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Andrea Fortunato, 17 anni dopo la sua scomparsa sempre nei nostri cuori

Post in rilievo

17 anni fa ci lasciava Andrea Fortunato, lo staff di vecchiasignora.com, che con orgoglio sottolinea essere partner ufficiale dell'

Associazione Fioravante Polito (prima ed unica associazione a lui dedicata) vuole ricordare così il campione bianconero:

 

 

x4ltnt.jpg

 

 

 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=hyDdWuoD95k

 

Sono passati tanti anni, ma fa ancora tanto male ricordare la storia di Andrea Fortunato. Nasce a Salerno il 26 luglio 1971 ed intraprende presto la strada dello sport, sull’esempio del fratello maggiore Candido, cimentandosi con il nuoto e la pallanuoto. Il calcio, per adesso, è solo un divertimento dei mesi estivi. Ma galeotta sarà una di quelle estati salernitane, perché viene notato da Alberto Massa, tecnico e talent-scout, che lo convince a seguirlo nella Giovane Salerno, squadra dilettantistica; Andrea accetta e, nemmeno tredicenne, insieme con altri giovanissimi talenti, va in giro per l’Italia a fare provini per squadre come Torino, Cesena, Empoli, Napoli, Como.

A Sandro Vitali, direttore sportivo del Como ed al tecnico della Primavera lariana, Angelo Massola, non sfuggono le grandi potenzialità di Andrea e lo ingaggiano, convinti di farne un grande centravanti. La svolta avviene, quando il tecnico della squadra Allievi, Giorgio Rustignoli, lo trasforma dapprima in centrocampista di sinistra, poi in difensore, sempre sulla fascia mancina.

Andrea segue tutta la trafila nelle giovanili e debutta in prima squadra, in Serie B, il 22 ottobre del 1989, a Pescara. A fine stagione colleziona sedici presenze nella serie cadetta, oltre ad un diploma di ragioniere che aveva sempre inseguito: «I miei genitori, che non mi hanno mai ostacolato nelle scelte, quando partii per Como, mi chiesero semplicemente di non trascurare gli studi. Promisi e, naturalmente, mantenni».

Andrea diventa presto una colonna del Como di Bersellini, ed è un protagonista assoluto nel campionato 1990/91, in C1, con la squadra lariana che manca la promozione, perdendo lo spareggio contro il Venezia. Roberto Boninsegna, selezionatore dell’Under 21, lo convoca immediatamente e tutta la Serie A si accorge di lui.

Sembra fatto il suo trasferimento all’Atalanta, ma è il Genoa che batte la concorrenza e si assicura il talentuoso terzino. Viene parcheggiato al Pisa, in Serie B e, nel campionato successivo. Ritorna al Genoa, dove conquista subito il posto da titolare e si mette in evidenza come uno dei migliori terzini sinistri del campionato, grazie alla sua grande classe ed alla sua rapidità.

La Juventus comincia a corteggiarlo, lo stesso Andrea non nega: «Arriva un giornalista e mi domanda se mi piacerebbe giocare nella Juventus. Ed io cosa dovrei rispondergli, che mi fa schifo? Figuriamoci, io da ragazzino per i colori bianconeri stravedevo, ed anche se sono diventato un calciatore professionista, certi amori ti restano nel cuore».

Nell’estate del 1993 firma il contratto che lo lega alla Juventus; la società bianconera lo acquista per 12 miliardi di Lire e, per tutti gli addetti ai lavori, Andrea è destinato a diventare il miglior terzino sinistro italiano, raccogliendo l’eredità di Antonio Cabrini, non solo sul campo, ma anche nel cuore delle tifose bianconere. «Mi fa arrabbiare questo paragone con Cabrini, lui è stato il più forte terzino del mondo, vi sembra una cosa logica? A me no; prima di raggiungere i suoi livelli, se mai ci riuscirò, ci vorrà tanto tempo».

La sua avventura a corte della “Vecchia Signora” incomincia nel migliore dei modi: pre-campionato ad altissimo livello, debutto in Nazionale a Tallinn, il 22 settembre contro l’Estonia. «Prometto sempre il massimo dell’impegno per la maglia. Darò sempre tutto me stesso ed alla fine uscirò dal campo a testa alta, per non essermi risparmiato».

È una corsa verso la gloria apparentemente inarrestabile ed invece Andrea rallenta, nella primavera del 1994. Si pensa che sia appagato, ha raggiunto la fama ed il successo in poco tempo; è arrivato alla Juventus, il massimo per ogni giocatore, ed ha perso il senso della modestia, pensa di essere già arrivato. Durante le ultime faticosissime partite, Andrea è accolta da fischi, da cori di scherno. Un giorno, alla fine di un allenamento, un tifoso juventino arriva a mollargli un ceffone, tanto per ricordargli la sua condizione di privilegiato e per fargli ritrovare la strada smarrita del sacrificio.

É l’inizio del calvario. Si trova presto una spiegazione a quel vuoto dentro, purtroppo, così come per quella febbre persistente che s’insinua nel suo organismo, provocandogli un continuo senso di spossatezza. Andrea si fa visitare, ma tutto sembra normale, il suo rendimento, però, continua a peggiorare.

Il 20 maggio del 1994 Andrea Fortunato è ricoverato in isolamento, presso la Divisione Universitaria di Ematologia delle Molinette di Torino. Dopo successivi esami medici, il risultato è agghiacciante: leucemia acuta linfoide!

Dall’ospedale delle Molinette, Andrea è trasferito a Perugia dove, grazie alla donazione della sorella Paola, subisce un primo trapianto di midollo osseo. L’esito è negativo, Andrea necessita di un nuovo trapianto. Si offre volontario il padre Giuseppe e l’operazione da buoni risultati. Il fisico di Andrea, infatti, reagisce ed accenna ad un recupero che fa sperare per il meglio: Andrea esce dall’ospedale, si ricongiunge, addirittura, ai compagni di squadra e li segue durante la trasferta a Genova, in occasione di Sampdoria-Juventus giocata il 26 febbraio del 1995. È emozionante vederlo sulle tribune dello stadio Marassi, felice come un bambino, a tifare per la sua amata Juventus.

Quando tutti cominciano a pensare che stia vincendo la sua battaglia, arriva una maledetta influenza a spezzare il filo della speranza. Il 25 aprile del 1995, alle otto di sera, Andrea muore. I compagni di nazionale apprendono la notizia mentre sono a Vilnius alla vigilia di una partita contro la Lituania. Prima di giocare, si osserva un minuto di silenzio in sua memoria. Poche settimane dopo la Juventus festeggia il suo 23° scudetto; ventitre come gli anni che aveva Andrea.

http://ilpalloneracconta.blogspot.it

 

 

 

 

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Ciao Andrea, ti porto sempre nel cuore, guidaci da lassù, vinceremo anche per te.

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:(

 

Lo ricordo nitidamente, un terzino forte come pochi che aveva tanto da dare...

Riposa in pace, Andrea, quella che non abbiamo noi per averti perso.

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Mi ricordo benissimo di questa storia triste, quando ho appreso la notizia della sua morte mi tremavano le gambe, ero scioccato perché pensavo che stesse vincendo la sua battaglia. Ma il suo sistema immunitario era evidentemente ancora troppo debole per superare una maledetta influenza.

 

Ricordo che aveva cominciato bene la sua avventura in bianconero, ma poi dopo natale aveva fatto delle prestazioni a volte sottotono. E spesso veniva criticato. Ma col senno di poi ovviamente non riusciva a dare il meglio di sé proprio perché la malatia lo stava giá affliggendo. Ricordo che nelle ultime gare in bianconero veniva quasi sempre sostituito nel secondo tempo dove appariva stranamente stanco e senza fiato. Non era un mistero se non aveva energie, anzi era quasi un miracolo che riusciva comunque a giocare dignitosamente le sue ultime partite visto che giá stava un pó male. Segno che aveva lo spirito di sacrificio e che secondo me avrebbe fatto molta strada se il male non se lo fosse portato via inesorabilmente. Aveva pure doti tecnici notevoli, crossava bene ed aveva velocitá di corsa. Ed un tiro non male (ricordo un suo gol contro la Lazio, unico in maglia bianconera, se non vado errato).

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un ricordo indelebile di quegli anni.

 

Dei fatti collegati, mi ricordo anche 2 cose:

 

- il fatto che i giocatori della Juve abbiano donato il midollo (se non sbaglio a stagione in corso, cosa molto probante per il fisico)

- lo striscione indegno dei tifosi(?) del Torino nel derby dell'autunno, e quindi la stagione successiva.

Quelo derby lo vincemmo 5-0, e credo che da allora non abbiamo più perso...e il Torino ha avuto solo stagioni fallimentari.

Credo che abbiano perso dignità e forza interiore con quel gesto, e ancora si devono riprendere.

 

Per un mero discorso tecnico,

Andrea era veramente bravo e sarebbe veramente diventato l'erede di Cabrini.

Terzini così la Juve non ne ha più avuti, e ad averne uno oggi farebbe la nostra fortuna.

 

Cmq, 23 anni ..... incredibile.

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"Speriamo che in paradiso ci sia una squadra di calcio, cosicchè tu possa continuare a essere felice correndo dietro ad un pallone. ONORE A TE, FRATELLO ANDREA FORTUNATO!"

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Anche io, allora appena quindicenne, mi ero illuso della sua guarigione.

 

Purtroppo, bisogna riconoscere che in 10 anni, nello studio di questa terribile malattia, sono stati fatti passi da gigante, e purtroppo Andrea si è ammalato in un'epoca, sebbene non lontana, in cui non si é potuto fare più di quanto è stato fatto. Vederlo in tribuna (se non ricordo male contro la Samp), mi riempì il cuore di speranza. Purtroppo, fu solo un'illusione.

 

Andrea era un ragazzo semplice, veramente semplice. Ascoltare le parole dei suoi amici e colleghi, fa capire con quale ingiustizia si é accanita contro di lui la malattia.

 

Andrea Fortunato è sempre nei nostri pensieri, non ne uscirà mai.

 

La sua immagine (esattamente quella di questo topic) sul desktop del mio computer, ferma lì dall'inizio della stagione, è un modo semplice per far sì che lui continui ad essere presente.

 

Spero davvero di poter dedicare qualcosa a lui, che da lassù starà tifando con noi.

 

Ciao, Andrea!!!!

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ricordo che mi svegliai quella mattina, incontrai mio padre per il corridoio e mi diede la notizia appena sentita alla radiolina...ci rimasi malissimo.

per me, 10 anni ancora da compiere, fu una botta morale...mi dissi "ma anche i calciatori possono ammalarsi e morire?". Proprio loro che sembrano come dei semi-dei, che corrono e lottano per novanta minuti?? Ma come è possible??

 

uno dei miei preferiti, per il nome che portava come il mio, diventato da subito mio beniamino, ricordo l'esordio in nazionale...quella folta chioma nera e quel colorito chiaro della pelle...quanto era forte, polmoni, piedi boni...sarebbe diventato un terzino pazzesco...

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Si è spento il tuo corpo, non il tuo ricordo... Ciao campione bianconero, scommetto che da lassù anche tu ti stai divertendo, bè se dovessimo vincere sarà dedicato anche a te che nel nostro cuore hai sempre un posto speciale....

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Andrea per sempre uno di noi!

 

Ben 17 anni sono passati dal 25 aprile più triste della storia della Juventus. Nel 1995, tutto il mondo bianconero piangeva la scomparsa di Andrea Fortunato. Dopo un anno di cure, a neppure 24 anni di età, il giovane difensore salernitano perdeva la sua battaglia contro la leucemia.

 

Una tragedia che sconvolse tutti. In particolare i suoi compagni di squadra che, allora come oggi, erano alla rincorsa di un grande obiettivo. Compagni come Gianluca Vialli, che commosse tutti con il suo discorso pronunciato durante il funerale. «Ti credevamo invincibile. In questi undici mesi sei stato un esempio per noi, per come hai saputo affrontare problemi veri, non quelli legati a semplici vittorie o sconfitte, con coraggio e serenità, forza e determinazione. Ti abbiamo voluto bene, ti portiamo nel cuore. Onore a te, fratello Andrea Fortunato».

 

Compagni come Antonio Conte che, questo pomeriggio a Cesena, avrà un motivo in più per portare al successo la Juventus. Un successo da dedicare alla memoria dell’indimenticato Andrea Fortunato.

 

Juventus.it

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