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BeppeFurino

Il Topic del Jazz

Post in rilievo

"Billy potrebbe suonare su un portacenere o sul pavimento e suonare benissimo. Ha una grande conoscenza delle strutture e una reale musicalità così ciò che puoi dire del suo lavoro, a differenza di molti batteristi, è che è melodico. E ricava un gran suono da qualsiasi cosa tocchi" (Il sassofonista Steve Lacy definì il drumming di Billy Higgins)

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Yuko Mabuchi è una Pianista virtuosa e anche estramamente divertente ed emozionante, da vedere e da ascoltare.La sua tecnica frizzante, combinata con un dono naturale per la spettacolarità, richiama i grandi del passato come Dorothy Donegan e Hazel Scott, pur mantenendo il proprio approccio fresco e contemporaneo. È una pianista sensazionale e accattivante che tratta il suo pubblico con la massima qualità delle prestazioni jazz.

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Equinox, il blues "sinistro" di John Coltrane....

Il percorso "teologico" di John Coltrane è un ritorno a un’origine, a una completezza, alla divinità bianca del primordiale rumore cosmico, che contiene tutto, in uno sprigionamento di incredibile energia.

L’approccio di Coltrane ai pezzi blues rinvia al desiderio di tornare a uno stato d'animo arcaico, come di religiosa e composta pensosità, lontano sia dai blues dolenti o guizzanti sia da quelli armonicamente complicati dei boppers.Quelli di Coltrane hanno una scrittura e un tono né scabri né contorti, ma asciutti e fluenti.

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Un dream-team..... @@

 

Wolfgang Muthspiel - chitarra

Ambrose Akinmusire - tromba

Brad Mehldau - pianoforte

Larry Grenadier - contrabbasso

Brian Blade - batteria

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Il 20/1/2019 Alle 16:01, BeppeFurino ha scritto:

Equinox, il blues "sinistro" di John Coltrane....

Il percorso "teologico" di John Coltrane è un ritorno a un’origine, a una completezza, alla divinità bianca del primordiale rumore cosmico, che contiene tutto, in uno sprigionamento di incredibile energia.

L’approccio di Coltrane ai pezzi blues rinvia al desiderio di tornare a uno stato d'animo arcaico, come di religiosa e composta pensosità, lontano sia dai blues dolenti o guizzanti sia da quelli armonicamente complicati dei boppers.Quelli di Coltrane hanno una scrittura e un tono né scabri né contorti, ma asciutti e fluenti.

 

Coltrane's Sound è un album bellissimo.

Pur essendo un insieme di pezzi dell'Atlantic fatti uscire dall'etichetta senza l'autorizzazione di Coltrane, per me è un album molto importante per comprendere Coltrane.

Ogni pezzo ha la sua storia. Quello che hai citato tu, Equinox (il mio preferito da Coltrane's Sound), è un ritorno alla semplicità armonica del blues primordiale. C'è poco di avanguardistico: melodia minimalista, progressione di accordi scarna e semplice. Però l'assolo è diverso, è un preludio al Coltrane di Impressions e oltre. Religioso, spirituale, un sax che prende più le sembrianze di una voce sofferente (che poi sarà il trademark del Coltrane della Impulse).


Non so se hai guardato il documentario, Chasing Trane. In caso tu non l'abbia visto lo consiglio molto. Tante lacrime, ma è un documentario veramente bello.

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8 minuti fa, Dale_Cooper ha scritto:

Coltrane's Sound è un album bellissimo.

Pur essendo un insieme di pezzi dell'Atlantic fatti uscire dall'etichetta senza l'autorizzazione di Coltrane, per me è un album molto importante per comprendere Coltrane.

Ogni pezzo ha la sua storia. Quello che hai citato tu, Equinox (il mio preferito da Coltrane's Sound), è un ritorno alla semplicità armonica del blues primordiale. C'è poco di avanguardistico: melodia minimalista, progressione di accordi scarna e semplice. Però l'assolo è diverso, è un preludio al Coltrane di Impressions e oltre. Religioso, spirituale, un sax che prende più le sembrianze di una voce sofferente (che poi sarà il trademark del Coltrane della Impulse).


Non so se hai guardato il documentario, Chasing Trane. In caso tu non l'abbia visto lo consiglio molto. Tante lacrime, ma è un documentario veramente bello.

Seguirò il consiglio del documentario. Comunque alcuni giorni fa, ho preso un vinile da 200gr "Crescent"

In quell'anno di grazia,  con "A Love Supreme" ci regala anche un disco di raro pregio, molto più convenzionale e come tale destinato ad essere oscurato dal lavoro più innovativo, ma non per questo meno perfetto nella sua composizione e nella sua realizzazione. "Crescent" contiene 5 brani che sembrano messi lì a dimostrare che il sax non è detto che debba per forza gemere e contorcersi, ma può anche sprigionare una forza più calma e in un certo senso più "razionale".

Il risultato è una sorprendente cantabilità che rende questo album facilmente comprensibile anche ai non jazzofili, per i quali certe spigolosità di "A Love Supreme" (per non parlare di "Ascension") potrebbero rivelarsi un po' ostiche. La formazione è il quartetto ideale degli anni '60, probabilmente il migliore di cui Coltrane abbia mai potuto disporre: McCoy Tyner al pianoforte, Jimmy Garrison al basso ed Elvin Jones alla batteria. Band di grande livello, ma con menzione particolare per il pianista: Tyner è davvero molto di più di un accompagnatore, ed il suo tocco personale e raffinato innumerevoli volte si fonde alla perfezione con le note calde e avvolgenti del sax tenore di John Coltrane, per creare meravigliosi effetti notturni.

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Sebbene Andrea Motis abbia solo 23 anni, la sua maturità musicale supera di gran lunga le aspettative dei suoi anni, da "diva" jazz. Spagnola da Barcellona, è allieva di Joan Chamorro, è cantante e trombettista ed ha conquistato la critica internazionale. Nonostante la giovane età, padroneggia notevoli risorse espressive, fraseggio elegante, swing leggero. E non le mancano i toni oscuri, gli influssi eretici di Amy Winehouse, Billie Holyday, Chet Baker.

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La sua grande vocalità la si apprezza immediatamente in un super classico “He’s Funny That Way”, brano che proprio Lady Day portò al successo. Brano che apre l’ottimo “Emotional Dance” uscito per la prestigiosa Impuls, l’etichetta di Coltrane per intenderci, dove canta in inglese, in catalano e in portoghese. In questo brano si apprezzano anche le capacità improvvisative della Motis che con la sua tromba, accentua il tono acido del brano. Un modo di suonare, il suo, spesso paragonato a quello di Chet Baker, per la grande delicatezza.

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George Cables. Un pianista di rara eleganza e fluida precisione di tocco, magnifico da vedere oltre che da ascoltare. E' unanimemente, da pubblico e critica, considerato una punta di diamante del "modern mainstream". Ha contribuito a definire il concetto del moderno piano jazz, negli anni '80 e '90. Il fraseggio raffinato, il tocco morbido e percussivo insieme, unitamente ad un senso eccellente del blues, fanno di Cables uno dei più grandi pianisti oggi in attività.

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Uno dei maggiori pianisti di tutta la storia del jazz, con in una carriera che dura da cinque decenni, Monty Alexander ha esplorato a fondo i mondi del jazz americano, della canzone popolare e della musica della nativa Giamaica, trovando in ognuno un sincero spirito di espressione artistica. Lungo questa strada artistica, ha suonato e inciso con artisti provenienti da ogni angolo possibile dell’universo musicale: Frank Sinatra, Tony Bennett, Ray Brown, Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, Clark Terry, Quincy Jones, Ernest Ranglin, Barbara Hendricks, Bill Cosby, Bobby McFerrin, Sly Dunbar e Robbie Shakespeare, tra gli altri.

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Ta tenere assolutamente nella propria collezione. Live registrato nel 1989 a Philharmonie, Köln da ECM

 

Un  Jack DeJohnette nel pieno della sua energia artistica.

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Un Keith Jarrett, sublime

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Il resto è solo da deliziare l'udito,(e... il vostro impianto) meglio se in doppio vinile con una registrazione ECM, fantastica in tutti i dettagli!!

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Bobby Timmons: il pianista ventiduenne di Art Blakey, uno dei più famosi esponenti del cosiddetto soul jazz. Il primo marzo 1974, a soli 38 anni,  muore per cirrosi epatica al St. Vincent’s Hospital di Manhattan.

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.giornale fonte : wikipedia , ..... :

I Gentle Giant : furono fondati dai tre fratelli Shulman (Derek, Phil e Ray) nel 1970,

un anno dopo lo scioglimento del precedente gruppo degli Shulman, Simon Dupree and the Big Sound.

Ai fratelli si unirono il chitarrista Gary Green e il tastierista e vibrafonista Kerry Minnear; diversi batteristi si alternarono nel corso degli anni. 

 

I primi album del gruppo, ovvero l'omonimo album di debutto e i successivi Acquiring the Taste (1971), Three Friends (1972), Octopus (1972) e In a Glass House (1973), sono generalmente considerati le opere più significative del gruppo.

Sono caratterizzate da uno stile fortemente eclettico e sperimentale, che unisce elementi jazz e hard rock ad atmosfere medievali e barocche (un giornalista inglese, per definire la loro musica, coniò l'espressione baroque and roll).

Fra i tratti più chiaramente distintivi di questi primi lavori si devono però citare soprattutto il polistrumentismo e la sovrapposizione di linee armoniche in modo talvolta ricercatamente dissonante (sovrapposizione spesso basata sull'artificio musicale della fuga).

Un esempio tipico (da Acquiring the Taste) è Edge of Twilight che nel breve volgere di 3'30" circa vede l'impiego di una ventina di strumenti e l'intreccio di almeno sei temi musicali diversi.

All'interno di queste strutture spesso classicheggianti si inserisce una chitarra particolarmente hard, dal suono molto saturato, e parti vocali basate su strutture armoniche complesse, simili per profondità polifonica a quelle di altri gruppi progressive come gli Yes, ma caratterizzate spesso dalla ricerca di originali dissonanze (ben lontane - ad esempio - dalle rassicuranti armonie di Jon Anderson) e da un uso sapiente del contrappunto.[senza fonte

 

 

 

 

 

 

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