demo
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Parto dai complimenti: grazie. Sulle precisazioni: De Ligt e Matuidi non intendevo dire che avessero giocato assieme, stavo cucendo assieme gli ultimi due anni del primo Allegri. Su Kaio Jorge e Miretti... de gustibus non est disputandum. Personalmente, penso che entrambi potrebbero essere di grande uso e utilità per la Juve del futuro, specialmente se inseriti in un sistema di gioco in grado di dargli compiti chiari ed eseguibili (penso la stessa cosa di Kean: come è possibile che con Tuchel e Pochettino abbia giocato benissimo, e con allenatori meno "iperuranici" abbia sempre fatto male?) . Poi, certo, dovessero essere dati in prestito per far spazio a profili migliori non piangerei lacrime amare, ma penso che potrebbero essere ottime seconde linee. Sui "giochisti", penso che sia una moda insensata, quella di criticarli. Da un lato - come dicono a "la riserva" - perchè i "giochisti" vogliono vincere tanto quanto i "risultatisti", semplicemente pensano di poter fare meglio con un gioco diverso. Dall'altro, il fatto che Maifredi abbia fatto male non significa che De Zerbi (per dirne uno) debba fallire allo stesso modo. Perchè anche Guardiola è un giochista, eppure ha due triplete alle spallle.
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Il discorso extra-campo dell'anno scorso non l'ho voluto inserire, dato che non avrebbe informato il discorso prettamente calcistico che volevo tenere. Ma si, l'anno scorso - pur detestando il gioco che esprimeva - ero felice che ci fosse lui perchè non credo che Pirlo o Sarri sarebbero stati in grado di tenere la barca in navigazione durante una tempesta simile. Sulla seconda domanda... no. per tre motivi: il primo è che non abbiamo i soldi per trovare calciatori tecnicamente validi e mentalmente solidi che vorrebbe allegri (ne servirebbero almeno 3, e difficilmente Vlahovic e chiesa rimarrebbero un altro anno con allegri). il secondo è che un allenatore arrivato a fine contratto non lo puoi tenere - la squadra non lo segue a meno che tutto non vada benissimo - e rinnovare il contratto di allegri sarebbe un bagno di sangue. Il terzo è che abbiamo molti giovani da lanciare, giovani che sono un capitale per la società e che non sono migliorati molto con Allegri. Il costo-opportunità di tenere allegri non legato solo al suo stipendio, ma anche a tutti gli introiti che non si realizzano con la non-valorizzazione dei giovani.
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Io non sono d'accordo. Penso che debba specializzarsi a finire i lavori iniziati da iperuranici, sia fra squadre di prima fascia che in squadre di livello leggermente inferiore. Farebbe ottimi lavori e si toglierebbe moltissimi sfizi. Nel campionato italiano, sarebbe una scelta favolosa per la Fiorentina e il Napoli (a parte i fattori ambientali ovvi). In europa, sarebbe un grandioso post-Pep per il Manchester City, un post-Carletto per il Real, o un post-Jurgen per il Liverpool. Lo vedrei invece malissimo in tutte le squadre che si stanno ricostruendo, come il Barcellona dei ragazzini, il Bayern (ma quella è una polveriera di suo) e il Chelsea. Mah. La diatriba con Adani non ci sarebbe stata se lui non fosse già stato logoro di suo. Secondo me la diatriba ha cristallizzato una radicalizzazione che si stava già formando. Aldilà di tutto, fare l'allenatore della Juventus deve essere uno stress infinito, soprattutto quando vinci ma nessuno mai ti dice che te lo meriti.
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Una riflessione sulla Juve futura (2). Come penso che vinceremo: Instant team o future team?
demo ha aggiunto una discussione in Juventus forum
Così come nel primo topic di questa serie (https://shorturl.at/bCKLP), parto dal principio: Non sono un guru, non millanto conoscenze in società, né info riservate. Sono solo uno con troppo tempo a disposizione, e che si diverte a usare la logica. E mi chiedo quale siano gli obbiettivi nel medio/lungo periodo, e quale sia la filosofia più razionale per raggiungerli. Per “obbiettivo”, mi riferisco a qualcosa di più che il semplice e scontato “vincere è l’unica cosa che conta”. Tutti vogliamo vincere, sia fra i tifosi che in società. Ma vincere non è facile né scontato, e quindi dobbiamo porci due problemi: le modalità e la timeline, ovvero il COME si vince e il QUANDO si vince. Prima di cominciare, un piccolo avvertimento: Qui non parlerò di nomi di calciatori, perché il genere di ragionamento prescinde dal singolo giocatore e dal singolo allenatore. 1) Basi concettuali Immaginiamo una linea continua, uno spettro di possibilità in cui possiamo piazzare una squadra di calcio con velleità di crescita e ambizioni di vittoria: All’estremo sinistro stanno gli instant team: spendere molti soldi in stipendi e cartellini, prendere solo giocatori sui 27-32 anni, e avviare un ciclo breve (uno o due anni) per vincere subito. L’idea è quella di creare rapidamente delle fondamenta economiche che consentano alla squadra di produrre profitti. Solitamente si sceglie un allenatore esperto, in grado di integrare un insieme di giocatori già al loro top fisico/tecnico. È quel che hanno fatto tutti i club inglesi quando comprati da russi o arabi, ma anche il PSG, la Juve con Ronaldo, l’Inter di Moratti.Il vantaggio di questo sistema è che si assiste a una crescita rapida (ma effimera e incerta) degli introiti e delle chance di vincere qualcosa. Il problema è che però richiede molte risorse per il calciomercato, risorse che che sono solo soppiantabili da ricavi “altri” (stadio, merchandise, advertisement, competizioni europee). Nel calcio, però, questi ricavi non sono mai sicuri: la squadra è noiosa? La gente smette di venire allo stadio; Il tuo fenomeno dell’anno under performa? Il merchandise ne soffre; Il tuo fenomeno è coinvolto in uno scandalo? L’advertisement ne soffre; Una serie di infortuni, o problemi di integrazione della rosa eliminano i valori aggiunti dati dal tuo instant team? Addio competizioni europee. In questi casi, puoi reggere il gioco solo fintanto che le tue risorse economiche esterne (un patron che ci mette i soldi, un impero commerciale che sostiene il gruppo, o dei diritti tv ben venduti) sono superiori a quelle che bruci nel calciomercato. All’estremo destro stanno i “future team”, la costruzione lenta, sostenibile, e sostenuta: squadre giovani, con pochi acquisti mirati di giocatori esperti per tenere medio/alto il livello competitivo. Il grosso dei giocatori della prima squadra arriva dalle giovanili, ma il livello della rosa si alza di anno in anno. L’idea è quella di avviare un ciclo in cui si spera di vincere qualcosa nel medio/lungo periodo. L’ossatura della squadra è composta dai giocatori “prodotti in casa”, e il mercato supplisce alle carenze dell’organico delle giovanili, comprando giocatori “pronti” per coprire i ruoli lasciati scoperti, o per fornire titolari all’altezza delle ambizioni. Solitamente si sceglie un Allenatore capace di sviluppare i giovani (spesso uscito dalle giovanili, o alle prime esperienze), con una filosofia di gioco ben marcata e inserita nel calcio contemporaneo. È quel che han fatto – per esempio – il Liverpool di Klopp (che ha vinto qualcosa solo al terzo anno), il Barcellona di Cruijff prima e di Guardiola poi, l’Ajax degli anni 90. Il vantaggio di questo sistema è che non richiede molte risorse, che massimizza i guadagni da calciomercato – di solito compri giocatori giovani e poco costosi e rivendi giocatori pronti ed esperti – e che rende una squadra sostenibile nel lungo periodo, a prescindere da ricavi “altri” che sono secondari rispetto a quelli di calciomercato. Il problema di questo sistema è che richiede molto tempo per portare la squadra alla vittoria: i giovani possono fallire, o possono passare periodi di appannamento, o possono richiedere più tempo del preventivato per sbocciare. In più il calciomercato rischia di essere un’arma a doppio taglio, perché il confine fra “vendo per reinvestire il ricavato e crescere” e “continuando a vendere non raggiungo mai l’obbiettivo sportivo” è molto sottile. Soprattutto, la crescita non è mai scontata. Questo è un modello molto semplicistico, ovviamente. Nessuna squadra reale si può considerare davvero un instant team, o un future team in questi termini (gli esempi fatti erano solo un modo per rendere l’idea). Ma tutte le squadre possono essere localizzate da qualche parte su questa linea, dato che ogni squadra cerca la sua ricetta per il successo. Questo modello, però, ha due pregi: rende possibile inquadrare le squadre reali all’interno di questo spettro di possibilità, e instradare la discussione sulla domanda che interessa a noi: 2) “Quando e come la Juventus di Giuntoli intende vincere?”. Sul “quando”, credo che l’unica risposta accettabile – in società, prima ancora che per i tifosi – sia “il prima possibile”. Il problema è che “il prima possibile” dipende da fattori al di fuori del controllo della Juventus. Come ho detto all’inizio, vincere non è facile e non è scontato, e se un crollo dell’Inter la prossima stagione (tipo il Napoli di quest’anno) aprirebbe la via alle altre squadre, un suo rafforzamento (o uno delle competitrici) rallenterebbe – o quanto meno renderebbe difficoltosa – la vittoria immediata della Juventus. Sul “come”, c’è di che discutere. La Juventus in questo momento ha, finanziariamente, l’acqua alla gola: le ricapitalizzazioni dal Covid in poi ballano attorno al miliardo, i costi sono molto alti (anche se in diminuzione), e pare che l’azionista di maggioranza – Exxor – si sia rotto le scatole di ripianare il bilancio. Questo non significa che la Juve stia fallendo, o che non si possa permettere di investire – nemmeno lontanamente – ma che l’ottica generale debba essere la riduzione dei costi e di aumento degli introiti. Il problema è che gli introiti “extracalcistici” non possono aumentare né facilmente né considerevolmente nei prossimi anni: gli introiti da stadio possono crescere solo marginalmente (lo stadio è già semipieno, e i biglietti sono tanto costosi che un ulteriore aumento dei prezzi potrebbe deprimere la domanda), quelli dei diritti TV sono funzionalmente bloccati per 4 o 5 anni, e quelli commerciali o da pubblicità dipendono tantissimo dall’andamento della rosa. Gli unici elementi da cui la Juventus possa aumentare i ricavi – sia considerevolmente, che rapidamente - sono quelli sportivi. Da un lato, l’accesso continuo alle coppe europee – siano esse quelle UEFA o quelle A22 – è un flusso considerevole di denaro che rende necessario il piazzamento europeo ogni anno. D’altro lato, il player trading è l’unica fonte di denaro che possa essere sia rapida che, in un certo senso, programmabile (nel senso che puoi strutturare la società e la rosa per massimizzare la tua capacità di valorizzare e rivendere il talento). L’ipotesi “Instant team” tout-court non sembra quindi praticabile, in quanto presenta alti costi e rischi che non credo che la società voglia correre: basta una stagione fuori dalle coppe – lo stiamo vedendo – per dare enormi problemi alla tenuta finanziaria. Negli ultimi anni, la Juventus ha investito fortemente nelle sue giovanili e nella next gen, ha una rosa dall’età media bassa, e una serie di giovani sparsi in serie A e B che potrebbero rientrare alla base. Allo stadio attuale, l’ipotesi “Future team” sembra quindi praticabile, se non desiderata, e una conseguenza logica degli investimenti passati. Detto questo, non vedo la Juventus del futuro diventare un “future team” tout-court, perché comunque i rischi associati a un gruppo composto esclusivamente da giovani sono enormi, e -come detto – non possiamo rischiare di non andare in Europa ogni anno. 3) Come si declinerebbe un “future team” nella Juventus? Se – come sembra – la sostenibilità finanziaria sarà la stella polare da perseguire nel prossimo futuro, immagino che la Juve sarà incardinata su due elementi – base: la costruzione di uno stile di gioco incardinato nel calcio contemporaneo, e la vendita delle seconde linee. A) Uno stile di gioco compatibile al calcio contemporaneo Quando uno vuol vendere un prodotto ricavando il massimo, il prodotto deve essere di alto livello, ma anche altamente richiesto. I migliori flip-phone del mondo, in questo momento, sono meno richiesti – e quindi valgono meno – dei peggiori smartphone. Per poter vendere i tuoi giocatori è quindi necessario che il tuo stile di gioco sia compatibile con quello del calcio giocato in Europa in questo momento: è inutile produrre seconde punte piccoline se tutte le squadre giocano con due ali e un centravanti, o liberi se tutti giocano con la difesa a zona. Per questo motivo penso che gli allenatori che verranno nell’era Giuntoli saranno in grado di sviluppare i giovani a disposizione all’interno di un sistema di calcio all’avanguardia. B) La vendita delle seconde linee Per quanto la Juventus non sia più una delle primissime squadre del continente, in questo momento, siamo comunque molto più un punto di arrivo che un punto di partenza per le grandi carriere, per cui l’idea che la squadra dovrà vendere i propri “gioielli di famiglia” ogni stagione non mi sembra corrispondere alla realtà. L’unico modo per crescere nei risultati, quindi, mi sembra essere quello di vendere le seconde linee: ogni anno prendere dei giovani che possano crescere e farsi le ossa dietro il titolare – pensate a Yldiz con Chiesa – e alla fine dell’anno vendere il titolare se il giovane è pronto a essere titolare, o la riserva se si sta perdendo/è arrivato a un punto morto del suo sviluppo, 4) Conclusione Ho scritto troppo, e quindi mi limiterò qui a sintentizzare tutto il discorso: Io penso che il futuro della Juventus – per come mi pare che lo stia construendo Giuntoli – sia quello di un “future team” moderato. Penso che si cercherà di sviluppare giovani e rivenderli, quasi a ciclo continuo. Penso che la guida tecnica dovrà essere anch'essa "giovane", e comunque inserita nelle mode tattiche del momento. Penso che i colpi di mercato saranno pochi nei prossimi anni, e quasi sempre legati a giovani giocatori su cui si crede molto (Alcaraz mi pare, da questo punto di vista, un proof of concept). Penso che i parametri 0 saranno pochi, esperti, e con uno stipendio medio/alto (soprattutto per poterli rivendere facilmente se necessario), e soprattutto legati all’idea di dare una spina dorsale esperta a una squadra che sarà in gran parte formata da U25, se non U23. Non credo che andremo a caccia di parametri 0 30enni, stile Ramsey o Dzeko. Un saluto! -
Una riflessione sulla Juve futura (2). Come penso che vinceremo: Instant team o future team?
demo ha risposto a demo Discussione Juventus forum
L'idea che Allegri non sia scarso ma solo inadatto a questo contesto tecnico è un concetto su cui sto pensando di scrivere un nuovo topic, nel corso della prossima settimana, e mi trova completamente d'accordo, ma penso che sia più una cosa legata a un concetto di "coperta di linus" da parte della dirigenza che fu -(spaventata dal quarto posto raffazonato di Pirlo, ha puntato sulla sicurezza del piazzamento europeo di Max a discapito di tutto il resto) che non a un'idea coerente di coesione fra obbiettivi manageriali e pratiche di campo. Sul punto dei tifosi, secondo me ci sono due elementi da considerare. da una parte, è vero che "il tifoso" (quesot animale mitologico) ha poca pazienza e tende a contestare in situazioni difficili con logiche a volte stentate. ma d'altra parte è anche vero che quando si parla di internet - twitter e forum e i vari podcast - si trova tutto e il suo contrario. E dato che quasi nessuno si mette a leggere continuamente i nomi e a distinguere fra i vari utenti del forum, si tende facilmente a dire "i tifosi sono umorali" invece che a rendersi conto del fatto che delpieromitosempre ha sempre sostenuto allegriin e bastarisultatisti983 è sempre stato allegriout. . in altre parole, secondo me non siamo tutti pazzi e umorali. Siamo solo tanti, e quindi ogni posizione ha centinaia di supporters. -
Una riflessione sulla Juve futura (2). Come penso che vinceremo: Instant team o future team?
demo ha risposto a demo Discussione Juventus forum
Che qualcuno verrà venduto per sistemare i bilanci è ovvio. Per quanto mi riguarda, le domande dovrebbero essere "chi", "come" e "sostituito da chi?" . Come ho scritto nell'altro topic, per esempio, rimpiazzare Bremer con Calafiori mi sembrerebbe -tutto sommato - una grandissima operazione. Rimpiazzare Vlahovic con Petagna, invece, no. -
Una riflessione sulla Juve futura (2). Come penso che vinceremo: Instant team o future team?
demo ha risposto a demo Discussione Juventus forum
ahahah purtroppo fra "concettualmente accurato" e "troppo lungo" preferisco sempre la prima -
Una riflessione sulla Juve futura (2). Come penso che vinceremo: Instant team o future team?
demo ha risposto a demo Discussione Juventus forum
penso che i grandi vecchi nel calcio siano un'arma a doppio taglio: se da un lato ti aiutano a guidare i giovani e ti tirano fuori le castagne dal fuoco in brutte partite, dall'altro hanno un nome e un ruolo che trascende il loro contributo in campo, e spesso limita la rosa. Pensa agli ultimi anni di Totti, per esempio. Per quanto mi riguarda, i grandi nomi sono utili SOLO se la squadra giocherebbe nello stesso modo con e senza di loro. Se devi modificare il gioco per adattarti alle loro caratteristiche, non ne vale la pena. -
Una riflessione sulla Juve futura (2). Come penso che vinceremo: Instant team o future team?
demo ha risposto a demo Discussione Juventus forum
io Invece non sono sicuro che un Toni Kroos sia una buona idea. E non perchè lui abbia qualche problema - è integro, è fortissimo, e mi sembra uno con la testa sulle spalle, che nello spogliatoio sarebbe molto utile - ma perchè la presenza del Toni Kroos di turno ti può creare due problemi: 1) essendo Toni Kroos dovrebbe giocare quasi sempre, ma i minuti di gioco sono un capitale limitato che dando a lui stai "sprecando" (nel senso che li potresti dare a un fagioli e farlo crescere e magari accrescerne il valore) 2) essendo Toni Kroos, è razionale nel breve periodo modificare il modo di giocare per farlo funzionare bene. Ma mentre il gioco non si infortuna (e quindi i giocatori sono intercambiabili) Toni Kroos si. e se tutto il gioco era incardinato su di lui, la sua assenza diventa un problema irrisolvibile. -
Qual è stato l’acquisto della Juventus che più di tutti vi ha illuso potesse diventare un fuoriclasse?
demo ha risposto a Cr7🐐 Discussione Juventus forum
Se parliamo della differenza fra quello che pensavo sarebbe potuto essere e quello che è stato effettivamente, Bernardeschi. Se cercate i video di quando era alla fiorentina (e all'epoca vivevo a firenze, volente o nolente la viola la seguivo abbastanza), Il ragazzo aveva tutto per diventare un fenomeno: un sinistro baciato da Dio, i polmoni di un terzino, la visione di gioco di un regista, la consapevolezza tattica di un mediano. Ma poi è crollato mentalmente, prima ancora che tatticamente o fisicamente. già quando è arrivato sarri avevo dubbi su cosa potesse diventare, poi è stato un disastro continuo. Se parliamo vagamente di "poteva andare meglio"... giovinco, mutu, rugani, elia, douglas costa. -
Disdette a Sky/DAZN: Comunicati congiunti di vari Juventus club d'Italia. Il Giornale: 500.000 disdette, tsunami sul valore del campionato
demo ha risposto a Phyllis Discussione Juventus forum
Più che altro, un "decremento costante" su tre partite non è un campione statistico affidabile. Ci sono mille variabili da considerare, e in un campione così piccolo non ti dicono nulla. Messa così, è poco più che wishful thinking. Nel senso, abbiamo questi dati, ok, ma messi così non dicono niente di particolare: potremmo star guardando la conseguenza delle disdette, o potremmo star guardando il risultato di un paio di belle giornate invernali che han portato la gente fuoriporta, o dell'uscita di un filmone al cinema, o vattellapesca. L'unica sarebbe vedere come queste tre giornate si distaccano dalla media delle altre giornate di questa stagione, e dalla media delle giornate di gennaio degli anni scorsi. Allora così avresti una certa comprensione del dato che potresti - in teoria - correlare con la campagna disdette in maniera chiara. Forse addirittura stimare il numero di disdette. La verità è che il tempo è galantuomo, e ci tocca aspettare. Se il trend continua a calare per le giornate di campionato che seguono il 20 febbraio - quando le disdette diventano effettive, per intenderci - allora sarà chiaro a tutti che stiao vincendo. Per ora, stiamo solo guardando la scatola del gatto di schroedinger.