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bidescu

Didier Deschamps

Post in rilievo

Didier Claude Deschamps, nasce a Bayonne, il 15 ottobre 1968. Cresce nel Nantes, dove gioca per cinque stagioni, prima di approdare una prima volta a Marsiglia, nel 1989. L’anno successivo veste la maglia blu del Bordeaux e poi altri tre stagioni nell’Olympique Marsiglia dove vince lo scudetto, la Coppa dei Campioni e conquista il posto fisso nella Nazionale transalpina.

Arriva alla corte di Lippi, nell’estate del 1994 e subito si infortuna gravemente: parziale rottura del tendine d’Achille. Didier si deve fare operare e la convalescenza è molto lunga, sei mesi. Ma Didier non è il tipo che si arrende facilmente: una volta guarito diventa subito indispensabile costituendo con Paulo Sousa, una coppia di centrocampo fortissima che porta la squadra bianconera a vincere scudetto e Coppa Italia ed arrivare in finale di Coppa Uefa.

«Cosa ho trovato a Torino ???», spiega Didier, «una grande società, una professionalità impeccabile da parte di tutti, dal magazziniere al massaggiatore, dai medici al presidente e tutti i dirigenti. Ci mettono nelle migliori condizioni per dare sempre il cento per cento. Sono arrivato a Torino che avevo vinto due campionati francese ed una Coppa dei Campioni, ma la Juventus mi ha dato ancora di più».

Fortissimo nel pressing a tutto campo e nel contrasto, ha un senso della posizione che gli consente di integrarsi con qualsiasi compagno, senza la minima difficoltà. É uno di quei giocatori, magari poco appariscenti, che fanno sempre sentire il peso della loro grande generosità agonistica ed uno spiccato senso tattico. Il numero di palloni che tocca ed i chilometri che percorre sono incalcolabili. L’unico difetto che gli si può appuntare è che segna raramente: infatti, nelle 178 partite disputate con la Juventus, realizza solamente quattro goals.

Diventa insostituibile anche nella Nazionale francese della quale è l'indiscusso capitano e con la quale vince il Mondiale casalingo del 1998 e gli Europei olandesi del 2000; con la maglia “bleu” totalizza 103 presenze e 4 goals.

Con la Juventus disputa altre quattro stagioni ad altissimo livello, vincendo tutto quello che si può desiderare: in totale il suo palmares vede tre scudetti, una Coppa Italia, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea e due Supercoppe Italiane.

Nel 1998 entra, come altri suo compagni, in collisione con Marcello Lippi, con il quale viene anche alle mani, ed il tecnico viareggino sarà costretto a dimettersi dall’incarico. L’estate successiva lascia Torino, per raggiungere Vialli al Chelsea, dove ritrova Marcel Desailly, suo amico fraterno; l’esperienza inglese non sarà molto fortunata e Didier terminerà la carriera l’anno seguente a Valencia. Intrapresa l’attività da allenatore, sfiora una Champions League con i francesi del Monaco, sconfitti in finale dal Porto di Mourinho.

Nell’estate del 2004 è il maggiore candidato a sedere sulla panchina della Juventus del dopo Lippi, prima del blitz “umbertiano” che porta a Torino Fabio Capello. L’appuntamento, però, è solamente rimandato; nella turbolenta estate del 2006, infatti, la nuova dirigenza bianconera lo ingaggia, per riportare la Juventus in serie A. Quando mancano due giornate alla fine del campionato 2006-07, raggiunta la matematica promozione nella massima serie, Didier rassegna le proprie dimissioni da allenatore della Juventus.

 

 

deschamps.jpg

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Ci é stato vicino nel momento più bello e in quello più doloroso, e questo non si può dimenticare. Peccato per il modo in cui é finita l'avventura da allenatore.

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Ci é stato vicino nel momento più bello e in quello più doloroso, e questo non si può dimenticare. Peccato per il modo in cui é finita l'avventura da allenatore.

.ok

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Beh... se dico che è stato uno dei primi 5 centrocampisti europei degli anni'90 dite che esagero?

 

Io credo di no.

 

Peccato per lo scudetto del 1995, giocò pochissimi, ma fece lo stesso 1 gol(uno dei pochissimi)nella partita decisiva contro il Parma(distrutto 4-0 a Torino).

 

Un grande, ci ha anche sostenuto nel momento più difficile. Ed anche se non mi sono piaciute certe sue scelte quell'anno oltre che il non gioco(ma non è stato l'ultimo, a quanto stiamo vedendo, ahimé)non posso che rispettarlo enormemente.

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Ci é stato vicino nel momento più bello e in quello più doloroso, e questo non si può dimenticare. Peccato per il modo in cui é finita l'avventura da allenatore.

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Ci é stato vicino nel momento più bello e in quello più doloroso, e questo non si può dimenticare. Peccato per il modo in cui é finita l'avventura da allenatore.

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