglia scappa da Parigi e durante un bombardamento un padre e una madre rimangono uccisi, la loro piccola figlia rimane sola e viene trovata da un suo coetaneo nei campi, perciò va a vivere con una famiglia di campagna. Da quel momento di sviluppa un film con toni più leggeri, viene mostrato il legame sempre più forte che si crea tra il bambino e la bambina, i loro passatempi e i loro giochi. Ma l'alone della morte è presente e porta alla morte del fratello più grande del bambino, ucciso da un calcio di un asino ed è presente anche nei macabri passatempi dei bambini, che creano un loro cimitero seppellendo alcuni animali...questo loro gioco li spingerà (il bambino, soprattutto) anche a rubare delle croci nel cimitero del paese, a tentare anche di rubare la croce in chiesa e ad uccidere uno scarafaggio per aggiungerlo alle loro sepolture. Il dramma della morte dei genitori, della bambina rimasta orfana e del suo adattamento in un contesto nuovo unito a momenti divertenti come alcuni legati ai giochi dei bambini ma anche alla rivalità della famiglia protagonista con la famiglia che abita vicino a loro, un po' come Totò con Mezzacapa. Il tutto rappresentato con realismo. Film molto bello, delicato ma, per la tipologia di film, mantiene per me un'atmosfera troppo confezionata e una patina di finzione cinematografica leggermente eccessiva, soprattutto nel creare il sentimento in alcuni punti. Manca quello sguardo totalmente immersivo e quella carica di perfetto realismo che contraddistingueva i film del neorealismo, ad esempio.
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Il finale può essere ambiguo nell'effettivo pensiero dei personaggi, ma è chiaro nella sua amarezza e nella vacuità, incertezza e timore dei loro sguardi persi nel vuoto. Passano da risate fragorose, al guardarsi sorridendo, al tentare sorrisi sempre più brevi e isolati, senza riuscire più ad incrociare lo sguardo e finendo con lo sguardo perso davanti a loro...si crea tra loro quasi un imbarazzo, una sorta di risveglio. E' proprio quella la caratteristica principe per il quale viene ricordato e studiato. Ma comunque è un film influente per diversi motivi, sia socialmente che cinematograficamente. La scena dei titoli di testa di Jackie Brown è un omaggio a Il laureato, sì.
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Mi fa molto piacere che ti siano piaciuti. Anche io ho seguito il tuo consiglio recuperando Paper Moon, ne ho parlato qualche pagina addietro. Per quanto riguarda la non facile lettura de Il laureato, questo fatto si concretizza in particolare nel finale. Può sembrare un lieto fine, ma è uno dei finali più amari della storia del cinema. Il sorriso che si stampa sulle loro facce nella scena finale che pian piano va spegnendosi sempre più, fino a lasciare nei loro volti espressioni vacue ed incerte...paura, amarezza che si ripresentano. Hanno compiuto la loro "ribellione", il loro gesto rivoluzionario, ma adesso? Era davvero quello che volevano? Cosa destinerà loro il futuro? Con la meravigliosa Sound of Silence che parte proprio quando inizia a cambiare la loro espressione. Uno dei finali più belli e più forti per me del cinema, mi vengono i brividi solo a pensarci. Uno schiaffo in pieno volto. Ma è una caratteristica che caratterizza l'intero film...commedia anche divertente in alcuni punti ma che nasconde una grandissima amarezza, grandissime incertezze e paure, film che indaga una generazione di giovani che sta cambiando in modo profondo e che smonta le false morali di una parte di America troppo puritana. Fanno piacere le tue recensioni chilometriche...così torniamo ad animare questo topic dopo la pausa estiva
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Le puntate avranno una durata di circa 90 minuti, mediamente...quindi più o meno equivale a 10 puntate da 55 minuti. Quindi più o meno quanto le altre stagioni, comunque non più lunga. E le riprese, come dicevo, inizieranno a ottobre ed è stato confermato dall'attore che interpreta Jaime. Se questi aspetti sono confermati, è praticamente sicuro che la serie verrà trasmessa nel 2018.- 2.977 risposte
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Comunque per l'ultima stagione non è detto che si debba aspettare il 2019. Le riprese inizieranno questo ottobre e in genere per completare la produzione ci vogliono circa 10 mesi. Quindi calcolando anche un po' di tempo in più, diciamo che potrebbe uscire per fine 2018...un anno e poco più.- 2.977 risposte
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Sono venuti fuori limiti belli grossi, però. Va bene che non hanno più materiale da cui attingere ed è apprezzabile il fatto che abbiano deciso per una maggiore spettacolarizzazione...ma in alcuni punti il livello di sceneggiatura è quasi ridicolo. Può darsi che la serie sia calata già da prima (dalla sesta, secondo me), ma il punto è che hanno proprio cambiato l'intero spirito e l'intero stile della serie. Alla fine io da una Serie TV non mi aspetto moltissimo, mi aspetto giusto intrattenimento perciò non è che mi cambi poi molto e anche io apprezzo una maggiore spettacolarizzazione. Però c'è modo e modo per farlo e il cambiamento salta decisamente all'occhio.- 2.977 risposte
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Seguo comunque molto volentieri anche questa stagione, ma è evidente che abbiano completamente tralasciato la cura della sceneggiatura (che era il punto forte delle prime stagioni e che adesso appare stiracchiata e superficiale) per puntare sulla spettacolarità caotica.- 2.977 risposte
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VIDEO Pjanic è Pirlo, Tevez è Higuain. Sei anni, sei scudetti, una Juve!
Rhyme ha risposto a IoBiancoNero Discussione Video Juventus, PuntoJ: la zona erogena del tifoso juventino
Meraviglioso -
Mamma mia...che Uomo!! Con la U maiuscola. Ce ne fossero di giocatori e uomini come lui. Lui viene dal VERO Manchester United (quello serio e quello forte) ed è da noi da poco tempo...eppure ogni volta che parla di Juventus gli brillano gli occhi. Che spirito, che tenacia, che leadership! Grande Pat, noi tifosi juventini NON possiamo che ammirare questo spirito!
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Un messaggio così da parte di uno dei colossi del calcio mondiale degli ultimi 10 anni è uno spot incredibile per la Juventus...incredibile. Sono parole davvero emozionanti. Grande Pat, spero che tu possa andare avanti il più possibile in questo torneo...te lo meriti!
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Non mi toccare Emilia Clarke .uffa Magnifica @@- 2.977 risposte
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Non vedevo l'ora che riniziasse @@ Ora è dura aspettare di settimana in settimana. Sì, quel fatto è stato parecchio prevedibile. Avevo indovinato l'esatto svolgimento. Ma secondo me era difficile fare altrimenti e non era così fondamentale. Ormai lo sapevano tutti che sarebbe andata così.- 2.977 risposte
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Benvenuto! Chi si sta vergognando (sì, ho letto anche questo) non ha capito niente di cosa voglia dire tifare e di cosa sia il calcio...ma proprio 0. E soprattutto non si merita di tifare Juventus. Comunque di certo lo sanno anche i dirigenti della Juve che non sono tutti contenti e che c'è qualcuno che si dispera, che si incazza e che si vergogna...nonostante i 100 tifosi all'aeroporto. D'altronde lo sanno bene che i * sono ovunque, anche tra di noi...anche se sono in minoranza, per fortuna. Comunque accoglienza meritata per Cuadrado. Dopo 6 mesi negativi ha bisogno di fiducia per poter dare tanto. Forza Juan!
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video [VIDEO] Ecco lo sbarco di Alex Sandro a Torino! Domani le visite mediche
Rhyme ha risposto a Corto Muso (rox91) Discussione Video Juventus, PuntoJ: la zona erogena del tifoso juventino
Benvenuto Alex! Grandissimo colpo.- 445 risposte
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- alex sandro
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
No Mi sono lasciato andare nello sfogo- 2.977 risposte
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Ci sono rimasto malissimo- 2.977 risposte
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Quasi quasi mi è venuta voglia di leggere i libri Sul fatto delle differenze tra libro e tv o cinema....è sempre così. Quando più, quando meno, ma raramente i fan dei libri sono soddisfatti. Il punto è che libri e tv/cinema sono proprio 2 mondi diversi ed inevitabilmente anche i lavori sono diversi. Se fanno delle scelte hanno le loro motivazioni...anche se certi cambiamenti possano infastidire parecchio chi ha letto i libri. La adoro- 2.977 risposte
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Negli ultimi giorni ho guardato le prime stagioni e mi sono messo in pari. Io adoro il fantasy e mi dispiace non aver visto prima Il Trono di Spade. Sarà perché le Serie TV in genere non mi attirano molto... Comunque lo adoro, lo trovo davvero ben fatto e mi ha appassionato molto. Mi dispiace, però, dover aspettare per guardare gli episodi adesso. Ero abituato a guardarne anche 4/5 al giorno Per esempio, oggi, con l'ansia che ho, un paio di episodi per pensare ad altro li avrei guardati volentieri- 2.977 risposte
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Game of Thrones e House of the Dragon - serie prequel
Rhyme ha risposto a Gamarra Discussione Cinema & TV
Ho iniziato solo da pochi giorni a vedere questa serie, purtroppo. Ho iniziato oggi la seconda stagione e me ne sono davvero innamorato- 2.977 risposte