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La Carogna

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  1. Finalmente una bella intervista rilasciata dal direttore. Sintetico preciso ed ha toccato i punti che volevamo sentir dire. Ora mi auguro sia di parola.
  2. Poche parole e tanto lavoro. Quanto ho apprezzato quella Juve, intesa sia come società sia come gruppo. Quella mentalità vincente che Capello impersonificava magnificamente... Grande allenatore. Professionsita di poche parole ma sempre molto concreto. Mai una parola fuori posto e atteggiamenti sempre in linea con lo stile Juventus.
  3. Alex per me non ha rappresentato solo la Juventus da metà anni 90 sino ad oggi. Per me quel ragazzotto di 20 anni con la maglia numero 16 sulle spalle che entrava in campo per sostituire Roberto Baggio, ha segnato la mia epoca, una generazione. Non avevo Tele+2, e le partite le seguivo per radio, aspettando le 18.00 per seguire con ansia 90' minuto, spesso dovendo aspettare sino all'ultima partita. Una sera Alessandro Del Piero segnò quel gol contro la Lazio con un spunto dalla sinistra ed un tiro a rientrare nell'angolino. A 10 anni ero solito andare a letto dopo il posticipo serale, senza aspettare la domenica sportiva. Ma QUELLA sera rimasi alzato, sgattaiolai in soggiorno in silenzio e "furtivamente" aspettai la sintesi per gustarmi quel gol, che descritto dalla voce della radio mi appariva come un capolavoro. Ne valse la pena. Da allora ho gioito con i suoi gol, con le sue prodezze. Il gol alla Fiorentina, dopo una rimonta epica, mi convinse a sostituire le precendenti magliette sponsorizzate da "Upim" prima e "Danone" poi, con la SUA maglietta numero 10. Fu la prima maglietta che comprai con il nome di un giocatore in particolare. La Juve era la mia gioia e Del Piero la rappresentava per me. Ed ancora oggi, quando Del Piero ha il pallone tra i piedi, mi entusiasmo come 17 anni fa. Nel mio piccolo, e per quanto poco possa contare, questo mi rende felice. Tanti auguri capitano.
  4. Del Piero può essere ancora utile alla causa, ma obiettivamente il uso utilizzo non può essere paragonato a quello degli altri giocatori. Alex è un giocatore che si allena con un preparatore atletico personale, proprio per cercare di sopperire alla differenza atletica con altri giocatori. In una juventus che corre e mille, Alessandro Del Piero, non potrà mai a 37 anni essere il punto di riferimento del gioco. Lo sarà senz'altro nello spogliatoio, e può diventarlo anche giocando pochi minuti come a Milano dove si è guadagnato 3 falli in 5 minuti, perdendo quasi 7 minuti di gioco da solo. Il suo ruolo all'interno della squadra e la sua utilità durante l'anno, sarà Conte a deciderli. In ogni caso capisco Pavel Nedved che da "amico" e "compagno di spogliatoio" rivede in Alex la grande squadra di un tempo. Alex Del Piero e Pavel Nedved: 2 tra le grandissime bandiere di sempre della Juventus.
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