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mastrototarokoetting

A Platini riuscì prima di Maradona!

Post in rilievo

Negli anni '80, nel campionato italiano giocarono contemporaneamente Zico, Platinì e Maradona ...

Complimenti, ci siamo spesso confrontati su Laudrup - sul quale divergono le nostre opinioni - ma la tua difesa di Platini è eccellente e ben documentata. D'altronde lo stesso Maradona, intervistato all'arrivo a Napoli, disse: "sono felice di giocare nel campionato italiano, così potrò confrontarmi col migliore al mondo: Platini". Per tre anni, 1983, 1984, 1985 Platini fu inavvicinabile. Poi lo scettro passò a Maradona, che comunque non ebbe MAI la costanza di rendimento mostruosa di le roi nel suo periodo migliore. A Platini, purtroppo, non capitò di giocare un mondiale al massimo della forma. Ci fossero stati i mondiali nel 1984 nessuno si stupirebbe a sentirlo giudicare pari o persino superiore a Maradona.

 

PS quando poi si va su altri sport, come fa il tuo interlocutore citando Michael Jordan, la cosa diventa difficilissima. Perché Michael Jordan dovrebbe, ad esempio, essere superiore a Jesse Owens, Carl Lewis, Eddy Merckx, Mohamed Alì, Mark Spitz, Paavo Nurmi, Michael Phelps, Nadia Comaneci, Larysa Latinina?

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PS quando poi si va su altri sport, come fa il tuo interlocutore citando Michael Jordan, la cosa diventa difficilissima. Perché Michael Jordan dovrebbe, ad esempio, essere superiore a Jesse Owens, Carl Lewis, Eddy Merckx, Mohamed Alì, Mark Spitz, Paavo Nurmi, Michael Phelps, Nadia Comaneci, Larysa Latinina?

Perchè ragiona sull'onda della SUA EMOZIONE. Ma anche tu che mi citi Alì e non Joe Louis o Ray Sugar Robinson che sul piano squisitamente pugilistico vengono messi anche più su ...complimenti invece per aver indicato Merckx (oggettivamente il più vincente) e non Coppi come tutti gli italioti.

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Complimenti, ci siamo spesso confrontati su Laudrup - sul quale divergono le nostre opinioni - ma la tua difesa di Platini è eccellente e ben documentata. D'altronde lo stesso Maradona, intervistato all'arrivo a Napoli, disse: "sono felice di giocare nel campionato italiano, così potrò confrontarmi col migliore al mondo: Platini". Per tre anni, 1983, 1984, 1985 Platini fu inavvicinabile. Poi lo scettro passò a Maradona, che comunque non ebbe MAI la costanza di rendimento mostruosa di le roi nel suo periodo migliore. A Platini, purtroppo, non capitò di giocare un mondiale al massimo della forma. Ci fossero stati i mondiali nel 1984 nessuno si stupirebbe a sentirlo giudicare pari o persino superiore a Maradona.

 

PS quando poi si va su altri sport, come fa il tuo interlocutore citando Michael Jordan, la cosa diventa difficilissima. Perché Michael Jordan dovrebbe, ad esempio, essere superiore a Jesse Owens, Carl Lewis, Eddy Merckx, Mohamed Alì, Mark Spitz, Paavo Nurmi, Michael Phelps, Nadia Comaneci, Larysa Latinina?

Grazie per la tua sportività e la tua obiettività. Sono complimenti che mi fanno piacere perché, come hai ricordato, abbiamo avuto qualche simpatica divergenza su Michael Laudrup. Quindi li apprezzo ancora di più.

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10 compagni fermi?

Mi spieghi allora chi segnò i 3 gol della finale del 1986?

 

Mi spieghi perchè in 2 di questi 3 gol Maradona non tocca neppure il pallone?

 

Sarà mica che questa fu l'unica gara in cui fu marcato decentemente da Lothar Matthaus?

 

Mi spieghi perchè un gol come quello alla bislacca difesa dell'Inghilterra in Italia non seppe ripeterlo in 7 anni neppure contro Cremonese o Avellino?

 

Mi spieghi perchè nelle coppe europee con il Napoli segnò appena 2 reti su azione in 25 gare??? Media che neppure Boksic...

 

NULLA DA TOGLIERE AL FENOMENO MARADONA, MA LA MITIZZAZIONE DELL'EROE INVINCIBILE LASCIAMOLA STARE...

magari fosse mitizzazione. È dogmatismo della peggior specie: la frase "Maradona è un'altra cosa" ne sintetizza alla perfezione il pensiero haha

Nel luglio del 90 undici corridori crucchi non gli hanno fatto vedere palla al dogma tanto caro al nostro simpatico utente, al quale gioverebbe rivedersi Italia-Argentina di otto anni prima, dove un bimbominkia pibe de oro soffrì non poco la marcatura di quel tizio ricciolino nato a Tripoli

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Perchè ragiona sull'onda della SUA EMOZIONE. Ma anche tu che mi citi Alì e non Joe Louis o Ray Sugar Robinson che sul piano squisitamente pugilistico vengono messi anche più su ...complimenti invece per aver indicato Merckx (oggettivamente il più vincente) e non Coppi come tutti gli italioti.

Sapete cosa diceva mio nonno? Che il più grande ciclista di sempre è stato Alfredo Binda. Ed anche io, quando ho letto delle sue imprese, sono rimasto strabiliato. Per molti storici del ciclismo Binda è stato completo come Merckx. Su Coppi, al di la di quello che si pensa su Merckx e Binda, cosa dire: fenomeno assoluto (una rivista belga di ciclismo storico ha scritto: <<La bici sembra essere stata inventata per Coppi>> Ricordiamoci che Coppi ha vinto anche due mondiali su pista, nell'inseguimento individuale) a cui la guerra ha tolto almeno 4/5 anni di carriera ad alto livello. Stesso lasso temporale per i grandi dell'epoca: in particolare Bartali, penalizzato proprio (a differenza di Coppi che era più giovane) nel momento più importante della sua carriera. Va detto, comunque, che i paragoni tra epoche diverse sono sempre molto complicati. Sarebbe meglio stilare classifiche di singole epoche che non classifiche assolute. Tra i fuoriclasse, per esempio, non si ricorda mai (io parlo a livello dei più grandi di sempre in ambito calcistico) la grandezza assoluta di Raimundo Orsi (per alcuni la più grande ala sinistra, ma era ambidestro, della prima metà del xx° secolo) o di Valentino Mazzola (per Boniperti completo come Di Stefano).

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Non capisco dove vuoi arrivare?!?!... Allora i calciatori con il mal di testa fanno paura... Messi deve avere certe emicranie!!! .doh

 

 

voglio arrivare a farti capire che non solo le sostanze riconoscite come doping sono dopanti, il Libuprofene è una sostanza che troviamo facilmente eppure è dopante, infatti se Messi ha mal di testa se lo tiene, di certo non si prende un brufen altrimenti se gli fanno il controllo lo squalificano

 

e tra l'altro ti ripeto che la cosa " la coca dura 40 minuti" è una *, dipende dal metabolismo di una persona, da quanto ne fai uso e da quanto tempo, puo durare anche molto ma molto di piu

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Perchè ragiona sull'onda della SUA EMOZIONE. Ma anche tu che mi citi Alì e non Joe Louis o Ray Sugar Robinson che sul piano squisitamente pugilistico vengono messi anche più su ...complimenti invece per aver indicato Merckx (oggettivamente il più vincente) e non Coppi come tutti gli italioti.

Non potevo citare 200 nomi, ti pare? A questo punto perché non Ray Sugar Leonard, Rocky Marciano, Henry Armstrong, Willie Pep, Carlos Monzon, George Foreman, Marvin Hagler, Roberto Duran... Alì se la gioca coi due che citi tu, qualche sito mette prima uno, qualche sito mette prima l'altro. Tuttavia si potrebbe argomentare, dato che si stava cercando di prescindere dallo specifico sport, che si dovrebbe anche allora prescindere dalle categorie di peso. In un incontro tra Ray Sugar Leonard e Alì prelevati entrambi con la macchina del tempo al top della forma avrebbe probabilmente vinto quest'ultimo, se non altro per avere 11 cm e una quindicina di kg in più.

 

Su Merckx aiuta un pochino l'esser nato in Belgio negli anni sessanta... :d

 

Sapete cosa diceva mio nonno? Che il più grande ciclista di sempre è stato Alfredo Binda. Ed anche io, quando ho letto delle sue imprese, sono rimasto strabiliato. Per molti storici del ciclismo Binda è stato completo come Merckx. Su Coppi, al di la di quello che si pensa su Merckx e Binda, cosa dire: fenomeno assoluto (una rivista belga di ciclismo storico ha scritto: <<La bici sembra essere stata inventata per Coppi>> Ricordiamoci che Coppi ha vinto anche due mondiali su pista, nell'inseguimento individuale) a cui la guerra ha tolto almeno 4/5 anni di carriera ad alto livello. Stesso lasso temporale per i grandi dell'epoca: in particolare Bartali, penalizzato proprio (a differenza di Coppi che era più giovane) nel momento più importante della sua carriera. Va detto, comunque, che i paragoni tra epoche diverse sono sempre molto complicati. Sarebbe meglio stilare classifiche di singole epoche che non classifiche assolute. Tra i fuoriclasse, per esempio, non si ricorda mai (io parlo a livello dei più grandi di sempre in ambito calcistico) la grandezza assoluta di Raimundo Orsi (per alcuni la più grande ala sinistra, ma era ambidestro, della prima metà del xx° secolo) o di Valentino Mazzola (per Boniperti completo come Di Stefano).

Una bella frase che ricordo - ma non ricordo l'autore - sulla differenza fra Merckx e Coppi è questa: "Coppi era nato per andare in bicicletta. Merckx era nato per essere un atleta. Sarebbe stato il migliore del mondo in qualsiasi sport avesse deciso di praticare."

 

Convengo sul fatto che vengano spesso trascurati i campioni d'anteguerra. Basta leggere qualcosa su Freidenreich o Dixie Dean...

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voglio arrivare a farti capire che non solo le sostanze riconoscite come doping sono dopanti, il Libuprofene è una sostanza che troviamo facilmente eppure è dopante, infatti se Messi ha mal di testa se lo tiene, di certo non si prende un brufen altrimenti se gli fanno il controllo lo squalificano

 

Ok, ho capito... (basta leggersi il bugiardino)

 

e tra l'altro ti ripeto che la cosa " la coca dura 40 minuti" è una *, dipende dal metabolismo di una persona, da quanto ne fai uso e da quanto tempo, puo durare anche molto ma molto di piu

 

Diciamo che possa annche durare di più (cosa non vera, ma vabbè) perchè devi avere la presunzione di dire che ciò che faceva Maradona era dovuto alla cocaina? Perchè se c'è incertezza accusi?

 

Io direi di finirla con questo discorso sul doping che mi fa davvero schifo.. Maradona è una gioia da vedere per i suoi piedi e di certo quelli non li dopi poi se si è fatto di coca dall'inizio della sua carriera non si saprà mai... Io onestamente preferisco credere a ciò che vedono i miei occhi e non a dove si possa spingere la teoria del sospetto; Se prevalesse quest'ultima andrebbero definiti dopati o presunti tali tanti altri atleti che entreranno nella leggenda come: Messi (la storia degli ormoni della crescita), Bolt (esagerato quello che ha fatto più casini powel e co), Rossi aveva i gommini quando vinceva (non è doping ma siamo lì), Vettel è spinto da tutto il circus e non vale una cippa, Ronaldo riesce a fare tempi da corridore.... Si può continuare all'infinito se si vuole...

 

La fiducia nello sport è ciò che rende lo sport speciale; Se non esistessero e non fossero esistiti atleti che hanno fatto cose fuori da ogni logica chi sarebbe innamorato dello sport?

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10 compagni fermi?

Mi spieghi allora chi segnò i 3 gol della finale del 1986?

 

Mi spieghi perchè in 2 di questi 3 gol Maradona non tocca neppure il pallone?

 

Sarà mica che questa fu l'unica gara in cui fu marcato decentemente da Lothar Matthaus?

 

Mi spieghi perchè un gol come quello alla bislacca difesa dell'Inghilterra in Italia non seppe ripeterlo in 7 anni neppure contro Cremonese o Avellino?

 

Mi spieghi perchè nelle coppe europee con il Napoli segnò appena 2 reti su azione in 25 gare??? Media che neppure Boksic...

 

NULLA DA TOGLIERE AL FENOMENO MARADONA, MA LA MITIZZAZIONE DELL'EROE INVINCIBILE LASCIAMOLA STARE...

 

Guarda la partita.

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io maradona l'ho visto dal vivo ad udine quando ero militare.

non trovo aggettivi adatti a lui.

ve ne sono stati altri grandissimi, anche in tempi remoti (eusebio, di stefano, puskas, ecc.), lo stesso immenso pelè o garrincha.

zidane o platini (che ritengo il + completo di tutti della storia perchè eccelleva in ogni zona del campo), però come tocco di palla, come genialità, maradona resta ineguagliabile.

oltre al gol su punizione nel primo tempo, mi godetti nella ripresa sotto la mia curva la sua sgroppata sulla fascia ed il cross millimetrico al centro x careca, FATTO DI RABONA!

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DI STEFANO,la «Saeta rubia» («Saetta bionda»), è stato qualcosa di più di un grande campione, e

non ci sono schemi dove collocarlo e le prose che lo hanno raccontato sono state in ogni caso

inferiori al suo talento, che era qualcosa di eccezionale nella misura in cui era originale.

I veri assi non si ripetono, i geni anche nel calcio improvvisano con l'eccellenza di un'ispirazione che

li fa ringiovanire ogni volta. Possono avere tutti i vizi del mondo ma li sublimano in quegli istanti, in

quei minuti, in quelle ore, sia Pablo Casals il violoncellista quasi cieco e quasi sordo che a ottantanni

suonava come un dio, sia Paganini il violinista genovese pagàno che metteva nel suo Stradivarius

sortilegi e cavava note come tele di ragni e come arcobaleni sanguigni, sia Alfredo Di Stefano

appunto di cui tento un profilo.

 

 

Ci hanno provato in tanti magni crani a raccontarlo. Carlos Zeda, scrittore e giornalista madrileno, ha

affermato che in lui c'era il compendio delle qualità dell'atleta sognato da Platone.

Gioanbrerafucarlo, la cui opera «Coppi e il Diavolo» è un capolavoro di scrittura e di sensibilità a

memoria di un giornalismo sportivo che onora la cultura italiana, ha scritto che è stato superiore a

Pelè. 1.75 di atleta per 77 chili oscillanti che sul prato verde diventava un gigante con cento occhi e

mille piedi, l'espressione fuori da iperbole del calcio eclettico, per cui assolveva al lavoro di tutti i

ruoli, sapeva essere difensore incontri sta e attaccante rifinitore, nonché lussuoso elegante leggero e

 

 

 

possente centravanti. Si assommavano in Di Stefano effettivamente tutte le doti del calciatore ! -

Come classe pura era esemplare in quanto

eseguiva le cose più difficili con semplicità. Cosi gli

arresti ovvero gli stop sulle parabole più astruse,

così gli shot per il passaggio come usava solo

«Farfallino» Borel, così il colpo di testa secco a

seguire in fondo alla rete, così a tempo e luogo il

dribbling, quando un compagno andava a liberarsi,

ma soprattutto la consapevolezza che in campo non

si deve mai sprecare niente, che il pallone deve

essere esercitato come un tesoro, subito passato

al volo senza perditempo, un passaggio immediato

e tempestivo supera in ogni caso l'avversario, lo

disorienta.

Alfredo Di Stefano era nato a Buenos Aires nel

rione di Barracas il 4 giugno 1926. Subito si pensa

che un genio come lui poteva nascere soltanto in

quella capitale del mondo, in quella città senza

confini, dove ogni razza è libera di vivere, dove

bianchi e neri, siciliani e turchi, trovano, un angolo,un riparo !

 

 

 

 

 

 

 

VIVERE NELL'AGIATEZZA

Alfredo nacque nella squadra ragazzi del River Plate. Il suo idolo era Arsenio Erico, centrattacco

dell'Inde-pendiente, un tipo fosco che non degnava di un saluto nessuno, che veniva a prelevare lo

stipendio trovandolo sempre inferiore ai suoi meriti che erano del mas grande mai visto in tutto

l'orbe terracqueo. Alfredo quattordicenne ne possedeva tutti gli opuscoli biografici e un mazzo di

fotografie, esattamente centodue fotografie di cui sei firmate dal suo idolo. Era andato ad aspettarlo

e lo invocava bevendoselo con i suoi occhi chiari di ragazzo innamorato di pallone e di gloria. Il

talento di Di Stefano fu subito notato, ma i tecnici non convenivano che potesse riuscire a farsi largo.

Nel River Plate giocava un altro fuoriclasse dai piedi magici, ovvero «Il divino» Adolfo Pedernera, che

era per natura sospettoso e cominciò in allenamento a fare dei dispetti a quel ragazzo fin troppo

ambizioso. Fatto è che il River Plate pensò bene di cederlo in prestito all'Huracan. E Di Stefano andò

per dimostrare le sue qualità. Era cresciuto a diciotto anni il suo fisico con il suo gioco. Ormai

giocava alla Di Stefano, riempiva il campo da solo, risolveva un sacco di problemi tattici

all'allenatore che poteva disporne. Un particolare del carattere di Di Stefano si deve subito precisare,

perché sia lampante come il suo stile di calciatore arrivasse già dai grattacieli. I genitori piccolo

borghesi non gli avevano mai fatto mancare nulla. E lui voleva vivere nell'agiatezza, voleva avere

sempre soldi in tasca e vestire da signore. Quello che sembri sei era il suo motto. Gli piaceva già

tutto, a diciotto anni. Mangiare, bere, fare all'amore. Ma senza stancarsi troppo, senza concedere

troppo. Per divertire lo spirito.

Immagine

 

 

L'ATTACCO DEI PRODIGI

Nell'Huracan Di Stefano gioca le sue prime

eccezionali partite. Il mondo argentino del

calcio è in subbuglio. Pedernera il divino accusa i

morsi degli anni. Il nuovo allenatore del River

Plate, Pepe Monella, accogliendo con entusiasmo

l'incarico di guidare la squadra, pone come

condizione il recupero del giovane, ora ha

vent'anni, è il 1946, anzi il rientro alla base, di

Alfredo Di Stefano. Naturalmente col sacrificio

di Pedernera. Viene accontentato. E così il River

Plate ha un trio d'attacco dei prodigi Moreno, Di

Stefano, Labruna, Chi li può fermare? Chi può

fermare Moreno, secondo solo a Di Stefano

Ma chi può fermare soprattutto il genio di Di Stefano? La scuola di Moreno è quella che serve.

Moreno è un mezzo matto, in campo ha un suo modo di gestire la professione, di esercitarla.

A parte una specie di grido di guerra che lancia «A papà, a papà!», come un richiamo al

capofamiglia, come un solleticare le sue più ancestrali ambizioni a farsi ammirare, Moreno è

rabbioso e truculento nella lotta, ma furbo, furbissimo. Nessun arbitro gli ha mai visto fare un fallo,

ma quanti ne ha azzoppati lui! Accanto a Moreno, Di Stefano svolge la sua parte di orchestratore,

ispira e inventa il gioco per tutti, è sempre smarcato a seguire, l'uomo-squadra è lui, di altri, dello

stesso Moreno, possono essere certe squisitezze o ghirigori, di Labruna è il tiro di inaudita potenza,

ma di Di Stefano è l'arte del comando, la disci- plina tattica. Nel 1947 il River Plate vince lo

scudetto e Di Stefano segna ben ventisette gol. I giornali son pieni di lui. Lui è la «Saeta rubia». Ma

ora deve andar militare. Ci va mugugnando, perché son tutti quattrini persi e lui vive per i guadagni.

 

 

A CACCIA DI DENARO E GLORIA

Al suo biografo ufficiale, Cesar Pasquato di «El Grafico», Di Stefano a fine carriera ha detto: «Per

diventare bravi giocatori occorre pensare giorno e notte al pallone. I giovani che vogliono fare

solo quattrini senza fatica o svolgere altri mestieri, anche soltanto per distrarsi, mentre giocano

da professionisti, sbagliano, perché infallibilmente toglieranno, anche senza accorgersene,

tempo prezioso al loro mestiere. Io non sono mai stato molto disciplinato nella vita privata, ho

bevuto botti di vino e ho mangiato quintali di pesce fritto, ma tutto questo mi serviva per

stordirmi e non pensare ad altro. E dormire. Ma in sostanza io mi sono mortificato in campo in

allenamenti durissimi, mentre nei giovani d'oggi c'è la tendenza ad allenarsi poco e a non

saper soffrire. Gli allenamenti duri, massacranti, estenuanti, sono indispensabili ad un

campione, formano il campione. A me hanno dato l'ossatura. Il campione deve essere

ambizioso ogni giorno di più, ogni giorno più ambizioso del giorno prima».

 

 

Passione per il calcio, sterminata ambizione a titolo personale, creano il mito di Di Stefano. «La

Guita», il denaro, è tutto per lui. A un certo punto non gli basta più il River, il denaro che gli danno

gli par poco, nel 1950 viene a sapere che la Colombia, il paese sudamericano uscito dalla

Federazione Internazionale, c'è la possibilità di guadagnare venti volte di più. Insalutato ospite,

sparisce dalla circolazione, si imbarca nottetempo in un aereo e va a giocare in Colombia.

Dal '50 al '53, da 24 a 27 anni, gioca nel Millonarios di Bogotà, gol come se piovesse, donne a

profusione, piaceri di ogni genere, gloria gloria gloria. E l'eco delle sue gesta raggiunge l'Italia,

precisamente la Roma, che nel '53 avrebbe la possibilità di ingaggiarlo. Ma quei nostri furboni di i

romanucci, dopo l'ennesima riunione di consiglio, ispirati da un biondo Frascati freddissimo,

arronzano che è troppo vecchio, no, no, non vale la spesa... .... ! ( Alfredo DI STEFANO : Fine prima puntata ! )

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CON KOPA E GENTO A MADRID

E' nato il Real Madrid di cui Saporita è il genio tecnico

organizzativo, riesce a soffiarlo al Barcellona e lo fa suo.

Di Stefano parte alla conquista della Spagna, il Paese si

può dire della sua vita. La Spagna lo intenerisce e lo

appassiona. II Real Madrid gli entra nel sangue. Tocca i

vertici funambolici del rendimento. La «Saeta rubia» è

più «Saeta» che mai. Con la squadra madrilena di tutte le

leggende vince dal '54 al '60 cinque Coppe dei Campioni,

percependo ogni anno 39 milioni d'ingaggio e uno

stipendio mensile di 500 mila lire. Per acquistarlo, il Real

Madrid aveva pagato al River Plate 150 milioni di lire,

nove scudetti di Spagna vinti da Di Stefano col suo Real.

Dominguez il portiere, Marquitos e Zarraga i terzini

ondeggianti, Santisteban, Santamaria e Ruiz la mediana-

diga, Kopa il cervello del gol, sette di maglia, Mateos

l'interno destro, Di Stefano il perno della strategia,

l'uomo-guida, il maestro in campo, guai a sgarrare,

Di%20Stefano%202_01.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Come classe pura era esemplarein quanto

eseguiva le cose più difficili con semplicità. Cosi gli

arresti ovvero gli stop sulle parabole più astruse,

così gli shot per il passaggio come usava solo

«Farfallino» Borel, così il colpo di testa secco a

seguire in fondo alla rete, così a tempo e luogo il

dribbling, quando un compagno andava a liberarsi,

ma soprattutto la consapevolezza che in campo non

si deve mai sprecare niente, che il pallone deve

essere esercitato come un tesoro, subito passato

al volo senza perditempo, un passaggio immediato

e tempestivo supera in ogni caso l'avversario, lo

disorienta.

Alfredo Di Stefano era nato a Buenos Aires nel

rione di Barracas il 4 giugno 1926. Subito si pensa

che un genio come lui poteva nascere soltanto in

quella capitale del mondo, in quella città senza

confini, dove ogni razza è libera di vivere, dove

bianchi e neri, siciliani e turchi, trovano, un angolo,

un riparo.



predice tutto, insegna col gesto, gioca a testa alta e vede gli errori, Rial mezzo sinistro e ala sinistra

Gento il funambolico, il piede di velluto più dolce e melodioso dopo quello di Rinaldo Martino. Nel

1960, quando ha trentaquattro anni, l'anagrafe non conta per lui, Di Stefano è valutato cifre

iperboliche. Vale un miliardo di lire, i giornali spagnoli si occupano più di lui che di politica. Diventa

famosa una battuta, in Italia, all'arrivo di Del Sol, forte corridore e campione: «Ha portato le valigie a

Di Stefano». Qualsiasi campione può portare le valigie ad un asso così.Nel 1963, il 24 agosto, i

castro-comunisti lo rapiscono, lo vanno a prelevare nell'albergo in cui dormiva, il Potomac, alle sette

del mattino, spacciandosi per ufficiali di polizia del reparto antidroga. Il colpo avrà un eco

mondiale. I rapitori dopo 56 ore libereranno Di Stefano senza torcergli un capello. Azione

dimostrativa per scuotere il mondo.

 

 

UN GENIO

Di Stefano si considera ormai spagnolo e si è naturalizzato da tre anni. Viene a trovarlo da Buenos

Aires Cesar Pasquato e Alfredo si sfoga, raccontandogli la sua vita. La Spagna ha saputo tenerselo,

ha saputo amarlo. Ci vogliono strepitose tenerezze, ci vuole una sopportazione infinita con i geni. In

ogni campo del vivere il genio è uomo scorbutico, duro e tenero, intrattabile e umile. Il biondo Di

Stefano che ormai perde i capelli cui tiene tanto, involontariamente ha inventato il calcio totale, il

calcio che ha superato i ruoli.

Lui è stato un centravanti, ma anche una mezzala, un mediano, un'ala, un terzino. In qualsiasi punto

del campo un genio è genio. I gol sono fioccati dal suo piede. In vent'anni di carriera ha infilato la

bellezza di 529 gol, in Spagna è stato capocannoniere nel '54, nel '56, nel '57, nel '58 e nel '59.

Quando non lo è stato è perché non ne aveva voglia. I suoi gol sono sempre il risultato di eccellenti

manovre. Nella nazionale argentina ha giocato 27 volte, e 31 in quella di Spagna. Nel 1957 e nel 1959

«France Football» gli ha assegnato il «Pallone d'oro» come migliore calciatore europeo.

Forse il suo sangue misto ne ha agevolato certi estri pungenti, certe ribellioni, certi spunti di rabbia e

passione gelavano gli avversari. Fu grandissimo, fu mostruoso. Ne nascerà mai più uno così...? ...........( DI STEFANO - Seconda puntata - The End ! )

-Monografia tratta da " Il Football come lo abbiamo sognato ed Amato " - Da leggere tutto d'un fiato - Virtù e Difetti di quello , che per molti addetti ai lavori , è stato il Più Grande e Completo Calciatore di Tutti i Tempi ! Da questo splendido profilo emergono anche qualità e debolezze dell'Uomo ! Tra tutti coloro che hanno calcato e nobilitato con la loro innata sapienza calcistica i terreni di gioco di tutto il mondo , a mio parere tra quelli che ho avuto la fortuna ed piacere di vedere dal vivo, colui che più si è avvicinato ad Alfredo DI Stefano per la capacità di essere influente e determinante in ogni zona del campo , è stato il Nostro GIAMPIERO BONIPERTI : CLASSE -GRINTA - FIUTO DEL GOL - DOTI DI REGISTA e DI INTERDITORE- - LEADER INDISCUSSO IN CAMPO E NEGLI SPOGLIATOI ! GLI INGLESI ANCORA HANNO NEGLI OCCHI LA SUA SONTUOSA PRESTAZIONE IN QUELLA CHE ALLORA ERA UNA SENTITISSIMA PARTITA : INGHILTERRA-RESTO DEL MONDO ! AI BORIOSI FIGLI DELLA PERFIDA ALBIONE SEGNO' 2 GOL e ALLA FINE FURONO OBBLIGATI A NOMINARLO "MAN OF THE MATCH ! " - Certo non arrivò ai LIVELLI ASSOLUTI di DI STEFANO ... ma L'impronta era la medesima e la distanza tra i due FUORICLASSE non fu poi così ampia : di sicuro se il Nostro Giampiero avesse giocato in quel REAL ...non avrebbe sfigurato ..ma per nostra fortuna decise di DONARSI TOTALMENTE ALLA NOSTRA JUVE ....PRIMA COME ATLETA e POI COME MASSIMO DIRIGENTE ! Buona Notte a Tutti ! Stefano! ( P.S - Altro Grandissimo Calciatore che , in qualche maniera , potrebbe essere accostato a DI STEFANO e BONIPERTI per il suo modo di " FARE CALCIO " e di essere DETERMINANTE in ogni zona del campo fu L'inglese BOBBY CHARLTON ! --- Allego Breve ma significativa Biografia di Lo Presti :

CHARLTON, Robert (Bobby)

Inghilterra. Ashington, 11 ottobre 1937 • Ruolo: centravanti, centrocampista • Squadre di appartenenza: 1954-73: Manchester United; 1973-75: Preston North End • In nazionale: 106 presenze e 49 reti (esordio: 19 aprile 1958, Scozia-Inghilterra, 0-4) • Vittorie: 1 Campionato del Mondo (1966), 1 Pallone d'oro (1966), 3 Campionati inglesi (1956-57, 1964-65, 1966-67), 1 Coppa d'Inghilterra (1962-63), 1 Coppa dei Campioni (1967-68) • Carriera di allenatore: Preston North End (1973-75)

Autentica leggenda del calcio inglese, 'Bobby' Charlton è considerato uno dei più grandi calciatori europei di tutti i tempi, tale da reggere benissimo il confronto con campioni delle generazioni successive come Cruijff e Platini. Dapprima veloce ala sinistra, poi centravanti con grandi doti di realizzatore, è stato soprattutto uno straordinario creatore di gioco e uomo-squadra, che amava correre e che metteva le sue qualità tecniche, strategiche e atletiche al servizio del collettivo. La definizione che rispecchia più fedelmente le sue caratteristiche è forse quella che gli attribuisce le qualità fisiche dei nordeuropei e la fantasia dei latini. Appena diciassettenne era già al Manchester United, sotto le cure di 'Matt' Busby, che lo fece presto esordire in prima squadra. A 20 anni vinse il suo primo titolo. Pochi mesi dopo, il 6 febbraio 1958, al ritorno da una gara di Coppa dei Campioni a Belgrado, l'aereo su cui viaggiava la squadra fallì il decollo nello scalo intermedio di Monaco. Nell'incidente trovarono la morte una trentina di passeggeri, fra cui otto giocatori. Bobby riportò solo lievi ferite. Poche settimane dopo tornò in campo, riciclandosi come centrocampista puro, e diventò uno dei pilastri su cui il Manchester United fu pazientemente ricostruito, pezzo dopo pezzo, fino ad arrivare al successo nella FA Cup nel 1963, a due altri titoli nazionali (1965 e 1967) e infine alla conquista della Coppa dei Campioni nel 1968 contro il Benfica (4-1), grazie anche a una sua doppietta. Nel 1966, insieme con il fratello Jacky, fu l'anima della nazionale inglese vincitrice dei Mondiali e gli fu assegnato il Pallone d'oro. Conclusa la lunga e gloriosa parentesi agonistica, dopo essere stato per breve tempo giocatore-allenatore del Preston, è diventato dirigente del Manchester United

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Ok, ho capito... (basta leggersi il bugiardino)

 

 

 

Diciamo che possa annche durare di più (cosa non vera, ma vabbè) perchè devi avere la presunzione di dire che ciò che faceva Maradona era dovuto alla cocaina? Perchè se c'è incertezza accusi?

 

Io direi di finirla con questo discorso sul doping che mi fa davvero schifo.. Maradona è una gioia da vedere per i suoi piedi e di certo quelli non li dopi poi se si è fatto di coca dall'inizio della sua carriera non si saprà mai... Io onestamente preferisco credere a ciò che vedono i miei occhi e non a dove si possa spingere la teoria del sospetto; Se prevalesse quest'ultima andrebbero definiti dopati o presunti tali tanti altri atleti che entreranno nella leggenda come: Messi (la storia degli ormoni della crescita), Bolt (esagerato quello che ha fatto più casini powel e co), Rossi aveva i gommini quando vinceva (non è doping ma siamo lì), Vettel è spinto da tutto il circus e non vale una cippa, Ronaldo riesce a fare tempi da corridore.... Si può continuare all'infinito se si vuole...

 

La fiducia nello sport è ciò che rende lo sport speciale; Se non esistessero e non fossero esistiti atleti che hanno fatto cose fuori da ogni logica chi sarebbe innamorato dello sport?

 

si faceva alla fine, non all'inizio, è stato anche squalificato due volte per doping eh, cocaina ed efedrina, di certo non gli hanno dato classe, ma avrebbe giocato di sicuro qualche anno in meno senza Coca l'avrebbe giocato

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Ma son due cose diverse fratello: pelè era un grande, Platini era un grande, anzi, un grandissimo dato le doti di cervello e l'intelligenza e l'astuzia che aveva. ma Maradona è proprio imparagonabile: e non si tratta di funambolismi e palleggi con le arance, si tratta di uno che trattava il pallone coi piedi come se fossero mani, aveva doti soprannaturali, come mai nessuno nel mondo del calcio. Totalmente inarrivabile, anche per un fenomeno come Messi che mi commuove quanto è forte, ma Maradona era una cosa più simile ad una divinità che ad un calciatore.

Non credo alla possibilità che un essere umano possa essere nettamente superiore a tutti gli altri in qualcosa: esistono persone con più talento nei vari campi, tra cui il calcio, ma quando si dice "ha capacità sovrannaturali" o "è nettamente superiore a tutti gli altri" per me si finisce nel campo pericoloso dell'idolatria. Sono frasi quasi "mistiche" che non accetto né a livello razionale, né a livello morale. Non credo al sangue di San Gennaro e non credo alle doti oltreumane di Maradona.

Quindi, tornando alla questione principale: ci sono alcuni claciatori, nella storia del calcio, che per talento e risultati conseguiti sono unanimemente riconosciuti come i simboli di questo sport; dire chi sia il più forte in assoluto è una questione di giudizi personali.

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Non credo alla possibilità che un essere umano possa essere nettamente superiore a tutti gli altri in qualcosa: esistono persone con più talento nei vari campi, tra cui il calcio, ma quando si dice "ha capacità sovrannaturali" o "è nettamente superiore a tutti gli altri" per me si finisce nel campo pericoloso dell'idolatria. Sono frasi quasi "mistiche" che non accetto né a livello razionale, né a livello morale. Non credo al sangue di San Gennaro e non credo alle doti oltreumane di Maradona.

Quindi, tornando alla questione principale: ci sono alcuni claciatori, nella storia del calcio, che per talento e risultati conseguiti sono unanimemente riconosciuti come i simboli di questo sport; dire chi sia il più forte in assoluto è una questione di giudizi personali.

Ovviamente sono iperboli: guarda nessuno vuole fare idolatria, ma non puoi negare che ci siano certi "doni" in certe persone che non sono frutto della scienza, della matematica o del talento. La pittura di Raffaello, la pietà di michelangelo, la Tempesta di Giorgione, non sono frutto solo del talento: nei loro tratti c'è un'ispirazione che non si può definire in altro modo che "sovrannaturale". Poi ovviamente dipende dai punti di vista: un materialista, come penso che tu sia, può dire che è frutto delle migliori competenze dell'artista, una persona che ha un approccio più spirituale, è liberissimo di vedervi tratti di ispirazione "divina". Facendo le debita proporzioni, io in Maradona vedo tratti di un'ispirazione che non può essere considerata naturale. Ciò non lo rende di per sè soprannaturale, anzi sappiamo bene tutti che tipo di persona fosse, ma nel calcio era e rimane inarrivabile.

Poi ciascuno di noi è e deve essere libero di sognare e di vedere il calcio come una poesia senza per questo essere considerato un idolatra o un mistico.

Quindi terminando, il tuo "non accetto" è totalmente fuori luogo; io, in un forum libero, dico, senza offendere, quello che mi pare e di patenti di razionalità e di moralità gradirei non riceverne.

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Ovviamente sono iperboli: guarda nessuno vuole fare idolatria, ma non puoi negare che ci siano certi "doni" in certe persone che non sono frutto della scienza, della matematica o del talento. La pittura di Raffaello, la pietà di michelangelo, la Tempesta di Giorgione, non sono frutto solo del talento: nei loro tratti c'è un'ispirazione che non si può definire in altro modo che "sovrannaturale". Poi ovviamente dipende dai punti di vista: un materialista, come penso che tu sia, può dire che è frutto delle migliori competenze dell'artista, una persona che ha un approccio più spirituale, è liberissimo di vedervi tratti di ispirazione "divina". Facendo le debita proporzioni, io in Maradona vedo tratti di un'ispirazione che non può essere considerata naturale. Ciò non lo rende di per sè soprannaturale, anzi sappiamo bene tutti che tipo di persona fosse, ma nel calcio era e rimane inarrivabile.

Poi ciascuno di noi è e deve essere libero di sognare e di vedere il calcio come una poesia senza per questo essere considerato un idolatra o un mistico.

Quindi terminando, il tuo "non accetto" è totalmente fuori luogo; io, in un forum libero, dico, senza offendere, quello che mi pare e di patenti di razionalità e di moralità gradirei non riceverne.

Il "non accetto" devi leggerlo come un "non credo". Quanto alla moralità, o all'etica, ciascuno ne ha una propria visione soggettiva, e per la mia visione del mondo è immorale ritenere una persona "superiore" alle altre per nascita o per dono di natura, figuriamoci per dono divino (concetto a cui in realtà non sono nemmeno in grado di dare un significato). Tutto questo per dire che non avevo intenzione di attaccarti, ma solo di portare il mio contributo alla discussione, proprio perchè siamo in un forum.

Comunque stiamo andando a parare in campi veramente minati (oltre che off topic), per cui mi limito a risponderti che non concordo e sospendo il giudizio.

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Il "non accetto" devi leggerlo come un "non credo". Quanto alla moralità, o all'etica, ciascuno ne ha una propria visione soggettiva, e per la mia visione del mondo è immorale ritenere una persona "superiore" alle altre per nascita o per dono di natura, figuriamoci per dono divino (concetto a cui in realtà non sono nemmeno in grado di dare un significato). Tutto questo per dire che non avevo intenzione di attaccarti, ma solo di portare il mio contributo alla discussione, proprio perchè siamo in un forum.

Comunque stiamo andando a parare in campi veramente minati (oltre che off topic), per cui mi limito a risponderti che non concordo e sospendo il giudizio.

Ok, concordo sull'ot e sul non concordo e sul sospendo. .juve

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Dato che questo argomento Maradona/Pelè/Platini mi affascina (e vi assicuro che in America del Sud è un dibattito ancora quotidiano fra pelè e Maradona), una volta ho chiamato Nesti a Radio sportiva proponendogli un giochino: in che ruolo giocherebbero ora questi tre. Pur con tutte le cautele del giornalista, nesti ha risposto che tutti e tre si sarebbero reinventati, ma l'unico che non avrebbe avuto difficoltà a vedere oggi come ieri, nel ruolo e nel rendimento, era proprio maradona. Ora, Nesti non è un vate, però la risposta ti dà l'idea della percezione del giocatore. Io Maradona oggi non ho problemi a vederlo nello stesso ruolo e con lo stesso rendimento del suo tempo. onestamente su Michel e pelè faccio più fatica. Michel forse lo vedrei alla Pirlo, ma pelè?

Lo vedrei bene alla Cristiano Ronaldo

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Ma no, anzi ne approfitto per aggiungerti agli amici, se permetti. Sulle 24 squadre avevo il dubbio, mi ricordavo la formula dei gironcini a 3 nel 1982 e pensai erroneamente che solo lì fossero 24, invece - vado sempre a memoria - è in occasione di USA 94 che si passò a 32, giusto? De Napoli e non Di lo sapevo, in effetti, Fernando, mi dev'essere scappato nella battitura. Siccome son pignolo pure e per deformazione professionale correggo sempre tutti fai benissimo a rendermi pan per focaccia quando capita l'occasione.

 

PS e dato che parliamo di pignolerie, essendo io di origini fiamminghe oltre ad insegnar storia e filosofia, colgo l'occasione per dire che è Cruyff con la y, non Crujff o Crujiff. :d

 

Giusto: che figura de mmerda... :(

Ti ringrazio per l'amicizia che ovviamente ricambio.

 

COMPLIMENTI : Oltre agli Amici ... ti sei saputo scegliere anche un ... ( presumo ) ... OTTIMO " FIGARO " ..ma soprattutto..un'altro ECCELLENTE CONOSCITORE di " FOOTBALL & Dintorni " ( ove quel " Dintorni " va inteso tutto ciò che ruota intorno al variegato emisfero della " Pelota ! " ) - - MORINI vs BRIO ? Non vi è dubbio alcuno : THE WINNER IS .. FRANCESCO .. per . .chebotta .. " KO Tecnico " alla Prima ripresa ! L'Unico Stopper contro il quale, il Grande Gigi Riva , su azione , non riuscì mai a segnare , ma bensì , solo su calcio di rigore ! Ero presente al Comunale l'anno in cui si disputò la partita ( quasi) decisiva per lo Scudetto tra un ottimo CAGLIARI e la Nostra JUVE ! La partita terminò sul risultato di 2-2 ( risultato favorevole ai Sardi che diede Loro l'abbrivio per conquistare il Primo ed Unico , peraltro meritatissimo , Scudetto ! Quel giorno il Direttore di Gara , Sua Eminenza ... CONCETTO LO BELLO , come spesso gli capitava , decise di voler prendere Lui il possesso del palcoscenico bypassando e prevaricando le due compagini in campo : preso da irrefrenabile desiderio di farsi notare e lasciar la sua impronta sulla partita , mosso da spirito equanime , prima s'inventò un penalty per la Juve ed a seguire un altro ancora più grottesco a favore dei Cagliaritani ! ) Ciao! Stefano!

 

Altra figura de mmerda che ho fatto: è Francesco Morini, non Giorgio... La sera porta stanchezza, che porta a scrivere corbellerie... Scusate.

 

Comunque ti ringrazio per aver confermato la tesi del mio ex barbiere, vero juventino sfegatato.

 

OPS ! Dimenticavo ! Grazie per l'attestato di stima che ,senza indugio alcuno , contraccambio ! Parteciperai anche poco ..ma trattasi di "Partecipazione" di elvata qualità ..sia nei contenuti che nella dotta e simpatica esposizione ! Ti Invito UFFICIALMENTE a " Farti Sentire " più spesso ! Buona Serata ! Ciao! Stefano!

 

Proverò, pur avendone poco tempo, essendo impegnato a tempo pieno su altro forum. Saluti, Franco.

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Ma no, anzi ne approfitto per aggiungerti agli amici, se permetti. Sulle 24 squadre avevo il dubbio, mi ricordavo la formula dei gironcini a 3 nel 1982 e pensai erroneamente che solo lì fossero 24, invece - vado sempre a memoria - è in occasione di USA 94 che si passò a 32, giusto? De Napoli e non Di lo sapevo, in effetti, Fernando, mi dev'essere scappato nella battitura. Siccome son pignolo pure e per deformazione professionale correggo sempre tutti fai benissimo a rendermi pan per focaccia quando capita l'occasione.

 

PS e dato che parliamo di pignolerie, essendo io di origini fiamminghe oltre ad insegnar storia e filosofia, colgo l'occasione per dire che è Cruyff con la y, non Crujff o Crujiff. :d

Giusto: che figura de mmerda... :(

Ti ringrazio per l'amicizia che ovviamente ricambio.

 

 

 

 

 

 

 

 

-Cari Amici per quanto concerne la corretta scrittura del cognome dell'Olandese Volante / N° 14 del Grandissimo Ajax ( mi sto arrampicando sugli specchi : .brr vista l'aria che tira ... per non sbagliare .... evito di scrivere il cognome ! La cosa più importante ...per me...è di averlo visto giocare dal vivo , ahimè , anche nella Finale Coppa dei Campioni -1973 a Belgrado ! IN ASSOLUTO UNO DEI MIGLIORI TALENTI DELLA STORIA DEL CALCIO ! ) Vi posto queste 2 righe prese su WIKI :

 

 

25px-Nuvola_mimetypes_charnotfound.PNG

Hendrik Johannes Cruijff, detto Johan e spesso scritto Cruyff al di fuori dei Paesi Bassi (in olandese [joːˈhɑn krœyf][1][2] pronuncia[?·info]; Amsterdam, 25 aprile 1947), ex allenatore di calcio ed ex calciatore olandese, nonché ex dirigente sportivo ! -AMBASCIATOR NON PORTA PENA ...ORA VEDETEVELA TRA DI .ehm ....... VOI ! :d ------- Ciao ad entrambi ! Stefano ! :)

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leggo tanti commenti,molti non hanno vissuto ne Platini le Roi Michel,ne Pelè o Rey ne el Pibe de oro....essendo un pò più in la con gli anni di tanti di voi non c'è dubbio che il migliore in assoluto sia PELE'...ma che conta il nostro giudizio?una giuria tecnica composta da allenatori ex allenatori calciatori ex calciatori e giornalisti hanno redatto una classifica che se non ricordo male sia riconducibile alla Fifa.... 1) Pelè 2)Di Stefano 3)Maradona il giudizio non è stato mediatico ma basato su criteri tecnici dei calciatori in questione...Platini era sesto o settimo ma poco conta perche quando lo vedevo giocare mi emozionava come solo Zidane seppe fare....Ai tempi di Platini in italia molti dimenticano che c'erano anche Zico e Maradona...chi vinse per tre anni consecutivi la Classfifica marcatori?non certo maradona ma LE ROI SOLEIL MICHEL PLATINI...per me era meglio di maradona ma non perchè io sono JUVENTINO o perche maradona giocasse nel napoli...andatevi a rivedre il repertotio di Platini

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-Cari Amici per quanto concerne la corretta scrittura del cognome dell'Olandese Volante / N° 14 del Grandissimo Ajax ( mi sto arrampicando sugli specchi : .brr vista l'aria che tira ... per non sbagliare .... evito di scrivere il cognome ! La cosa più importante ...per me...è di averlo visto giocare dal vivo , ahimè , anche nella Finale Coppa dei Campioni -1973 a Belgrado ! IN ASSOLUTO UNO DEI MIGLIORI TALENTI DELLA STORIA DEL CALCIO ! ) Vi posto queste 2 righe prese su WIKI :

 

 

25px-Nuvola_mimetypes_charnotfound.PNG

Hendrik Johannes Cruijff, detto Johan e spesso scritto Cruyff al di fuori dei Paesi Bassi (in olandese [joːˈhɑn krœyf][1][2] pronuncia[?·info]; Amsterdam, 25 aprile 1947), ex allenatore di calcio ed ex calciatore olandese, nonché ex dirigente sportivo ! -AMBASCIATOR NON PORTA PENA ...ORA VEDETEVELA TRA DI .ehm ....... VOI ! :d ------- Ciao ad entrambi ! Stefano ! :)

 

Giovanni l'olandese e non se ne parli più! :d

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