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La Juventus deve negare a Bramardo (gazzetta) e Oddenino (La Stampa) gli accrediti alla sala stampa: sono loro che hanno esultato al goal del Chelsea

Post in rilievo

fanno tenerezza per quanto sono menomati mentalmente

 

intanto l'apostrofo di conte "merd4" potrebbe anche essere un complimento.. la merd4, intesa come materia organica messa sui piantoni fa crescere meglio le olive, concima che è una bellezza .ghgh

 

 

haha

 

 

 

*_*

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sono giornalisti e sono li per fare il loro lavoro. possono esultare al gol di chi vogliono...

1 "lavoro" è una parola grossa

2 è questione di educazione e rispetto

3 visto che sono lì per "lavoro" allora devono dimenticare la squadra del cuore.

4 che "lavoro" può fare e che commenti imparziali può scrivere un giornalista fazioso?

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non lo puoi fare

tutti i giornali hanno libero accesso alle sala stampa

e i giornalisti da inviare li decidono i direttori dei rispettivi giornali

 

Ma dove ? Moggi quelli del corriere dello sport mica li faceva entrare o so giornali sportivi mica i carabinieri? Gli eviti gli accrediti se poi il giornale riesce a compra il biglietto x la tribuna allora non li puoi cacciare ma non sei obbligato ad invitarli

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ritengo che, dopo la doverosa epurazione compiuta tramite opportuna defenestrazione, la sala stampa si presenterebbe

 

come lo JS nelle partite di CL, con alopecia androgenetica

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Fare la guerra ai giornali è un atteggiamento che non premia. Una società che è inserita in un mercato e che ha a che fare con un bilancio, con abbonamenti, con la pubblicità, sicuramente non guadagna un euro da un'epurazione mediatica. Penso sia impossibile per la società vietare ai giornali l'accesso allo stadio come propone qualche tifoso inesperto. Invece nel caso del singolo giornalista negare l'accredito per qualche partita mi sembra un'ottima idea, ancora meglio insistere con la redazione del giornale perché a Torino ci mandi un altro inviato.

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Fare la guerra ai giornali è un atteggiamento che non premia. Una società che è inserita in un mercato e che ha a che fare con un bilancio, con abbonamenti, con la pubblicità, sicuramente non guadagna un euro da un'epurazione mediatica. Penso sia impossibile per la società vietare ai giornali l'accesso allo stadio come propone qualche tifoso inesperto. Invece nel caso del singolo giornalista negare l'accredito per qualche partita mi sembra un'ottima idea, ancora meglio insistere con la redazione del giornale perché a Torino ci mandi un altro inviato.

 

Il lavoro ai giornali non lo togli non facendoli entrare,basta semplicemente non parlare come stanno facendo.

E avanti così fino a fine anno.

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Dietro un giornalista c'è un tifoso?

 

 

L'imprecazione di Conte, il club Magath, la tribuna stampa dell'Olimpico. Quando l'ultrà è fra noi

di MAURIZIO CROSETTI

 

 

A volte succede che la vera curva sia la tribuna, nel senso di tribuna stampa: non dovrebbe accadere, ma tant'è. Se tu non fossi stato tifoso da ragazzino, difficilmente avresti deciso di dedicarti poi al giornalismo sportivo perché, come il calcio, anche lo scrivere di sport nasce dalla passione e non è materiale freddo. Lo diventa, nel tempo, quando al tifo si sovrappone il mestiere (oppure il fantacalcio, ma quella è un'altra storia). Quando non succede, sono possibili pericolosi e antipatici cortocircuiti.

 

Il focoso Conte, ormai sempre più simile anche dal vivo all'imitazione di Crozza, il quale si rivolge alla sala stampa chiedendo chi sia quella m. che ha esultato dopo il gol del Chelsea, fa tornare in mente un'intera casistica. Nella quale, va detto, le m. sono pochissime ma i risentimenti milioni.

 

Il caso più famoso resta "la medaglietta di Magath". Accadde che dopo la finale di Coppa dei Campioni persa dalla Juventus ad Atene nel 1983 contro ogni pronostico, un gruppetto di giornalisti non proprio filo-bianconeri pensasse di premiare l'autore della rete decisiva, cioè l'occhialuto Felix Magath, con una medaglia ricordo. La cerimonia ebbe luogo qualche tempo più tardi di fronte a un Magath invero assai sorpreso, probabilmente incapace di comprendere il senso dell'evento. Senso che non sfuggì a Boniperti: il presidente

 

ci mise del tempo, usò tutte le sue doti di 007 e alla fine venne a capo di nomi e cognomi. Ogni colpevole fu scritto per sempre sulla lista nera. Oggi, con Facebook e Twitter, sarebbe stato molto più facile e rapido: infatti, i "reprobi" di Conte sono stati identificati nel giro di un paio d'ore.

 

Tra Juventus e Torino non mancano altri sapidi episodi, a volte è un'impersonificazione di ruoli da commedia dell'arte. Un grande giornalista come Gian Paolo Ormezzano gioca ad essere granata da sempre, dichiara di sognare il derby in serie B, e anche Massimo Gramellini ama calarsi in questa parte. Nessuno, però, si sognerebbe di chiamarli m., anche perché Gpo e Gramellini hanno stile e classe anche quando giocano.

 

Nella storia del giornalismo sportivo non mancano casi di firme illustri che hanno sempre saputo tenere separate passione (sportiva) e professione. Sandro Ciotti era laziale, come altre famose voci di "Tutto il calcio", ad esempio Claudio Ferretti ed Ezio Luzzi, ma dalle loro radiocronache non si capiva di certo, e neppure si intuiva il cuore genoano di Enrico Ameri. E nessuno ha mai potuto rimproverare Roberto Beccantini di scarsa obiettività, pur essendo egli juventino nel profondo. All'epoca dello storico Novantesino Minuto condotto da Paolo Valenti (amava la Fiorentina) e Maurizio Barendson (lui era del Napoli), molti corrispondenti non nascondevano le loro passioni, dal napoletano Luigi Necco all'ascolano Tonino Carino, però sempre con eleganza: nessuno di loro avrebbe mai esultato contro qualcuno. E non si dimentichi che oggi va di moda la telecronaca del "giornalista tifoso" come opzione per il telespettatore: in parte è un gioco, in parte se ne potrebbe discutere, quando il telecronista è anche un cronista.

 

Ben altra cosa è l'esibizione delle caricature dei giornalisti-tifosi nelle molte, e per lo più inguardabili, trasmissioni televisive sul calcio di piccole emittenti o bizzarre catene nazionali: lì ci sono "opinionisti" che recitano apposta la parte della macchietta, dando vita a teatrini che non sono proprio il vanto della categoria, però fanno audience.

 

Un luogo di grande, consueto tifo è la tribuna stampa dell'Olimpico, dove sovente accade di vedere colleghi che esultano per un gol della Roma o della Lazio. Scena che si ripete peraltro in molte città, specialmente di provincia, dove i destini della squadra e il tifo interessato di alcuni giornalisti si intrecciano: perché se la squadra va bene, gira l'Europa, ha visibilità, in qualche modo ci guadagnano pure loro. La gazzarra nella sala-stampa di Catania contro Angelo Alessio dopo la farsa arbitrale del fuorigioco fantasma, da parte di alcuni cronisti locali (poi si sono scusati), fa parte di questa casistica.

 

Può dunque accadere che il tifo sia un sentimento guidato dall'interesse: le intercettazioni di Calciopoli l'hanno dimostrato, smascherando certi giornalisti assai compiacenti con Moggi e non certo perché da bambini tifassero Juve. Questo ha abituato alcuni club e alcuni allenatori a pensare che i giornalisti siano nemici se solo non tifano per la loro squadra: perché mai?

 

www.repubblica.it

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Ci auguriamo che da oggi la società Juventus neghi gli accrediti, per la sala stampa dello Juventus Stadium e per Vinovo, ai giornalisti Bramardo (Gazzetta dello sport) e Oddenino (La Stampa), distintisi per aver esultato al goal del 3-2 del Chelsea.

Se queste persone si reputano ultrà prima che giornalisti, qualora volessero seguire le partite in casa della Juventus, potranno tranquillamente comprarsi un biglietto per gli altri settori dello stadio, magari la Curva Sud.



Lo staff di vecchiasignora.com

come non essere completamente d'accordo su questo? mi sembra il minimo, è ora di finire di essere buoni, chi non è con noi è contro di noi, e comunque chi esulta al gol di un nostro avversario è sicuramente contro di noi...

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Dietro un giornalista c'è un tifoso?

 

 

L'imprecazione di Conte, il club Magath, la tribuna stampa dell'Olimpico. Quando l'ultrà è fra noi

di MAURIZIO CROSETTI

 

 

lo stesso pessimo crosetti si contraddice.......un conto è esultare in sala stampa per il goal della squadra per cui tifi.......cosa che da professionista eviterei, ma che succede......un conto è essere ospite di una squadra ed esultare per il goal della squadra avversaria che non centra nulla con il tifo.....quì la cosa è moooooolto più grave.

Questa è provocazione a casa di altri.......

la stampa ha 3 pass......da domani ne ha uno e non per oddenino, la gazzetta ha 3 pass da domani ne ha uno e non bramardo.......mi sembra semplicissimo a casa mia invito chi mi pare.......

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più che negare gli accrediti ci vorrebbe che alle conferenze stampa quando il giornalista X o Y si alza per fare la domanda, l'intervistato di turno, supportato dall'addetto stampa (non so se ricordate i vecchi politici a Tribuna Politica), potrebbe dire: - a lei è Oddenino quello che ha esultato x il gol del Chelsea ... a lei non rispondo... altre domande?-e così via, - lei è Bucchioni quello che mi ha dato dello scommettitore su QN, a lei non rispondo - altre domande?-

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più che negare gli accrediti ci vorrebbe che alle conferenze stampa quando il giornalista X o Y si alza per fare la domanda, l'intervistato di turno, supportato dall'addetto stampa (non so se ricordate i vecchi politici a Tribuna Politica), potrebbe dire: - a lei è Oddenino quello che ha esultato x il gol del Chelsea ... a lei non rispondo... altre domande?-e così via, - lei è Bucchioni quello che mi ha dato dello scommettitore su QN, a lei non rispondo - altre domande?-

.quotone

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Fare la guerra ai giornali è un atteggiamento che non premia. Una società che è inserita in un mercato e che ha a che fare con un bilancio, con abbonamenti, con la pubblicità, sicuramente non guadagna un euro da un'epurazione mediatica. Penso sia impossibile per la società vietare ai giornali l'accesso allo stadio come propone qualche tifoso inesperto. Invece nel caso del singolo giornalista negare l'accredito per qualche partita mi sembra un'ottima idea, ancora meglio insistere con la redazione del giornale perché a Torino ci mandi un altro inviato.

Sono d'accordo con te, l'unico mio pensiero e' nella figura degli Agnelli editori .

Mi spiego, io voglio che i miei lettori mi giudichino come editore che informa nella sua correttezza e senza faziosità , quindi in questo caso specifico mandare un giornalista "granata" a seguire la Juve sarebbe una dimostrazione di correttezza verso i miei lettori.

Il problema ora è che il giornalista non si è dimostrato in questa occasione un professionista come dovrebbe e , quindi da editore ne chiedo conto.

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No, dai, tu stai dicendo assurdità bah (te le cito tutte, così sei più contento .ghgh)

incoerenza= dico una cosa e ne faccio un'altra

Che lo staff "debba impedire" lo dici tu ed è una TUA opinione che ti lasciamo volentieri.

Dopodichè, farsopoli è una cosa e l'azione di quei due bovini un'altra e non puoi mischiare le due cose, visto che

1) una cosa è non riportare articoli pubblici ed un'altra è non ammettere giornalisti allo stadio

2) uno dei due colpevoli è pure de "La Stampa". giornale che nel tuo discorso c'entra come i cavoli a merenda.

Evviva la coerenza, appunto bah

Io ho capito benissimo cosa vuoi dire ma, ripeto, il tuo discorso non fila ed è inutile che parli di una incoerenza che non c'è nei fatti!!!!

Che poi qualcuno ti dia ragione perchè è "contro" per partito preso non aggiunge niente alle tue tesi, infatti, argomenti a supporto=zero.

Capito quel che non hai capito, ora? ;)

Se si, bene, sennò pazienza .bye

 

vabbè ci rinuncio lottare contro i proselitismi è tempo perso, l'arte del girare la frittate ti è tipica, come noto!d'altronde sei là per difendere una linea editoriale.

continuate a postare articoli della scazzetta, e cliccate sul suo sito (che visto che sei espertissimo della materia sai bene significa finanziarli) e date risalto a quei giornalisti, e mettetela pure nella rassegna stampa, se siete contenti così amen.

dal vostro punto di vista la chiarezza è ovvia. chi ha orecchie intenda

 

meno male che qualcuno ha capito, mi basta! nella vita conta dire la verità non vincere diatribe senza senso. qualcuno a forza di sentirla la capisce, altri non la capiscano, altri la capiscano ma devono smontarla per ruolo.

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Fare la guerra ai giornali è un atteggiamento che non premia. Una società che è inserita in un mercato e che ha a che fare con un bilancio, con abbonamenti, con la pubblicità, sicuramente non guadagna un euro da un'epurazione mediatica. Penso sia impossibile per la società vietare ai giornali l'accesso allo stadio come propone qualche tifoso inesperto. Invece nel caso del singolo giornalista negare l'accredito per qualche partita mi sembra un'ottima idea, ancora meglio insistere con la redazione del giornale perché a Torino ci mandi un altro inviato.

 

su quale base puoi negare l'accesso allo stato al singolo giornalista ed non ai giornali (inteso come testata con giornalisti)?

sei sicuro che gli inesperti siano altri?

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Ci auguriamo che da oggi la società Juventus neghi gli accrediti, per la sala stampa dello Juventus Stadium e per Vinovo, ai giornalisti Bramardo (Gazzetta dello sport) e Oddenino (La Stampa), distintisi per aver esultato al goal del 3-2 del Chelsea.

Se queste persone si reputano ultrà prima che giornalisti, qualora volessero seguire le partite in casa della Juventus, potranno tranquillamente comprarsi un biglietto per gli altri settori dello stadio, magari la Curva Sud.

 



Lo staff di vecchiasignora.com

 

Spiacente, ma la Juventus dell'Avvocato o del Dottore non avrebbero fatto niente di tutto questo.

Gianni avrebbe commentato con tagliente ironia e, magari, invitato a cena i giornalai,

per instillare e rafforzare in loro il già imbarazzante complesso di inferiorità nei nostri confronti.

Umberto, invece, avrebbe scatenato la furia mediatica di Luciano Moggi su tutti i canali televisivi nazionali.

E il Direttorissimo, probabilmente, avrebbe organizzato a Vinovo qualche scherzetto per i due edicolanti.

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