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Marmellata Puffin

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Tutti i contenuti di Marmellata Puffin

  1. Per quanto Cambiaso sia un giocatore in crescita, affidabile e moderno, dobbiamo essere obiettivi: non è ancora un game changer. La cifra proposta è probabilmente superiore al suo valore di mercato attuale e, da un punto di vista economico, sarebbe un affare eccellente per la Juventus. Tuttavia, un club ambizioso non può fermarsi al guadagno immediato. La vera sfida sta nel piano post-cessione. Il rischio? Non avere un piano chiaro. Se non c’è già una strategia per il sostituto o per allocare quei fondi, potresti ritrovarti a pagare cifre enormi per giocatori mediocri, perché tutti sapranno che hai liquidità da spendere.
  2. Ragionando sul tema, mi è tornato in mente un episodio raccontato da Carlos Tevez. Quando arrivò alla Juventus a 29 anni, già giocatore affermato e vincente, con esperienze in club di livello come Manchester United e City, al primo allenamento Buffon lo accolse con un abbraccio, guardandolo faccia a faccia, dicendogli: “Andiamo eh, andiamo eh, che quest’anno dobbiamo vincere tutto.” Detto da un capitano e veterano come Buffon, un simbolo per il club e rispettato da tutti, quello era un messaggio che trascinava e motivava immediatamente, mostrando cosa significava essere alla Juventus. Sono dettagli che contano: in un ambiente così stimolante, dove anche il leader massimo dà importanza a ogni allenamento, è più facile spingersi al limite. Ecco perché, oltre a puntare sui giovani e su un’età media bassa, credo che la squadra debba lavorare per integrare figure di grande carisma e spessore, capaci di essere un riferimento per tutti, dentro e fuori dal campo. Personalità del genere fanno la differenza, perché creano quella mentalità vincente che alla lunga può portarti lontano.
  3. Il discorso su Danilo può anche avere senso: se non si vuole puntare su di lui, considerato l’ingaggio pesante e il fatto che non è un giocatore futuribile, ci sta ragionarci. Ma guardando la rosa a 360°, emerge un aspetto su cui Giuntoli dovrà lavorare: con un’età media tra le più basse della Serie A e poca anzianità di servizio tra i giocatori (tolto Perin, Danilo è l’unico con un percorso consolidato, e dopo di lui c’è Locatelli, da tre anni alla Juve e senza grandi successi alle spalle), mancano esperienza e carisma. Per crescere e tornare competitivi, servirà integrare elementi di spessore internazionale e leadership.
  4. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Su Gasperini è indubbio che sia un ottimo tecnico, ma è proprio l’emblema di un allenatore che ha bisogno di tempo e lavoro per implementare il suo calcio. Quando gli è stato chiesto tutto e subito, non sempre ha avuto successo (vedi Inter). Questo non per sminuire il suo valore – lo accoglierei volentieri alla Juventus – ma sarebbe importante essere consapevoli che anche un tecnico del suo calibro potrebbe richiedere pazienza per ottenere risultati tangibili. E allora, mi chiedo: saremmo disposti a concedergli il tempo necessario? O rischieremmo di trovarci in un loop di critiche e cambiamenti? È vero che Conte aveva un legame speciale con la Juventus come ex capitano, e questo gli ha dato un impatto immediato. Ma penso che anche Thiago Motta, da ex calciatore di alto livello con esperienze in grandi club, abbia piena consapevolezza di cosa significhi lavorare in un contesto ambizioso. Certo, non ha ancora dimostrato quanto Conte, ma non credo sia un tecnico scollegato dalla mentalità di una grande squadra. Per quanto mi riguarda, citare Trapattoni, Lippi e Conte non significa sostenere che un certo approccio funzioni sempre, ma solo che non esistono ricette universalmente vincenti o perdenti. Per ogni esempio di un allenatore giovane o emergente che ha avuto successo, ce n’è un altro che ha fallito, e lo stesso vale per i grandi nomi (vedi Ancelotti al Napoli o Van Gaal al Manchester United). Guardiola e Zidane, invece, hanno fatto benissimo da esordienti. Insomma, nel calcio le variabili sono tante, e ogni scelta ha i suoi rischi. Non si può escludere a priori che una strada sia migliore dell’altra, anche se ognuno può avere una preferenza legittima.
  5. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Sono convinto che non esista una ricetta vincente nel calcio, ogni scelta porta con sé dei rischi, e non è mai garantito che un allenatore, anche con un grande curriculum, sia sempre la persona giusta per un determinato contesto. Nel caso della Juve attuale, puntare su un allenatore emergente come Motta mi sembra comunque una scelta sensata. Ovviamente, speriamo tutti che Motta si riveli l’uomo giusto, ma solo il tempo e i risultati lo diranno. Se dovesse fallire, come giustamente dici, sarebbe la scelta a rivelarsi sbagliata, non necessariamente l’allenatore in sé.
  6. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Concordo che, se ci fosse la possibilità di prendere un Guardiola o un Klopp, probabilmente sarei d’accordo anch’io nel cambiare. Tuttavia, mi chiedo quale sarebbe il tuo atteggiamento nei confronti di profili come Gasperini o Xabi Alonso. Entrambi, oltre a essere tecnici competenti e capaci, hanno già vinto qualcosa, anche trofei importanti, e sarebbero quindi allineati al tipo di profilo che tu sembri preferire: allenatori con credibilità e successi alle spalle. Ma nonostante ciò, nemmeno loro godono ancora di quello status da super top, e potrebbero anch’essi aver bisogno di tempo per adattarsi e ottenere risultati con una rosa acerba come la nostra. A quel punto, saresti più incline a concedere loro il tempo necessario per lavorare, o li etichetteresti presto come dei bluff se non riuscissero a produrre risultati immediati? Non dimenticherei che anche Trapattoni, Lippi e Conte sono arrivati alla Juve senza lo status di grandi vincenti o con un curriculum stellare. Al contrario, secondo la tua definizione, sarebbero stati considerati dei ‘pellegrini’. Eppure, proprio alla Juve hanno trovato il contesto per affermarsi e scrivere la storia del club. Questo per dire che non esistono ricette sempre vincenti e che, a volte, bisogna dare fiducia a un progetto. Magari Motta si rivelerà un errore, ma se la società lo ha scelto per guidare questo percorso, ritengo sia giusto sostenerlo almeno finché ci sono margini per migliorare.
  7. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    I nomi che hai fatto sono sicuramente dei buoni allenatori, e nessuno mette in dubbio il loro valore, ma per quanto bravi possano essere, non hanno la bacchetta magica. Anche loro potrebbero aver bisogno di tempo per adattarsi, capire l’ambiente, trovare la quadra tattica e ottenere risultati. A questo punto ti chiedo: se dovessi prendere uno di questi allenatori adesso, quanto tempo saresti disposto a concedergli? Perché, seguendo il tuo ragionamento, più il tempo passa e più lo studente rischia di essere bocciato. Allora cosa faremmo? Metteremmo in panchina un nuovo allenatore con la pistola puntata, pretendendo risultati immediati? E se questi non dovessero arrivare subito, ripartirebbe l’urgenza di cambiare di nuovo? Mi sembra una strategia che rischia di farci finire in un circolo vizioso, più che risolvere i problemi. Se pensi davvero a un nome importante come Zidane, per esempio, non credi che sarebbe più sensato pianificare la prossima stagione con lui, dandogli il tempo e i mezzi per costruire qualcosa? Prenderlo ora, a stagione in corso, con una squadra che non è certamente paragonabile al Real Madrid del 2016 (quando Zidane subentrò a una squadra già da top con campioni assoluti in ogni ruolo), rischia di essere un salto nel vuoto. Non credi che continuare con Motta, sperando che possa trovare la quadra, sia una scelta meno impulsiva e più ragionata, almeno fino a giugno?
  8. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Capisco la tua delusione nei confronti di Motta, e penso sia legittimo che qualcuno possa perdere fiducia nel progetto, soprattutto dopo un girone d’andata con risultati al di sotto delle aspettative. Tuttavia, mi sembra che la tua proposta di cambiare l’allenatore ora sia più figlia di una reazione di pancia che di una riflessione critica e lungimirante. Cambiare a stagione in corso, senza avere un’opzione concreta e valida da mettere in panchina, rischia di farci scivolare nel caos. È un approccio che ricorda molto i tempi di Moratti all’Inter, dove i cambi erano spesso improvvisati e dettati dall’emozione del momento, con i risultati che tutti ricordiamo. Al momento, la squadra ha ancora tutto un girone di ritorno davanti e un potenziale che, a mio avviso, può essere sfruttato. Piuttosto che pensare a un cambio senza certezze, forse sarebbe meglio provare a sostenere Motta, nella speranza che possa imboccare la strada giusta e cominciare a ottenere risultati più credibili. Poi, se anche nel girone di ritorno la squadra dovesse continuare a essere un cantiere aperto, senza identità e con risultati altalenanti, sarà naturale e giusto porsi delle domande. Ma cambiare ora, senza un piano concreto, mi sembra più un gesto istintivo e controproducente che una scelta razionale.
  9. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Guarda, più che dire ‘il tempo non esiste’, credo sia più corretto parlare di programmazione. Perché fare le cose a casaccio, senza una visione di medio-lungo termine, quello sì che non fa parte della storia della Juventus. Hai citato Delneri, ma è importante ricordare che anche a lui è stata fatta finire la stagione. Non è stato cambiato in corsa, e proprio quella decisione ha permesso di programmare l’arrivo di Conte in un momento in cui era chiaro che ci fosse bisogno di un progetto nuovo e ben pianificato. Se invece avessero improvvisato cacciandolo a stagione in corso, magari avrebbero preso un traghettatore e chissà cosa sarebbe successo dopo, magari avrebbero tenuto lui e non preso Conte. Non credo che Conte sia stato un colpo di fortuna, ma il frutto di una scelta ponderata e programmata. Quindi, ti chiedo: Motta lo cambieresti davvero prima della fine della stagione? E, soprattutto, per cosa o chi? Quale sarebbe l’obiettivo realistico di questo cambio a stagione in corso? Perché cambiare tanto per cambiare rischia di portarci a fare scelte affrettate e poco lungimiranti, proprio l’opposto di quello che, storicamente, dovrebbe essere lo stile Juventus.
  10. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Che Motta possa trovare la quadra e far rendere al meglio la squadra credo ce lo auspichiamo tutti, me compreso. È vero che stiamo attraversando un periodo di risultati altalenanti, ma personalmente credo che la squadra abbia ancora margini di miglioramento e che il lavoro possa portare frutti con il tempo. Al di là di questo, mi sembra però che non ci sia una vera alternativa credibile per un eventuale cambio di allenatore. Se non hai nessuna opzione concreta che rappresenti un upgrade sicuro rispetto a Motta, che senso ha tenerlo con la pistola puntata? A quel punto, rischieresti di cambiare solo per pescare dal mazzo degli allenatori liberi, sperando di trovare un jolly.
  11. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Va bene, queste alla fine son frasi fatte ma un po’ vuote di contenuto.
  12. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ma tu cosa intendi esattamente per ‘decenza’? La qualificazione in Champions? Una posizione di vertice costante? Oppure semplicemente risultati più stabili rispetto a quelli attuali? È importante capire cosa si intende, perché mi sembra che il concetto sia un po’ vago e aperto a interpretazioni. Poi, se pensi che Motta non sia l’uomo giusto, chi proporresti realisticamente al suo posto? Considerando il momento della stagione e il contesto attuale, chi ritieni che possa arrivare, cambiare subito le cose e portare quella ‘decenza’ di cui parli? E soprattutto, quanto tempo saresti disposto a concedergli se non riuscisse a incidere immediatamente? Saresti disposto a tollerare eventuali difficoltà iniziali, o partirebbe subito la critica anche verso di lui?
  13. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Guarda, vorrei ricapitolare il tuo pensiero perché, sinceramente, faccio fatica a seguirlo e capire dove vuoi arrivare. Allora, prima citi Mancini come esempio di allenatore di grande esperienza e spessore, e fin qui ci sta: Mancini è un profilo noto e con un curriculum importante. Però dici che non gli daresti un ingaggio che realisticamente potrebbe chiedere, considerando che arriva da un contratto in Arabia Saudita di oltre 20 milioni netti all’anno. Ora, pensare che venga alla Juventus per ‘due noccioline e una birretta’, come dire, non mi sembra molto realistico. Anche ipotizzando un ingaggio ben inferiore rispetto a quello arabo, sarebbe comunque un investimento significativo, e a quanto pare per te sarebbe già troppo. Poi dici che vorresti un allenatore ‘top 20 in Europa’. Ok, ma se Mancini, con la sua esperienza e il suo palmares, per te è ‘fuori dal giro’ e quindi non vale l’investimento, allora chi è questo allenatore ‘top’ che verrebbe ora? Cioè, un allenatore che sia tra i migliori al mondo, senza costare troppo, disposto a subentrare a stagione in corso, senza mercato, e che garantisca risultati immediati. Mi sembra di descrivere un unicorno più che un tecnico. L’unica cosa che emerge chiaramente dai tuoi messaggi è che non ti piace Motta, e va bene, è una tua opinione legittima. Ma cambiare per cambiare, senza avere alternative praticabili, non mi sembra una strategia.
  14. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ma come? Prima citi Roberto Mancini come esempio di allenatore esperto e vincente, poi però sostieni che un contratto e un ingaggio che sarebbero verosimili per portare Mancini sulla panchina della Juventus non sarebbero accettabili. E subito dopo affermi che la Juventus dovrebbe puntare su uno dei primi venti allenatori in Europa, disposto a concedergli l’ingaggio che richiede. Qui c’è qualcosa che non quadra nella logica di questo pensiero. Inoltre, mi chiedo: tra questi top 20 allenatori d’Europa, quanti sono partiti a razzo in una grande squadra? Alcuni hanno avuto bisogno di tempo e fiducia per affermarsi. Ti faccio un esempio recente: Simone Inzaghi all’Inter. Dopo un anno e mezzo di risultati altalenanti, molti tifosi lo avrebbero defenestrato senza troppi complimenti. Oggi, invece, è portato sul palmo di mano come uno dei migliori allenatori in Serie A e sta facendo bene anche in Europa. La logica del tuo discorso sembra chiudere la porta a ogni possibile allenatore emergente: se non hai già un curriculum importante, non puoi allenare una grande squadra; ma senza una grande squadra, è impossibile costruirsi un curriculum. È un circolo vizioso che esclude a priori chiunque non abbia già un nome affermato, lasciando zero spazio a chi potrebbe dimostrare di valere con il tempo e il lavoro. Un’altra riflessione: negli ultimi tre anni, la Juventus ha avuto in panchina uno degli allenatori italiani più esperti e vincenti, Massimiliano Allegri, che nessuno può negare abbia un curriculum di alto livello. Eppure, credi che tra 10 o 20 anni questo triennio sarà ricordato come uno dei momenti d’oro della nostra storia? Io ne dubito. Quindi forse la questione è un po’ più complessa, se bastasse ingaggiare un allenatore di grande lignaggio, sarebbero capaci tutti.
  15. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Mancini è senza dubbio un allenatore esperto, con un curriculum importante, certamente più esperto di Thiago Motta. Tuttavia, sarebbe ragionevole ipotizzare che un profilo del suo calibro non si muova per meno di un triennale da 8-10 milioni netti a stagione. Bene, quindi pensi che sia una buona idea fare ora un investimento così oneroso su Roberto Mancini? Oltretutto, quanto saresti disposto ad aspettarlo qualora non riuscisse a ottenere fin da subito i risultati sperati? Senza dimenticare che, per quanto Mancini abbia un ottimo curriculum, la sua ultima esperienza completa in Serie A risale a quasi 10 anni fa e, in quella stagione, non riuscì a qualificare l’Inter per la Champions League. Insomma, è tutt’altro che scontato che il suo eventuale subentro porti automaticamente ai risultati sperati, mentre il contratto oneroso rimarrebbe comunque un impegno. Tu faresti davvero questa scelta?
  16. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ti chiedo: pensi che attualmente ci sia un allenatore con un curriculum paragonabile a quello di Klopp, che sia realisticamente prendibile? E nel caso non ci fosse, quanto credito saresti disposto a dare a un eventuale nuovo allenatore, soprattutto se non riuscisse a imprimere un cambio di marcia fin da subito?
  17. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Mi sembra di capire dai tuoi post che saresti favorevole a un cambio di panchina a stagione in corso. Al contempo, traspare una tua grande stima per Klopp, che hai giustamente evidenziato non essere riuscito a incidere immediatamente al Liverpool, non avendo avuto a disposizione la preparazione né un mercato fatto su misura per lui. Detto ciò, come pensi che possa essere una buona idea cambiare allenatore adesso per la Juventus, considerando che il subentrante avrà con ogni probabilità un curriculum ben inferiore a quello di Klopp, senza la possibilità di incidere sulla preparazione e senza la possibilità di operare sul mercato? Dovremmo sperare in un colpo di fortuna?
  18. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Voglio precisare che non difendo Thiago Motta in quanto persona o allenatore, ma difendo il modus operandi e la strategia adottata dalla società all’inizio della stagione. Cambiare ora significherebbe sconfessare completamente l’idea con cui si è partiti, per inseguire un risultato minimo a breve termine, senza nemmeno avere alcuna garanzia di poterlo effettivamente ottenere. Per di più, la scelta del sostituto rischierebbe di essere frettolosa, pescando dal mucchio degli allenatori liberi, senza una reale pianificazione. Da una parte, c’è l’opzione di sostenere l’idea iniziale, che è un po’ indietro ma non naufragata; dall’altra, c’è quella di inseguire un risultato immediato senza certezze, affidandosi alla fortuna. Personalmente, preferisco il primo approccio: più coerente e ponderato.
  19. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ah, meno male che sei arrivato tu, custode della dialettica da forum, dopo una dura giornata di lavoro, a liberarci dalle supercazzole sugli allenatori con un intervento che, devo dire, non aggiunge assolutamente niente alla conversazione. Apprezziamo tutti il tuo contributo. Ovviamente sto scherzando, eh, perché su un forum è normale che ognuno dica la sua, specialmente in un topic che parla proprio dell’allenatore.
  20. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Non capisco del tutto il tuo punto, anche perché nella partita che citi l’età media dell’11 iniziale della Juventus era più alta rispetto a qualunque partita della Juve di quest’anno. Ma anche se avessi ragione, non ha molto senso sostenere una tesi basandosi su una singola partita, visto che nel calcio possono succedere risultati sorprendenti. Inoltre, non mi sembra di non aver riconosciuto i meriti di Allegri: ho solo detto che è più a suo agio nella gestione di campioni affermati, un contesto in cui ha dimostrato grande abilità, piuttosto che nello sviluppo di giocatori ancora da formare. Dipende tutto dal tipo di progetto che si vuole perseguire.
  21. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Concordo sul fatto che Allegri sia un gestore eccezionale, ma proprio per questo non credo che sia l’allenatore giusto per un progetto come quello che la Juventus sembra voler costruire ora. È ottimo nel massimizzare il rendimento di giocatori già affermati, ma non è altrettanto efficace quando si tratta di coltivare giovani talenti o di sviluppare un gruppo in crescita. Se guardiamo la situazione attuale, la Juve non ha il potenziale economico per comprare solo giocatori già pronti, di alto livello, da mettere in mano ad Allegri per competere ai massimi livelli. Con lui potresti arrivare terzo o quarto e mantenerti stabile per anni, ma difficilmente riusciresti a fare il salto definitivo. L’idea di puntare su un allenatore come Thiago Motta, invece, credo nasca dalla necessità di avere qualcuno in grado di far crescere i giocatori e valorizzare il progetto a medio-lungo termine, un tipo di lavoro che evidentemente non è nelle corde di un Allegri. Bisogna sperare che Motta riesca a dimostrare di essere l’uomo giusto.
  22. Non credo che la questione sia una diatriba tra Allegri e Thiago Motta, ma piuttosto una differenza nei progetti. Nel secondo mandato di Allegri, si puntava a ottenere risultati immediati, cercando di rendere la squadra competitiva per lo scudetto. Tuttavia, la rosa si è rivelata sopravvalutata e la strategia di puntare su giocatori già affermati ha aumentato i costi di gestione senza costruire una base solida. Nell’ultimo anno, dopo tutte le vicende societarie, Allegri è stato tenuto perché, con la sua esperienza, si pensava potesse essere il profilo più adatto per garantire almeno il quarto posto, obiettivo che peraltro ha centrato. Non penso però che Giuntoli abbia voluto sabotarlo: semplicemente, stava pianificando un progetto diverso, basato su ringiovanimento della rosa, abbassamento dei costi e sviluppo dei giovani, un lavoro più orientato al medio termine. Questo tipo di progetto richiede tempo e pazienza, e probabilmente non è nelle corde di Allegri, che è un ottimo gestore di campioni affermati ma meno adatto a un lavoro di costruzione. Si spera che Thiago Motta possa essere il profilo giusto per portare avanti questa visione. Certo, ci si poteva aspettare di essere un po’ più avanti a questo punto della stagione, ma non mi sembra che la situazione sia così drammatica da giustificare l’idea di buttare tutto all’aria dopo pochi mesi. Serve pazienza per valutare se questo progetto porterà i risultati sperati, ma penso che sia stato messo in conto che non sarebbero arrivati immediatamente.
  23. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Ovviamente, alla Juventus nessuno è intoccabile, e ci mancherebbe altro. Però c’è una bella differenza tra essere intoccabile e l’essere messo in discussione o buttato via appena le cose stanno andando un po’ più a rilento rispetto al previsto. La situazione non è così drammatica come potrebbe sembrare: siamo ancora in corsa per il passaggio del turno in Champions e possiamo tranquillamente puntare a una delle prime quattro posizioni in campionato. Inoltre, guardando i nomi che hai fatto, Palladino è un profilo che possiamo già depennare perché non è disponibile, quindi non rientra nemmeno tra le opzioni. Quanto a Mancini, per quanto sia un allenatore esperto, nemmeno lui può garantire una svolta immediata appena arrivato. Non dimentichiamo che abbiamo la seconda rosa più giovane del campionato. Questo significa che molti giocatori vanno aspettati e accompagnati nella loro crescita, perché un progetto del genere richiede tempo e pazienza. Proprio a livello concettuale, visto il tipo di progetto che si è intrapreso, ha decisamente più senso cercare di sostenerlo e augurarci che Thiago Motta si riveli la scelta giusta, piuttosto che mettere tutto in discussione o pensare di cambiarlo a questo punto della stagione, soprattutto.
  24. Sì, anche secondo me, considerando le assenze, Danilo poteva essere utile. Però, bisogna dire che siamo a ridosso della finestra di mercato e, se effettivamente Danilo è un giocatore in uscita, come sembra, non possiamo escludere che ci sia già una trattativa in fase avanzata. In quest’ottica, quindi, la decisione di non convocarlo non mi sembra niente di clamoroso. Quello che voglio sottolineare è che la situazione viene riportata in maniera un po’ tendenziosa. Capisco i messaggi che esprimono una preoccupazione legittima per il numero di giocatori disponibili, ma noto che un numero consistente di commenti si scaglia contro la società, dipingendola come fossimo in mano a dei dilettanti allo sbaraglio. Questo, secondo me, era proprio l’intento di chi ha scelto un titolo e un tweet volutamente pungenti per creare discussioni accese. Va bene che forse si poteva pensare di convocarlo lo stesso, ma resto dell’idea che la scelta di preservarlo, se è in uscita, rientri in una dinamica comprensibile.
  25. Marmellata Puffin

    Cambiare allenatore è davvero la soluzione?

    Se qualcuno mi dice il nome di un allenatore, disponibile e prendibile, che messo al posto di Thiago Motta ti garantisce fin da subito risultati, sviluppo e una crescita continua, perfetto, prendiamolo! Ma questa garanzia non te la dà nessuno, quindi è inutile illudersi su soluzioni immediate. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, ribadisco la mia opinione: non ha senso cambiare allenatore a questo punto della stagione, considerando che non siamo nemmeno a metà campionato e che si è scelto di intraprendere un progetto chiaro. Il progetto prevede di ringiovanire la squadra, abbassare i costi e puntare su una crescita graduale, non necessariamente su una squadra subito competitiva per i titoli, ma capace di costruire solide basi per il futuro. Nonostante la squadra sia un po’ indietro, siamo ancora pienamente in corsa per gli obiettivi minimi stagionali. Inoltre, ci sono attenuanti importanti come gli infortuni e l’assenza di giocatori che avrebbero dovuto essere protagonisti e che finora non si sono visti o espressi al meglio. Cambiare ora significherebbe sconfessare tutto e inseguire risultati immediati che, peraltro, non sono garantiti da nessuno. Se Thiago Motta è stato scelto come il profilo giusto per guidare questa crescita graduale, allora bisogna sostenerlo e sperare che con il tempo si confermi la scelta giusta.
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