Marmellata Puffin

Il tuo discorso è troppo semplicistico. Nel calcio puoi prendere esempi di qualsiasi tipo per sostenere qualsiasi tesi: ci sono allenatori che hanno vinto subito, altri a cui è stato dato tempo e hanno fatto bene, e altri ancora che hanno deluso nonostante il tempo concesso. Ci sono cambi di allenatori che hanno svoltato la stagione, e cambi che hanno solo peggiorato le cose. Se esistesse davvero una ricetta vincente, la seguirebbero tutti e tutti avrebbero grandi risultati. Ma così non è. Quindi anche tu, se cambi allenatore oggi, quali garanzie hai di migliorare? Magari fai peggio. E a quel punto cosa fai? Cambi di nuovo? Entri in un loop infinito: se il nuovo allenatore non ingrana in 8-10 partite, ne prendi un altro e quante partite gli concedi? Cinque, sei? Alla fine non se ne esce più. L’unica cosa sensata è avere una strategia chiara e coerente. Poi, certo, si giudicherà tutto alla fine, dirigenti compresi, se i risultati saranno negativi. Ma mettersi a stravolgere tutto ogni volta che ci sono 10-12 partite difficili è un modo sicuro per non costruire niente. Non ha senso, così come non ha senso tirare fuori esempi selezionati per dimostrare a tutti i costi una propria tesi.

Guarda, questa storia del ‘mercato da pezze al *’ fatto ad Allegri è semplicemente una falsità. Quei giocatori – Pogba, Di Maria, Paredes – non li abbiamo certo presi gratis: sono costati tantissimo in stipendi lordi (7,5 milioni netti a stagione senza il Decreto Crescita) e hanno lasciato un valore residuo di cartellino pari a zero. Aggiungo che anche Vlahovic e Bremer – giocatori forti e giustamente pagati – non sono certo arrivati in cambio di tramezzini. Quindi no, il costo complessivo della rosa in quel periodo non era affatto basso, anzi. La differenza sostanziale tra quel mercato e quello di oggi sta proprio nella futuribilità del progetto. Ora si è scelto di investire su giocatori come Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico González, che a 26 anni sono profili già pronti a dare un contributo ma con ancora margini di miglioramento, soprattutto in un contesto ambizioso come quello della Juve. In più, si sta dando ampio minutaggio ai giovani della Next Gen, come Yildiz, Savona e Mbangula: questo è un segnale chiaro di un progetto che vuole costruire, non cercare scorciatoie per vincere subito. Certo, cambiare molti giocatori in una sola sessione di mercato richiede tempo perché la squadra ingranasse, ed è abbastanza normale. Bisogna rendersi conto della situazione: hanno fatto una scelta precisa e io la condivido. È un progetto con un orizzonte a medio termine, più sostenibile. Poi se a te piace l’idea di spendere soldi per parametri zero pronti subito, che prendono stipendi altissimi e restano uno o due anni, va benissimo, è un’idea di calcio diversa. Ma non è quella che hanno scelto, e onestamente, visto il passato recente, mi sembra una scelta logica e coerente.

Se ti piace di più, possiamo dire che abbiamo preso giocatori con margini di crescita, su cui si può lavorare. Nessuno di quelli acquistati è un giocatore fatto e finito, ed è evidente che non si sia voluto creare un instant team con soluzioni pronte all’uso. In questa prospettiva, ritengo sia giusto concedere del tempo al progetto. Se a fine stagione non si vedrà nulla della squadra che dovremo essere e saremo ancora un cantiere aperto, allora se ne potrà riparlare. Ma cambiare adesso, buttando tutto all’aria, sarebbe solo sintomo di una società schizofrenica, che naviga a vista e si fa guidare dall’isteria dei risultati a breve termine.

E peraltro Gasperini non è un allenatore noto per le partenze a razzo, anche lui avrebbe bisogno del suo tempo quindi saremmo sempre lì.

Se per te un giocatore giovane deve presentarsi all’allenamento con lo zaino della scuola, fare merenda con l’Ovetto Kinder e correre a casa per finire i compiti, allora sì, hai ragione: Koopmeiners, Nico González e Douglas Luiz non sono giovani. Scherzi a parte, questi tre sono i giocatori più anziani che abbiamo acquistato, e hanno 26 anni. È vero che, tra infortuni e stato di forma precario, non hanno ancora dato il contributo che ci si aspettava, ma il resto del mercato racconta un’altra storia. Abbiamo preso Thuram (23), Kalulu (24), Conceição (21) e lanciato Yildiz titolare a soli 19 anni, senza dimenticare i ragazzi della Next Gen come Savona e Mbangula, che stanno trovando un buon minutaggio. Secondo me si sta costruendo una squadra con equilibrio, giocatori pronti ma con margini di crescita affiancati a giovani. Poi è ovvio che la squadra andrà rinforzata, non è perfetta così com’è, ma mi sembra coerente con l’idea di costruire per raccogliere non subito ma nel medio termine.

La scelta di Thiago Motta e una campagna acquisti orientata su giovani di prospettiva indicano chiaramente che la Juventus ha avviato un progetto di costruzione a medio termine, non la creazione di un “instant team” pronto a vincere subito. L’obiettivo non è assemblare una squadra, ma coltivarla, sviluppando un’identità solida e duratura. Cambiare ora allenatore per puntare su un profilo pragmatico e giocatori di usato sicuro (stile Di Maria) sarebbe un errore grave. Non solo i costi di gestione salirebbero, ma soprattutto si lancerebbe un messaggio pericoloso: la società non ha una visione chiara e si lascia guidare dai risultati a breve termine. Un segnale di confusione e debolezza che comprometterebbe la credibilità del progetto. Il percorso attuale richiede pazienza, ma con qualche innesto mirato, già dalla prossima stagione si può essere competitivi. L’alternativa è tornare a rincorrere soluzioni temporanee, senza mai costruire nulla di stabile.

Diagnosi di pareggite

Credo che la scelta di Thiago Motta come allenatore sia stata fatta con un’ottica di medio termine, non per ottenere risultati immediati, ma per costruire una squadra competitiva nel tempo. È chiaro che ci vuole pazienza, ma sul finire di questa stagione dovranno iniziare a vedersi i segnali di una direzione precisa e della squadra che vogliamo diventare. Se a quel punto l’impressione sarà che il progetto sta prendendo forma e che con qualche innesto mirato possiamo puntare a competere per vincere dalla prossima stagione, allora potremo considerare l’annata in linea con le aspettative. Al contrario, se a fine stagione la squadra risulterà ancora un cantiere aperto e senza una direzione chiara, sarà lecito porsi delle domande sul percorso intrapreso. Per ora, però, eviterei giudizi affrettati o schizofrenici: il progetto sembra costruito per raccogliere risultati solidi nel tempo, e bisogna lasciare a Motta il giusto margine per lavorare.

Ma siamo sicuri che Douglas Luiz sia davvero un calciatore disposto a impegnarsi e sacrificarsi per il bene della Juventus? In questi pochi mesi qualche dubbio me lo fa venire. È fermo da più di un mese per un semplice affaticamento e non sembra dare segnali di voler rientrare a pieno regime. A questo si aggiunge la richiesta, soddisfatta, di far ingaggiare anche la sua fidanzata nella squadra women. Non vorrei che lui e la sua compagna siano più fenomeni da social che fenomeni in campo.

A me D. Luiz al momento preoccupa più dal punto di vista mentale.

Ero in quinta elementare e ricordo che in classe giravano voci incontrollate su ipotetici risultati che neanche Fantozzi durante il cineforum

Credo sia stato alla Lazio dal 98 al 2000, in quel periodo la Lazio ha vinto coppa italia, supercoppa italiana, coppa delle coppe, supercoppa europea e scudetto…pensa se andava bene

Nella pallavolo femminile la rete è 20 cm più bassa. Quando Shaq e TMac hanno provato a proporre di abbassare il canestro per le ragazze, si sono presi gli insulti stizziti delle Karen della wnba.

Night night

Qualcuno mi spiega il senso di avere Spoelstra e Lue come vice di Kerr? Sarebbe come avere Conte e Allegri come vice di Spalletti

Ennesimo quarto posto is coming…

Sono commosso anch’io. Nel mio piccolo di atleta amatoriale mi è successa la stessa cosa. Ricoverato a ridosso di un evento, mi sono presentato lo stesso ottenendo un risultato, ovviamente, al di sotto delle aspettative. Sul momento ero deluso, ma a distanza di mesi mi sono reso conto di aver fatto una piccola impresa…sarà così anche per Gimbo mi auguro.

C’è poco da fare, era al 30% e si vedeva. Ha fatto bene comunque a presentarsi e a fare quello che ha potuto con le energie che aveva.

Tamberi comprensibilmente fuori condizione

Cuba avrebbe oro, argento e bronzo nel salto triplo ma gli atleti sono naturalizzati per altri paesi quindi non vince niente.

Quantomeno da un punto di vista mentale si

Pallavolo maschile scesa in campo con lo spirito della vittima sacrificale

Comunella tra prescritti in tribuna

Ho idea che se perdiamo questo set, poi al terzo ci asfaltano

E immagino la soddisfazione degli altri per questo argento di Foconi