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non dire Gatti

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Tutti i contenuti di non dire Gatti

  1. Competizione aperta dopo che il mondo del calcio si è rivoltato,sennò l’avrebbero presentata subito così,che babbei.gestita come nemmeno bambini dell’asilo.
  2. non dire Gatti

    Se n'è andato Gianluca Vialli, aveva 58 anni

    è sempre stato un mio idolo,il primo ricordo,quando era già in orbita samp, amichevole carrarese cremonese,quando è uscito l'ho chiamato mi ha risposto al saluto.
  3. ormai con la siccità non so quanta
  4. CASTANO, DOLORI BOTTE E SCUDETTI UNA VITA IN DIFESA PER LA SUA JUVE DI GERMANO BOVOLENTA Si chiamava Ernesto. In casa, Ernestino. Sui campi, Tino. Dolce, semplice, educato, nasce a Cinisello Balsamo, vicino a Milano, zona operaia. Il padre Ambrogio ha un negozio di biciclette. Le ripara, le “ricostruisce” e sogna per Ernestino un inevitabile futuro da ciclista. Tino in bici ci va, e con piacere, ma al campo sportivo, quello della Balsamese. Calcio, calcio e calcio. Comincia lì, in difesa, squadretta dilettanti. Poi il passaggio a Legnano, con i famosi “lilla”, in serie B, terzino destro. Esordio giovanissimo, 17 anni, a Brescia. Tino Castano è un buon terzino e si sposta volentieri anche al centro. Non è velocissimo, ma preciso e attento. Lo prende la Triestina, un altro anno in B con gli occhi dell’Inter addosso. Trattano, sembra fatta, ma la Triestina alza il prezzo, vuole 3 milioni di lire in più. Salta tutto, l’Inter prende Aristide Guarneri dal Como e Tino va alla Juventus. Che compagni Esordio a 19 anni. La Juventus campione (decimo scudetto) di Boniperti, Charles, Sivori, Stacchini e Nicolé. Tino si allena con il Gigante Buono e il Cabezòn. Sa marcare, si capisce, ha l’occhio attento e il piede sempre caldo. Ma è in allenamento, nelle partitelle, che si perfeziona. Gli dicono di marcare stretto John sulle palle alte e lui spesso lo anticipa. Gli dicono di non farsi fregare dai guizzi di Omar. Non sempre ci riesce, ma impara, cresce e si fa furbo. Vittorie e dolori La prima partita in bianconero a Bari, il 23 novembre 1958. Ma la promozione arriva dopo una settimana rovente. La Juve di Ljubisa Brocic, jugoslavo, è travolta in casa dal Milan dell’astuto tattico Cina Bonizzoni. C’ è il Trio Magico, cioè Boniperti, Sivori, Charles (e anche Nicolè), ma il Milan segna 5 gol. La Juve “solo” 4. Brocic è esonerato, nuovo tecnico, Teobaldo Depetrini. Castano indossa la maglia numero 5, la sua preferita. Con la Juventus vince tre scudetti e tre Coppe Italia. Lotta in campo, corretto e rispettato per tutta la sua lunga e tribolata carriera. Lotta soprattutto contro la sfortuna, gli incidenti, i malanni. Hanno scritto e detto: per una vita si è trascinato le sue ginocchia di vetro. Ma è stato per tutti, per i compagni e gli avversari, un esempio di tenacia e di resistenza al dolore. Finisce sotto i ferri, dirà scherzando, un mese sì e un altro ancora. Quattro menischi, strappi, stiramenti. Una vita in campo e dentro e fuori le cliniche. Operazioni, professoroni. Un luminare una volta, quando è ancora giovane, poco più di vent’anni, gli dice: «Ragazzo, si trovi un altro lavoro. Lei non potrà più giocare». E invece nella Juve ci rimane 12 stagioni, dal 1958 al 1970. Campioni Tino Castano, scoperto da Gipo Viani, allora c.t., va in Nazionale. Esordio a 19 anni. Non sono stagioni intense. Condizionato dai suoi menischi e da un’ottima concorrenza, gioca solo 7 gare. Però porta a casa un oro. Fa parte del gruppo 1968, guidato da Ferruccio Valcareggi. Vincono l’Europeo, dopo la ripetizione con l’Urss. Tino gioca la semifinale e la prima finale. Ma si fa male e salta la ripetizione, la seconda finale. Soddisfazioni, certo. Come l’esordio giovanissimo con la Juve e in azzurro. Come le bellissime sfide in campionato contro i campioni più grandi. Da Altafini ad Angelillo, da Mazzola a Rivera, da Boninsegna a Riva. Avversari straordinari, giocatori di altissimo livello. Libero lo diventa lui. Giocatore intelligente, con grande cultura calcistica. E leale. Espulso solo una volta, in un derby. Ci sta. Tino Castano “guardava” il pallone e poi l’avversario. Nemmeno un’autorete. «Per me il calcio è stato tutto, ho fatto quello che si doveva fare. Il mio grande maestro, Carlo Parola, mi ha fatto diventare un giocatore vero. Anche perché, con quattro menischi operati, restare tanti anni in A non è stato facile». Ha giocato, è stato amato. Ha scatenato anche dibattiti sul ruolo, sulla modernizzazione del difensore centrale. Meglio lui o Maldini o Salvadore? Picchi o Janich? Un gruppo di giganti. Era in buona compagnia.
  5. non dire Gatti

    Cremonese - Juventus 0-1, commenti post partita

    Ho detto non tirare è troppo lontano…gol
  6. Io come cofanetto mi sono preso quello della tequila espolon
  7. Ormai tocca ragionare sul 352 che sembra modulo principale.Pellegrini dopo un inizio positivo si è perso in Germania 🇩🇪
  8. abiamo kostic e iling a sinistra,cosa ci fai con grimaldo? forse non sarebbe meglio prendere un terzino-esterno destro?
  9. Non è che dobbiamo ribattere la qualunque,ma se ti accusano di avere comprato le partite contro il Sassuolo io dico che c’è lo spazio per fare una bella querela.
  10. non dire Gatti

    Nuovo CDA

  11. non dire Gatti

    L'onore di sostenerla, il dovere di difenderla

    Querelare almeno quelli che dicono che il Sassuolo ci vendeva le partite si può?
  12. Ma stanno comprando cose ovunque per diversificare,non li freghi più ormai.
  13. L’Arabia Saudita spera di ottenere l’organizzazione del Mondiale 2030 (con Grecia ed Egitto) e vorrebbe fare di Cristiano Ronaldo il suo uomo immagine, l’ambasciatore del torneo, un po’ come il Qatar ha fatto con David Beckham in questi anni. Per questo il contratto che è stato offerto al portoghese arriva fino al 2030 e si parla di una cifra complessiva vicina al miliardo. Mezzo per giocare, un altro mezzo per fare lobbying e prestare la propria immagine alla candidatura araba.
  14. IN EUROPA DALLA MULTA AL BANDO DALLE COPPE L’UEFA NON ESCLUDE SANZIONI PESANTI Anche Nyon ha aperto un’investigazione E sullo sfondo resta la questione della Superlega @MARCOGUIDI13 ,DI MARCO GUIDI Non c’è solo il fronte interno. Anche a Nyon osservano interessati gli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Torino (e di riflesso della Procura federale) sulla Juventus. Lo scorso 1 dicembre la Uefa ha ufficialmente aperto una sua indagine sul club bianconero «in stretta cooperazione con le autorità italiane», come scritto nel comunicato diramato dalla prima camera del Cfcb (Organo di controllo finanziario dei club). Il nodo della questione è sempre quello: gli ultimi bilanci della Juve. Gli stessi che hanno portato, il 23 agosto, al settlement agreement tra le due parti. Un accordo, però, che l’Uefa si riserva di stracciare in caso dall’indagine emerga che «la situazione finanziaria del club fosse significativamente differente da quanto valutato dalla Cfcb» in passato o «ci siano nuovi fatti sostanziali». A quel punto, Nyon potrebbe intraprendere azioni legali verso la Juve e comminare sanzioni sulla base delle regole procedurali della Cfcb. La domanda è ovvia: cosa rischia la squadra bianconera? Le misure disciplinari Dirlo oggi è complesso e anche azzardato. L’indagine Uefa è aperta da meno di un mese e i tempi non saranno brevi. L’intenzione di Nyon è arrivare a una decisione finale prima di giugno, andando di pari passo con la Procura federale. Nella nota in cui si annunciava l’investigazione sulla Juve si parlava di precise «misure disciplinari», contenute nell’Articolo 29 del “Procedural rules governing the UEFA Club Financial Control Body”. Si va dal semplice avvertimento (warning) alla reprimenda, sino addirittura alla revoca di un trofeo. Non sono questi i casi della Juve. Gli altri provvedimenti: multa, trattenuta dei proventi derivanti da competizioni Uefa, restrizioni nell’iscrizione della lista A dei giocatori per una competizione europea, squalifica sull’anno corrente o esclusione futura dalle manifestazioni Uefa. È soprattutto quest’ultima sanzione a preoccupare i tifosi bianconeri, anche se da Nyon invitano alla prudenza: per arrivare a un provvedimento così severo devono essere dimostrate irregolarità gravi. Sullo sfondo resta il discorso Superlega, che ha un peso logico anche sull’indagine. Dopo il parere dell’avvocato generale della Corte di giustizia europea, si attende per marzo il pronunciamento della stessa corte. Se dovesse essere a favore della Uefa, poi Juve, Real Madrid e Barcellona andrebbero incontro a sanzioni quasi certe. Che, però, in questo caso dovrebbero limitarsi a multe di un certo peso.
  15. mi sta venendo la tendite per quanti tifosi napoletani ho bloccato su twitter in merito alle vicende di questa finale
  16. ma secondo voi i controlli antidoping li hanno fatti in questo mondiale?
  17. non dire Gatti

    Diego Armando Maradona o Lionel Andrés Messi?

    ma un giocatore che con le squadre di club ha vinto solo una coppa uefa come trofei internazionali,lo puoi paragonare a messi? vabbe allora vale tutto panatta meglio di nadal
  18. non dire Gatti

    Chi tifate al Mondiale?

    se c'era pogba tifavo argentina,adesso sono libero di tifare francia😎
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