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OSSIMORO :
L'ossimoro (dal greco ὀξύμωρον, composto da ὀξύς, «acuto» e μωρός, «ottuso») è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro.
Sul canale 201 di " SKY SPORT " , in questo momento è in onda:
" I SIGNORI DEL CALCIO : NAINGGOLAN "
TRATTASI DELL'ESEMPIO PIU' CALZANTE IN ASSOLUTO
DEL SOSTANTIVO " OSSIMORO " ...... più o meno della serie :
HITLER & STALIN ... .... SANTI UOMINI .... ....
e/o se preferite
INTER F.C.artone ....... TESTIMONIANZA DI MORALITA', RETTITUDINE ED ONESTA' .....
Buon Fine Settimana a tutti !
Stefano
P.S. - va da sè che mi riferisco all'uomo e non al calciatore :
A) Vedi il suo modo " ecumenico-distinto- garbato " di invocare Dio
B ) La raffinata- elegante - dolcissima maniera d'agire nei confronti del " Gentil Sesso "
C) L' educata e dotta esposizione verbale quando viene invitato a " Ragionar di Juve e della sua Gloriosa Storia "
...... ...... eh, sì sì ...... proprio un esimio rappresentante della
" Più Pura e Nobile Signorilità " da prendere ad esempio e da tramandare ai posteri ....
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.... sul risultato di JUVENTUS - SASSUOLO 4-0 ... al 38° minuto del 1° Tempo ...
torno da te :
dove siano ora sepolti Eugenio ed Enrico Canfari non ho memoria alcuna ,
probabilmente rovistando e sbirciando qui e là tra i miei tomi bianconeri
qualcosa , forse , potrei/dovrei trovare ..... però , se ti va di dare un'occhiata
a ciò che troverai qui allegato , sono a conoscenza ove Enrico Canfari
fu ( provvisoriamente ? ) inumato quando , ahimè , quale volontario
e per " Amor di Patria ", perse la vita nel corso di una delle furibonde
( uno dei violentissimi scontri sull'Isonzo-Monte San Michele ) e tragiche
battaglie che vergarono e contrassegnarono la 1a Guerra Mondiale ....
Aveva chiesto il consenso alla mamma, prima di offrirsi volontario. Nominato sottotenente alla scuola allievi ufficiali, era stato promosso tenente a un primo richiamo e ora era salito al grado di capitano, in questi primi giorni di conflitto. Arriva come una fucilata, la notizia della sua morte sull’Isonzo. Scrive alla madre, in data 10 novembre 1915, il sottotenente Antonio Cutietta, 12° Fanteria, 3ª Compagnia: «Egregia Signora, con l’animo profondamente commosso Le comunico i particolari della morte del mio Capitano che, più che un superiore era per noi un vero padre; tutti lo amavamo e, per quanto sia stato poco tempo al comando di questa Compagnia, pure ne apprezzammo le doti e ne serberemo imperitura memoria. Il giorno 22 alle ore undici ci fu dato l’ordine di lanciarci all’assalto di una trincea nemica. Egli, dopo avermi comunicato l’ordine e rincuorato i soldati, si è spinto oltre la nostra trincea per scacciare il nemico che stava a pochi passi. Tutti allora lo abbiamo seguito e già eravamo sulla trincea del nemico, quando una malaugurata pallottola di fucile lo colpì in pieno petto. Cadde a me vicino senza dire una parola; mi chinai su di lui per rialzarlo: non respirava più. La sua morte era stata fulminea! Signora, quello è stato per me un momento doloroso: avevo il mio Capitano ai piedi e la Compagnia davanti. Ho dovuto compiere il mio dovere, cioè prendere il comando della Compagnia; ho chiamato quattro soldati, ho affidato loro la salma del nostro amato Padre e l’ho fatto portare indietro per dargli onorata sepoltura, mentre io ho seguito la Compagnia per non far sbandare i soldati. Ora si trova seppellito nel piccolo cimitero improvvisato di Sdrussina. Ciò è quanto ho potuto fare. E ora in nome degli ufficiali tutti e di tutti i soldati Le invio le più sincere condoglianze».
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