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Gol del Cesena

[VIDEO] Conferenza stampa di Marotta e presentazione di Hernanes e Lemina

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CONFERENZA HERNANES

 

 

CONFERENZA MAROTTA

 

 

 

 

 

Terza esperienza in Italia, alla Juventus maggiori responsabilità rispetto al passato?

 

HERNANES: "Buon pomeriggio a tutti. La responsabilità l'ho sempre avuta, indipendentemente da dove giocavo. Io sono una persona responsabile, sono padre di quattro figli, quindi, la responsabilità è un aspetto molto forte della mia personalità. Non penso che debba essere più responsabile, sono già al massimo, non posso migliorare su questo aspetto. Spero di fare bene"

 

La sensazione di aver giocato domenica sera con la maglia dell'Inter ed il giorno dopo ritrovarsi alla Juve, che negli ultimi anni è diventata la rivale più importante dei nerazzurri.

 

HERNANES: "Il calcio è molto dinamico e ha le sue dinamiche, quindi per questo può capitare che succeda quello che è successo con me. Una cosa che non ho mai pensato, però è capitata. Sono stato bene all'Inter, è stata una buona esperienza, però oggi, poche ore dopo, sono qua per affrontare una nuova sfida e una nuova esperienza, quindi sono sorpreso, ma soprattutto felice e contento, perchè ci saranno tante belle cose da realizzare qui. Le mie sensazioni sono queste, sono sorpreso, ma soprattutto felice e contento".

 

All'Inter dicesti o ti fecero dire che eri contento di essere arrivato in uan squadra mai stata in Serie B e non aveva mai vissuto certi scandali. In tanti videro un riferimento a Juve e Milan. Adesso che sei qua?

 

HERNANES: "Nessuno me l'ha fatto dire, l'ho detto perchè lo sentivo. Io quando ho cominciato a giocare professionista, la prima cosa che non volevo, era non andare in Serie B, lottavo per non retrocedere, quindi per me sembrava una cosa carina, era un punto positivo, quindi ho sottolineato questo punto positivo. Però l'ho detto e basta. E' passato, adesso sono qua, sono felice e contento e adesso sottolineerò i punti positivi di questa società che al di là di tutte queste polemiche ha sempre vinto, ha vinto in tutti sensi. E continuerò à a vincere. Spero di aiutarla a vincere e mi devo concentrare e focalizzare su questo".

 

I critici dicono che sei un ottimo giocatore, ma un po' discontinuo.

 

HERNANES: "Mettiamo un riferimento. Cosa vuoi discontinuità? Prendi i miei numeri, 160 partite in Serie A, 40 gol, quindi significa un gol ogni 4 partite. Se tu mi dici un anno, ho questo media, se un altro anno abbassa o aumenta sarei discontinuo, dobbiamo mettere un riferimento per dire qualcosa di questo tipo. Ma io sto qui per fare cose che non ho mai fatto, una di queste è migliorare i miei numeri e continuare a crescere. Penso che posso migliorare, realizzare ancora di più, per questo sono qua".

 

Sei stato scelto per fare il leader. Una scelta da rischiatutto...

 

HERNANES: "Rischiatutto no. Sono molto consapevole, molto maturo. Dicevo già prima che sono arrivato al top della mia performance, della mia maturità psico-fisica, mi sento più forte che mai, quindi l'età mi ha aiutato, mi ha dato più forza, esperienza, più saggezza nel gestire i tempi e le cose, l'età non mi ha fatto male. Non è un rischio, io vedo una grande e bella opportunità per dimostrare tutto il mio valore".

 

Quanto hai saputo dell'opportunità di venire alla Juve? Quanta voglia hai di cimentarti nella Champions?

 

HERNANES: "L'ho saputo proprio all'ultimo, per quello dicevo che sono sorpreso, è capitato così, all'improvviso. Ho tanta voglia della Champions perchè mi faceva impressione il fatto di aver giocato un Mondiale, però non la Champions. Ho tanta voglia di fare bene e aiutare la squadra a conquistare dei risultati importanti".

 

Lei ha lasciato l'Inter prima in classifica. Pensa che la Juve nonostante tutto sia più forte? Ha giocato con Allegri circa la sua posizione in campo?

 

HERNANES: "Nel calcio tu se guardi una o due partite non puoi dire niente. La Juventus per quattro anni ha fatto bene, tutti in Italia e anche fuori dall'Italia conoscono la sua forza. Sono andati via alcuni giocatori importanti, quella era un punto di forza perchè era una delle squadre che aveva cambiato meno in questi quattro anni. Quindi adesso bisogna ricostruire gli spazi lasciati da questi giocatori, però in questo momento per me rimane la squadra da battere in Italia e anche fuori Italia".

 

Perchè hai scelto la maglia numero 11?

 

HERNANES: "No, non c'è nessun motivo particolare, avevo il 5, l'11, volevo prendere un numero più basso questa volta, erano questi i due disponibili. Volendo essere più offensivo, avendo già deciso questa mia offensività, ho scelto l'11"

 

Hai parlato con Allegri? che soluzioni tattiche puoi dare alla Juve?

 

HERNANES: "Allegri mi ha dato il benvenuto, però non ci siamo ancora incontrati di persona e non ci siamo ancora parlati. Se deve parlare e poi vedere in campo come vanno le cose. Qua è difficile dire qualcosa senza parlare con il mister. Aspettiamo i prossimi giorni per vedere quello che si può fare".

 

Tu hai sempre giocato più basso in campo in passato, anche nella Nazionale brasiliana. Perchè adesso vuoi giocare più offensivo?

 

HERNANES: "Ho cominciato col San Paolo, giocavo basso, poi piano piano, perchè avevo la caratteristiche del tiro, caratteristiche più offensive, ho cominciato ad andare avanti. C'erano alcuni punti che mi piaceva giocare avanti e alcuni punti che mi piaceva giocare più indietro, però dopo 10 anni nei quali ho giocato avanti e indietro, quando arrivi a 30 anni haipiù maturità, hai provato tante cose, puoi decidere con più consapevolezza. La consapevolezza e anche il piacere che tu trovi in una posizione piuttosto che in un'altra"

 

tuttojuve.com

 

 

LEMINA

 

 

Inizia una nuova esperienza, la prima in Italia, cosa ti ha convinto di questo progetto bianconero?

 

LEMINA: "Ho scelto la Juventus perchè è un'eccellente squadra, che vince spesso e voglio essere parte di questo grande progetto. C'è sta un interesse anche di altre società, ma ho dato la priorità alla Juventus perchè è una squadra che mi ispira molto".

 

Hai già parlato con Pogba? E' stato lui a convincerti a venire a Torino?

 

LEMINA: "Personalmente non ho parlato con Paul della Juventus prima di firmare il contratto, ma ho parlato con lui oggi, per sapere come sta, come andavano gli allenamenti. Mi ha detto che è una squadra professionale, concentrata sulla tattica, sulla tecnica, farò il mio meglio per essere parte di questo progetto".

 

I tifosi juventini sperano di avere in casa un nuovo Vidal in casa. E' un paragone che regge?

 

LEMINA: "Sì, credo che abbiamo delle caratteristiche in comune, ci piace la difesa, ci piace anche l'attacco. E non so se potrò fare quello che ha fatto lui, perchèp Vidal è sempre Vidal, è un grande giocatore. Spero che con l'esperienza che potrò acquisire qui alla Juventus, di poter raggiungere il sui livello".

 

Con Bielsa hai giocato anche da difensore in una difesa a tre. E' stato solo un esperimento?

 

LEMINA: "Il mio ruolo preferito, i miei ruoli preferiti, sono mediano, playmaker, perchè sono i posti che preferisco, ma se c'è bisogno di giocare in difesa non c'è nessun problema per me, sono pronto a lavorare in difesa e a dare il meglio per la squadra".

 

Qual è il giocatore a cui ti ispiri? C'è un calciatore della storia juventina che ti è rimasto nel cuore da bambino?

 

LEMINA: "Il giocatore della Juventus che mi ha ispirato molto è Del Piero. Ora purtroppo non sono un attaccante, quindi non posso vedere, non posso ispirarmi a lui. Mi ispiro anche a Nedved che è un grande giocatore della Juventus, che gioca nel mio stesso ruolo. oggi effettivamente mi ispiro a lui, è un giocatore con un'enorme grinta come dite in Italia, mi piace questo tipo di gioco, è un grande giocatore, ha segnato tanti gol ed è un giocatore che davvero mi ispira".

 

Bielsa è un allenatore particolare? Ti ha sorpreso il suo addio anzitempo?

 

LEMINA: "Non sono io che l'ho lasciato, ci sono state scelte diverse. Diciamo che personalmente mi ha insegnato molte cose. E' un allenatore che ha portato un'enorme tecnica all'Olympique Marsiglia, un allenatore speciale che insegnava molto ai giocatori e lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me".

 

Ti sei posto un limite di presenze quest'anno? Che numero di maglia hai scelto e perchè?

 

LEMINA: "Non ho in mente un numero di presenze. Non richiedo un livello minimo o massimo di presenze, se merito di giocare giocherò. Ci sono degli eccellenti giocatori che coprono il mio ruolo e spero di fare atto di presenza in campo. in quanto al numero di maglia, ho scelto il 18, è la data di nascita di mio figlio che è nato il 18 dicembre".

 

tuttojuve.com

 

 

MAROTTA

 

E' soddisfatto?

 

"Ringrazio i miei collaboratori come Fabio, siamo contenti, abbiamo centrato gli obiettivi, costruito un gruppo vincente considerando che fare meglio della stagione passata è difficile dovremmo vincere la champions oltre agli altri trofei, per il resto avete assistito a partenze non dettate dalla nostra volonta dell'anno scorso e delle precedenti stagioni giocatori non facilmente sostituibili, caratteristiche con carisma personalità come Pirlo un leader silenzioso che con lo sguardo poteva incutere timore e sostituire gente come loro non era facile sappiamo che le società rimangono i successi, ma i dirigenti gli allenatori passano, abbiamo allestito una squadra con profili interessanti mixando giovani e meno giovani, credo che una squadra estremamente giovane non possa vincerere in qualsiasi categoria".

 

Sarà determinante il lavoro dell'allenatore?

 

Credo sarà determinante non solo sul campo, ma il profilo moderno è quello di gestore di un gruppo, dovrà trasformare il gruppo in squadra vincente, fondamentali le motivazioni per raggiungere gli obiettivi e puntare su elementi che oggi hanno personalità, la squadra è di valore, Pirlo e Tevez, trasmettevano sicurezze e certezze che il gruppo deve ritrovare non attraverso i giocatori ma tramite compattezza e squadra.

 

Un rimpianto è Hamsik?

Alcuni nomi non sono usciti, magari non ne siete a conoscenza, nomi alti, Hamsik faceva al caso nostro perchè dobbiamo riconfermarci in Italia e sai che ci sono giocatori che sanno cosa vuole dire andare a Frosinone e Carpi e vincere... Il giocatore straniero non sa questo, magari Galliani dice che il calcio d'agosto non è quello di maggio, ma costruire una squadra con italiani, secondo me è un vantaggio ed un obiettivo da raggiungere.

 

Tu hai parlato di motivazioni e personalità. Credi sarà determinante il lavoro dell'allenatore visto che ci sono molti giovani?

 

"Io credo sia determinante il lavoro dell'allenatore, ma il lavoro dell'allenatore non è solo quello sul campo in termini di insegnamenti tecnico-tattici, ma il profilo moderno dell'allenatore è quello di un gestore di gruppo. Uno dei suoi compiti è quello di trasformare il gruppo in uan squadra vincente, che sarebbe la differenza tra gruppo e squadra. Quindi il compito dell'allenatore è quello. Le motivazioni sono determinanti per il raggiungimento degli obiettivi, soprattutto se non puoi contare su elementi che da sè hanno delle forti personalità. oggi la nostra è una squadra di grande valore. E' chiaro che alcuni elementi importanti come Pirlo e Tevez trasmettevano delle sicurezze, delle certezze che oggi il gruppo deve ritrovare non attraverso i giocatori stessi, perchè non è facile sostituire dei giocatori del genere, ma attravero la compattezza, attraverso la squadra".

 

Si può dire che il rimpianto del mercato sia Hamsik? La griglia del campionato è cambiata?

 

"I rimpianti possono anche essere di più, alcuni nomi non sono usciti ed erano obiettivi magari che noi sulla carta avevamo tracciato. Poi quando ci siamo affacciati e abbiamo approcciato con le società che detenevano i diritti sportivi, magari la porta si è chiusa. E voi non ne siete a conoscenza, ed erano obiettivi molto alti. Hamsik, l'ho detto prima, visto che De Laurentiis è uscito allo scoperto, non lo doveva nascondere, è un giocatore che faceva al caso nostro perchè noi dobbiamo principalmente badare a riconfermarci in Italia, vincere lo Scudetto. Quando tu metti la maglia a un giocatore che conosce l'Italia, che conosce cosa vuol dire andare a Frosinone e guadagnarsi i punti, andare a Carpi e guadagnarsi i punti, è già un vantaggio. Purtroppo l'handicap del giocatore straniero è quello che ha bisogno di quel periodo di adattamento che in Italia non ti concedono. Abbiamo visto che oggi la classifica del campionato, tranne l'Inter, trova due squadre come Sassuolo e Chievo in testa alla classifica. E' vero che poco fa un esperto collega come Galliani ha detto che il calcio di agosto non corrisponde al calcio di maggio, però è altrettanto vero che costruire una squadra a mio giudizio con uno zoccolo duro di italiani, con giocatori che sono cresciuti in Italia, è un grosso vantaggio. Ed è uno degli obiettivi che noi vogliamo continuare a raggiungere".

 

Può sverlarci qualche operazione sotto traccia tenuta dalla Juventus? Può essere stato Cavani un obiettivo? La Juventus può essere stata brava a tenere sotto traccia la cessione di Pogba?

 

Parto dall'ultima considerazione: confermare una squadra vincente è già un grosso acquisto di mercato. Quando ti trovi davanti a delle offerte per un tuo calciatore che si aggirano intorno ai 100 milioni, queste offerte sono arrivate da club importantissimi, è chiaro che non traballi, ma comunque sei orgoglioso. Ma siccome la Juventus vuole vincere, ha deciso di tenere un giocatore importante come Pogba. Per il resto, uan società come la Juventus e quindi i suoi dirigenti, sono ambiziosi, non lo nascondo. Quindi anche noi cerchiamo di porci degli obiettivi magari utopistici, cercare di andare alla ricerca di giocatori che non sono avvicinabili per tanti motivi, perchè magari guadagnano tanto o hanno un costo di cartellino, di diritti sportivi, elevato, perchè magari si trovano bene in queslla squadra. Non li indico perchè già attorno a Draxler è venuta fuori una telenovela, poi si fa fatica anche a difendersi. Accanto ai giovani noi andiamo sempre alla ricerca di qualche colpo importante. Se non arriva un anno, arriverà l'anno dopo".

 

Se dovesse dare l'Oscar del mercato a chi lo darebbe?

 

"Dare l'Oscar del mercato è condizionato anche da alcune situazioni: faccio un esempio, noi siamo un gruppo che si è consolidato nel corso di questi anni ed è rimasto invariato fino a questa campagna trasferimenti. Credo che questa sia una peculiarità molto importante per noi, non siamo una società di trading. Se dare l'Oscar a una società è fare un trading di calciatori, allora io non sono d'accordo. Infatt credo che le vittorie si costruiscano con una solidità di gruppo, con una continuità di presenza di giocatori. Noi abbiamo vinto in questi quattro anni tenendo un gruppo molto omogeneo, un gruppo che non ha avuto cambiamenti, a parte due-tre varianti nel corso della stagione, non di più. Ed è questa la nostra forza, a parte la capacità dei singoli giocatori, degli allenatori o della società. Quindi se mi devo riferire a movimentazioni di mercato di quest'anno, credo che forse quella che si è mossa cambiando tanto - quindi oggi quando cambi tanto c'è l'euforia - sia l'Inter, perchè ha allestito una squadra competitiva cambiando molto. La Roma ha fatto dei cambiamenti, però era già una squadra forte. L'Oscar del mercato lo darei all'Inter, che è tenuta a farsi poi valere sul campo".

 

 

Tu avevi detto che le milanesi vanno considerate da Scudetto, sulla Roma mi sembravi un po' più...

 

"La Roma è già consuetudine che sia da Scudetto".

 

La sensazione è che la Roma abbia guadagnato posizioni? O l'avete fatta diventare voi fortissima domenica?

 

"Come dicevano i latini, Victoria Concordia Crescit, come dice Lotito, quindi la vittoria accresce l'affiatamento. E' normale che a Roma oggi ci sia grande euforia, ci siano grandi festeggiamenti. Io dico che abbiamo perso perchè questa partita di calendario è arrivata alla seconda giornata, quindi nel mese di agosto, quando una società della Juventus era alle prese con giocatori che erano impegnati nelle nazionali, sono arrivati tardi, hanno dovuto dare una preparazione particolare, abbiamo affrontato la trasferta di Shanghai, dove c'era un titolo importante a cui tenevamo. Oggi noi non siamo ancora a posto e affrontare la seconda in classifica alla seconda giornata è un fatto che non deve alimentare la cultura dell'alibi, ma deve portare la Lega a tenerne conto, in termini di spettacolo. Perchè se tu giochi alla seconda partita, Roma-Juventus, in una situzione non dico di precarietà, ma come vedete dal nostro punto di vista sono arrivati altri due giocatori da domenica, quindi domenica non c'era la Juventus definitiva. Addirittura dei nuovi acquisti c'erano solo due giocatori in campo, due undicesimi. Quindi ha vinto la Roma, onore alla Roma, merito alla Roma, ma sono tre punti. Dopodichè sappiamo che dobbiamo recuperare ed è come se oggi partissimo con handicap a meno sei, ma la Juventus è abituata a vincere con grandi margini, con largo margine, quindi deve riprendere questi sei punti".

 

tuttojuve.com

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te pareva la domanda sulle dichiarazioni all epoca dell inter

RIDICOLI

 

ovviamente non puo smentirsi..fa bene a dire che lo pensava

cambiare idea è sintomo di intelligenza

solo gli stolti restano su idee fisse

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