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Marmellata Puffin

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  1. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Voglio precisare che non difendo Thiago Motta in quanto persona o allenatore, ma difendo il modus operandi e la strategia adottata dalla società all’inizio della stagione. Cambiare ora significherebbe sconfessare completamente l’idea con cui si è partiti, per inseguire un risultato minimo a breve termine, senza nemmeno avere alcuna garanzia di poterlo effettivamente ottenere. Per di più, la scelta del sostituto rischierebbe di essere frettolosa, pescando dal mucchio degli allenatori liberi, senza una reale pianificazione. Da una parte, c’è l’opzione di sostenere l’idea iniziale, che è un po’ indietro ma non naufragata; dall’altra, c’è quella di inseguire un risultato immediato senza certezze, affidandosi alla fortuna. Personalmente, preferisco il primo approccio: più coerente e ponderato.
  2. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ah, meno male che sei arrivato tu, custode della dialettica da forum, dopo una dura giornata di lavoro, a liberarci dalle supercazzole sugli allenatori con un intervento che, devo dire, non aggiunge assolutamente niente alla conversazione. Apprezziamo tutti il tuo contributo. Ovviamente sto scherzando, eh, perché su un forum è normale che ognuno dica la sua, specialmente in un topic che parla proprio dell’allenatore.
  3. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Non capisco del tutto il tuo punto, anche perché nella partita che citi l’età media dell’11 iniziale della Juventus era più alta rispetto a qualunque partita della Juve di quest’anno. Ma anche se avessi ragione, non ha molto senso sostenere una tesi basandosi su una singola partita, visto che nel calcio possono succedere risultati sorprendenti. Inoltre, non mi sembra di non aver riconosciuto i meriti di Allegri: ho solo detto che è più a suo agio nella gestione di campioni affermati, un contesto in cui ha dimostrato grande abilità, piuttosto che nello sviluppo di giocatori ancora da formare. Dipende tutto dal tipo di progetto che si vuole perseguire.
  4. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Concordo sul fatto che Allegri sia un gestore eccezionale, ma proprio per questo non credo che sia l’allenatore giusto per un progetto come quello che la Juventus sembra voler costruire ora. È ottimo nel massimizzare il rendimento di giocatori già affermati, ma non è altrettanto efficace quando si tratta di coltivare giovani talenti o di sviluppare un gruppo in crescita. Se guardiamo la situazione attuale, la Juve non ha il potenziale economico per comprare solo giocatori già pronti, di alto livello, da mettere in mano ad Allegri per competere ai massimi livelli. Con lui potresti arrivare terzo o quarto e mantenerti stabile per anni, ma difficilmente riusciresti a fare il salto definitivo. L’idea di puntare su un allenatore come Thiago Motta, invece, credo nasca dalla necessità di avere qualcuno in grado di far crescere i giocatori e valorizzare il progetto a medio-lungo termine, un tipo di lavoro che evidentemente non è nelle corde di un Allegri. Bisogna sperare che Motta riesca a dimostrare di essere l’uomo giusto.
  5. Non credo che la questione sia una diatriba tra Allegri e Thiago Motta, ma piuttosto una differenza nei progetti. Nel secondo mandato di Allegri, si puntava a ottenere risultati immediati, cercando di rendere la squadra competitiva per lo scudetto. Tuttavia, la rosa si è rivelata sopravvalutata e la strategia di puntare su giocatori già affermati ha aumentato i costi di gestione senza costruire una base solida. Nell’ultimo anno, dopo tutte le vicende societarie, Allegri è stato tenuto perché, con la sua esperienza, si pensava potesse essere il profilo più adatto per garantire almeno il quarto posto, obiettivo che peraltro ha centrato. Non penso però che Giuntoli abbia voluto sabotarlo: semplicemente, stava pianificando un progetto diverso, basato su ringiovanimento della rosa, abbassamento dei costi e sviluppo dei giovani, un lavoro più orientato al medio termine. Questo tipo di progetto richiede tempo e pazienza, e probabilmente non è nelle corde di Allegri, che è un ottimo gestore di campioni affermati ma meno adatto a un lavoro di costruzione. Si spera che Thiago Motta possa essere il profilo giusto per portare avanti questa visione. Certo, ci si poteva aspettare di essere un po’ più avanti a questo punto della stagione, ma non mi sembra che la situazione sia così drammatica da giustificare l’idea di buttare tutto all’aria dopo pochi mesi. Serve pazienza per valutare se questo progetto porterà i risultati sperati, ma penso che sia stato messo in conto che non sarebbero arrivati immediatamente.
  6. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ovviamente, alla Juventus nessuno è intoccabile, e ci mancherebbe altro. Però c’è una bella differenza tra essere intoccabile e l’essere messo in discussione o buttato via appena le cose stanno andando un po’ più a rilento rispetto al previsto. La situazione non è così drammatica come potrebbe sembrare: siamo ancora in corsa per il passaggio del turno in Champions e possiamo tranquillamente puntare a una delle prime quattro posizioni in campionato. Inoltre, guardando i nomi che hai fatto, Palladino è un profilo che possiamo già depennare perché non è disponibile, quindi non rientra nemmeno tra le opzioni. Quanto a Mancini, per quanto sia un allenatore esperto, nemmeno lui può garantire una svolta immediata appena arrivato. Non dimentichiamo che abbiamo la seconda rosa più giovane del campionato. Questo significa che molti giocatori vanno aspettati e accompagnati nella loro crescita, perché un progetto del genere richiede tempo e pazienza. Proprio a livello concettuale, visto il tipo di progetto che si è intrapreso, ha decisamente più senso cercare di sostenerlo e augurarci che Thiago Motta si riveli la scelta giusta, piuttosto che mettere tutto in discussione o pensare di cambiarlo a questo punto della stagione, soprattutto.
  7. Sì, anche secondo me, considerando le assenze, Danilo poteva essere utile. Però, bisogna dire che siamo a ridosso della finestra di mercato e, se effettivamente Danilo è un giocatore in uscita, come sembra, non possiamo escludere che ci sia già una trattativa in fase avanzata. In quest’ottica, quindi, la decisione di non convocarlo non mi sembra niente di clamoroso. Quello che voglio sottolineare è che la situazione viene riportata in maniera un po’ tendenziosa. Capisco i messaggi che esprimono una preoccupazione legittima per il numero di giocatori disponibili, ma noto che un numero consistente di commenti si scaglia contro la società, dipingendola come fossimo in mano a dei dilettanti allo sbaraglio. Questo, secondo me, era proprio l’intento di chi ha scelto un titolo e un tweet volutamente pungenti per creare discussioni accese. Va bene che forse si poteva pensare di convocarlo lo stesso, ma resto dell’idea che la scelta di preservarlo, se è in uscita, rientri in una dinamica comprensibile.
  8. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Se qualcuno mi dice il nome di un allenatore, disponibile e prendibile, che messo al posto di Thiago Motta ti garantisce fin da subito risultati, sviluppo e una crescita continua, perfetto, prendiamolo! Ma questa garanzia non te la dà nessuno, quindi è inutile illudersi su soluzioni immediate. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, ribadisco la mia opinione: non ha senso cambiare allenatore a questo punto della stagione, considerando che non siamo nemmeno a metà campionato e che si è scelto di intraprendere un progetto chiaro. Il progetto prevede di ringiovanire la squadra, abbassare i costi e puntare su una crescita graduale, non necessariamente su una squadra subito competitiva per i titoli, ma capace di costruire solide basi per il futuro. Nonostante la squadra sia un po’ indietro, siamo ancora pienamente in corsa per gli obiettivi minimi stagionali. Inoltre, ci sono attenuanti importanti come gli infortuni e l’assenza di giocatori che avrebbero dovuto essere protagonisti e che finora non si sono visti o espressi al meglio. Cambiare ora significherebbe sconfessare tutto e inseguire risultati immediati che, peraltro, non sono garantiti da nessuno. Se Thiago Motta è stato scelto come il profilo giusto per guidare questa crescita graduale, allora bisogna sostenerlo e sperare che con il tempo si confermi la scelta giusta.
  9. Ovviamente ogni società decide di gestire queste situazioni di calciomercato come ritiene più opportuno. Nel caso di Danilo, al momento non è dato sapere se ci siano trattative già avanzate (si parla del Napoli). Tuttavia, il fatto che sia sul mercato e che la Juventus scelga di non utilizzarlo in questa fase rientra in una dinamica piuttosto normale. Alcune società decidono di preservare i giocatori sul mercato, altre no, ma non è niente di straordinario. Il punto che volevo sottolineare è proprio legato al titolo: che si tratti di una scelta tecnica o di mercato, non è detto ci sia nulla di punitivo o particolarmente strano. Il fatto che ci siano 40 pagine di commenti pieni di opinioni contrastanti, nervose o emotive, conferma che il titolo è stato costruito per colpire la pancia dei tifosi e generare reazioni. In realtà, è una dinamica vista molte volte, senza necessariamente implicare qualcosa di riprovevole per la società o il giocatore. Se il titolo fosse stato qualcosa come “Danilo è sul mercato, quindi non partirà per la Supercoppa” probabilmente ci sarebbero state 5 pagine di commenti a stare larghi. Invece, con “fuori squadra con effetto immediato” si trasmette l’idea che ci sia una crisi interna alla Juventus, quasi una polveriera pronta a esplodere. È evidente che il titolo è costruito apposta per suscitare emozioni forti e attirare clic, anche se la situazione in sé non ha nulla di così clamoroso o straordinario.
  10. Trovo che il titolo ‘Danilo fuori squadra con effetto immediato’ sia volutamente fuorviante, con l’obiettivo di creare clamore tra i tifosi. È normale che, se un giocatore viene messo sul mercato, la società scelga di non utilizzarlo nelle partite successive per preservarlo ed evitare rischi che possano complicare una cessione. Non credo ci sia nulla di punitivo o clamoroso in questa scelta: Danilo è un giocatore già ben conosciuto da chi eventualmente fosse interessato, non c’è bisogno di ulteriori vetrine. Semplicemente, non parte per la Supercoppa perché è fuori dai piani tecnici, il che è una dinamica comune quando un trasferimento è possibile. I titoli che suggeriscono un intervento ‘a pugno duro’ servono più a generare clic che a raccontare i fatti in modo trasparente.
  11. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Dire che dopo soli 5 mesi non ci sono margini di crescita mi sembra un giudizio prematuro. Qualsiasi allenatore, per quanto talentuoso, ha bisogno di tempo per adattarsi e far adattare la squadra alle sue idee, soprattutto in un club come la Juventus, dove le aspettative sono sempre altissime e gli avversari spesso si chiudono dietro. Inoltre, dobbiamo considerare che alcuni giocatori su cui la Juve ha investito tanto (penso a Douglas Luiz o Koopmeiners, per esempio) ancora non si sono visti al 100% per vari motivi, tra infortuni e forma precaria. È chiaro che il potenziale della squadra è ancora inespresso, e valutare il lavoro di un tecnico senza considerare questi fattori mi sembra un po’ affrettato.
  12. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Quindi tu cambieresti? E poi cosa succede? Il nuovo allenatore avrebbe l’urgenza di ottenere risultati immediati e pochissimo tempo per farlo. Se non ci riesce, cosa fai? Cambi anche lui, per forza. E così ne arriverà un altro, che avrà ancora meno tempo e un senso d’urgenza ancora più pressante. Questo vortice ti porta solo a ripartire sempre da zero, accumulando errori e senza mai costruire nulla di stabile. Perché è così che si finisce davvero per fare dieci passi indietro.
  13. Non c’è dubbio che Bonucci sia stato uno dei difensori più importanti della Juventus e della Nazionale. Il suo contributo tecnico è indiscutibile: visione di gioco, coraggio e personalità non gli sono mai mancati. Ma se parliamo di leadership, la questione è diversa. A differenza di Buffon o Chiellini, che sono stati leader naturali, riconosciuti automaticamente dal gruppo, Bonucci ha sempre dato l’impressione di essere un leader “autoproclamato”. Mentre un leader naturale viene seguito spontaneamente, un leader autoproclamato ha bisogno di dimostrare costantemente la propria autorità. Questa differenza si è vista chiaramente quando lasciò la Juventus per il Milan. Lì gli venne offerta la fascia di capitano, una posizione che alla Juve non avrebbe mai potuto ottenere con Buffon e Chiellini davanti a lui. Il problema è che la leadership non si impone, si conquista. E al Milan, nonostante la fascia, non è mai stato percepito come il “vero leader” della squadra. Tornare alla Juventus fu, in parte, un’ammissione di sconfitta, ma anche dopo il ritorno si è visto come Bonucci faticasse ad accettare la fine di un ciclo personale. Lo dimostrano le recenti polemiche con Allegri, dove il suo bisogno di “essere rispettato” ha prevalso sull’accettazione di un ruolo secondario. In sintesi, Bonucci è stato un grande difensore, ma la differenza tra lui e Chiellini è chiara: Chiellini non ha mai preteso la leadership, l’ha semplicemente avuta. Bonucci, invece, l’ha sempre pretesa, ma non sempre l’ha ottenuta.
  14. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Va bene lamentarsi, lo sappiamo fare tutti, ma forse bisognerebbe anche rendersi conto della situazione in cui siamo adesso: rosa giovane, tanti cambiamenti, un allenatore giovane con un’idea di gioco e un progetto da sviluppare. Tempo e pazienza non sono parolacce, anzi, sono fondamentali in momenti come questo. Altrimenti continuiamo pure a lamentarci e a voler cambiare alla prima folata di vento: quello sì che è il modo migliore per perdere la bussola e non ritrovarla mai più.
  15. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    La preoccuoazione ci sta ed è legittima, ma io credo che Motta, come ogni allenatore serio, sia consapevole delle difficoltà e stia lavorando per trovare soluzioni. Adattare le proprie idee a un contesto nuovo richiede tempo e pazienza. Personalmente, resto fiducioso, margini di miglioramento ci sono, e la squadra ha ancora tempo per crescere e dimostrare il proprio valore.
  16. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    A me sembra che la cosa che va più di moda sia lamentarsi sempre e comunque. Se arriva un allenatore giovane e con idee nuove, non va bene perché “è di moda”. Se prendi un nome già affermato, non va bene perché “è un usato sicuro”. Se punti su un progetto a medio termine, non va bene perché ci vogliono i risultati subito. E se prendi uno come Conte che ti fa vincere subito, però poi in Europa facciamo figuracce e “gli scudetti li abbiamo già a bizzeffe”. Insomma, qualsiasi scelta diventa un pretesto per lamentarsi. L’unica cosa che va sempre di moda, alla fine, è criticare a prescindere.
  17. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Al di là del paragone con Klopp o con qualsiasi altro allenatore si voglia considerare, quello che conta davvero è il tipo di progetto che la società ha deciso di intraprendere. Guardando il percorso della Juventus con Motta, è evidente che si è voluto puntare su una rifondazione: svecchiamento della rosa, riduzione dei costi di gestione e investimenti mirati su giocatori futuribili. Basti pensare che oggi la Juve ha una delle rose più giovani della Serie A (se non sbaglio, la seconda) e ha puntato su un allenatore giovane, con idee chiare e in rampa di lancio. Con questi presupposti, è naturale che ci sia bisogno di un periodo di rodaggio: un progetto del genere è difficile che possa decollare istantaneamente. Molti giocatori chiave, che dovevano fare la differenza, non hanno ancora dato il contributo atteso, vuoi per infortuni, vuoi per un rendimento altalenante. Nonostante questo, l’obiettivo minimo, ovvero la qualificazione alla Champions League, è pienamente alla portata e siamo appena a dicembre. Inoltre, sono convinto che lo stesso Thiago Motta si renda perfettamente conto che c’è ancora molto lavoro da fare. Non credo assolutamente che stia deliberatamente guidando la nave verso gli scogli: il suo intento, come quello di tutti noi tifosi, è vedere la squadra svoltare e migliorare. Starà lavorando per trovare soluzioni, adattando i suoi concetti di gioco a una realtà più complessa come quella della Juventus. Quindi sì, magari ci si aspettava qualcosina in più, ma calma. Non c’è nessun motivo per lasciarsi andare a isterismi. Lasciamo lavorare squadra e allenatore con serenità e vediamo come evolve la situazione.
  18. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ma allora cosa l’hai preso a fare Thiago Motta? Se lo scegli per le sue idee di gioco, devi anche dargli il tempo di metterle in pratica, svilupparle e farle crescere. Ora invece sembra che la soluzione sia dirgli di cambiare registro perché non funziona subito. Ma scusate, non è un paradosso? L’hai scelto perché credevi in quel tipo di calcio, in quella filosofia, e dopo qualche difficoltà vuoi buttar via tutto? Questa è una contraddizione di fondo. Il problema di fondo è questo: sembra quasi che si pensi che basti chiamare un altro allenatore, uno che dice ‘Ragazzi, veloci! Tiriamo! Facciamo gol!’ e voilà, tutto si risolve. Come se fosse così semplice, come se Motta chiedesse ai giocatori di essere lenti, prevedibili e indolenti. No, non è così. Sicuramente anche lui si rende conto che le cose non sono ancora come dovrebbero essere e sta lavorando per migliorarle. Ci auguriamo tutti che ci riesca, ma se lo mandi via adesso, come puoi sapere se ce l’avrebbe fatta?
  19. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Se guardiamo al percorso di Klopp al Liverpool, è evidente quanto il tempo e la fiducia in un progetto a medio-lungo termine siano fondamentali, anche quando l’allenatore è già affermato come lo era lui dopo i successi al Dortmund. Nelle sue prime due stagioni, Klopp ha avuto difficoltà che avrebbero messo alla prova qualsiasi dirigenza: - Subentrato a stagione in corso, chiuse ottavo in Premier League e perse due finali (Europa League e Coppa di Lega). - Nella seconda stagione ottenne un quarto posto tra risultati altalenanti e limiti evidenti nella gestione difensiva. Eppure il Liverpool ha scelto di non farsi prendere dall’isteria dei risultati immediati. Ha dato fiducia alla visione di Klopp, lo ha sostenuto nel suo lavoro, e nel giro di qualche anno ha costruito una squadra dominante, capace di vincere Champions League e Premier League. Ora, non tutti i progetti sono uguali, non tutti gli allenatori hanno le stesse capacità. Magari Thiago Motta non diventerà mai un allenatore da grande squadra, ma se non gli diamo nemmeno il tempo di provare a dimostrarlo, come possiamo esserne certi? Se buttiamo tutto all’aria alla prima difficoltà, stiamo solo rinunciando in partenza a qualsiasi possibilità di crescita. In un progetto con una visione a medio-lungo termine, il tempo è l’ingrediente fondamentale. Se lo stoppi sul nascere, non lo saprai mai: avrai già perso in partenza.
  20. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Secondo me, per valutare un manager i parametri principali sono due: i risultati e la coerenza delle idee. Se un manager ottiene buoni risultati, soprattutto in un lungo periodo, è un buon manager. Ma in un contesto come il calcio, dove non esiste una ricetta magica per vincere, è fondamentale anche la coerenza. Se imposti un progetto e fai una programmazione, buttarla all’aria troppo presto è una mossa controproducente. Cambiare allenatore non ti dà alcuna garanzia di miglioramento. Anzi, rischi di peggiorare la situazione, e a quel punto il manager che figura ci fa? Ancora peggiore di quella di chi, pur affrontando difficoltà, resta coerente con le sue idee. Un manager che smentisce continuamente se stesso, inseguendo il risultato immediato e cambiando direzione a ogni difficoltà, non dà certezze a nessuno: è il peggior tipo di manager, uno da cui stare alla larga. Se Giuntoli è convinto di aver intrapreso la strada giusta con Thiago Motta e con un progetto che punta al medio termine, è giusto che continui su questa linea. Anche perché, se l’obiettivo fosse stato solo vincere subito, avrebbe preso Antonio Conte, che è il migliore nel raggiungere risultati immediati. Ma Conte, con tutti i suoi pregi, ha sempre dimostrato dei limiti nel portare le squadre oltre un certo livello, soprattutto in Europa. Invece, scegliendo Thiago Motta, si è fatta una scelta diversa: si punta a costruire qualcosa di più duraturo, con l’idea che possa portarti più lontano nel medio termine. Questo, però, implica accettare che l’inizio possa essere complicato e che serva tempo per vedere i risultati. Se la scelta di Thiago Motta si rivelerà giusta o sbagliata, solo il tempo ce lo potrà dire. Non è oggi, dopo pochi mesi e qualche difficoltà, che possiamo emettere sentenze definitive. Quindi, onestamente, non sono né sorpreso né preoccupato dalla situazione attuale. È tutto in linea con un percorso che richiede pazienza e coerenza.
  21. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Quanto aspetterei prima di farmi venire il dubbio? Ah, io subito! Una partita storta ed è già troppo. Anzi, se fossi il direttore sportivo, mi terrei direttamente in tribuna un allenatore di riserva, pronto a subentrare se decido di esonerare quello in panchina tra il primo e il secondo tempo. Apparte gli scherzi, hai ragione nel dire che il posto Champions è fondamentale, non c’è dubbio. Ma se fai il direttore sportivo, la scelta dell’allenatore non dovrebbe essere fatta solo in funzione del breve termine o con il fiato sul collo della classifica. Altrimenti ogni progetto parte già zoppo. Se hai scelto un allenatore e fatto un mercato basato su una certa idea di gioco, di crescita e di sviluppo, allora devi avere la lucidità e il coraggio di sostenerlo, anche quando attraversi le prime difficoltà.
  22. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    La cosa che noto è che tutti i difetti che elenchi (preparazione sbagliata, tattica discutibile, turnover inefficace e persino la gestione della comunicazione) sono in realtà figli dei risultati negativi del momento. Basta qualche risultato positivo e, come per magia, tutto si trasforma in pregi: la preparazione diventa mirata, la tattica coraggiosa, il turnover intelligente e la personalità dell’allenatore perfetta per l’ambiente Juve. Questo, secondo me, dimostra quanto il tuo giudizio sia più emotivo che razionale, perché troppo legato all’immediatezza dei risultati. Detto questo, è chiaro che nemmeno io sono soddisfatto di come stanno andando le cose finora. Però bisogna riconoscere che alcuni giocatori chiave dell’ultimo mercato, che dovevano fare la differenza, li abbiamo visti con il contagocce, tra infortuni e difficoltà di inserimento. La squadra non ha ancora preso la sua forma definitiva e deve darsi una scossa, ma sono convinto che il potenziale ci sia. Anche perché, come dicevo, prendere un allenatore nuovo non ti dà nessuna garanzia di miglioramento: rischi solo di inseguire sempre il risultato immediato e ricominciare ogni volta da capo alla prima difficoltà.
  23. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ma quale sarebbe, di preciso, la strada intrapresa? E soprattutto quale sarebbe quella giusta che, secondo te, si doveva percorrere? In base a cosa stabilisci che questa strada è sbagliata dopo pochi mesi? E, ancora, chi ci garantisce che un eventuale nuovo allenatore prenda davvero quella giusta? Mi sembra piuttosto che questo discorso sottintenda un desiderio di risultati immediati, senza considerare che è il lavoro continuativo a produrre miglioramenti tangibili nel medio periodo. Non esiste una strada perfetta, ma esiste il tempo necessario per capire se un progetto funziona o meno. E se al primo periodo di difficoltà la soluzione è sempre quella di prendere l’allenatore, il suo staff e gettarli nel Po, allora non stiamo costruendo nulla: stiamo solo reagendo istericamente, rischiando di ritrovarci sempre al punto di partenza.
  24. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Benissimo, allora Thiago Motta ha fallito: mandiamolo via subito, prendiamo un altro e diamogli, che so, 10 partite? Se non ingrana, via anche lui. Tanto a che serve il tempo? Il tempo è solo un alibi, no? Mica siamo alle giovanili, mica è fisica quantistica! E via con un altro ancora. Tanto più allenatori mandi via, più possibilità hai di azzeccare quello giusto, no? Come pescare a caso da un mazzo: prima o poi uno buono lo trovi. Peccato che, nel frattempo, la squadra resta senza identità, senza certezze e soprattutto senza un progetto. Il problema è questo: se vuoi costruire qualcosa di duraturo, non puoi continuare a buttare tutto all’aria alla prima difficoltà. Quella non è programmazione, è solo una reazione isterica che ti tiene bloccato in un loop infinito. Motta, a Bologna, ha dimostrato che il tempo è un ingrediente fondamentale per vedere i risultati. Qui il contesto è diverso, le aspettative sono più alte, ma il principio non cambia: se hai scelto un allenatore con un’idea di calcio precisa, devi avere la coerenza di sostenerlo. Altrimenti non costruisci niente, continui solo a sperare di pescare il jolly.
  25. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Guarda, posso anche capire che a questo punto della stagione ci si aspettasse qualcosa di più, ed è una posizione legittima. Ma davvero credi che cambiare allenatore oggi per inseguire un risultato immediato sia la soluzione? Mi parli di Tudor, che ha fatto benino entrando in corsa alla Lazio, ma perché allora non applicare lo stesso metro a Thiago Motta? L’anno scorso, la migliore versione del Bologna si è vista proprio nella seconda parte della stagione, dopo che Motta ha avuto il tempo di lavorare e far assimilare le sue idee. Quindi perché Tudor dovrebbe replicare le aspettative della Lazio e Motta, invece, dovrebbe fallire quelle della Juventus? Se usiamo la stessa logica, dovremmo pensare che siamo nella situazione ideale per veder crescere questa squadra nei prossimi mesi. Alla fine, se hai deciso di intraprendere un progetto con un allenatore come Motta, devi avere la coerenza di dargli tempo. Secondo me pensare di stravolgere tutto alla prima difficoltà non porta da nessuna parte. Se vogliamo costruire qualcosa di duraturo, dobbiamo accettare che i risultati possano arrivare più lentamente.
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