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ColpaDiAlfredo

Gegic: "Una tv mi ha offerto 5.000 euro per parlare di Conte"

Post in rilievo

Vogliamo sapere qual e' la TV che ha offerto soldi a Gegic!!!

 

27.11.2012 09:40 di Massimo Pavan

 

Nell'edizione odierna di Gazzetta dello Sport un'intervista approfondita a Gegic che afferma come in "Italia accada di tutto" e parla di un fantomatico uomo che "Voleva venderci gare combinate di Serie A. Dove era- no coinvolte squadre del Sud: di Catania, Palermo, Lecce, Napoli, eccetera. Ci diceva: "Andate sul sicuro con me". Ma voleva 600 mila euro per le informazio- ni. Ci siamo messi a ridere. Troppi".

Fin qui tutto bene, o meglio tutto male, ma il peggio deve ancora venire. La frase che state per leggere vi farà riflettere:  «Carobbio ci ha detto che nello spogliatoio del Siena scommettevano quasi tutti Una tv mi ha persino offerto 5 mila euro per un’intervista se parlavo an-che di Conte. Come se le conoscessi. Ho rifiutato. Non ho nulla da dire su di lui: mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo, ma soprattutto non ho bisogno di soldi per parlare di quello che so».

Faccia riflettere questa frase. Un tv chiede a una persona di parlare di Conte...quando Conte non è coinvolto nella vicenda. Come la vogliamo chiamare: disinformazione? Complotto? Intimidazione mediatica? Trovare voi il termine corretto.

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Se nell'articolo ci fosse stato scritto "ALLEGRI" o "STRAMACCIONI" sarebbe scattata un'interrogazione parlamentare per capire a quale tv facesse riferimento il Gegic.

Vergogna.

 

Quanto schifo

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Questa è veramente grossa ragazzi, questa è una guerra, ci stanno attaccando da tutte le parti e in qualsiasi maniera, spero che la società risponda anche a questa cosa perché è una roba davvero vomitevole.

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CALCIOSCOMMESSE GEGIC SI COSTITUISCE / CREMONA - Almir Gegic, figura chiave attorno cui ruota l'inchiesta sullo scandalo Calcioscommesse, ha deciso di costituirsi e parlare. Ha rilasciato un'intervista alla 'Gazzetta dello Sport'. Queste le sue dichiarazioni:

LATITANZA - "Non è vita questa, mi nascondo da troppo tempo. L'errore più grave che ho commesso è stato quello di non costituirmi subito. Volevo farlo, ma una volta mi hanno detto di aspettare e poi mi è stato consigliato dagli avvocati di non farlo. Non ce la facevo più. Il peggio è che sto distruggendo la vita di mia moglie e soprattutto di mia figlia. Andavo e venivo dall'Italia e alla dogana nessuno mi fermava. Una volta un gendarme mi ha detto: 'Ma non c'è un mandato su di te?'. E io: 'Penso di sì'. Siamo andati a bere un caffè. Un'altra volta, quando ero già ricercato, sono partito dalla Serbia in auto con la mia famiglia e ho attraversato l'Italia. Mi si è rotto il cambio e ho chiamato i soccorsi. Nel frattempo si è fermata la polizia. Mi son detto: ci siamo. Ero quasi sollevato. Invece manco mi hanno chiesto i documenti".

"MAI TRUCCATO PARTITE" - "Qui le voci arrivano distorte: mi vedono come un *, ma non ho mai truccato personalmente partite o minacciato qualcuno. Compravo informazioni per scommettere e basta. Sono pronto a pagare e a dire tutto quello che so. Le scommesse sono una brutta malattia e io ho smesso. Faccio qualche schedina da 10 euro, guardo le partite in poltrona. Stop".

INCHIESTA - "I magistrati sono stati davvero bravi: hanno scovato tutte le gare combinate o, almeno, quelle su cui ho scommesso io. Perché le cordate erano tante, mica vendevamo informazioni solo a me e Hristiyan (Ilievski, ndr). E comunque, è giusto che se ci sono cose che posso aggiungere, le dica ai magistrati"

MISTER X - "Io e Hristiyan abbiamo incontrato un paio di volte un signore sulla sessantina, alto meno di 1,80, un po' sovrappeso. Quasi pelato, ma senza capelli non perché si rade come me. Ce l'ha presentato Bellavista. Aveva più di 10 telefonini. Ci siamo visti all'hotel Tocqueville, quello nel centro di Milano dove vanno i calciatori. Non ricordo il nome, ma se vedo la sua foto lo riconosco di sicuro. Voleva venderci gare combinate di Serie A. Dove erano coinvolte squadre del Sud: Catania, Palermo, Lecce, Napoli... Ci diceva: 'Andate sul sicuro con me'. Ma voleva 600 mila euro per le informazioni. Troppi".

 

CONTE - "Carobbio ci ha detto che nello spogliatoio del Siena scommettevano quasi tutti. Una tv mi ha persino offerto 5 mila euro per un'intervista se parlavo anche di Conte. Come se le conoscessi. Ho rifiutato. Non ho nulla da dire su di lui: mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo, ma soprattutto non ho bisogno di soldi per parlare di quello che so".

MAURI - "Non l'ho mai incontrato. Lo ha fatto Hristiyan? Può darsi, lo dirà al magistrato. Perché anche lui si consegnerà. Io giocavo in quel periodo nel Chiasso, dovevo allenarmi. Hristiyan aveva molti altri contatti, si muoveva anche senza di me. Ho letto di Zamperini: ecco di quel filone so poco come di quello barese. Certo, ero a conoscenza che Masiello e altri erano avvicinabili. E non escludo la presenza di una banda ungherese: il mercato delle scommesse attira molte persone che vogliono fare affari e diversi calciatori non si fanno scrupoli a piazzare le informazioni su più tavoli. Chiedete a Gervasoni. Mi ha parlato spesso di due fratelli di Verona. Sì, i Cossato. Mi diceva che scommettevano e chiedevano le partite fatte. E poi avevano un loro giro. E comunque Gervasoni spesso ci portava da altri giocatori. Ha fatto così con Micolucci, mi ha presentato anche Bertani. Ma lui gestiva bene il tutto, sapeva dove bussare".

ERODIANI - "Lo conosciamo tramite Bellavista. Ci dice che aveva un portiere in mano (Paoloni, ndr), e sapeva da alcuni giocatori dei risultati sicuri in A. Hristiyan gli dice che vuole conoscere questi calciatori. In autostrada da un pulmino scendono tre tipi e li spaccia per Vives, Corvia e Ferrario. Almeno così mi pare. Comunque tre del Lecce. A casa guardiamo le foto su internet e Hristiyan scuote il capo: 'Non sono loro, ci vuole fregare'. Così quando ci dice che Genoa-Lecce sarà un pari con Over non mettiamo un euro. Il bello è che quella gara finisce 2-2. Erodiani allora rilancia per Inter-Lecce e assicura un 1 con Over 3,5 (almeno 4 gol di scarto, ndr.). Ci mette in contatto con un finto Corvia su Internet. Hristiyan non è uno sprovveduto, sapeva persino che tatuaggi aveva Corvia. Quando gli chiede di mostrarli, l'altro non sa che fare. Era l'ennesima bufala, poi ho letto che quel tizio era Paoloni. Noi da Inter-Lecce siamo stati alla larga. Altri hanno preso la batosta"

"LE SCOMMESSE SONO UNA MALATTIA" - "Molti calciatori iniziano per scherzo, hanno soldi da spendere. Poi è come una droga. E allora chiedi in giro ai tuoi colleghi, cerchi di sapere quale gara è sicura. In Italia da sempre le ultime partite sono un mercato. Prima delle scommesse erano solo favori sportivi: quest'anno serve a me, poi magari a te. L'arrivo delle scommesse ha destabilizzato tutto. Ci sono presidenti che così mettono a posto i conti. Il problema vero è la criminalità, quella tosta".

ASIA - "In Asia si possono puntare cifre incredibili, senza controllo. A Singapore sulle gare italiane di Serie A è possibile puntare sul live anche 15 mila euro alla volta. In venti minuti si possono mettere un sacco di soldi. E la quota di un Over se non ci sono gol, si alza. Ecco perché spesso nelle intercettazioni si raccomanda di restare 0-0 il più a lungo possibile. Per farlo bisogna coinvolgere molti giocatori. Ma se alle spalle di tutto c'è qualcuno disposto a mettere sul tavolo 10 milioni su una gara, secondo voi non farà di tutto per avere la certezza di quel risultato? Le scommesse sportive sono una piaga mondiale. Non so come si possano fermare. Vietarle credo sia impossibile. Chi ferma l'Asia? Bisogna blindare i giocatori, i dirigenti, gli arbitri. Dipende tutto da loro".

RICICLAGGIO - "Mi hanno accusato di riciclaggio. Ma quale riciclaggio? Sul conto avevo 12 mila euro e nell'altro ce n'erano meno. Al Chiasso ne guadagnavo 5 mila al mese puliti, avevo i pranzi pagati. Potevo mettere via qualcosa e scommettere massimo 5-10 mila euro? I soldi per le informazioni li metteva Ilievski. E se pensavano che riciclassi e girassi con 2-3 milioni nell'auto, perché non mi hanno mai fermato prima?".

ILIEVSKI - "Dovrebbe costituirsi anche Hristiyan: è stanco come me. Magari avrà la faccia da delinquente, per via della cicatrice, ma non lo è. La storia che minacciavamo la gente è una *. Ora che torno spero si chiarisca tutto. Voglio mettermi alle spalle questa vicenda. Con la giustizia non avevo mai avuto problemi".

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Gegic ha accolto la Gazzetta dello Sport nel suo rifugio per l’ultima intervista prima di consegnarsi ai magistrati. Ecco uno stralcio delle se dichiarazioni [...] . «Non è vita questa. Mi nascondo da troppo tempo. L’errore più grave che ho commesso è stato quello di non costituirmi subito. Io volevo farlo, in verità. Ma una volta mi hanno detto di aspettare. Poi mi è stato consigliato dagli avvocati di non farlo. Poi è passato il tempo. Non ce la facevo più. Sono fuori dalla Serbia da 15 anni. Ho vissuto in cinque Paesi diversi, parlo sette lingue. Non mi ci trovo più qui: non ci sono prospettive. Il peggio è che sto distruggendo la vita di mia moglie e soprattutto di mia figlia. Aveva tutto in Svizzera, poteva frequentare un bella scuola e costruirsi un avvenire. Ora chissà se mi faranno tornare a Chiasso. Vivevamo in Svizzera ma era come se fossimo in Italia. Ci sentiamo italiani. Qui le voci arrivano distorte: mi vedono come un *. Ma non ho mai truccato personalmente partite o minacciato qualcuno. Forse le mafie in questa storia sì. Compravo informazioni per scommettere e basta. Sono pronto a pagare. A dire tutto quello che so. Le scommesse sono una brutta malattia. Ho smesso. Per tenerla a bada faccio qualche schedina da 10 euro. Guardo le partite in poltrona. Stop».

Gegic, ci sarà il cortocircuito? «No. I magistrati sono stati davvero bravi. Hanno scovato tutte le gare combinate. Almeno, quelle su cui ho scommesso io. Perché le cordate erano tante, mica vendevamo informazioni solo a me e Hristiyan (Ilievski, ndr.). E comunque, è giusto che se ci sono cose che posso aggiungere, le dica ai magistrati».

Salta fuori un mister X che potrebbe anche aprire un nuovo, importante, fronte dell’inchiesta. «Io e Hristiyan abbiamo incontrato un paio di volte un signore sulla sessantina, alto meno di 1,80, un po’ sovrappeso. Quasi pelato, ma senza capelli non perché si rade come me. Ce l’ha presentato Bellavista. Aveva più di 10 telefonini. Davvero. Li tirava fuori da tutte le tasche. Usciva spesso a rispondere. Un lavoro. Ci siamo visti all’hotel Tocqueville, quello nel centro di Milano dove vanno i calciatori. Non ricordo il nome, ma se vedo la sua foto lo riconosco di sicuro. Voleva venderci gare combinate di Serie A. Dove erano coinvolte squadre del Sud: Catania, Palermo, Lecce, Napoli, eccetera. Ci diceva: “Andate sul sicuro con me”. Ma voleva 600 mila euro per le informazioni. Ci siamo messi a ridere. Troppi».

Escono altri dettagli importanti. Come questo: «Carobbio ci ha detto che nello spogliatoio del Siena scommettevano quasi tutti». Ma l’ex di Vicenza, Chiasso e, da ultimo, Rancate, di una cosa è sicuro: non sa nulla a proposito di Antonio Conte, al tempo tecnico dei toscani. «Una tv mi ha persino offerto 5 mila euro per un’intervista se parlavo anche di Conte. Come se le conoscessi. Ho rifiutato. Non ho nulla da dire su di lui: mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo, ma soprattutto non ho bisogno di soldi per parlare di quello che so».

Dopo tanti propositi, si è fermato da solo. «Dovrebbe costituirsi anche Hristiyan: è stanco come me. Magari avrà la faccia da delinquente, per via della cicatrice, ma non lo è. La storia che minacciavamo la gente è una *. Ora che torno spero si chiarisca tutto. Voglio mettermi alle spalle questa vicenda. Con la giustizia non avevo mai avuto problemi». Su questo, è facile credergli: ci chiedeva consigli su come comportarsi e aveva paura di andare da solo all’aeroporto di Belgrado ed essere arrestato. Invece alla dogana c’erano le carte lasciapassare.

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Chiaramente questo qui ora sarà poco credibile e certamente non informato sui fatti...

Che tiri fuori quanto prima il nome di questa tv di rosiconi.

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prevedo altra mer.da in arrivo

 

al contrario, mi sembra che gegic non tiri affatto in ballo il mister, anzi. piuttosto vorremmo tutti sapere di che emittente si sta parlando

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al contrario, mi sembra che gegic non tiri affatto in ballo il mister, anzi. piuttosto vorremmo tutti sapere di che emittente si sta parlando

In pratica nell'ambiente malsano manco sapevano chi fosse Conte...invece per mesi e mesi al momento lo stavano per trasformare nel peggiore degli scommettitori.

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al contrario, mi sembra che gegic non tiri affatto in ballo il mister, anzi. piuttosto vorremmo tutti sapere di che emittente si sta parlando

 

mai fidarsi dei giornalai ... a differenza nostra, loro nel fango ci sguazzano, soprattutto quelli del giornale color maiale!

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Meno male che lo ha esternato. Quanto vorrei sapere qual'è questa televisione. Comunque il caso Conte mi ricorda sempre più, facendo le debite proporzioni e con tutto il dovuto rispetto, il caso Tortora......

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Solo 5.000 euro? Che pezzenti! Lo scoop sarebbe valso molto di più. Peccato che non c'è trippa pe gatti,infami se preferite.

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