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Zizkov

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Tutti i contenuti di Zizkov

  1. Le difese a tre sono degli ibridi, è assolutamente normale schierare dei terzini come braccetti, almeno uno dei due. Altrimenti hai una difesa troppo bloccata
  2. Sta cosa che quando era da noi veniva considerato lo scemo del villaggio e ora il miglior dirigente del globo è piuttosto ridicola. Comunque, quando era da noi la musica non era molto diversa a livello arbitrale, da farsopoli in poi mi pare evidente il trattamento, il Var è la mazzata finale perché subentra anche la manipolazione a mente (semi)fredda. Certo quest' anno in particolare gli episodi pro Prescrittese sono talmente frequenti da far pensare che qualcuno in alto voglia che a vincere lo scudetto siano loro, ma non per Marotta, per volontà superiore (leggi Gravina)
  3. Solo che se ammuffisce in panca difficilmente lo vendi bene a giugno. Se invece va nel Bologna della situazione e magari ti fa 6-7 gol si rivaluta parecchio vista l'età. Certo, visto il Milik di questa stagione, l'ottimo sarebbe mandare via lui e tenersi Kean ma è oggettivamente impraticabile.
  4. Zizkov

    Salernitana - Juventus 1-2, commenti post partita

    Mettiamo che questa sfilza di episodi "fortunati" termini qui. Puoi star certo che basterebbe un rigore dubbio magari alla penultima giornata di campionato per noi per far parlare per anni di campionato falsato a nostro favore. La gente ha la memoria cortissima, specie se fa comodo, tra un paio di mesi nessuno darà più risalto a questi scandali ripetuti, specie se chi subisce non alza mai la voce.
  5. Tutto giustissimo, infatti è lo stesso Ancelotti che in una recente intervista si è paragonato ad allenatori come Allegri o Mourinho, ossia allenatori pratici che si adattano alle caratteristiche dei giocatori. In un'altra ha dichiarato di non vergognarsi a impostare la squadra con baricentro basso, quando aveva centrocampisti stagionati al Real.
  6. Sempre le stesse cose si leggono, neanche gli avvenimenti degli ultimi anni insegnano nulla. D'altronde bisognerebbe un minimo applicarsi in materie in cui si è ignoranti per non fare affermazioni da bar dello sport, ma mi rendo conto che sia molto difficile.
  7. Zizkov

    Juventus - Roma 1-0, commenti post partita

    Ti dò ragione sul discorso prima donna ma quello che ci manca in mezzo al campo è più la qualità che la quantità, la capacità di innescare l'attacco.
  8. Zizkov

    Vlahovic o Lukakone?

    Partita sontuosa di Vlahovic, la migliore che gli abbia mai visto fare. Meritava il gol ma l'importante è la vittoria
  9. Ho appena letto che Buffon sta facendo il corso da DS. Va a finire che arriva Chiellini in dirigenza, prende Buffon DS che sceglie Bonucci allenatore il quale prende Barzagli come vice 😱
  10. Inter favorita di sicuro, come dice Zuliani, un errore arbitrale clamoroso a partita a loro vantaggio nel silenzio generale
  11. Personalmente non ho alcun dubbio che le cose siano andate così, ma proprio zero
  12. Quello è un altro discorso, io parlo di chi gli rimprovera di non spendere e ce ne sono parecchi
  13. McKennie ha ragione, gli italiani sono aperti di carattere ma chiusi come mentalità nella grande maggioranza. Questo lo si vede sul cibo ma anche su altri aspetti ed è dovuto al fatto che sono anche i più "omologati" in assoluto. Quando andiamo all'estero ci si nota subito anche senza aprire bocca, vestiti tutti allo stesso modo (e spesso non si tratta di stile come pensiamo in modo arrogante). Ciò detto, se al mondo esistono decine di cucine valide da provare, mi sento di escludere Usa e UK dal novero, lì manca proprio una cultura culinaria
  14. L'unica proprietà realmente solida in Italia ma la gggente vogliono la cessione perché non gliene frega niente 🤣😂
  15. Infatti è per questo che ha ragione, Chiné mica sta a sindacare se la procura di Torino aveva o no competenza, era composta da ultras del Napoli ecc. Lui ti dice che questi hanno controllato anche i peli del pube dei nostri e giocoforza sul suo tavolo è arrivata un'accusa circostanziata su cui lui è chiamato a decidere. Le altre procure, che giustamente si occupano di cose più rilevanti e non sono composte da ultras che vanno contro la squadra della loro città (anzi) non gli fanno arrivare nulla di rilevante
  16. A me non scandalizza granché, ha sostanzialmente detto la verità, le serpi le abbiamo "in casa" ormai da circa 30 anni, si parte dal lontano processo doping/abuso di farmaci del dott. Guariniello (ovviamente juventino anche lui come Travaglio) e si va avanti. Addirittura dopo l'inaugurazione dello stadium ci fu l'indagine sui presunti materiali scadenti della struttura
  17. Dall'intervista colgo un certo lavaggio del cervello "del mister" Scherzi a parte, spero che questa unità d'intenti che si manifesta nelle parole di tutti continui per tutta la stagione, vorrà dire raccogliere il massimo possibile
  18. Zizkov

    Il pre-partita di VecchiaSignora: Frosinone-Juventus

    Se non gioca è un matusa che non lancia i giovani, se gioca è per avere la scusa a fine partita 🤣🤣🤣 SIETE FANTASTICI
  19. Premesso che il web negli anni 90/inizi 2000 era praticamente agli albori, almeno quanto a diffusione popolare, c'è quest'articolo del.corriere della sera, che fotografa abbastanza bene il personaggio 03 giugno 2006 IL PERSONAGGIO Don Fabio, le tante (troppe) vie della furbizia Capello promette fedeltà alla Juve e accetta la corte del Real Madrid. Dagli attacchi a Giraudo alle lodi per Moggi Fabio Capello ha molti meriti; se fa così, però, rischia di dissiparli. Ognuno di noi gli deve qualcosa. I romanisti, lo storico scudetto del 2001 (per i romanisti ogni scudetto è storico). I milanisti, il dominio dei primi Anni Novanta, e il ricordo di quando in Champions il Milan batteva il Barcellona. Gli juventini, 76 giornate in testa alla classifica. I veneti e i calabresi di Stoccarda, l'unico lampo nel Mondiale «azzurro tenebra» di Germania 1974, il gol della vana speranza contro la Polonia. Tutti quanti, il tocchetto di Wembley '73, la prima vittoria italiana in Inghilterra. Ma lui ora non dovrebbe approfittarne. Vuole restare alla Juve e, intanto, accetta la corte dei vari candidati alla presidenza del Real Madrid. Non rinnega l'amicizia con Moggi, ma neppure quella con Sainz. Brinda nel suo dammuso di Pantelleria con l'altro possibile presidente madridista Calderon, ma fa sapere che il contratto da oltre tre milioni di euro netti con la Juve è ancora valido, in A come in C. Nessuno potrebbe disconoscere le sue qualità, compresa la furbizia. Qualcuno comincia a pensare che stia facendo il furbo. Non sarebbe la prima volta. 18 aprile 2003: «Ho già detto che la Juve è una squadra che non mi interessa, per un discorso mio personale. Tutti vorrebbero allenare la Juve alla mia età, per quello che la Juve permette di fare. Io no». 7 febbraio 2004: «Sulla panchina della Juve, no. È una delle prime cinque società del mondo. Ma io non ci vado. È una mia precisa scelta di vita». 19 febbraio 2004: «Come ve lo devo dire? La Juve non mi stimola. Non è lei che non mi cerca; sono io che non sono interessato. Rispetto i suoi giocatori e la famiglia Agnelli, ma a 57 anni devo trovare qualcosa che mi intriga». Come Mexès, talentuoso difensore francese, strappato all'Auxerre tra le polemiche. Appena arrivato a Roma, Capello lo invitò a pranzo: «Tu e io, Philippe, faremo grandi cose». Ai giornalisti che gli chiedevano «che Roma sarà?» rispose: «Ve lo saprò dire quando ci sarà la presentazione ufficiale, quando saremo in ritiro». Il giorno dopo pranzò con Giraudo, amministratore delegato della Juventus. Che finalmente lo stimolò. Anche il suo rapporto con Moggi è in continua evoluzione. 5 novembre 2002: «Il gruppo Gea è una cosa anomala. Sono anche amico di Moggi. Ma mio figlio non è l'amministratore di una società che tratta gli acquisti con il padre». Dopo la garbata replica di Moggi («alle stupidaggini rispondo solo dopo le 20 e questa è l'ora giusta...») che lo invitava a occuparsi dei figlioli suoi, il 7 novembre Capello chiarì: «Mio figlio è un avvocato che si occupa di sport, non fa il procuratore. È una cosa diversa: lui non ha contatti con i giocatori. Mio figlio è un libero professionista, non l'amministratore delegato di una società che tratta cessioni e ingaggi con suo padre. Sono stato chiaro?». Erano anni in cui anche con Giraudo l'amicizia era meno calorosa. «Il doping amministrativo non uccide» disse Capello quando la Juve era sotto processo per farmaci e la Roma sotto accusa per i conti in disordine. Giraudo la prese bene: «Molti non danno LIBRI E PASSIONI la giusta importanza all'illecito sportivo di carattere finanziario; d'altronde siamo in un Paese dove qualcuno prende la residenza a Campione d'Italia per evadere le tasse». Il «qualcuno» era Capello, che rispose: «Certa gente ha il nervo scoperto». Ora di Moggi Capello prende cautamente le difese. «Quale può essere stata la responsabilità di Luciano? Dico solo un parola: superficialità». Moggi come Craxi: «Mi sembra di rivedere la storia di Tangentopoli, quando venne preso di mira il Partito socialista. Ecco, la Juve di oggi è come il partito socialista». Gli amici non si rinnegano: «Luciano l'ho conosciuto quand'ero alla Juve come giocatore, poi l'ho ritrovato da dirigente. Ed è un dirigente eccezionale. Sono suo amico e lo stimo». Una stima prudente: «Arbitri? Con Moggi di designazioni non abbiamo mai parlato». E, nell'euforia triste del ventinovesimo scudetto: «Questo è un tiro al bersaglio, ma aspettate, ci sarà da ridere». Non sarebbe giusto dimenticare che Capello non è un allenatore qualsiasi. È il più bravo. Capace di vincere ovunque. Era già il più intelligente da calciatore, quando faceva girare il centrocampo della Roma, della Juve, del Milan, della Nazionale. Tre su quattro, per il momento, le ha ritrovate da allenatore. È colto, legge molto, colleziona arte contemporanea. Ha rapporti di amicizia e di stima al di fuori dello sport, ad esempio con Francesco de Gregori. Ha l'antipatia dei cinici e dei vincenti, che proprio antipatici non sono mai. Ora però il cinismo rischia di perderlo. Oppure, più semplicemente, Fabio Capello è incerto. Nell'attesa, prende tempo. Si è trovato, con ogni probabilità incolpevole, al centro di uno scandalo di sistema, che ha tentato di derubricare a commedia con battute da Azzeccagarbugli. Ora insiste, con qualche ragione, a dire che non tutto era finto, i novantuno punti, i gol, gli scudetti e tutto. Ma nello stesso tempo cerca una via d'uscita. La Juve deve restare in A. Capello deve restare alla Juve. Certo che a Madrid hanno conservato un buon ricordo, lo chiamano Don Fabio. Hanno anche preso Cassano, il puledro di razza che solo lui aveva saputo domare. Moggi è innocente, con gli Agnelli e gli Elkann il rapporto è ottimo, con Sainz pure, e i tramonti di Pantelleria sono dolcissimi. Noi aspettiamo. Per il momento, non c'è nulla da ridere
  20. Bisogna però ricordare tutto di Capello, evidentemente sei troppo giovane per ricordarti il Capello milanista o peggio ancora romanista, quando si accodava molto volentieri alle accuse a noi e a Moggi in particolare, con battute non certo lusinghiere. Per carità, bisogna dare il giusto peso, io alla fine ho imparato a valutarli come professionisti, per cui quando era da noi ero il suo primo tifoso, come fatto con tutti. Però non ci sto a farlo passare come paladino della Juventinitá, lui ha sempre solo difeso il suo lavoro, come lo stesso Ibrahimovic, i veri Juventini per me sono altri, ad esempio a cominciare da penna bianca Ravanelli, l'unico che si presentò alla marcia dell'orgoglio juventino nel lontano 2006, all'indomani di quella mega porcata e nel fuggi fuggi generale.
  21. Del rigore non mi ero accorto, il fallo da espulsione mi è parso subito clamoroso, direi che se dovessi insegnare in una scuola arbitri cos'è il rosso diretto farei fatica a trovare un episodio migliore di questo.
  22. Quando ci daranno un rigore come quello appena assegnato ai cartonati allora inizierò anch'io a credere che ci sia possibilità di vincere lo scudetto
  23. Veramente un bel giocatore, corsa ma anche piedi niente male, oltre a un'intelligenza calcistica sopra la media
  24. Zizkov

    Juventus - Napoli 1-0, commenti post partita

    Non mi stupisce, sono diversi gli elementi che lo contraddistinguono dal cliché del calciatore medio
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