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Marmellata Puffin

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  1. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Dire che dopo soli 5 mesi non ci sono margini di crescita mi sembra un giudizio prematuro. Qualsiasi allenatore, per quanto talentuoso, ha bisogno di tempo per adattarsi e far adattare la squadra alle sue idee, soprattutto in un club come la Juventus, dove le aspettative sono sempre altissime e gli avversari spesso si chiudono dietro. Inoltre, dobbiamo considerare che alcuni giocatori su cui la Juve ha investito tanto (penso a Douglas Luiz o Koopmeiners, per esempio) ancora non si sono visti al 100% per vari motivi, tra infortuni e forma precaria. È chiaro che il potenziale della squadra è ancora inespresso, e valutare il lavoro di un tecnico senza considerare questi fattori mi sembra un po’ affrettato.
  2. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Quindi tu cambieresti? E poi cosa succede? Il nuovo allenatore avrebbe l’urgenza di ottenere risultati immediati e pochissimo tempo per farlo. Se non ci riesce, cosa fai? Cambi anche lui, per forza. E così ne arriverà un altro, che avrà ancora meno tempo e un senso d’urgenza ancora più pressante. Questo vortice ti porta solo a ripartire sempre da zero, accumulando errori e senza mai costruire nulla di stabile. Perché è così che si finisce davvero per fare dieci passi indietro.
  3. Non c’è dubbio che Bonucci sia stato uno dei difensori più importanti della Juventus e della Nazionale. Il suo contributo tecnico è indiscutibile: visione di gioco, coraggio e personalità non gli sono mai mancati. Ma se parliamo di leadership, la questione è diversa. A differenza di Buffon o Chiellini, che sono stati leader naturali, riconosciuti automaticamente dal gruppo, Bonucci ha sempre dato l’impressione di essere un leader “autoproclamato”. Mentre un leader naturale viene seguito spontaneamente, un leader autoproclamato ha bisogno di dimostrare costantemente la propria autorità. Questa differenza si è vista chiaramente quando lasciò la Juventus per il Milan. Lì gli venne offerta la fascia di capitano, una posizione che alla Juve non avrebbe mai potuto ottenere con Buffon e Chiellini davanti a lui. Il problema è che la leadership non si impone, si conquista. E al Milan, nonostante la fascia, non è mai stato percepito come il “vero leader” della squadra. Tornare alla Juventus fu, in parte, un’ammissione di sconfitta, ma anche dopo il ritorno si è visto come Bonucci faticasse ad accettare la fine di un ciclo personale. Lo dimostrano le recenti polemiche con Allegri, dove il suo bisogno di “essere rispettato” ha prevalso sull’accettazione di un ruolo secondario. In sintesi, Bonucci è stato un grande difensore, ma la differenza tra lui e Chiellini è chiara: Chiellini non ha mai preteso la leadership, l’ha semplicemente avuta. Bonucci, invece, l’ha sempre pretesa, ma non sempre l’ha ottenuta.
  4. Marmellata Puffin

    [Live] Juventus - Cagliari 4-0

    Mi ha sbloccato il ricordo di quel maledetto gol di Ricken
  5. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Va bene lamentarsi, lo sappiamo fare tutti, ma forse bisognerebbe anche rendersi conto della situazione in cui siamo adesso: rosa giovane, tanti cambiamenti, un allenatore giovane con un’idea di gioco e un progetto da sviluppare. Tempo e pazienza non sono parolacce, anzi, sono fondamentali in momenti come questo. Altrimenti continuiamo pure a lamentarci e a voler cambiare alla prima folata di vento: quello sì che è il modo migliore per perdere la bussola e non ritrovarla mai più.
  6. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    La preoccuoazione ci sta ed è legittima, ma io credo che Motta, come ogni allenatore serio, sia consapevole delle difficoltà e stia lavorando per trovare soluzioni. Adattare le proprie idee a un contesto nuovo richiede tempo e pazienza. Personalmente, resto fiducioso, margini di miglioramento ci sono, e la squadra ha ancora tempo per crescere e dimostrare il proprio valore.
  7. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    A me sembra che la cosa che va più di moda sia lamentarsi sempre e comunque. Se arriva un allenatore giovane e con idee nuove, non va bene perché “è di moda”. Se prendi un nome già affermato, non va bene perché “è un usato sicuro”. Se punti su un progetto a medio termine, non va bene perché ci vogliono i risultati subito. E se prendi uno come Conte che ti fa vincere subito, però poi in Europa facciamo figuracce e “gli scudetti li abbiamo già a bizzeffe”. Insomma, qualsiasi scelta diventa un pretesto per lamentarsi. L’unica cosa che va sempre di moda, alla fine, è criticare a prescindere.
  8. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Al di là del paragone con Klopp o con qualsiasi altro allenatore si voglia considerare, quello che conta davvero è il tipo di progetto che la società ha deciso di intraprendere. Guardando il percorso della Juventus con Motta, è evidente che si è voluto puntare su una rifondazione: svecchiamento della rosa, riduzione dei costi di gestione e investimenti mirati su giocatori futuribili. Basti pensare che oggi la Juve ha una delle rose più giovani della Serie A (se non sbaglio, la seconda) e ha puntato su un allenatore giovane, con idee chiare e in rampa di lancio. Con questi presupposti, è naturale che ci sia bisogno di un periodo di rodaggio: un progetto del genere è difficile che possa decollare istantaneamente. Molti giocatori chiave, che dovevano fare la differenza, non hanno ancora dato il contributo atteso, vuoi per infortuni, vuoi per un rendimento altalenante. Nonostante questo, l’obiettivo minimo, ovvero la qualificazione alla Champions League, è pienamente alla portata e siamo appena a dicembre. Inoltre, sono convinto che lo stesso Thiago Motta si renda perfettamente conto che c’è ancora molto lavoro da fare. Non credo assolutamente che stia deliberatamente guidando la nave verso gli scogli: il suo intento, come quello di tutti noi tifosi, è vedere la squadra svoltare e migliorare. Starà lavorando per trovare soluzioni, adattando i suoi concetti di gioco a una realtà più complessa come quella della Juventus. Quindi sì, magari ci si aspettava qualcosina in più, ma calma. Non c’è nessun motivo per lasciarsi andare a isterismi. Lasciamo lavorare squadra e allenatore con serenità e vediamo come evolve la situazione.
  9. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ma allora cosa l’hai preso a fare Thiago Motta? Se lo scegli per le sue idee di gioco, devi anche dargli il tempo di metterle in pratica, svilupparle e farle crescere. Ora invece sembra che la soluzione sia dirgli di cambiare registro perché non funziona subito. Ma scusate, non è un paradosso? L’hai scelto perché credevi in quel tipo di calcio, in quella filosofia, e dopo qualche difficoltà vuoi buttar via tutto? Questa è una contraddizione di fondo. Il problema di fondo è questo: sembra quasi che si pensi che basti chiamare un altro allenatore, uno che dice ‘Ragazzi, veloci! Tiriamo! Facciamo gol!’ e voilà, tutto si risolve. Come se fosse così semplice, come se Motta chiedesse ai giocatori di essere lenti, prevedibili e indolenti. No, non è così. Sicuramente anche lui si rende conto che le cose non sono ancora come dovrebbero essere e sta lavorando per migliorarle. Ci auguriamo tutti che ci riesca, ma se lo mandi via adesso, come puoi sapere se ce l’avrebbe fatta?
  10. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Se guardiamo al percorso di Klopp al Liverpool, è evidente quanto il tempo e la fiducia in un progetto a medio-lungo termine siano fondamentali, anche quando l’allenatore è già affermato come lo era lui dopo i successi al Dortmund. Nelle sue prime due stagioni, Klopp ha avuto difficoltà che avrebbero messo alla prova qualsiasi dirigenza: - Subentrato a stagione in corso, chiuse ottavo in Premier League e perse due finali (Europa League e Coppa di Lega). - Nella seconda stagione ottenne un quarto posto tra risultati altalenanti e limiti evidenti nella gestione difensiva. Eppure il Liverpool ha scelto di non farsi prendere dall’isteria dei risultati immediati. Ha dato fiducia alla visione di Klopp, lo ha sostenuto nel suo lavoro, e nel giro di qualche anno ha costruito una squadra dominante, capace di vincere Champions League e Premier League. Ora, non tutti i progetti sono uguali, non tutti gli allenatori hanno le stesse capacità. Magari Thiago Motta non diventerà mai un allenatore da grande squadra, ma se non gli diamo nemmeno il tempo di provare a dimostrarlo, come possiamo esserne certi? Se buttiamo tutto all’aria alla prima difficoltà, stiamo solo rinunciando in partenza a qualsiasi possibilità di crescita. In un progetto con una visione a medio-lungo termine, il tempo è l’ingrediente fondamentale. Se lo stoppi sul nascere, non lo saprai mai: avrai già perso in partenza.
  11. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Secondo me, per valutare un manager i parametri principali sono due: i risultati e la coerenza delle idee. Se un manager ottiene buoni risultati, soprattutto in un lungo periodo, è un buon manager. Ma in un contesto come il calcio, dove non esiste una ricetta magica per vincere, è fondamentale anche la coerenza. Se imposti un progetto e fai una programmazione, buttarla all’aria troppo presto è una mossa controproducente. Cambiare allenatore non ti dà alcuna garanzia di miglioramento. Anzi, rischi di peggiorare la situazione, e a quel punto il manager che figura ci fa? Ancora peggiore di quella di chi, pur affrontando difficoltà, resta coerente con le sue idee. Un manager che smentisce continuamente se stesso, inseguendo il risultato immediato e cambiando direzione a ogni difficoltà, non dà certezze a nessuno: è il peggior tipo di manager, uno da cui stare alla larga. Se Giuntoli è convinto di aver intrapreso la strada giusta con Thiago Motta e con un progetto che punta al medio termine, è giusto che continui su questa linea. Anche perché, se l’obiettivo fosse stato solo vincere subito, avrebbe preso Antonio Conte, che è il migliore nel raggiungere risultati immediati. Ma Conte, con tutti i suoi pregi, ha sempre dimostrato dei limiti nel portare le squadre oltre un certo livello, soprattutto in Europa. Invece, scegliendo Thiago Motta, si è fatta una scelta diversa: si punta a costruire qualcosa di più duraturo, con l’idea che possa portarti più lontano nel medio termine. Questo, però, implica accettare che l’inizio possa essere complicato e che serva tempo per vedere i risultati. Se la scelta di Thiago Motta si rivelerà giusta o sbagliata, solo il tempo ce lo potrà dire. Non è oggi, dopo pochi mesi e qualche difficoltà, che possiamo emettere sentenze definitive. Quindi, onestamente, non sono né sorpreso né preoccupato dalla situazione attuale. È tutto in linea con un percorso che richiede pazienza e coerenza.
  12. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Quanto aspetterei prima di farmi venire il dubbio? Ah, io subito! Una partita storta ed è già troppo. Anzi, se fossi il direttore sportivo, mi terrei direttamente in tribuna un allenatore di riserva, pronto a subentrare se decido di esonerare quello in panchina tra il primo e il secondo tempo. Apparte gli scherzi, hai ragione nel dire che il posto Champions è fondamentale, non c’è dubbio. Ma se fai il direttore sportivo, la scelta dell’allenatore non dovrebbe essere fatta solo in funzione del breve termine o con il fiato sul collo della classifica. Altrimenti ogni progetto parte già zoppo. Se hai scelto un allenatore e fatto un mercato basato su una certa idea di gioco, di crescita e di sviluppo, allora devi avere la lucidità e il coraggio di sostenerlo, anche quando attraversi le prime difficoltà.
  13. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    La cosa che noto è che tutti i difetti che elenchi (preparazione sbagliata, tattica discutibile, turnover inefficace e persino la gestione della comunicazione) sono in realtà figli dei risultati negativi del momento. Basta qualche risultato positivo e, come per magia, tutto si trasforma in pregi: la preparazione diventa mirata, la tattica coraggiosa, il turnover intelligente e la personalità dell’allenatore perfetta per l’ambiente Juve. Questo, secondo me, dimostra quanto il tuo giudizio sia più emotivo che razionale, perché troppo legato all’immediatezza dei risultati. Detto questo, è chiaro che nemmeno io sono soddisfatto di come stanno andando le cose finora. Però bisogna riconoscere che alcuni giocatori chiave dell’ultimo mercato, che dovevano fare la differenza, li abbiamo visti con il contagocce, tra infortuni e difficoltà di inserimento. La squadra non ha ancora preso la sua forma definitiva e deve darsi una scossa, ma sono convinto che il potenziale ci sia. Anche perché, come dicevo, prendere un allenatore nuovo non ti dà nessuna garanzia di miglioramento: rischi solo di inseguire sempre il risultato immediato e ricominciare ogni volta da capo alla prima difficoltà.
  14. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ma quale sarebbe, di preciso, la strada intrapresa? E soprattutto quale sarebbe quella giusta che, secondo te, si doveva percorrere? In base a cosa stabilisci che questa strada è sbagliata dopo pochi mesi? E, ancora, chi ci garantisce che un eventuale nuovo allenatore prenda davvero quella giusta? Mi sembra piuttosto che questo discorso sottintenda un desiderio di risultati immediati, senza considerare che è il lavoro continuativo a produrre miglioramenti tangibili nel medio periodo. Non esiste una strada perfetta, ma esiste il tempo necessario per capire se un progetto funziona o meno. E se al primo periodo di difficoltà la soluzione è sempre quella di prendere l’allenatore, il suo staff e gettarli nel Po, allora non stiamo costruendo nulla: stiamo solo reagendo istericamente, rischiando di ritrovarci sempre al punto di partenza.
  15. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Benissimo, allora Thiago Motta ha fallito: mandiamolo via subito, prendiamo un altro e diamogli, che so, 10 partite? Se non ingrana, via anche lui. Tanto a che serve il tempo? Il tempo è solo un alibi, no? Mica siamo alle giovanili, mica è fisica quantistica! E via con un altro ancora. Tanto più allenatori mandi via, più possibilità hai di azzeccare quello giusto, no? Come pescare a caso da un mazzo: prima o poi uno buono lo trovi. Peccato che, nel frattempo, la squadra resta senza identità, senza certezze e soprattutto senza un progetto. Il problema è questo: se vuoi costruire qualcosa di duraturo, non puoi continuare a buttare tutto all’aria alla prima difficoltà. Quella non è programmazione, è solo una reazione isterica che ti tiene bloccato in un loop infinito. Motta, a Bologna, ha dimostrato che il tempo è un ingrediente fondamentale per vedere i risultati. Qui il contesto è diverso, le aspettative sono più alte, ma il principio non cambia: se hai scelto un allenatore con un’idea di calcio precisa, devi avere la coerenza di sostenerlo. Altrimenti non costruisci niente, continui solo a sperare di pescare il jolly.
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