Vai al contenuto

Benvenuti su VecchiaSignora.com

Benvenuti su VecchiaSignora.com, il forum sulla Juventus più grande della rete. Per poter partecipare attivamente alla vita del forum è necessario registrarsi

Archiviato

Questa discussione è archiviata e chiusa a future risposte.

Leevancleef

31 anni fa la tragedia dell'Heysel. La Mole Antonelliana ospita il "+39". Nei nostri cuori è presente da sempre e non si spegnerà mai!

Post in rilievo

La folle notte del 29 Maggio 1985 narrata da chi , dal punto di vista del tifo , era

sulla sponda opposta rispetto a quella Bianconera !

 

Trattasi di narrazione datata 27/05/2010 , presa da " Blogo " , a firma Antonio Avanzi !

Articolo apparso in occasione del 25° Anniversario di quella assurda ed immane Tragedia !

 

Titolo : " HEYSEL 25 ANNI DOPO : NOI ODIAVAMO GLI ITALIANI "

 

 

Ad un giorno dal 25° ANNIVERSARO DELLA TRAGEDIA DELL'HEYSEL in cui perirono 39 persone, TONY EVANS, oggi responsabile delle pagine sportive del Times e scrittore, ripercorre i momenti precedenti e immediatamente successivi a quella notte del 29 maggio 1985. L'intervista fiume rilasciata alla Stampa è un susseguirsi di aneddoti e impressioni agghiaccianti. C'erano, secondo le assurde logiche hooligans e ultras, ruggini mai sopite vecchie di un anno con il tifo italiano, quando a Roma i tifosi del Liverpool vennero accoltellati dopo la finale vinta dal Liverpool all'Olimpico contro i giallorossi. Ma Evans non si nasconde dietro inammissibili ragioni di vendetta e inizia il suo racconto !

 

 

 

 

chameleon_16.png

"Un muro è crollato, tutto qui". Io queste parole le ho sentite e le ho ripetute tantissime volte. Ma sono menzogne. C'è un momento di quel giorno a Bruxelles che più di qualsiasi altro continua a tormentarmi. Il nostro treno era da poco arrivato alla stazione di Jette e una lunga colonna di tifosi del Liverpool si era incamminata giù dalla collina verso il centro. Mi fermai a guardarli, bandiere a scacchi rossi e bianchi al vento... Dissi tra me e me: «Oggi possiamo fare tutto ciò che ci pare. Nessuno può fermarci»

 

Era un giorno caldo e soleggiato, ma nell'umore generale si captava un sottofondo oscuro. Quelle bandiere a scacchi le avevamo preparate per la finale dell’anno precedente, contro la Roma allo Stadio Olimpico. E nonostante la conquista della quarta Coppa dei Campioni nessuno, tra quelli di noi che erano stati a Roma, ricorda con affetto quel giorno. Prima della gara, gruppi di giovani in motorino avevano dato la caccia ai nostri tifosi, coltelli in mano. E, dopo la partita, fummo vittima della rabbia di Roma, tra sangue, angherie e umiliazioni. Ci eravamo detti che la storia non si sarebbe ripetuta. La nostra rabbia non era diretta solo agli italiani. La stampa britannica aveva praticamente ignorato gli eventi dell'Olimpico l'anno prima... Liverpool, in quegli anni, era una città marginalizzata e odiata dal resto del Paese, un anacronismo che c'entrava poco con l'Inghilterra.

Ero con mio fratello quando, in un vicolo del centro, ci siamo imbattuti in un gruppo di tifosi juventini, sei o sette, quasi tutti ventenni. Erano seduti davanti a un bar, atteggiandosi un po' da duri, un po' da fichi. Il mio sguardo incrociò uno dei loro. «Dai, brutto *, dimmi qualcosa...» ringhiai. Lui, niente. Ma ormai il tono, l'umore di quella giornata era stato fissato. La Grand Place era relativamente priva di tensione. Noi del Liverpool eravamo in tanti e ci sentivamo sicuri. Bevevamo e cantavamo a torso nudo sotto il sole. Era quasi idilliaco. Ma poi, complice l'effetto dell'alcol, tutto cambiò. I bar cominciarono a chiudere, forse impauriti da ciò che avremmo potuto fare...

Partimmo a piedi per lo stadio. Ovunque c'erano tafferugli. In circostanze normali, tutto ciò non sarebbe avvenuto. Ma quel giorno era diverso... Eravamo ubriachi ma anche in quello stato capimmo che lo stadio era fatiscente. Alle entrate non vi erano praticamente controlli. Tutt'ora, 25 anni dopo, ho ancora intatto il biglietto di quella serata. Eravamo nel settore Y, accanto al maledetto settore Z, e si capì subito che eravamo in troppi. La folla ci spinse avanti, verso il campo, crollò una prima barriera. La polizia reagì con i manganelli. Vidi un ragazzo - uno dei nostri - rimasto imbrigliato nel filo spinato mentre cercava di scavalcare un muro. E vidi un poliziotto che lo manganellava. Mi avvicinai e gli diedi un pugno in faccia. Scappò via. A quel punto, quasi tutta la polizia si era dileguata.

E così noi ci concentrammo sul bar, dove un povero * vendeva patatine e panini. In pochi secondi avevamo saccheggiato tutto. Tra settore Y e settore Z vi era un fitto lancio d'oggetti. In realtà, per gli standard di quegli anni, non era nulla di inusuale. Guardammo con invidia gli spazi nel settore Z che era mezzo vuoto, mentre il nostro settore Y, complici i molti tifosi senza biglietto, era strapieno. Mi assentai per qualche minuto per fare la pipì. Al ritorno vidi che la rete che separava i due settori era caduta e che molti dei nostri erano passati al settore adiacente... Più sotto e nell'angolo più lontano stavano morendo 39 persone.

Della partita non ricordo nulla. Del dopo-partita ricordo la paura di essere accoltellato dagli juventini. E ricordo il poliziotto belga che, preso dall'ira, lanciò un lacrimogeno dentro un autobus di tifosi del Liverpool. Arrivammo a Ostend per prendere il traghetto, tristi e depressi, ma ancora ignari. Solo dopo, sulla Manica, cominciò a spargersi la voce. A casa cominciammo a trovare antidoti per la nostra vergogna, raccontandoci le solite bugie... Una lunga catena di eventi ha portato all'Heysel. Gli accoltellamenti e i pestaggi subiti a Roma, l’alcol, la nostra aggressività, l'inefficienza della polizia e uno stadio fatiscente. Senza uno di questi anelli nella catena maledetta forse quel giorno sarebbe passato senza incidenti. Oggi i tifosi dell'Everton ci dedicano uno sfottò: «Trentanove italiani non possono avere torto». Un modo per dire che l'Heysel è colpa di noi del Liverpool. Hanno ragione. Il torto era nostro. Il torto era mio.

Intanto il Liverpool ha ricordato le vittime dell’Heysel e domani toccherà alla Juventus. Ad Anfield Road è stata organizzata una cerimonia di commemorazione durante la quale è stata scoperta una targa (foto in basso) che resterà all’interno dello stadio per ricordare per sempre i 39 morti della tragedia che si consumò in occasione della finale di Coppa dei Campioni del 1985. Presenti i dirigenti del Liverpool e alcuni giocatori della squadra di allora, DALGLISH, SAMMY LEE e il capitano PHIL NEAL.

 

Per la Juventus hanno partecipato GIANLUCA PESSOTTO, in rappresentanza della società, e SERGIO BRIO, che il 29 maggio 1985 era in campo. E stato proprio quest’ultimo a raccontare le emozioni provate nel corso della cerimonia: «E’ stata bellissima e toccante. I dirigenti del Liverpool hanno dimostrato di tenerci in modo particolare. E’ sempre difficile parlare di quanto accadde quella sera, anche a distanza di anni, ed è importante che anche il Liverpool, come la Juventus, voglia continuare a commemorare le vittime, che resteranno sempre nel ricordo di tutti noi»

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

ogni anno che passa il dolore aumenta....gli animali inglesi ebbero le loro colpe.....ma peggio di loro fecero le forze dell'ordine belghe e il loro ministro degli interni dell'epoca sig. nothomb.... che non ebbe neppure il buon senso di dimettersi dopo aver dimostrato al mondo intero l'inefficienza,incapacità e la stupidità dell'intero servizio di sicurezza della capitale belga e della sua nazione in generale!!!!!

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

In questo giorno mi sembra giusto e doveroso ricordare i Nomi di chi a causa di " Follia Umana " non è più con noi !

Tra parentesi l'età anagrafica !

Ancor prima di essere i " 39 " furono " Esseri Umani " che custodivano nel loro cuore affetto e passione per la

" Vecchia Signora " e ricordarli anche con " nome e cognome " mi sembra cosa buona e giusta !

  • Rocco Acerra (28)
  • Bruno Balli (50)
  • Alfons Bos (35)
  • Giancarlo Bruschera (35)
  • Andrea Casula (10)
  • Giovanni Casula (44)
  • Nino Cerullo (24)
  • Willy Chielens (41)
  • Giuseppina Conti (17)
  • Dirk Daeneckx (38)
  • Dionisio Fabbro (51)
  • Jaques François (45)
  • Eugenio Gagliano (35)
  • Francesco Galli (25)
  • Giancarlo Gonnelli (20)
  • Alberto Guarini (21)
  • Giovacchino Landini (50)
  • Roberto Lorentini (31)
  • Barbara Lusci (58)
  • Franco Martelli (22)
  • Loris Messore (28)
  • Gianni Mastroiaco (20)
  • Sergio Bastino Mazzino (38)
  • Luciano Rocco Papaluca (38)
  • Luigi Pidone (31)
  • Benito Pistolato (50)
  • Patrick Radcliffe (38)
  • Domenico Ragazzi (44)
  • Antonio Ragnanese (29)
  • Claude Robert (27)
  • Mario Ronchi (43)
  • Domenico Russo (28)
  • Tarcisio Salvi (49)
  • Gianfranco Sarto (47)
  • Amedeo Giuseppe Spolaore (55)
  • Mario Spanu (41)
  • Tarcisio Venturin (23)
  • Jean Michel Walla (32)
  • Claudio Zavaroni (28

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Rip ai 39 angeli. Non ho potuto fare a meno di notare che Hernanes é nato il giorno della tragedia. Il caso é strano a volte...

 

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Ero all'Heysel.

 

Idem, settore N-O, dove c'era il tifo organizzato. Quel giorno, NON LO DIMENTICHERO' MAI! :(

Che i miei fratelli, da lassù, riposino in pace.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Quando penso ad Andrea Casula di anni 10, morto assieme al suo papà Giovanni, e a quella madre e moglie che a casa non vide più tornare suo figlio (appena un bambino...) e suo marito, sto male ancora oggi. Prendo loro due a simbolo di tutti gli altri, perchè ogni morto ci racconta una storia, ogni morto ci dice di vite e famiglie spezzate.

 

E' una cosa troppo grande, troppo immane, troppo straziante sia per pensarci che per non pensarci. Siamo tutti piccoli, di fronte all'Heysel lo siamo ancora un pò di più...E, allora, tutto quello che possiamo fare è nel ricordo e - per chi crede - in una preghiera verso quelle persone che in un attimo, senza ragione alcuna, si sono ritrovate in Cielo: guardate quaggiù, verso di noi che abbiamo una ferita sul cuore.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Ogni anno siamo qui a ricordare tra l'ipocrisia di chi fa campagne denigratorie per un rigore dubbio o una testata mai data, ma tace di fronte a sfottò allucinanti e striscioni con scritto "-39"

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

×

Informazione Importante

Utilizziamo i cookie per migliorare questo sito web. Puoi regolare le tue impostazioni cookie o proseguire per confermare il tuo consenso.